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Ugo Foscolo(1778-1827) A cura del prof. Luigi O. Rintallo
Solcata ho fronte, occhi incavati intenti, Crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto; Labbro tumido,acceso, e tersi denti; Capo chino, bel collo e largo petto; Giuste membra, vestir semplice, eletto; Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti; Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto; Avverso al mondo; avversi a me gli eventi. Talor di lingua, e spesso di man prode; Mesto i più giorni e solo, ognor pensoso; Pronto, iracondo, inquieto, tenace: Di vizi ricco e di virtù, do lode Alla ragion, ma corro ove al cor piace. Morte sol mi darà fama e riposo. Cronologia della vita Gli anni italiani Gli anni inglesi Un letterato di confine I dati biografici I temi ricorrenti Prima dei Sepolcri Narrativa e poesia Motivi dell’Ortis Interpretazione dei classici Il carme Dei Sepolcri GE A cura del prof. Luigi O. Rintallo
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Gli anni italiani 1778-1815 Ugo Foscolo/ 1
1778: nasce nell’isola di Zante, da Andrea, medico veneziano, e dalla greca Diamantina Spathis. A 10 anni assale il ghetto per liberarvi gli ebrei. Studia nel seminario di Spalato. : a 4 anni dalla morte del padre, raggiunge la famiglia a Venezia, dove frequenta il salotto letterario di Isabella Teotochi Albrizzi; allarga le sue letture ai contemporanei. 1797: successo della tragedia Tieste. Sospettato per le idee rivoluzionarie, lascia Venezia e si arruola coi cacciatori a cavallo cispadani di Bologna. Scrive l’Ode a Bonaparte. E’ nominato segretario della nuova municipalità veneziana. Quando Napoleone cede Venezia all’Austria (Campoformio), deluso va a Milano. 1798: conosce Parini e Monti, della cui moglie Teresa Pikler si innamora infelicemente. E’ direttore per pochi mesi del “Monitore italiano”. Trasferitosi a Bologna lavora all’ Ortis. : combatte coi francesi, rimanendo ferito durante l’assedio austro-russo di Genova. Viaggia per conto dell’esercito: a Firenze s’innamora di Isabella Roncioni. Torna a Milano: nel 1801 suicidio del fratello. Passione per la Fagnani Arese, cui dedica l’ode All’amica risanata. Termina l’ Ortis (1802) e stampa l’edizione definitiva dei Sonetti (1803). : ad aprile inizia il servizio militare in Francia; dalla relazione con l’inglese Fanny Hamilton nasce la figlia Floriana, che gli sarà vicino nell’esilio in Inghilterra dal 1822 in poi. : rientra in Italia. Scrive i Sepolcri che stampa nel Nominato professore a Pavia, tiene solo poche lezioni prima che la cattedra sia soppressa. Torna a Milano. : in polemica con gli altri letterati, è amareggiato dall’insuccesso della tragedia Aiace (1811). Va a Firenze. Traduce il Viaggio sentimentale di Sterne, mentre lavora al poemetto Le Grazie. Di nuovo a Milano dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia (1813). Nel ’14 il Regno Italico cade e a Milano tornano gli austriaci, che gli propongono la direzione della “Biblioteca Italiana”. Foscolo rifiuta e fugge in Svizzera, dove nel ’16 esce la terza edizione dell’Ortis.
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Gli anni inglesi 1816-1827 Ugo Foscolo/ 2
: a settembre, si imbarca da Ostenda per l’Inghilterra. E’ bene accolto negli ambienti liberali di Londra, dove si dedica all’attività editoriale e giornalistica. Continua la stesura delle Grazie, mentre pubblica la quarta edizione dell’Ortis (1817). 1818: i lavori letterari non gli consentono di mantenersi e le difficoltà economiche aumentano. : si innamora, infelicemente, di Carolina Russell alla quale dedicherà i Saggi su Petrarca (1821). Prosegue intanto la collaborazione con le riviste e la traduzione della Iliade. L’esilio inglese segna il suo distacco dalle vicende italiane, tanto che anche i rapporti con gli altri esuli italiani (Confalonieri, Berchet ecc.) sono saltuari e diffidenti. : incontra la figlia Floriana, che ha ereditato dalla nonna tremila sterline con le quali Foscolo arreda la villetta Digamma Cottage. Nonostante gli aiuti del banchiere Hudson Gurney, spende troppo e comincia ad essere assediato dai creditori. 1824: lo raggiunge la figlia Floriana, con la quale deve ben presto lasciare il Digamma Cottage per andare ad abitare nei sobborghi londinesi. Ormai ridotto in rovina, si nasconde sotto falso nome (Mr. Merriat, Mr. Emerytt) per evitare la prigione. Negli ultimi mesi, viene comunque per breve tempo incarcerato su denuncia dei creditori. 1825: scrive per la “European Review” numerosissimi articoli e saggi. Firma inoltre un contratto, assai oneroso, per l’edizione dei classici italiani del libraio Pickering. Escono il Discorso sul testo del poema di Dante e il Discorso sul testo del Decameron. 1826: ammalato, è sfinito dalle fatiche. Per vivere, continua a scrivere e a dare lezioni. Alla fine dell’anno si stabilisce con la figlia a Turnham Green, presso Londra. 1827: continuano i disagi economici, mentre si aggrava la sua idropisia al fegato. Il 10 settembre muore e viene sepolto nel cimitero di Chiswick. La sua salma sarà traslata a Firenze, in Santa Croce, nel 1871.
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Un letterato di confine
Ugo Foscolo/ 3 Un letterato di confine Importanza dei dati biografici La vita di Foscolo è importante per più ragioni: riflette la svolta epocale fra rivoluzione e post-rivoluzione francese; i casi della sua vicenda esistenziale sono trasferiti nei suoi testi, composti per stratificazioni che si adattano al cambiamento delle circostanze; è in qualche modo “costruita” sulla base dei diversi modelli ideali da lui adottati (il rivoluzionario, il figlio, il poeta, l’innamorato ecc.) Rimasto in miseria alla morte del padre, vive da emarginato e si abbandona all’avventura. Il nuovo contesto storico, determinato dalla fine dell’ancien regime, fa sì che il suo percorso sia ben diverso dagli intellettuali che l’hanno preceduto, per lo più segretari o precettori presso nobili famiglie. Per vivere fa prima il soldato e poi cerca di mantenersi con l’attività di letterato, scrivendo per giornali e riviste. Molti i luoghi e gli ambienti cui si lega: dall’originaria Zante, isola greco-veneta alla Venezia ormai in decadenza dopo la cessione all’Austria. Milano è la città che lo sprovincializza, mentre a Firenze insegue il prestigio sociale presso il salotto anti-napoleonico della contessa di Albany. Finisce i suoi giorni in Inghilterra, ove sarà accolto presso i circoli liberali. In che senso Foscolo si colloca su una linea di confine? A cavallo fra ’700 e ’800, Foscolo vive l’età di passaggio da Napoleone alla Restaurazione. Dapprima è un giacobino che legge in chiave rivoluzionaria autori come Giuseppe Parini e Vittorio Alfieri; in seguito è a lungo incerto nell’opposizione a Napoleone, per ripiegare quindi durante l’esilio in Inghilterra su posizioni moderate. Ugualmente contrastante la sua posizione poetica, che risente tanto di motivi neoclassici che pre-romantici. In gioventù oscilla fra l’impegno sociale e l’estraneazione del poeta – sul modello di Alfieri - che si contrappone alla realtà. In età matura, cerca di porsi come “poeta vate”, mediatore tra popolo e potere, ma non rinuncia alla tentazione di rivendicare l’autonomia della letteratura, rifugiandosi nella sfera dell’immaginazione. Quali sono i temi ricorrenti del nucleo autobiografico dell’opera di Foscolo? Nell’opera di Foscolo è riconoscibile un nucleo autobiografico evidente. Innanzi tutto l’allontanamento obbligato da Venezia e dalla famiglia, dopo che Napoleone cede la città agli Austriaci. La condizione di esule comporta l’impossibilità di avere un assestamento definitivo (in un ambiente, in una professione, in un matrimonio), unita all’insoddisfazione per la politica e la vita militare cui è costretto. Di qui la ricerca di consolazioni nell’inseguimento del successo letterario o nelle molte avventure sentimentali. Tutto ciò si traduce in alcuni temi, che sono ben sintetizzati nella prima lettera del romanzo epistolare: la patria perduta (Venezia o Zacinto); la madre abbandonata; l’esilio; la tomba e la morte, viste ora in positivo come ragione di pace dopo le sventure ed ora in negativo come fatale condanna al deperimento e all’oblio. Sul Le fasi della produzione letteraria prima dei Sepolcri : si dedica alla stesura del romanzo epistolare Le ultime lettere di Jacopo Ortis (con 45 lettere) e di alcuni sonetti, per lo più di argomento amoroso. Pur attivo nella vita pubblica, l’impegno politico resta escluso dai testi. Fra il 1800 e il 1803, compone nuovi sonetti e ne pubblica due edizioni: a Pisa nel 1802 di otto componimenti e, l’anno dopo, a Milano di dodici introdotti da “Alla sera”. Al 1802 risale anche la seconda edizione dell’Ortis che porta a 61 il numero delle lettere, arricchendo il testo di considerazioni politiche e filosofiche. Nella successiva edizione svizzera del 1816 aggiunge una lettera anti-napoleonica (datata 17 marzo 1799).
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Narrativa e poesia Ugo Foscolo/ 4 I motivi dell’Ortis
Le ultime lettere di Jacopo Ortis è un romanzo epistolare di 62 lettere inviate fra l’ottobre 1797 e il marzo 1799 dal protagonista all’amico Lorenzo Alderani, che le pubblica all’indomani del suo suicidio. Sul modello dei Dolori del giovane Werther, il libro racconta l’amore di Ortis per Teresa, che lo respinge per sposare Odoardo. Opera aperta, che stentò a trovare una sistemazione definitiva, presenta una netta discontinuità fra la prima parte prevalentemente sentimentale e la seconda, scritta nel 1802, più meditata e dove si unisce al tema amoroso quello della passione politica. Ortis amante e Ortis politico hanno in comune la condizione di conflitto e impotenza. Il triangolo amoroso coincide pertanto con quello tra Foscolo, la patria perduta Venezia, ceduta da Napoleone all’Austria dopo il trattato di Campoformio. Come il padre di Teresa è definito “ottimo e crudele”, così a Napoleone non ci si può ribellare perché non lo si può veramente odiare. Il suicidio di Ortis corrisponde in questa chiave a una realtà storica e biografica: simboleggia la fine della gioventù giacobina e si configura come estremo gesto di protesta contro un contesto che lo emargina. Qual è l’interpretazione del classicismo da parte di Foscolo? Il classicismo è per Foscolo tanto una pratica stilistica, che un modo di organizzare il suo pensiero rispetto alla storia. Egli usa il passato come termine di confronto che rafforza il suo giudizio negativo sulla realtà contemporanea. L’antichità, coi suoi miti e i suoi eroi, rappresenta quelle virtù esemplari che l’età presente calpesta. Foscolo “attualizza” i miti greci, considerandoli archetipi in cui la condizione umana non può non riconoscersi, e li rielabora per adattarli a significati personali. Ulisse, l’eroe del ritorno in patria, dialoga con il poeta stesso il cui esilio è definitivo; Venere, dea dell’amore fecondo, si confonde con la madre… Il carme Dei Sepolcri E’ sicuramente l’opera maggiore di Foscolo. Un carme di 295 endecasillabi sciolti, diviso in 4 parti: 1-90 (valore sepolcri); (funzione civile e storica delle tombe); (esempio delle tombe illustri); (funzione eternatrice della poesia). E’ dedicato a Ippolito Pindemonte, autore di un poema in ottave rimasto interrotto: I cimiteri. Dalle discussioni sull’Editto di Saint Cloud, che proibiva le sepolture all’interno delle chiese e dei centri abitati, deriva la composizione del carme. L’opera, terminata nel 1807, affronta l’argomento su tre piani distinti: Letterario – Si ricollega al filone del ’700 della poesia sepolcrale e notturna inglese (v. Thomas Gray, Elegia scritta in un cimitero campestre). Dal punto di vista dello stile, richiama la metrica dei classicisti italiani (Parini, Alfieri e Monti), sebbene Foscolo punta a riprodurre i modi della poesia antica (Omero e le odi di Pindaro). Filosofico-concettuale – Esprime la sua visione materialista, come già nel sonetto Alla sera. Non c’è finalismo nell’esistenza umana, che va inserita nel ciclo naturale della trasformazione della materia. Accanto a questa visione dell’universo fisico e naturale, Foscolo propone la sua interpretazione storica: la Storia, di cui gli uomini sono i soggetti attivi, procede dallo stato primitivo alla civiltà, sebbene anch’essa sia soggetta alle leggi naturali (anche le civiltà scompaiono). Politico – Foscolo è contro l’Editto napoleonico e per questo celebra Parini e Alfieri come figure rivoluzionarie e maestri di italianità. Di qui l’esaltazione delle tombe delle figure illustri, allo scopo di celebrare i meriti degli scomparsi rivalutando l’importanza dell’emulazione del loro esempio (tombe di Machiavelli, Michelangelo, Galilei, Alfieri nella chiesa di Santa Croce a Firenze).
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