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Analisi, Attualizzazione, Manifestazione di latenze
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Trans-ducere - Trans-ferre Dal pensiero francese del novecento, che raccoglie in pieno una eredità che è fondamentalmente tedesca Uno dei contributi fondamentali della cultura tedesca al farsi di un pensiero sulla traduzione e sui rapporti tra culture
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Rapporto proprio-estraneo Nello spazio e nel tempo Centro - periferia Occidente-oriente Moderno- antico Antico greco-latino Antico biblico
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Da Henri Meschonnic, Pour la Poétique II, Gallimard, Paris 1973, pp.411-12 Pour comprendre l’autre, il ne faut pas se l’annexer, mais devenir son hôte [ … ]. Comprendre quelque chose d ’ autre, ce n ’ est pas s ’ annexer la chose, c ’ est se transf é rer par und d é centrement au centre même de l ’ autre. Non annessione/ non appropriazione Ospitalità reciproca Trasferimento Decentramento / Centro dell’altro
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Da Johann Wolfgang Goethe, Divano occidentale-orientale. Note e dissertazioni, a cura di L. Koch e Ida Porena, Rizzoli 1990, p. 703 sgg Tre specie di traduzioni La prima ci fa conoscere le cose straniere dal nostro punto di vista (versione in prosa) Seconda: si cerca di trasferirsi in una cultura straniera, ma in realtà si tenta di appropriarsi di significati a noi estranei e a raffigurarli nuovamente nei propri significati (metodo parodistico) Terza: ricerca di equivalenze – il traduttore rinuncia all’originalità della propria cultura (aderenza alla forma esteriore // interlineare) Categorie di Berman In entrambi i casi Traduzione etnocentrica Traduzione non-etnocentrica
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La nascita del “Selbstbewußtsein” allo scorcio del XVIII secolo e il suo sviluppo nel senso di una mediazione nel XIX secolo Lichtenberg: “Andare in Inghilterra per imparare a scrivere in tedesco”
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Identificazione con la cultura da cui si traduce Ancora Goethe, Divan, Note, cit., p. 706 “Una traduzione che ambisca ad identificarsi con l’originale finisce per avvicinarsi alla versione interlineare e facilita altamente la comprensione dell’originale; a questo modo noi siamo condotti, anzi spinti al testo originale, e così finisce per chiudersi il circolo che accosta straniero e familiare, noto e sconosciuto”.
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Pratica e teoria della traduzione e identità tedesca Questione del proprio e dell’estraneo – da sempre importante nella determinazione di cosa sia il “Deutschtum” – Traduzione della Bibbia di Lutero Popolo tedesco come popolo di traduttori Esplosione del fenomeno durante l’Età di Goethe Cosiddetto Classicismo tedesco Romanticismo Questione interna allo sviluppo della tradizione tedesca Assume un valore universale e si trasmette come valore alle altre culture Prima attraverso il veicolo teologico (Lutero nel XV secolo, ma anche la musica sacra di Bach nel XVIII secolo), poi filosofico, filologico, poetico tra XVIII e XIX secolo
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Traduzione e Bildung Bildung processo (tutte le parole in –ung indicano processi dinamici) Acquisizione di una forma propria attraverso un processo di metamorfosi e mediazione progressivo Centralità della Erfahrung: esperienza Esperienza dell’alterità Bild = immagine -ung desinenza che dinamizza Er-fahren Fahren: viaggiare, muoversi con un mezzo Erfahren: compiere – arrivare a muoversi/ venire a sapere Erfahrung = esperienza
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Alterità dell’antico Grecità: Urbild e Vorbild – ma anche ‘estranea – suo elemento ‘orientale’ originario (interesse ‘dialettico’ e ‘polare’ dei ‘classici’ Goethe e Schiller, ma anche Voss e H ö lderlin) Romanità: familiare nella sua natura secondaria, derivata, sincretica, eclettica (genealogia del romanticismo) Passato biblico (assimilato al passato orientale) Ur- (prefisso dell’originario) Vor- (prefisso della priorità e/o anteriorità) Bild (immagine/figura)
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L’antico e l’altrove come Erfahrung che provoca un a trasformazione La traduzione è uno dei mezzi con i quali si fa esperienza fisica di congiunzione con il lontano/ l’altrove / l’antico /la tradizione
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Traduzione e riscrittura, Lettera del testo e “manifestazione di significati nascosti” André Lefevere, Traduzione e riscrittura, Utet. Antoine Berman, La traduzione e lettera o l’albergo della lontananza, Quodlibet Re-telling Re-writing Neuschreibung
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Ogni traduzione è anche una forma di riscrittura Riscrittura è anche: Un’antologia Una storia letteraria in entrambi i casi diamo un’immagine – traduciamo una cultura attarverso il suo ‘canone’ Un adattamento di genere (cinematografico, teatrale –letterario) Un adattamento tematico o lessicale: attualizzazione
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Attualizzazione Strategia frequente nella traduzione dei classici antichi, che spesso si rivela un adattamento. Esempio: La Elena di Euripide nella traduzione di Albini e Faggi per le edizioni Garzanti
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Chiarezza metodologica L’operazione attualizzante va dichiarata Anche nelle sue intenzioni. Le traduzioni attualizzanti dispongono di un importante apparato esplicativo (note)
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Effetti dell’attualizzazione nel metatesto: L’esempio della Elena di Euripide, ed. Garzanti Si riporta l’estraneo al proprio, non solo nel testo, ma anche nel metatesto: Nota Hera, moglie di Zeus, viene definita “nome greco della dea corrispondente alla latina Giunone” Cipride: “epiteto della dea Afrodite, per i romani Venere” Si assume il parametro della cultura che si presume a noi più vicina. Per esempio, qui, la cultura latina -
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Nel testo: V. 40: “per risolvere il problema demografico” traduce ciò che letteralmente era: “per alleviare la madre terra dalla grande moltitudine dei mortali” V. 41: “Achille, l’eroe fulgido fra i Greci” - (nell’originale non c’è il nome) V. 192: “preda di barbaro remo” diventa “preda di barbari ladroni”
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Assunzione della prospettiva confessionale cattolica P. 73 “hai preso i voti, credi in dio” Traduce “sei profetessa, credi nelle cose divine” P. 83 “patrona santa, che siedi al fianco di Zeus” P. 125 Elena “Assunta in cielo”
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Demoni e dei P. 125 Daimonion – theoi – theòs Viene tradotto con il divino, i celesti, i numi
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La riscrittura Motivazioni della riscrittura adattamento culturale Necessità in base alla scelta di una dominante estrema la poesia riscritta può stabilire una maggiore conoscenza di se stessi
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Utilità didattica Riscrittura come adattamento Di genere Attualizzante
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La traduzione è una pratica Non esiste UNA teoria valida per tutte le occasioni di traduzione e per tutti i testi. Abbiamo scelto la traduzione poetica perché fa emergere con la massima evidenza le difficoltà e le occasioni di confronto linguistico, letterario e culturale offerte dall’atto del tradurre
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Poeti traduttori Bisogna conoscere ma sospendere il giudizio di valore su una traduzione in base al criterio di ‘fedeltà’ I poeti hanno una loro fedeltà all’interno del loro proprio mondo poetico, una coerenza tra sé e il testo che è anche un mondo con il quale essi entrano in contatto Ungaretti: la traduzione gli serve a risolvere dei problemi di tecnica I poeti traducono per fare interagire le loro poetiche, avviene un contatto per osmosi/contaminazione
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contaminazione Arricchimento da entrambe le parti Il poeta traduttore si arricchisce ma al contempo anche il testo tradotto si riattiva Esiste un “movimento del linguaggio” (Apel) di ricezione e re-interpretazione tra testi Le forme e i linguaggi poetici ne vengono arricchiti (cfr. Benjamin: allargamento della lingua madre del traduttore)
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Connotazione Il linguaggio poetico presenta una enorme complessità connotativa. È un testo aperto (Eco 1962). Al contrario il testo denotativo è chiuso, possiede una sola possibilità di interpretazione (elenco telefonico). La prima cosa da fare, sempre, in presenza di un testo letterario, e assolutamente in presenza di u n testo poetico, è una accurata analisi traduttologica.
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Cos’è la ‘fedeltà’ a un testo? Cercare la ‘lettera’ del testo Diversa dalla traduzione letterale che ci viene richiesta nei compiti di lingua (scopo di verifica di conoscenze) Scopo la resa di una sostanza che è inafferrabile ma presente e che sta a mezzo tra ‘spirito’ del testo e sua forma. Fedeltà è individuale, il che non vuol dire arbitraria Infatti tutti i libri seri sulla traduzione sembrano sempre raccolte di saggi, perché la forma plurima dei diversi casi è l’unica possibile –
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Confrontare gli autori tra loro Ci darà la misura non solo di una avventura traduttiva ma anche di un modo di fare comparatistica dall’interno delle lingue e della scrittura Questa è la frontiera più avanzata, in questo momento, degli studi letterari sulla tarduzione Comparatistica moderna più che lavorare su temi lavora su nessi e rapporti (oltre agli studi sulla traduzione: visual studies, studi intermediali… sempre si lavora su passaggi)
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Qualche elemento per orientarci Cosa devo fare per analizzare una traduzione?
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Parto da una analisi del testo originale Interlineare Analisi formale del testo originale aiutandomi con l’interlineare Livelli del testo
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Analizzo la traduzione Interlineare (se il traduttore non è italiano) Analisi formale del testo originale aiutandomi con l’interlineare Livelli del testo Semantico (lessicologico) Tematico Fonico Ritmico Sintattico
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Confronto tra i due testi analizzati Mi interrogo sulle dominanti che sono ‘passate’ e su quelle ‘abolite’ Cerco le intensificazioni e le attenuazioni Cerco gli interventi non solo sulla forma ma anche sulle immagini rese dal traduttore(sono ‘importate’ dal suo proprio linguaggio/universo poetico?
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Riconoscimento dei livelli testuali e delle dominanti. Cos’è una dominante? Nel linguaggio musicale indica la quinta nota di una scala, centrale dal punto di vista armonico e melodico. In analisi del testo indica la caratteristica essenziale dell’opera letteraria, intorno alla quale si costituisce il testo come sistema integrato (Jakobson 1935). È una componente fondamentale dell’analisi traduttologica, poiché sulla sua individuazione si basano la strategia traduttiva e la decisione di cosa tradurre nel testo e cosa nel metatesto. La dominante del metatesto è scelta anche in funzione del lettore modello. Va tenuto conto anche delle sottodominanti. (Osimo 2004, p.200).
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TRADURRE E’ INTERPRETARE La prima opera aperta, che si è data come aperta e continuamente interpretabile è stata la Bibbia. La tradizione culturale tedesca ha dato un contributo fondamentale alla elaborazione di questa consapevolezza. Possiamo trarre da questo assunto anche alcune conseguenze pratiche, di tecnica traduttiva. Versione interlineare Glosse Attenzione alla dispositio del testo
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Applicazione didattica Incrocio la consapevolezza della riscrittura con l’analisi traduttologica Insegno agli allievi a leggere e decostruire un testo Li porto, attraverso lavori di gruppo, a rimontare il testo
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Poetica Dire che tradurre è una questione di Poetica significa affermare il valore autonomo dell’opera tradotta Una traduzione letteraria realizzata per giunta da un poeta mette in contatto non solo due mondi culturali, ma anche due poetiche
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Definizione di poetica Il concetto di poetica è di natura estetica: in riferimento a tutte le modalità di espressione artistica (non solo la poesia, come erroneamente suggerito dal nome - e ritenuto dai più; ma anche pittura, scultura, cinematografia, scultura ecc., letteratura in senso lato, e quant'altro), si parla di poetica come dell'insieme strutturato degli intenti espressivo-contenutistici che un artista (quale che sia il suo settore di attività) esplica nelle sue opere, o che un movimento artistico nel suo insieme propunga in seno all'ambiente culturale di riferimento. Si tratta di un concetto per definizione in fieri: ma al tempo stesso, ha senso parlarne (e definirla caso per caso) solo quando il suo grado di elaborazione - nell'ambito della produzione di un determinato artista, o di un dato movimento - si sia sufficientemente stabilizzato.
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Poetica della traduzione Vale a dire: interpretazione di un testo con una propria poetica, e realizzazione di un’opera che traducendo, fornisce una interpretazione. Tale interpretazione, quando si tratta di un poeta, risente della ‘poetica’ personale del poeta traduttore
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Traduzione poetica e Literaturwissenschaft L’analisi delle traduzioni dei poeti coi consentono di comparare dal di dentro due poetiche, due letterature, due esponenti di due differenti canoni letterari
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Traduzione e canone La traduzione poetica trasforma il canone letterario e la ‘lista dei classici’ di una nazione o area geografica
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Il classico all’interno dei canoni nazionali Concetto negli studi comparati: il momento in cui una cultura individua il proprio apogeo e crea un mito fondativo della propria identità. Ciascuna cultura ha il proprio periodo ‘classico’, di solito, ma non necessariamente legato al classicismo.
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canone Dal greco kanon: regolo, righello Kanna: in greco giunco, canna La misura, la norma entro la quale stare, cui attenersi. Ma anche lista, elenco catalogo
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Tradizioni canoniche Misure di selezione (religiosa o ideologica) Tradizione biblica (testi canonici e apocrifi, istititi a partire dal IV secolo d.C.) Tradizione medievale (cataloghi di autori cristiani o pagani ai quali veniva attribuita una interpretazione allegorica da studiare nelle scuole) Oggi: Canone messale (tra Praefatio e Pater Noster) Canoni giuridici (diritto Canonico) Significato secondo: Ripetizione: canone musicale (Bach, canto a cappella) ma anche pagamento del canone (d’affitto, di abbonamento)
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Canone estetico Canone del gusto Elenco delle opere attestate di un autore (per es. Shakespeare, Aristotele) Elenco di testi ritenuti culturalmente centrali e fondanti in una determinata società e tradizione letteraria, considerati come modelli da seguire, esempi da imitare: “classici”
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Canone e Classico Tradizione classica Tradizione storico-letteraria Battaglia per il mantenimento o il rinnovamento dei canoni
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Canone e Classico Tradizione classica Tradizione storico-letteraria Battaglia per il mantenimento o il rinnovamento dei canoni
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Cosa fanno i Fratelli Grimm? Progressivamente acquisiscono al ‘canone’ una,ateria fluida e per niente “classica” – in quanto viene dalla “voce del popolo”, dalla sua oralità. Classico in sé, etimologicamente, nasce con una connotazione sociale…
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Classicus dicebatur…. Divisione in classes della società romana (Servio Tullio) ‘classicus’ nella Roma antica è colui che paga più tributi “classici dicebantur non omnes sed primi tantum classis homines” (Gellio, citando Catullo) Gellio, Cicerone introducono il significato metaforico di classicus. Classicus è lo scrittore di prestigio che scrive per le classi più alte.
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Classicus nell’Europa del ‘500 All’inizio del XVI secolo in Europa il termine viene ripreso (per primo, probabilmente l’umanista tedesco Beatus Rhenanus nel 1512) per indicare gli autori antichi, con l’idea che essi fossero superiori ai moderni. Sempre all’interno dell’Umanesimo tedesco Melanchton (Melantone) definiva Plutarco “classicus auctor” (1519) Fonseca, arcivescovo di Toledo, definiva Agostino “auctor ex classicis” (1528)
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Classicus nell’Europa del ‘500 All’inizio del XVI secolo in Europa il termine viene ripreso (per primo, probabilmente l’umanista tedesco Beatus Rhenanus nel 1512) per indicare gli autori antichi, con l’idea che essi fossero superiori ai moderni. Sempre all’interno dell’Umanesimo tedesco Melanchton (Melantone) definiva Plutarco “classicus auctor” (1519) Fonseca, arcivescovo di Toledo, definiva Agostino “auctor ex classicis” (1528)
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Modificazioni della parola classico È un gruppo sociale, poi uomo o autore ricco, potente, grande, di prim’ordine È un’opera nata in un momento alto: di fioritura culturale (in Germania solo nel XVIII assume questo significato, in riferimento al classicismo francese - tragédie classique – e italiano) È uno stile, un carattere formale
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Il classico, oggi Italo Calvino, 1981: “i classici sono quelle opere che non si leggono mai per la prima volta, ma si rileggono” (per saperne di più: cfr. le voci canone e classico del glossario in Remo Ceserani, Guida allo studio della letteratura, Laterza)
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Meschonnic, Tradizione e Invenzione [...] Mentre la letteratura è invenzione permanente, dentro e contro le tradizioni, e non è riconosciuta che se tale, pena non essere niente, quella cosa epigonale del mercato dei libri, la traduzione è un campo di attività dove la tradizione è non solo più forte dell’invenzione, ma considerata la condizione stessa dell’esercizio e della riuscita. In letteratura, non ci sono ovvietà. Nella traduzione, certe ovvietà fanno la legge. È l’autorità innegabile dell’ovvietà che la traduzione funzioni nella lingua d’arrivo, dunque senza presunto ricorso alcuno alla lingua di partenza. Nella lingua d’arrivo, vale a dire con i soli mezzi della lingua d’arrivo, non quelli della lingua di partenza, né le interferenze di una mostruosa via di mezzo, perché questa infrangerebbe il codice della lingua d’arrivo. Ma cos’altro faceva la Vulgata di san Gerolamo?
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Correttezza e trasformazione “La correttezza è l’obiettivo ossessionante del traghettatore. Il linguaggio d’arrivo, di conseguenza, è un linguaggio acquisito, conosciuto, passivo, già trasformato. È la sua contraddizione più forte con l’opera letteraria, che è tale solo se è, e resta, un linguaggio attivo, trasformatore. Trasformatore delle opere precedenti, dei modi di rapportarsi con il mondo e dei soggetti tra di sé e con sé. Il primo e ultimo tradimento che la traduzione può commettere nei confronti della letteratura è togliergli ciò che ne fa letteratura - la sua scrittura - con l’atto stesso che la trasmette. L’adagio “traduttore traditore” indica da secoli che la traduzione è il luogo di un conflitto definito da due paradigmi irriducibili l’uno con l’altro. La traduzione è nel solco che oppone l’autore originale al traduttore come l’invenzione alla riproduzione, l’autentico all’edulcorato, la lingua di partenza alla lingua d’arrivo come due mondi non sovrapponibili, l’indissociabile e misteriosa associazione della forma e del senso nell’originale alla pietosa dissociazione delle due, per non conservare che il senso, nella traduzione. “
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Il problema della ‘naturalezza’ Questa situazione, lungi dall’essere vista come un effetto delle concezioni del linguaggio, è stata ed è ancora considerata un fatto di natura. Che il buon senso è tenuto a riconoscere e accettare. Sicché davanti alla scelta tra mostrare la traduzione per quello che è, una traduzione, e nascondere questa vergogna, il traduttore è stato addestrato a cancellare tutto ciò che mostra che è una traduzione. Il traduttore cerca la naturalezza.
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La differenza occultata La naturalezza della lingua d’arrivo, che deve normalmente raggiungere il buon traduttore, presuppone un atteggiamento pragmatico verso la comunicazione, che sembra il buon senso in persona. Il paradosso è che così si realizza e perpetua, senza saperlo, il mito di Babele. Perché la naturalezza cerca di sopprimere la differenza delle lingue, ne fa una cosa da nascondere, e questa differenza occultata ribadisce la diversità delle lingue come il male mitico del linguaggio. Ogni lingua d’arrivo è così al tempo stesso l’ordine naturale e la trascendenza delle particolarità. Quello che ingenuamente mostrava per il francese, ai tempi del suo regno europeo, la grammatica di Port-Royal, e ai nostri giorni la grammatica generativa per l’inglese, struttura profonda di tutte le lingue, e accompagnamento teorico della sua egemonia culturale. [...] Henri Meschonnic, «Traduire la littérature», in Poétique du traduire, Editions Verdier, 1999, pp. 86-88, traduzione di Nazzareno Mataldi, tratta dal sito, che consigliamo, http://209.85.135.104/search?q=cache:LVf4Kd7DtBkJ:fogliedivite.splinder.com/archive/2 004-10+meschonnic+wikipedia+italia&hl=it&ct=clnk&cd=4 Henri MeschonnicPoétique du traduire http://209.85.135.104/search?q=cache:LVf4Kd7DtBkJ:fogliedivite.splinder.com/archive/2 004-10+meschonnic+wikipedia+italia&hl=it&ct=clnk&cd=4
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Henri Meschonnic, “Poetica della traduzione” Poetica sperimentale Critica alla teoria della letteratura e alla sociologia della letteratura Studio dei rapporti tra pratica empirica e pratica teorica, scrittura e ideologia, scienza e ideologia Traduzione recepita come testo: è “scrittura di una lettura-scrittura”
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Ancora Meschonnic Traduzione come ri-enunciazione specifica di un soggetto storico, interazione di due poetiche, decentramento Decentramento è rapporto fra due testi in due lingue- culture fin nella struttura linguistica della lingua. Annessione è l’annullamento di tale rapporto – illusione del naturale L’illusione della trasparenza: Traduzione culturale accompagnata dal disconoscimento di sé Oppure, invece, molto più difficile: creazione di un testo originale nella lingua d’arrivo omologo al testo nella lingua di partenza
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Antoine Berman La ‘lettera’ di un testo non è la sua traduzione letterale Vanno esplorate le dimensioni profonde di un testo (Berman parla di etica della traduzione) Etica della traduzione è consapevolezza del nostro metodo: Si tratta di una manifestazione etnocentrica? (che assimila al nostro modello culturale?) Oppure di una traduzione foregnising (che reca le tracce dell’estraneità)?
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Bibliografia di riferimento di questa lezione André Lefevere, Traduzione e riscrittura, Utet Antoine Berman, La traduzione e la lettera ovvero l’albergo della lontananza, Quodlibet Id., La prova dell’estraneo. Cutura e traduzione nella Germania Romantica, Quodlibet Johann Wolfgang Goethe, Divano occidentale-orientale. Note e dissertazioni, a cura di L. Koch e Ida Porena, Rizzoli Henri Meschonnic, Poetique du Traduire, Verdier Id., Pour la Poétique II, Gallimard Walter Benjamin, Il compito del traduttore, in Id., Angelus Novus, Einaudi Bruno Osimo, Manuale del traduttore (per l’analisi traduttologica)
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Da leggere http://translationjournal.net/journal//33rewriting.ht m
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