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PubblicatoLazzaro Palmieri Modificato 8 anni fa
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L’insegnamento della storia Seminario Irc e storia / 3 Sergio Cicatelli
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2 L’insegnamento della storia nei secoli Pier Paolo Vergerio (1370-1444): la storia è utilior et jucundior; si trova all’inizio del curriculum, prima del trivio (grammatica, retorica e dialettica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia). Jean Bodin (Methodus ad facilem historiarum cognitionem, 1566): «Oltre ad essere straordinariamente utile, lo studio della storia fonde in sé così perfettamente le due cose che sogliono ricercarsi in ogni disciplina – e cioè che essa sia facile e dilettevole – che non si può dire vi sia altra scienza che sia così facile e che offra altrettanto diletto. La sua facilità è tale che tutti possono intenderla senza aiuto di altre conoscenze». Ratio studiorum dei Collegi gesuiti (1599): la storia è una materia piuttosto facile e perspicua, che non ha bisogno di molto studio; il suo insegnamento viene di solito collocato per una sola mezz’ora alla fine della mattinata o del pomeriggio. In passato la storia era soprattutto racconto, lettura edificante, intrattenimento, non esercizio critico di ricostruzione del passato, ricerca documentaria o interpretazione delle fonti.
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Sergio Cicatelli3 L’insegnamento della storia nei secoli L’insegnamento “scolastico” della storia nasce alla fine del Settecento, quando si percorrevano due strade per il suo studio: storia universale (finalizzata alla ricerca del progresso nell’evoluzione delle civiltà) e storia nazionale (finalizzata alla definizione di una identità nazionale e culturale). Fino ad allora le alternative erano costituite dalla storia classica e dalla storia del presente. Oggi si bada allo sviluppo di una coscienza critica attraverso lo studio della storia, ma l’insegnamento della storia è considerato anche in prospettiva identitaria (storia locale, costruzione di una memoria collettiva, ecc.). Insostituibilità del paradigma cronologico. È possibile invertire la cronologia? È immaginabile un insegnamento della storia per problemi?
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Sergio Cicatelli4 A che serve la storia? Qual è la materia più importante? La tradizione storicista della scuola italiana. Finalità etico-politiche (historia magistra vitae)? Il caso della storia di Israele, il caso del Risorgimento o della Resistenza nella storia italiana. Res gestae o historia rerum gestarum? Nietzsche: «Non ci sono fatti, ci sono solo interpretazioni».
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Sergio Cicatelli5 Interpretare la storia Il mito dei fatti e il lavoro degli storici. Lo studio della storia deve rispondere a due esigenze: fornire un’intelaiatura temporale per collocarvi eventi variamente significativi (quindi accumulare una quantità sufficientemente ricca di nozioni) e sviluppare una capacità di lettura critica degli eventi e dei documenti ad essi legati. È necessario un attento occhio critico nella presentazione delle problematiche storiche. L’attenzione va prestata al livello scientifico e al livello didattico.
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Sergio Cicatelli6 Interpretare la storia Due livelli di attenzione: il metodo e i contenuti. Badare all’impostazione storiografica e alla selezione dei contenuti (presenze e assenze). La questione della memoria: memoria istituzionale memoria collettiva memoria critica Impossibile una memoria onnicomprensiva.
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Sergio Cicatelli7 Tante storie Storia politica Storia economica Storicismo (idealista, marxista) Histoire événementielle Annales, 1929: Febvre, Bloch, Pirenne, Braudel, Le Goff Storia sociale o del costume (vita quotidiana) Microstoria / macrostoria Storia locale / storia universale Teorie della complessità (globalizzazione)
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Sergio Cicatelli8 Storia e religione Le categorie della storia Potere, rivoluzione, stato, impero, nascita-morte, inizio-fine, decadenza, svolgimento, persistenza, transizione, sviluppo, crescita, egemonia, conquista, cause, conseguenze, periodizzazione… Le categorie della religione Salvezza, peccato, redenzione, perdono, grazia, misericordia, giustizia, servizio, fede, comunità, amore, preghiera, conversione, coscienza, sacerdozio, senso, umiltà…
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Sergio Cicatelli9 Alcuni argomenti sensibili L’organizzazione della Chiesa nei primi secoli Le persecuzioni dei primi cristiani La nascita del potere temporale della Chiesa Monachesimo e ordini religiosi nel medioevo I rapporti tra papato e impero, Stato e Chiesa Riforma protestante e riforma cattolica L’Inquisizione, l’evangelizzazione dei nuovi mondi La Chiesa nella rivoluzione francese Chiesa e Stato in Italia dopo l’unità Chiesa e totalitarismi nel Novecento
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Sergio Cicatelli10 Attenzioni critiche L’errore più frequente è quello di applicare al passato categorie interpretative del presente, giudizi morali fondati sui nostri attuali valori. Il giudizio storico si trasforma spesso in giudizio morale, soprattutto nelle menti degli alunni abituati a classificare subito buoni e cattivi. È necessario storicizzare ma non si deve eccedere nel creare distanza tra il passato ed il presente, altrimenti la storia è solo archeologia (Nietzsche: «erudizione che non diventa vita»). Soprattutto gli argomenti di interesse religioso conservano la loro vitalità riferita al presente.
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Sergio Cicatelli11 Storia e storia della Chiesa Con quale storia interagisce l’Irc? Storia civile? Storia della Chiesa? Storia del Cristianesimo? Storia della/e religione/i? Jedin: Storia della Chiesa come disciplina teologica. Jedin: l’oggetto della storia della Chiesa è la crescita della comunità fondata da Gesù Cristo. Jedin: il metodo è storico (fonti, causalità trascendente, comprensione di fede). Jedin: la storia della Chiesa è l’interpretazione sempre attuale che la Chiesa dà di se stessa.
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Sergio Cicatelli12 Il compito dell’Irc Nei testi di storia la religione e la Chiesa sono presenti (quando ci sono) prevalentemente come componenti di un discorso politico (la religione come struttura di potere). All’Irc spetta parlare religiosamente di religione: l’Irc come controinformazione. Non in chiave polemica o conflittuale, ma come completamento del quadro culturale studiato, cioè come servizio alla verità e alla persona dell’alunno.
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