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PubblicatoGiada Negri Modificato 8 anni fa
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Firenze, 2 febbraio 2006 La progettazione della domotica per l’autonomia delle persone disabili Università degli Studi di Firenze Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali Report D1 Le tecnologie domotiche al sevizio della disabilità
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Firenze, 2 febbraio 2006 Sommario La progettazione della domotica per l’autonomia delle persone disabili Obiettivi dell’attività Sviluppo del programma di lavoro Attività svolta nell’ambito della fase 1 Analisi dello stato dell’arte della domotica e delle sperimentazioni a sostegno della disabilità Analisi delle statistiche riguardanti gli incidenti domestici e le condizioni di disabili ed anziani
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Firenze, 2 febbraio 2006 Obiettivi dell’attività Progettare, implementare ed analizzare il funzionamento di interventi domotici da inserire nel normale contesto abitativo del disabile parzialmente autosufficiente, senza realizzare ambienti domotici ex-novo; Massimizzare il beneficio apportato in rapporto ai costi associati ed ai tempi necessari all’intervento di domotizzazione; Sviluppare un protocollo procedurale “ad hoc” per valutare le condizioni di disagio domestico e per stabilire le priorità di intervento; Svolgere attività di disseminazione (pubblicazioni, seminari, workshop, etc.) Durata prevista dell’attività: 9 mesi
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Firenze, 2 febbraio 2006 Sviluppo del programma di lavoro 123456789 1 Riepilogo e valutazione critica delle informazioni disponibili D1 2 Sviluppo e applicazione dei protocolli procedurali D2 3 Studio e simulazione dei processi domotici. Progettazione interventi 4 Individuazione campioni e realizzazione interventi D3 5 Sperimentazione D4 6 Disseminazione
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Firenze, 2 febbraio 2006 Fase 1 – Attività svolta 123456789 1 Riepilogo e valutazione critica delle informazioni disponibili D1 Fase 1: Riepilogo e valutazione critica delle informazioni disponibili Analisi delle modalità di raccolta dati sulle problematiche dei disabili in ambiente domestico ; Esame delle banche dati attualmente disponibili ; Esame di costi, fruibilità e standard tecnico-legislativi nei settori della domotica e della sicurezza domestica ; E’ stato quindi realizzato un report (D1) che descrive le tecnologie di ausilio ai disabili attualmente disponibili, evidenziandone contesti applicativi e limiti
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità Il rischio ed il disagio domestico in cui si trova il cittadino medio è estremamente acuito nel caso di soggetti disabili parzialmente autosufficienti; Progettare e realizzare soluzioni domotiche semplici, compatibili, sicure, flessibili e di basso costo può rendere la fruizione dell’ambiente domestico più agevole e sicura; Una casa domotica può dunque consentire al disabile il mantenimento della propria autonomia domestica evitando o limitando il ricorso al trasferimento in strutture sanitarie specifiche o a forme assistenziali continuative; Introduzione
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità L’evoluzione domotica dell’ambiente domestico deve essere fin dall’inizio progettata per il disabile, che la deve conoscere ed accettare senza creare motivo di frustrazione o di ulteriore isolamento sociale L’aiuto della domotica non deve al contempo essere motivo per ridurre la qualità dei servizi di assistenza, laddove necessari. Introduzione
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità Sono stati valutati criticamente gli standard attualmente in uso in ambito domotico, allo scopo di evidenziarne benefici e costi di intervento: - KNX di Konnex (Standard UE, basato su tecnologia BUS) - LonWorks di Echelon (Standard USA basato su tecnologia BUS) - X10 (Standard USA basato su tecnologia ad onde convogliate) Analisi degli standard e dei protocolli di comunicazione
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Firenze, 2 febbraio 2006 Tecnologia BUSTecnologia ad onde convogliate Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità Analisi degli standard e dei protocolli di comunicazione
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità E’ stata svolta una analisi delle esperienze di domotica residenziale a sostegno della disabilità nell’ambito dei paesi UE - Progetto InHouse (Duisburg, Germania) - Neunen (Olanda) - Progetto BESTA (Tonsberg, Norvegia) - Durham (Inghilterra) - Progetto Smart House (Gloucester, Inghilterra) Interventi domotici per la disabilità
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità Analisi statistica Tra le altre, sono state prese in considerazione le seguenti fonti: - ISTAT, Le condizioni di salute della popolazione, 2001 - ISTAT, Famiglia, abitazioni e sicurezza dei cittadini, 2003 - ISTAT, Aspetti della vita quotidiana – Gli incidenti domestici, 1999
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità Analisi statistiche: disabilità Sono oltre 2.800.000 le persone disabili in Italia, di cui circa 2.000.000 hanno oltre 65 anni di età Le donne costituiscono la maggioranza dei disabili (oltre 1.700.000) I disabili vivono più spesso da soli (28,4‰) di quanto non facciano i non disabili (8,0‰) I disabili vivono in abitazioni in condizioni peggiori di quelle dei non disabili (il 22,7% non ha riscaldamento, il 10,3% non ha telefono) I disabili hanno una peggiore percezione delle proprie risorse economiche (giudicate adeguate dal 57,5% a fronte del 72,6% dei non disabili)
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità Analisi statistiche: disabilità Classi di disabilità (in Italia) - Confinamento: 500.000 persone - Limitazioni di tipo motorio: 1.200.000 persone - Riduzione di autonomia: 1.500.000 persone - Disabilità nella sfera della comunicazione: 600.000 persone In Toscana i tassi di disabilità appaiono essere superiori a quelli globali dell’Italia
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità Analisi statistiche: infortuni domestici Il 53,2‰ della popolazione italiana viene colpita ogni anno da incidenti domestici Persone maggiormente coinvolte (per 1.000 persone dello stesso sesso e classe di età o condizione ) Graduatoria per sesso e classe d’età Graduatoria per sesso e condizione Femmine 65 anni o più26,6Femmine casalinghe30,9 Femmine 25-64 anni23,2Femmine occupate17,3 Maschi 65 anni o più9,0Femmine in altra condizione15,2 Femmine 0-24 anni8,0Maschi in altra condizione7,9 Maschi 0-24 anni6,3Maschi occupati4,4 Maschi 25-64 anni5,5
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità Analisi statistiche: infortuni domestici Cause più frequenti (per 100 incidenti) Graduatoria per i maschiGraduatoria per le femmine Cadute33,2Utensili o attività di cucina36,7 Utensili o attività di cucina20,4Cadute27,0 Fai da te10,2Fai da te1,4 La maggior parte degli incidenti avviene durante le attività di cucina o utilizzando utensili
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività svolta nella fase 1 Domotica e disabilità Analisi statistiche: infortuni domestici La maggior parte degli incidenti avviene durante le attività di cucina o utilizzando utensili Attività svolte al momento degli incidenti per sesso e classe di età di coloro che li hanno subiti (per 100 incidenti subiti da persone dello stesso sesso e classe di età) Graduatoria per i maschiGraduatoria per le femmine Riparazioni, fai da te,22,2 Lavori domestici63,9 Nessuna particolare attività20,6Nessuna particolare attività11,8 Lavori domestici18,5Cure personali8,7 Gioco, passatempi16,7Altre attività6,9 Cure personali12,1Gioco, passatempi5,6 Altre attività9,6Riparazioni, fai da te0,9
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Firenze, 2 febbraio 2006 Attività della fase 2 Protocolli procedurali 123456789 2 Sviluppo e applicazione dei protocolli procedurali D2 Definizione di un protocollo procedurale “ad hoc”, convalidato da opportuni strumenti metodologici, per creare un questionario specifico con lo scopo di indagare il disagio domestico dei disabili (sulla base di interviste con i soggetti interessati, assistenti sociali, visite a centri di assistenza, ecc.) e definire il tipo di intervento domotico L’analisi dei dati consentirà l’individuazione dell’ordine di priorità di intervento sulle criticità emerse, permettendo di stabilire l’ impatto che l’eliminazione o riduzione delle stesse avrebbe sulle condizioni di vita domestica dell’interessato e valutando anche l’impatto economico dell’intervento stesso Al termine verrà realizzato un report (D2) che descriva, per le situazioni di disagio, i margini di miglioramento associati Sviluppo del programma di lavoro
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