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PubblicatoTimoteo Santini Modificato 8 anni fa
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La crocifissione Montserrat Álvarez Hernández Domenico Theotokopulos, el Greco
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La crocifissione di Gesù, per l’importanza fondamentale che riveste nel cristianesimo, costituisce uno dei temi più riprodotti nel mondo dell’arte negli ultimi 2000 anni. Il significato drammatico della scena contiene in sé molti elementi che seducono l’artista. Anzitutto il sacrificio totale di Cristo e la sua accettazione della morte per la salvezza degli uomini. Inoltre la presenza del dolore e della sofferenza nel suo grado supremo e, infine, la dignità, la capacità di perdono, l’accettazione di un destino unico e sublime. La forza della scena diventa maggiore a motivo della sua semplicità: una croce, un uomo, dominano al di là di ogni altro elemento secondario.
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Scheda Nome: La Crocifissione Autore: El Greco (Domenico Theotokopoulos) Stile: Manierista Realizzazione: 1590 - 1600 Localizzazione iniziale: Chiesa del Collegio di Doña María de Aragón. Localizzazione attuale: Museo del Prado Dati tecnici: olio su tela: 3,12x1,69 m.
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La Crocifissione Aspetti formali I corpi non sono carnali, ma eterei, leggeri, bislunghi, segno del misticismo tipico dello stile manierista e rinascinamentale oltre che riflesso del Neoplatonismo. La colorazione è molto varia e forte e usa i colori complementari confrontandoli e situandoli l’uno vicino all’altro per farli meglio risaltare. Gli atteggiamenti e i gesti sono elevati e manifestano un forte misticismo. A questi elementi si mescolano allusioni sia alla scuola veneziana come il colore e la luce sia al manierismo come l’espressione dei personaggi
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La Crocifissione Aspetti formali Si nota la divisione simmetrica della composizione mediante la croce che fa da asse attorno al quale si situano i vari personaggi in modo equilibrato. Ad ogni lato si situano tre personaggi secondo uno schema simile di disposizione dei corpi. Equilibrio delle masse.
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Il dolore sofferto dall’umanità deforma il volto dei personaggi che sono raffigurati. Si assiste al predominio del colore nei confronti delle linee, proprio della scuola veneziana. Si accentua il senso ascensionale delle figure sia per adattarle al formato della tela, sia per marcare la loro dimensione mistica. Le tenebre del fondo e la luce dai riflessi verdastri creano un intenso contrasto.
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Il fondo trasmette una sensazione di movimento di masse di aria e di nubi, di inquietudine, favorito dalle tonalità ocra, marrone e grigia che si frammischiano. Le figure sono illuminate da diverse sorgenti luminose in contrasto con gli effetti della luce naturale. Il Cristo, particolarmente luminoso, acquista fattezze quasi michelangiolesche. Le ali degli angeli, di grande taglia e simili ad ali di uccello, fan risaltare il virtuosismo del Greco nell’imitare la realtà.
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Cristo ha il capo leggermente inclinato verso destra, come capita sovente nell’iconografia della crocifissione. Gli angeli raccolgono con le mani, anziché con un calice, il sangue che cola dalle piaghe di Cristo e, in modo particolare, quello che zampilla dal costato. Il quadro simboleggia sia l’eucaristia sia la nascita della Chiesa, nata dal sangue fuoriuscito dal costato del Figlio di Dio.
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La Vergine Maria è vestita di colore azzurro e rosso: rosso perché partecipe della passione di Cristo, azzurro come il colore della speranza del cielo. La Vergine ha le mani raccolte al petto come simbolo di dolore e accettazione adorante del sacrificio del Figlio. San Giovanni, l’evangelista del “Dio è amore”, indossa, conformemente alla tradizione iconografica, una tunica rossa.
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Maria Maddalena ha il capo scoperto e i capelli sciolti segno della sua condizione di peccatrice. Maria Maddalena è aggrappata alla croce in quanto da essa riceve la redenzione. Con un panno accoglie il sangue che cola dalla croce. Maria Maddalena è il simbolo per antonomasia dell’umanità peccatrice e redenta.
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