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PubblicatoGennaro Fadda Modificato 8 anni fa
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1 IL CATECHISMO DEI BAMBINI Il primo annuncio di Dio ai bambini transizione manuale
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CI E’ NATO UN FIGLIO La notizia di una nuova vita è una buona notizia e porta gioia. A volte non è così; non tutte le mamme riescono a dire subito come Maria: L’anima mia è piena di gioia (Luca 1,46) I sentimenti che una mamma vive nell’attesa si trasmettono al figlio
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Nel tempo dell’attesa La solidarietà e l’alleanza con il bambino atteso incominciano prima che egli nasca La sua educazione inizia subito nel grembo materno I rapporti della mamma con il bambino sono segnati anche dalla presenza affettuosa o meno del marito
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Diventare genitori Le premure dell’uomo verso la sua donna portano serenità anche al loro figlio. Così gli sposi si preparano a diventare genitori Il tempo dell’attesa è il tempo più opportuno per verificare e raddrizzare le strade dei propri comportamenti
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Fare spazio al figlio nel cuore L’uomo e la donna che affermano di amarsi devono disporsi ad accettare e a fare spazio nel loro cuore e nella loro mente, prima che nella loro casa, al bambino che viene. La sua accoglienza non può dipendere dalle informazioni date da un test clinico sulla sua integrità fisica: è un figlio!
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La strada sbagliata che conduce alla morte Non possiamo nascondere la realtà: ci sono purtroppo anche uomini e donne che annullano l’attesa, che rompono la solidarietà col figlio e lo conducono a morte La Chiesa crede con forza che nessun genitore può prendersi l’arbitrio della vita o della morte di un figlio
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La vita: un bene “indisponibile” La Chiesa in ogni tempo, ad ogni generazione proclama l’intangibilità della vita umana e riafferma con tutta la sua forza che l’aborto è atto di radicale inimicizia nei confronti dell’uomo e di Dio.
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La nascita: il “Natale” Il momento della nascita viene considerato come il “venire alla luce” E’ la luce della vita che provoca stupore e ammirazione per la meraviglia che ogni vita porta in sé Tutti davanti al neonato esclamano: Com’è bello! E ci si rallegra con mamma e papà.
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Da chi viene questa luce? E’ la luce dello Spirito che rivela il mistero nascosto in ogni persona Lo Spirito dà senso alla vita di tutti e guida a comprendere il valore della vita umana Non ci nascondiamo che questo mistero può essere anche sconcertante se il bimbo nasce malato o malformato
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Il tempo “dell’Epifania” Ogni bambino è se stesso e si manifesta in modo unico e irripetibile: chi sarà mai questo bambino? Fin dal grembo materno ha una sua vocazione originale e personale E’ chiamato a diventare cultore e custode della creazione e costruttore del regno di Dio
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L’arte di “educare” il figlio I genitori e gli educatori hanno il compito di favorire lo sviluppo della personalità di ciascun figlio nella dimensione individuale, sociale e religiosa E’ impegno di lunga durata che deve fare i conti con la spinta a crescere che è nei bambini
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Dio è all’opera in ogni bambino Lo slancio di vita presente in ciascun bambino è forza che il Creatore ha infuso in tutte le sue creature e si dispiega nella sua ricchezza quando viene favorito e sollecitato anche in chi parte svantaggiato. E’ una chiamata che non conosce esclusione da malattia, handicap o povertà.
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PRIMA DELLE PAROLE
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MA DIO, C’E’? Dio nessuno l’ha mai visto. Come può farsi conoscere dai bambini? Attraverso i gesti di bontà degli adulti. Dio parla di sé attraverso le persone, i fatti, le cose. A contatto con i genitori, i bambini assimilano sempre un certo modo di vedere la realtà.
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Cosa “captano” i bambini? Avvertono se le persone che gli stanno intorno amano o no la vita, se hanno paura, se hanno speranza. Se le persone che hanno accanto credono o no in quello che fanno. Se chi vive con loro li ama!
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Dio è amore riflesso in noi Poiché l’esperienza di Dio è una parola d’amore, i bambini hanno bisogno di viverla subito con le prime persone che si occupano di loro. I diversi modi di esprimere l’amore proposti dalla presenza della madre e da quella altrettanto necessaria del padre, diventano insieme segni dell’amore fedele dell’unico Padre.
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I genitori: “mediatori” tra Dio e i figli I genitori sono “mediatori” tra Dio e i bambini. Quando i bambini vedono che i genitori li trattano con tenerezza e con fermezza, e che non sono né deboli né rigidi, il loro cuore si apre al senso della paternità divina. Il sorriso dei genitori attrae il sorriso dei bambini: è un riflesso della gioia del Padre
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Il pianto dei bambini Il pianto dei bambini sollecita le cure dei genitori come eco della bontà del Padre. L’immagine di Dio-Amore si offusca e si deforma se il sorriso non è incoraggiato, se il pianto non è consolato. L’immagine del Dio-con-noi si offusca e si deforma nell’esperienza della solitudine.
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L’amore che si fa compagnia Provare solitudine, come isolamento e paura, è drammatico anche per gli adulti. E’ comprensibile che i bambini, fin dal momento della nascita abbiano la sensazione di non stare bene quando sono soli e vogliano ogni momento tutti uniti attorno a loro. Hanno bisogno di essere rassicurati da presenze affettuose.
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Stupore ed entusiasmo Non solo le persone, anche i giocattoli, gli oggetti di casa, i suoni abituali, il sole e gli animali sono fonte di compagnia per i bambini. Spesso essi parlano con ciò che li circonda e che provoca in loro momenti di stupore, di gratitudine, di entusiasmo o di paura.
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Tutto viene da Dio Non solo i pesci rossi, anche i serpenti. Non solo il prato soffice, anche il legno duro. Non solo il sole, anche la pioggia. Le stesse opere dell’uomo dicono la grandezza di Dio quando coltivano e custodiscono la terra. Invece impediscono di scoprire l’impronta di Dio nel creato quando lo rovinano e non lo usano per il bene degli uomini.
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Il rispetto del creato E’ importante educare i bambini al rispetto del creato e accompagnarli alla scoperta di ogni dono nel segno della condivisione e della solidarietà con tutti i bambini del mondo. “Dio Padre in tutti i tempi e in modi diversi ha parlato di sé, infine ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo” (Ebrei 1,1-2) Questo figlio è Gesù. www.micromedia.unisal.it
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