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PubblicatoAlessandro Parodi Modificato 8 anni fa
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Esempio di lettura e scrittura Laboratorio di ecfrastica 2007 Clementina Gily
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Leggendo la tela da sinistra a destra troviamo Mercurio, le Tre Grazie, Cupido, Venere, Flora, Cloris e Zefiro
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Denominata "Primavera" (da Giorgio Vasari; nel 6- 700 lo si chiamava Giardino di Atlante o Giardino delle Esperidi, nell’800 Giudizio di Paride Venuta di Poliziano a Firenze nel 1480, su invito di Lorenzo il Magnifico Sintesi iconografica del testo didascalico del retore africano del V secolo, Marziano Capella: "Le nozze di Filologia e Mercurio". La Venere pandemia è la Filologia, la tela ha senso pedagogico Che lo sposo Lorenzo di Pierfrancesco, giovane cugino del Magnifico che impalmava Semiramide Appiani nel 1482, non dimenticasse gli studi di Retorica (Flora).
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Aby Warburg nel 1893 ricorda che Alberti sogna di veder dipinte le Tre Grazie (ispirandosi a un testo di Seneca) e La Calunnia di Apelle - quest’ultima opera eseguita da Botticelli, ispirandosi ai Fasti e Metamorfosi di Ovidio, all’Orfeo e le Stanze di Poliziano, al Ninfale fiesolano di Boccaccio. Venere, al centro del quadro è la Venus del De Rerum Natura di Lucrezio. Warburg indica nel dipinto l’immagine letteraria de Il regno di Venere (propone questo titolo) la dea al centro coi piedi sulla fioritura, Mercurio scaccia le nuvole, le Grazie simbolo della bellezza giovanile e il vento di ponente che fa spargere fiori a Flora. la Primavera è così Simonetta Vespucci, amata da Giuliano dei Medici, madrina della giostra del 1476 vinta da Giuliano, morta di tisi a ventitré anni.
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Panofsky e Gombrich Panofsky accetta la tesi, ma Mercurio volge le spalle e indica Compariamo Nascita di Venere e Primavera Sono le due Veneri, Pandemia e Celeste Mercurio c’è solo nella Primavera e manca in Poliziano È intermediario fra i mondi, il “dio della Ragione” Non c’è nell’Amor Humanus È l’Amor divinus : ciò cambia il senso del Regno di Venere.
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Warburg, Panofsky, Gombrich Gombrich dà una lettura neoplatonica: la Primavera dipinta fra il 1477 e il 1478 per Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici, ramo collaterale e non principale della famiglia (il ritrovamento del documento datato 1499 in cui si registra la Primavera, insieme alla Minerva e il Centauro, nel palazzo di Lorenzo di Pierfrancesco in via Larga, gli dà ragione). Per comprendere il quadro: lettera - oroscopo di Ficino al giovanissimo Lorenzoper esortarlo a seguire Venere, simbolo di “umanità”, cultura, raffinatezza, la Venere-Humanitas e dirigere la mente a Mercurio, il buon consiglio, la ragione e la conoscenza Un quadro sermone I personaggi e le figure del quadro si riferirebbero a quelli contenuti nel Giudizio di Paride, all’interno dell’Asino d’oro: come Paride sceglie Venere nel testo di Apuleio, così Lorenzo è invitato ad eleggere Venere-Humanitas come la più bella, interagendo con la tela e con i suoi personaggi e andando così a completare il senso del quadro (questo “meccanismo scenico” era assolutamente tipico degli spettacoli di corte). Gombrich riconosce la matrice neoplatonica su cui basa la sua indagine, non modelli letterari frammentari, ma una visione organica.
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Wind e Lightbrown Wind pone alla base del significato del quadro proprio la costellazione Ficino-Poliziano-Botticelli: La triade dinamica specifica della metafisica neoplatonica emanatio-conversio-remeatio (processione, conversione, ritorno), che esplica il movimento degli esseri dall’Uno. Da questa prospettiva la triade delle figure a destra si ricollega con la triade delle figure a sinistra, i due momenti dialettici dell’amore mediati da Venere. Al centro la figura di Venere-Psyché – e Mercurio è l’ingegno rivelatore di conoscenze segrete: infatti scaccia le nubi che offuscano e confondono la mente; Zefiro, alla destra, rappresenta l’altra forza dell’amore: Mercurio la ragione, Zefiro la passione. Tutte queste tesi fondano nei medesimi modelli letterari (Ovidio, Seneca, Boccaccio, Lorenzo il Magnifico, Poliziano) e nel Neoplatonismo. Lightbown se ne stacca: il messaggio della Primavera sarebbe squisitamente primaverile nel matrimonio fra Lorenzo di Pierfrancesco con Semiramide Appiani, e la presenza di Mercurio si spiegaperché è “dio della primavera”, se il nome di maggio deriva da Maia, sua madre
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Ed ancora Martina Mazzetti, Università degli Studi di Pisa, 2005-06 Reale considera quest’interpretazione forzata: Warburg parla di “lieve brezza”, ma è un forte e violento vento, che curva gli alberi di alloro Giovanni Reale integrando col Platone noto al tempo descrive il Genio alato Zefiro come poetica del furor, "divina mania", ispirazione del dio.
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Le categorie dell’immagine La storia Il colore Le invenzioni L’organismo La sua capacità di suggerire Il Nachleben – la sopravvivenza dell’immagine Didi Huberman
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