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Lo sviluppo del gioco nel bambino
Laura Capantini – Liceo Cecioni
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Che cos’è il gioco Gli studiosi considerano il gioco un importante fattore di sviluppo perché permette al bambino di sperimentare prima e di consolidare poi nuove competenze sia cognitive sia socioaffettive
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Che cos’è il gioco Comprende diverse attività caratterizzate da una certa qualità del comportamento. Si manifesta in varie forme durante l’intero arco di vita. Ha una base biologica e una base culturale. E’ di diversi tipi solitario e sociale spontaneo e di regole Esistono diverse classificazioni dei giochi, e diverse teorie sulle funzioni del gioco e sullo sviluppo del gioco
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Winnicott Il gioco è lo spazio di transizione che porta il bambino a costruire il proprio mondo individuale e personale, oltre la relazione con l’adulto Lo spazio del gioco è uno spazio personale e indispensabile per il bambino che non può essere invaso, se non occasionalmente, dalla presenza dell’adulto Il gioco è uno degli indicatori della salute e del buon funzionamento del bambino Il gioco accompagna tutta la vita della persona e si evolve nell’attività creativa, fantastica, espressiva dell’adulto; un buon spazio di gioco nel bambino è la base su cui si sviluppa un adulto creativo
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Evoluzione del gioco secondo Piaget
Gioco di esercizio (da 3 mesi a un anno e mezzo) Gioco simbolico o di finzione (da un anno e mezzo) Gioco di regole (stadio operatorio concreto) Attenzione: i vari tipi di gioco non si sostituiscono l’uno con l’altro, ma si AGGIUNGONO l’uno all’altro e accompagnano la persona in tutto l’arco della vita
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Gioco di esercizio Esercitazione degli schemi d’azione per il piacere di padroneggiarli. Messa in atto di una serie di condotte a vuoto, senza altro fine che il puro piacere del funzionamento. A volte il bambino si pone uno scopo particolare, come eseguire dei salti sempre più lunghi. Semplici: ripetizioni di azioni semplici (scuotere, battere). Combinazioni senza scopo: esercizi più complessi come allineare oggetti e travasare. Combinazioni con uno scopo: esercizi complessi subordinati ad uno scopo come saltare sempre più lontano Il gioco di esercizio è anche gioco di movimento e diventa gioco di esplorazione e di costruzione, permettendo al bambino di conoscere il mondo e sviluppare la propria intelligenza
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Gioco di esercizio “Dopo aver appreso ad afferrare, dondolare, lanciare il bambino prima o poi (spesso anche durante il periodo di apprendimento) afferra per il piacere di afferrare, dondola per il gusto di dondolare, ecc. In breve egli ripete questo comportamento (…) solo per il piacere di acquistare la padronanza di esso e di mostrare il proprio potere di sottomettere la realtà.(…) non richiede né pensiero né vita sociale”. (Piaget, “La formazione del simbolo nel bambino”, 1945).
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Gioco simbolico Un oggetto, un’azione o il corpo stesso del bambino viene utilizzato come simbolo, ossia come qualcosa che sta al posto di un’altra. Funzione: piacere, compensazione, liquidazione conflitto, realizzazione desiderio. Schemi simbolici: riproduzione degli schemi sensomotori al di fuori dei loro contesti. Es.: far finta di dormire. Applicazione di schemi simbolici a nuovi oggetti, far eseguire una azione per finta ad un oggetto. Es.: orsetto dorme. Combinazione di svariati simboli in giochi complessi
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Evoluzione del gioco simbolico
Gioco simbolico: lo schema viene evocato senza lo scopo e viene applicato ad oggetti inadeguati; le azioni sono definalizzate e decontestualizzate. azioni che il bambino stesso compie in varie circostanze azioni rivolte ad altri (bambole o persone) azioni viste fare da altre persone fingere di essere un altro gioco sociodrammatico
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Condivisione del gioco simbolico
A 2 anni: attraverso l’imitazione reciproca, senza una vera coordinazione tematica A 3 anni: scelta autonoma della situazione ludica e della realizzazione del copione in cui i ruoli diventano complementari, anche se il livello di integrazione è minimo A 4 anni: aumenta la frequenza e il gioco diventa più complesso caratterizzandosi come gioco sociodrammatico
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Gioco simbolico Implica quattro aspetti:
la capacità di agire “come se” al di fuori del contesto normale la capacità di usare come materiale di gioco oggetti sostitutivi di quelli reali l’abilità di eseguire azioni abitualmente messe in atto da altri l’abilità di collegare schemi di azioni differenti in sequenze tematiche coerenti
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Gioco di regole In cui sono stabiliti a priori il momento e il modo in cui deve essere realizzato l’esercizio e la finzione. È caratterizzato dal carattere competitivo e dal fatto che il comportamento dei partecipanti è stabilito in anticipo da regole condivise.
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Evoluzione del gioco di regole
Il bambino non tiene conto di alcuna regola (2-3 anni) Il bambino si uniforma agli altri senza comprendere lo scopo delle regole (3-5 anni) “Cooperazione incipiente” (7-8 anni) = i bambini capiscono che è necessario cooperare per garantire il rispetto delle regole ed assicurare la validità della gara; ciò è possibile perché hanno preso coscienza della competizione Dopo 9 anni: I bambini riescono a pattuire le regole con chiarezza e prendono gusto a codificarle minuziosamente, interessandosi di tutte le possibili varianti e al diverso carattere che il gioco così assume.
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Gioco di fantasia Il gioco è definito come una interazione ludica in cui vengono assunti ruoli immaginari tratti dall’esperienza familiare o da altre fonti di informazioni come le fiabe, i cartoni animati o la televisione Implica 3 aspetti: i temi del gioco non dipendono dall’esperienza diretta ma sono temi di fantasia la partecipazione sociale è un aspetto peculiare la presenza di regole che sono concordate dai giocatori nel corso del gioco
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