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PubblicatoFabiana Leoni Modificato 8 anni fa
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DONNE IN CORSO NEVER SURRENDER, NEVER GIVE UP THE FIGHT Lavoro svolto da: ENRICO BEVILACQUA MARCO PANNULLO ROCCO VISCONTI CLASSE I B A.S.2015-16
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LA DONNA NEL MEDIOEVO La donna nel Medioevo era considerata come dice Le Goff la peggiore incarnazione del male. In primo luogo era la Chiesa a diffidare della donna, e, avendo quest’ ultima un ruolo egemone e dominante nella società medievale attraverso gli alti prelati, diffondeva questo messaggio. Questa visione misogina risale alla Genesi, e più precisamente al racconto della creazione, infatti è stata proprio Eva, mangiando il frutto proibito e non rispettando gli ordini supremi di Dio a scaraventare l’umanità nell’abisso dei mali
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Nel Medioevo le donne non avevano alcuna considerazione, Erano ritenute infedeli, volubili e spesso streghe. La figlia femmina veniva considerata una disgrazia provocando nei padri l’angoscia per la dote che le avrebbero dovuto fornire. L’educazione femminile era trascurata in quanto le bambine dovevano restare chiuse in casa ad eccezione dei momenti in cui accompagnavano la madre nella Chiesa parrocchiale. Venivano accolte, nutrite e vestite in cattivo modo e non veniva loro lasciato tempo libero, perché l’ozio era ritenuto un cattivo consigliere. Alla giusta età le ragazze avevano due possibilità: essere portate in convento o essere date in sposa ad un uomo prescelto loro dal padre, uscendo quindi dalla tutela di questo per passare quindi a quella del coniuge..
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…………..RIVOLUZIONIAMO ………… …. Olympe de Gouges ………..IN FRANCIA……… Nella Francia della rivoluzione francese, le donne cercarono di emanciparsi,ovvero di conquistare un ruolo nella società che non fosse, limitato alla famiglia. Le donne avevano infatti dei diritti molto limitati: le loro paghe erano estremamente basse, non avevano diritto al voto e la loro testimonianza non era ammessa nei processi civili e penali. Per questo, la Costituzione francese del 1791 ha incontrato l’opposizione di alcune donne colte, ferventi sostenitrici dell’uguaglianza tra i sessi, guidate da Olympe de Gouges che rivendicavano per la donna gli stessi diritti e doveri attribuiti ai maschi. I rivoluzionari, tuttavia, accolsero con ostilità queste rivendicazioni e la de Gouges fu ghigliottinata nel 1793 “per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso”.
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L’OTTOCENTO DELLA DONNA A partire dall’Illuminismo e dalla rivoluzione francese si comincia a parlare in modo più chiaro della questione della condizione di inferiorità giuridica, economica e politica della donna. In questo periodo la donna ha un ruolo marginale, deve obbiedenza e subordinazione all'uomo e non è in grado di ricoprire un ruolo sociale autonomo.Ad esempio non può amministrare il suo patrimonio: la dote assegnatale all’atto del matrimonio viene amministrata dal marito, le viene solo riconosciuto a volte una piccola somma per le sue esigenze di abbigliamento. Tuttavia, nelle società occidentali, la sottomissione all’uomo è sempre stata alleviata dal grande rispetto e considerazione riservata alla sposa e alla madre grazie all'impronta cristiana, in base a cui la donna rappresenta l’idea di rigenerazione, di vita, di protezione e di maternità universale, custode del focolare domestico e motore propulsivo della famiglia, nucleo fondamentale della società. Ma tuttavia qualcosa inizia a cambiare. Le trasformazioni prodotte dall’industrializzazione modificano la condizione femminile che acquista in parte caratteristiche nuove.
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DONNE MODERNE Women Unite for Women's Liberation! (donne unitevi per la liberazione delle donne!) È proprio con questo grido che negli anni Sessanta è iniziato quel processo di emancipazione della donna che è in atto ancora oggi. Nel 1968 un’ondata di protesta sociale attraversò il mondo e l’Italia. I movimenti di massa che ne furono protagonisti ebbero ideali, obiettivi, parole d’ordine comuni. Il suo principale obiettivo fu il riconoscimento dell’uguaglianza giuridica e politica tra uomo e donna, in particolare il diritto di voto da cui in nomignolo di SUFFRAGETTE. In Italia le tappe principali di questo percorso furono quattro: nel 1948 la Costituzione sancì l’uguaglianza giuridica di tutti i cittadini, uomini e donne; nel 1970 venne introdotto l’istituto del divorzio mentre nel 1975 la riforma del diritto di famiglia abolì la precedente disparità di trattamento per i coniugi in caso si adulterio, ponendo entrambi sullo stesso piano per diritti e doveri ed infine nel 1978 vi fu le legge sull’interruzione volontaria di gravidanza che riconobbe alla donna il diritto di decidere sulla propria maternità responsabile. Ulteriore tappa per l’emancipazione femminile può essere considerata l’istituzione delle “pari opportunità”, un’apposita commissione parlamentare incaricata di sorvegliare sulle possibili discriminazioni ancora attuate nei confronti della lavoratrici, di favorire e tutelare l’ingresso delle donne nella società e nel mondo del lavoro e di garantire parità di trattamento per uomini e donne. LE SUFFRAGETTE GLI ANNI 60
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E NON FINISCE QUI Le donne in questa lotta per la conquista della parità hanno raggiunto importanti traguardi come in primo luogo il diritto di voto, la possibilità di divorziare, la legalizzazione dell’aborto e l’indipendenza economica. Tuttavia nonostante il raggiungimento di questi obiettivi e i grandi progressi la strada da percorrere è ancora lunga. Infatti nei paesi del Terzo Mondo e nei Paesi in cui vige la teocrazia sono stati compiuti solo alcuni passi di quel cammino verso quella parità di diritti, quell’uguaglianza tanto sognata e tanto ambita. Ci sono donne che sono costrette a celare il proprio volto dietro a un velo per poter meritare una minima dignità.
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Ci sono donne che credono sia necessario nascondere ogni dignità dietro l’esibizione del proprio corpo e c’è anche chi ha visto sfumare tutti i suoi sogni, le sue ambizioni, i suoi progetti lavorativi solo perché “Qualcuno” ritiene che per quello siano più adatti gli uomini. C’è chi invece nasce con la convinzione, o meglio dire la sola rassegnazione che il suo futuro si condensi in due sole parole “ moglie” e “mamma”. Questo non accade solo in realtà a noi estranee. Basta pensare a tutte quelle donne, la cui dignità viene calpestata, quelle donne che sono vittime ogni giorno di maltrattamenti e soprusi, quelle donne che vorrebbero urlare ma sono costrette a tacere.
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