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IL SETTORE DEL FRUMENTO TENERO STRUTTURA, OFFERTA E MERCATO Roma, 23 novembre 2011.

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Presentazione sul tema: "IL SETTORE DEL FRUMENTO TENERO STRUTTURA, OFFERTA E MERCATO Roma, 23 novembre 2011."— Transcript della presentazione:

1 IL SETTORE DEL FRUMENTO TENERO STRUTTURA, OFFERTA E MERCATO Roma, 23 novembre 2011

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3 LA STRUTTURA E L’OFFERTA La struttura produttiva del frumento tenero in Italia è caratterizzata: Polverizzazione dell’offerta; Incostanza dei volumi e del livello qualitativo dei raccolti; Insufficiente omogeneità qualitativa delle partite commerciali; Progressiva contrazione delle superfici; Scarso livello di integrazione della filiera, con molteplici attori che intervengono nella fase di commercializzazione della granella. La struttura produttiva del frumento tenero in Italia è caratterizzata: Polverizzazione dell’offerta; Incostanza dei volumi e del livello qualitativo dei raccolti; Insufficiente omogeneità qualitativa delle partite commerciali; Progressiva contrazione delle superfici; Scarso livello di integrazione della filiera, con molteplici attori che intervengono nella fase di commercializzazione della granella.

4 www.ismea.it Nel periodo recente aumentano sia le superfici investite a frumento tenero sia le aziende, queste ultime ad un tasso inferiore delle prime. In tal modo la superficie media aziendale sale a 3,6 ha per azienda (vs 3,2 ha/az. nel 2003). La distribuzione per classi di superficie investita evidenzia la strutturale frammentazione del tessuto produttivo: oltre il 90% delle aziende rappresentano circa il 50% delle superfici nazionali e ricadono nella classe compresa tra <1 e 10 ha. LA STRUTTURA I dati strutturali La distribuzione per classi di superficie investita nel 2007Aziende (.000) e superfici (.000 ha) Fonte: elaborazione Ismea su dati Istat + 32% + 18%

5 www.ismea.it LA STRUTTURA La ripartizione territoriale Nelle regioni del Centro-Nord si concentra poco meno del 90% degli investimenti nazionali. Emilia Romagna, Veneto e Piemonte esprimono poco meno del 60% degli investimenti totali; aggiungendo Lombardia e Umbria si arriva all’80% del totale. Dal maggiore dettaglio territoriale si rileva la predominanza della provincia di Perugia che rappresenta la quasi totalità degli investimenti dell’Umbria. Le principali province (.000 ha)Le principali regioni* (.000 ha) *) con oltre 50 mila ettari nel 2010 Fonte: elaborazione Ismea su dati Istat

6 www.ismea.it L’OFFERTA La dinamica di superficie, produzione e resa Fatte salve le strutturali oscillazioni annuali dovute alle variazioni climatiche, negli ultimi anni si evidenzia una flessione degli investimenti più marcata di quella dei raccolti in ragione di un andamento più favorevole delle rese unitarie. I dati ancora provvisori per il 2011 indicano il livello più basso delle superfici negli ultimi 60 anni. Fonte: elaborazione Ismea su dati Istat -19% -2% + 20%

7 www.ismea.it L’OFFERTA L’evoluzione qualitativa della granella Il contenuto proteico ed il peso specifico della granella nazionale appaiono fortemente incostanti negli anni. Posta l’imponderabilità degli eventi climatici che influenzano gli esiti qualitativi dei raccolti, è da segnalare l’attenzione della fase agricola alla riduzione dei costi di produzione (lavorazioni, concimazioni, diserbo) in ragione della forte volatilità dei prezzi all’origine della granella. Il contenuto proteico (S.S. %) Il peso specifico (Kg/hl) Fonte: elaborazione Ismea su dati Inran, CRA_QCE

8 www.ismea.it GLI ATTORI DELLA FILIERA La commercializzazione della granella avviene in minima parte attraverso un canale diretto tra fase agricola e molino. Relativamente all’import, l’industria molitoria assorbe in maniera diretta la maggior quota (il 60% circa, prevalentemente dalla Ue). Il rimanente 40% è importato dai commercianti privati/società di commercio (approvvigionamenti diretti dai paesi extra-Ue).

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10 (.000t) LE IMPORTAZIONI DI GRANELLA Il bilancio di approvvigionamento Ferme restando le strutturali oscillazioni produttive della materia prima, negli ultimi anni si rileva in una leggera flessione dell’offerta di granella (tvma -0,9%), la contrazione degli utilizzi dell’industria molitoria (tvma -3%) e, quindi, la tendenza flessiva dell’import (tvma -4%). In tal modo l’indice di autoapprovvigionamento è risultato in crescita e, in maniera speculare, l’indice della propensione all’import in flessione. Solo nell’ultimo triennio, la flessione dei raccolti ha significativamente aumentato il grado di dipendenza dal prodotto estero, a fronte della sostanziale stabilità della domanda dei molini. (%)(%) Fonte: elaborazione Ismea su dati Istat, Italmopa

11 www.ismea.it LE ESPORTAZIONI DEI DERIVATI DEL FRUMENTO TENERO Le esportazioni dei prodotti della panetteria, biscotteria e pasticceria Nel periodo in esame si è registrata una marcata contrazione della produzione di farina di frumento tenero, da imputare in larga misura alla forte riduzione dei consumi interni di pane. D’altro canto, è da segnalare la buona performance dei derivati del frumento tenero sui mercati esteri. L’export dei prodotti della panetteria, biscotteria e pasticceria (.000t) Indice delle quantità di pane acquistate (2000=100) Fonte: elaborazione Ismea su dati Istat, Italmopa Produzione nazionale di farina di frumento tenero (.000 t) -17 % -35 % + 34 %

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13 IL MERCATO Il mercato italiano del frumento risente della dinamiche che si realizzano a livello internazionale ed ha una natura di «derivazione» in ragione degli elevati quantitativi importati; I fondamentali di mercato sono regolati da variabili estremamente incerte e fortemente influenzate dagli andamenti internazionali; La marcata volatilità dei prezzi agricoli incide fortemente sulla redditività della fase agricola rendendola fortemente instabile. Il mercato italiano del frumento risente della dinamiche che si realizzano a livello internazionale ed ha una natura di «derivazione» in ragione degli elevati quantitativi importati; I fondamentali di mercato sono regolati da variabili estremamente incerte e fortemente influenzate dagli andamenti internazionali; La marcata volatilità dei prezzi agricoli incide fortemente sulla redditività della fase agricola rendendola fortemente instabile.

14 www.ismea.it IL MERCATO I fattori alla base della formazione del prezzo dei cereali

15 www.ismea.it IL MERCATO Confronto tra i prezzi all’origine in Italia e il prezzo CIF di Francia e Stati Uniti La strutturale volatilità delle quotazioni della granella è tale da determinare oscillazioni di prezzo molto marcate anche nel brevissimo periodo. La dinamica di mercato è la medesima sia per il prodotto nazionale sia per quello estero, seppure quest’ultimo con livelli di prezzo più elevati in ragione dei costi di trasporto. Fonte: Ismea

16 www.ismea.it LA REDDITIVITÀ DELLA FASE AGRICOLA Indici (2000=100) Il rapporto prezzi/costi in Italia: ragione di scambio Nel decennio si osserva una forte incostanza della redditività della fase primaria in ragione: Forte volatilità dei prezzi all’origine della granella. Nel medio periodo, l’indice dei prezzi ha evidenziato, comunque, una crescita del 23% (2010/2003), leggermente maggiore a quella registrata per i costi. Costante aumento dei costi di produzione del frumento (+20% 2010/2003); in particolare gli energetici +20%, i salari +25%, i concimi +50%, le sementi +12%. Nel decennio si osserva una forte incostanza della redditività della fase primaria in ragione: Forte volatilità dei prezzi all’origine della granella. Nel medio periodo, l’indice dei prezzi ha evidenziato, comunque, una crescita del 23% (2010/2003), leggermente maggiore a quella registrata per i costi. Costante aumento dei costi di produzione del frumento (+20% 2010/2003); in particolare gli energetici +20%, i salari +25%, i concimi +50%, le sementi +12%. Fonte: Ismea

17 GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE Asa MERCATI c.montanaro@ismea.it www.ismea.it


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