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La commedia dell’arte, Goldoni e Alfieri
IL TEATRO La commedia dell’arte, Goldoni e Alfieri
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La commedia dell’arte Nasce in Italia nel 500 da attori del popolo che sentono il bisogno di esprimersi. Il termine Arte riprende il significato medievale di Mestiere e Artigiano: gli attori erano di professione e “costruivano” i personaggi. Ci si basava su un semplice canovaccio, perciò si poteva giocare sull’improvvisazione. I comici recitavano indossando delle maschere che riproducevano caratteri definiti, riconoscibili dal pubblico.
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Il primo Zanni era Brighella, il servo abile e scaltro.
Le maschere Arlecchino Brighella Il primo Zanni era Brighella, il servo abile e scaltro. Arlecchino invece era il secondo Zanni, il servo sciocco ma dotato di buon senso. Erano le maschere più importanti perché davano vita a tutti gli intrighi della commedia.
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Nella tradizione italiana meridionale il secondo Zanni è invece Pulcinella, che trae origine da un personaggio delle Fabulae Atellanae.
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Pantalone è beffato dalle donne di cui si innamora.
Pantalone e il Dottor Balanzone rappresentano i magnifici, ovvero i due vecchi, ed entrambi ricoprono due ruoli ridicoli. Pantalone è beffato dalle donne di cui si innamora. Il Dottore è invece la parodia dell’erudito, che mostra conoscenze in realtà superficiali. Pantalone Dottor Balanzone
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Capitan Spaventa e Scaramuccia rappresentano la maschera del capitano.
Scaramuccia ricalca l’immagine grottesca del Miles Gloriosus latino. Capitan Spaventa si presenta più elegante e composto, poeta e sognatore che confonde spesso la fantasia e la realtà. Scaramuccia
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L’attore italiano Tiberio Fiorilli rivoluzionò il personaggio di Scaramuccia, eliminando la maschera e aggiungendo alle proprie abilità espressive la melodia di una chitarra.
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La commedia:Carlo Goldoni La passione per il teatro caratterizzò la sua inquieta esistenza.
studiò legge e divenne avvocato per mantenere la famiglia; Intraprese la carriera teatrale nella compagnia di Imer (teatro San Samuele); Incontrò Medebac (teatro Sant’Angelo)presso il quale diventò poeta di teatro per professione; Passò al Teatro San Luca per ragioni economiche e attriti con la predecente compagnia; Diresse la Comédie Italienne a Parigi dove dovette ricominciare la sua riforma; Visse la Rivoluzione Francese; Morì in miseria nel 1793.
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La Riforma del Teatro “i miei eroi erano uomini, non semidei,le loro passioni avevano quel grado di nobiltà che si addiceva al loro rango,ma facevano comparire l’umanità così come la conosciamo, non portavano vizi e virtù a un eccesso fantastico” Le ragioni per le quali Goldoni rifiutava la Commedia all’Improvviso erano varie: la volgarità era eccessiva; i personaggi interpretati dalle maschere erano rigidamente stereotipati; le trame erano diventate ripetitive e prevedibili; gli intrecci erano costruiti in maniera incoerente e inverosimile
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Goldoni si ispira a due modelli libreschi: il Mondo, la realtà vissuta e il Teatro, la scena viva.
i suoi caratteri sono sempre inseriti in un contesto sociale che incide sul loro carattere le sue commedie si distinguono in commedie di carattere,cioè che delineano una figura singola, e commedie d’ambiente, cioè che descrivono un settore sociale. i principali ostacoli alla sua riforma erano gli attori, il pubblico, e la situazione politica della repubblica di Venezia la riforma fu graduale: nel Momolo Cortesan (1738) solo la parte del protagonista era scritta per intero, e anche le maschere vennero lentamente trasformate.
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Le fasi della commedia prima fase: la figura del mercante assume molta importanza, a scapito della nobiltà veneziana. I nuovi contenuti sono realistici ma gli intrecci sono ancora tradizionali, ed emerge l’intento moralistico di Goldoni. seconda fase: passa al teatro San Luca, ma insorgono varie difficoltà tra cui gli attori e il pubblico, e sostituisce il mercante con personaggi poco socievoli. In queste commedie porta in scena il popolo veneziano. I testi più maturi: la borghesia entra in crisi, così le virtù del mercante diventano vizi,e secondo Giuseppe Petronio questo cambio di visione è frutto di un passaggio dall’utopia alla realtà. La fase parigina: trasferitosi a Parigi perché l’ambiente era troppo soffocante, deve riadattarsi agli schemi della commedia dell’arte e ricominciarla. Ne Le bourru bienfaisant torna al carattere. Durante la vecchiaia si dedicò alla stesura dei Memoires, che ripercorrono il percorso della sua carriera.
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La tragedia: Vittorio Alfieri
Nacque ad Asti in una nobile famiglia piemontese. Compì gli studi per diventare avvocato nella Reale Accademia di Torino Come molti altri nobili del tempo intraprese il ‘Grand Tour’ ma a differenza degli altri era spinto dal suo carattere irrequieto Rientrato a Torino fondò una piccola società che si riuniva per ‘banchettar e ragionare’ Nel 1777 in Toscana si avvicinò alle opere di Machiavelli che gli ispirarono numerosi trattati e alcune tragedie. Nel 1786 si trasferì a Parigi dove fu testimone dei moti rivoluzionari, sviluppò un odio per la rivoluzione e scrisse il Misogallo Rientrato a Firenze si immerse nello studio dei classici fino alla morte(1803)
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Il pensiero letterario
Le influenze letterarie provengono dai philosophes ma Alfieri segna il passaggio tra illuminismo e romanticismo Fin da giovane dimostrò un energico accanimento verso qualsiasi forma di governo totalitaria e un culto per la libertà. Ci presenta questi due concetti politici come rappresentazioni mitiche: l’affermazione personale e le forze oscure che la impediscono Elementi fondamentali del pensiero di Alfieri sono il titanismo e il pessimismo
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La poetica tragica Considera la tragedia come forma ideale per rappresentare i punti fondamentali del suo pensiero Alla base della tragedia vi deve essere uno slancio passionale che si deve manifestare nel dinamismo non solo dell’azione ma anche della struttura dell’opera Il carattere della tragedia alfieriana rimanda alle opere dei romantici ma a differenza di questi Alfieri mantiene la struttura classica con le tre unità: di tempo, di luogo e di azione. In particolar quella di tempo facilitava l’immediatezza dell’azione L’elaborazione della tragedia si articola in tre momenti: ideare, stendere e verseggiare Le sue tragedie non venivano rappresentate in pubblico a causa della sua avversione verso il teatro dell’epoca che considerava lo specchio dei regimi tirannici Nelle ultime tragedie i concetti di titanismo e di eroe diventano sempre più deboli fino a crollare quasi definitivamente nel Saul.
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