Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoGiancarlo Cuomo Modificato 9 anni fa
1
NARRAZIONE E SVILUPPO Introduzione al LABORATORIO DI PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO 2014-15 II ANNO II SEMESTRE Prof. Santa Parrello CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI Università degli Studi di Napoli Federico II
2
Sé e narrazione Il nostro affacciarci alla vita di uomini è un po’ come l’entrata in scena di un attore quando la rappresentazione è già cominciata, una commedia la cui trama, in una certa misura passibile di cambiamenti, decide quali sono le parti che possiamo interpretare, e quale sarà l’epilogo a cui possiamo giungere. Quelli che già si trovano sulla scena sono già a conoscenza dell’argomento della commedia in modo abbastanza approfondito da poter effettuare una negoziazione col nuovo venuto. Bruner, 2002 2
3
“Nessuno è autore al cento per cento della propria storia: tutti, in qualche misura, tutti, in qualche misura, siamo raccontati” (Bertrando, 2005, p. 154).
4
“La nozione di "Sé" è un rompicapo sia per i filosofi che per gli psicologi. Per quanto sembri familiare, si tratta di una familiarità che svanisce quando la si esamina più da vicino. Il mio Sé include i consanguinei, la mia automobile, l’università in cui mi sono laureato? Include il mio piacere nel prendere parte al simposio della New York Academy of Sciences? (…) come facciamo a capire che cosa rende i nostri sé sufficientemente simili per renderli comunicabili intersoggettivamente, ma anche sufficientemente unici per essere distintamente individuali?” >> “La nozione di "Sé" è un rompicapo sia per i filosofi che per gli psicologi. Per quanto sembri familiare, si tratta di una familiarità che svanisce quando la si esamina più da vicino. Il mio Sé include i consanguinei, la mia automobile, l’università in cui mi sono laureato? Include il mio piacere nel prendere parte al simposio della New York Academy of Sciences? (…) come facciamo a capire che cosa rende i nostri sé sufficientemente simili per renderli comunicabili intersoggettivamente, ma anche sufficientemente unici per essere distintamente individuali?” >>
5
“ Anche se tutti saremmo d’accordo nel dire che il nostro Sé si sviluppa attraverso gli incontri e nelle diverse circostanze del mondo in cui viviamo, noi sappiamo anche che quegli eventi e quelle circostanze non ci vengono, per così dire, già belli e pronti. Essi stessi sono costruiti(..). Gli eventi di una vita non possono essere presi come dati; essi stessi sono foggiati per adattarsi ad una concezione del nostro Sé in evoluzione, filtrata dalla porta d’ingresso della nostra percezione del mondo. Così il mondo esperito può produrre il Sé, ma anche il Sé produce il mondo esperito. (..) il Sé non sembra svilupparsi solo in relazione a un mondo "reale" là fuori, ma piuttosto alla nostra creazione degli eventi in conformità con i codici semiotici e i modelli della nostra cultura. ” Bruner, 1997 5
6
Realtà e narrazione Gli Altri mettono il mondo in FORMATO NARRATIVO consentendo al bambino di organizzare la realtà interna ed esterna. In che modo? 6
7
7
8
Interazioni partecipative (esperienze familiari dotate di senso) Ripetizione di interazioni partecipative, che diventano dunque via via prevedibili 1.ROUTINES 2.FORMAT (struttura di base dello scambio fra adulto e bambino, modelli situazionali) 3.MER (rappresentazioni mentali di eventi: conoscenze organizzate che si riferiscono a una sequenza di azioni e rappresentano l’ordine temporale e causale degli eventi entro certi contesti) 4.SCRIPT o COPIONI (rappresentazioni verbalizzate di eventi) 8
9
3 anni: Mi lavo, mi metto il pigiamino, la mamma mi dà da bere, mi dà un bacino e mi canta e poi dormo con la lucina accesa. 3 anni: Mi lavo, mi metto il pigiamino, la mamma mi dà da bere, mi dà un bacino e mi canta e poi dormo con la lucina accesa. 9 Script: “quando vado a letto”
10
4 anni: Prima guardo la tv, poi riordino i giochi, faccio il bagno, mi metto il pigiama. Una volta la mamma e una volta il babbo mi leggono una storia. L’ascolto e poi mi addormento. Bevo, qualche volta! No sempre. Poi faccio le preghiere e dico Santa Maria e mi dà un bacino. 4 anni: Prima guardo la tv, poi riordino i giochi, faccio il bagno, mi metto il pigiama. Una volta la mamma e una volta il babbo mi leggono una storia. L’ascolto e poi mi addormento. Bevo, qualche volta! No sempre. Poi faccio le preghiere e dico Santa Maria e mi dà un bacino. 5 anni: Prima bevo il latte. Mi metto il pigiama e poi mi lavo. La mia mamma quando ha voglia mi racconta la storia. La mamma mi aiuta a fare la preghierine e mi addormento con la luce accesa, poi quando dormo la mamma la spegne. 5 anni: Prima bevo il latte. Mi metto il pigiama e poi mi lavo. La mia mamma quando ha voglia mi racconta la storia. La mamma mi aiuta a fare la preghierine e mi addormento con la luce accesa, poi quando dormo la mamma la spegne. 10
11
Prescrizioni divieti richieste incoraggiamenti interpretazioni.. NON SI MANGIA CON LE MANI! STAI COMPOSTO A TAVOLA! METTIAMO IL CAPPOTTO PER USCIRE FAI CIAO CIAO ALLA ZIA! DAI CHE CE LA FAI! OGNI VOLTA CHE DOBBIAMO PARTIRE PIOVE! I COPIONI, che permettono al bambino di entrare in un sistema di regole condivise e di imparare anche un repertorio di emozioni appropriate. 11
12
12 IL LINGUAGGIO NASCE PER UNA FORTE SPINTA NARRATOGENA Ricerca longitudinale sui soliloqui di EMILY ( Nelson cit. inBruner, 1990) PERIODO: 18 mesi-3 anni HP: Evento critico che rompe la canonicità Linguaggio per costruire significato (la storia giusta) ANALISI DEI SOLILOQUI REGISTRATI E TRASCRITTI: fase 1: sequenzialità (e.. e poi..): fase 2: canonicità/violazione (di solito, sempre, a volte); fase 3: prospettiva personale (credo, penso, forse)
13
Il pensiero narrativo è dunque strumento fondamentale di organizzazione e conoscenza dell’esperienza già a livello pre e protolinguistico (Dunn, 1988; Bruner, 1986; 1990; Smorti, 2003): Il pensiero narrativo è dunque strumento fondamentale di organizzazione e conoscenza dell’esperienza già a livello pre e protolinguistico (Dunn, 1988; Bruner, 1986; 1990; Smorti, 2003): nel caos esperienziale iniziale il bambino trova eventi interattivi che si ripetono come sequenze narrative (format) e che vengono interiorizzati prima del linguaggio come rappresentazioni mentali di eventi, poi come script o copioni.
14
Le figure di attaccamento, attraverso le routines interattive e i repertori emotivi connessi, hanno il potere di offrire e imporre la loro narrazione della realtà e del Sé del bambino: accoglierla diviene una dichiarazione di affetto (Cyrulnik, 2008). Le figure di attaccamento, attraverso le routines interattive e i repertori emotivi connessi, hanno il potere di offrire e imporre la loro narrazione della realtà e del Sé del bambino: accoglierla diviene una dichiarazione di affetto (Cyrulnik, 2008).
15
Il pensiero narrativo, che struttura dunque anche un Sé Narrativo (Bruner, 1997; Sterne, 1998), continua a svolgere il suo ruolo costante nella quotidianità accanto al pensiero logico o paradigmatico. Il pensiero narrativo, che struttura dunque anche un Sé Narrativo (Bruner, 1997; Sterne, 1998), continua a svolgere il suo ruolo costante nella quotidianità accanto al pensiero logico o paradigmatico.
16
PENSIERO LOGICO E PENSIERO NARRATIVO 16
17
Il Pensiero Logico o Paradigmatico è tipico del ragionamento scientifico, applicato soprattutto al mondo fisico: costruisce categorie, proposizioni libere dal contesto, formali, astratte dal tempo. Riguarda le leggi generali della causalità. Il Pensiero Logico o Paradigmatico è tipico del ragionamento scientifico, applicato soprattutto al mondo fisico: costruisce categorie, proposizioni libere dal contesto, formali, astratte dal tempo. Riguarda le leggi generali della causalità. Sacrifica la comprensione all'estensione, la ricchezza al rigore, cerca di eliminare le ambiguità scegliendo le alternative in modo da determinare quale tipo di spiegazione dei fenomeni sia quella giusta. Usa a questo scopo criteri di verità basati su falsificabilità e validazione esterna. Produce DIZIONARI. 17
18
Il Pensiero Narrativo viene impiegato prevalentemente nell'ambito del discorso e del ragionamento quotidiano e trova il suo campo naturale di applicazione nel mondo sociale. Questo perché il pensiero narrativo cerca di dare un'interpretazione ai fatti umani creando una storia basata sull'intenzionalità degli attori e sulla sensibilità al contesto. La storia costituisce quindi un modello interpretativo delle azioni sociali umane. Il Pensiero Narrativo viene impiegato prevalentemente nell'ambito del discorso e del ragionamento quotidiano e trova il suo campo naturale di applicazione nel mondo sociale. Questo perché il pensiero narrativo cerca di dare un'interpretazione ai fatti umani creando una storia basata sull'intenzionalità degli attori e sulla sensibilità al contesto. La storia costituisce quindi un modello interpretativo delle azioni sociali umane. 18
19
Il pensiero narrativo è inoltre ideografico, nel senso che ricerca le leggi relative al caso singolo o regole locali. Si potrebbe parlare a questo proposito di un (pensiero di tipo “clinico”). Nel cercare la logica delle azioni umane, esso si muove al livello dei significati, cercando di ricostruire la ricchezza del caso singolo secondo un quadro unitario. Produce ENCICLOPEDIE di casi, temi e situazioni. Smorti, 1994 19
20
Pensiero e linguaggio ordinano dunque la realtà interna ed esterna, raggruppando oggetti sparsi secondo dei criteri: in senso paradigmatico e in senso narrativo, cioè tramite CATEGORIE e STORIE. Secondo Bruner le categorie sono dei fiori che cogliamo dal giardino delle narrazioni, perché derivano da esse. Ma, una volta colte da questo giardino, non perdono il loro profumo originario. In altri termini, è come se il concetto di bicchiere mantenesse ancora dentro di sé qualcosa di quel bicchiere d’acqua dato dalla mamma prima di addormentarsi. Secondo Bruner le categorie sono dei fiori che cogliamo dal giardino delle narrazioni, perché derivano da esse. Ma, una volta colte da questo giardino, non perdono il loro profumo originario. In altri termini, è come se il concetto di bicchiere mantenesse ancora dentro di sé qualcosa di quel bicchiere d’acqua dato dalla mamma prima di addormentarsi. Il giardino delle narrazioni è collocato nel più vasto mondo della cultura: categorie e storie sono infatti entrambi strumenti culturali. Il giardino delle narrazioni è collocato nel più vasto mondo della cultura: categorie e storie sono infatti entrambi strumenti culturali. Smorti, 2003 20
21
Ricerche su bambini logici e bambini narratori: nelle prove di classificazione i primi tendono a procedere cercando somiglianze, i secondi aggregando le diversità con criteri di senso. Ricerche su bambini logici e bambini narratori: nelle prove di classificazione i primi tendono a procedere cercando somiglianze, i secondi aggregando le diversità con criteri di senso. (con l’età si diventa meno narrativi e più paradigmatici? In quali culture? riflessioni sull’esperienza scolastica come strutturante del pensiero logico) (con l’età si diventa meno narrativi e più paradigmatici? In quali culture? riflessioni sull’esperienza scolastica come strutturante del pensiero logico) 21
22
Nelle situazioni di transizione biografica, canoniche o traumatiche, la narrazione di sé attiva una specifica riflessività che può consentire di distinguere fra vecchi copioni scritti per noi da altri e bisogni personali di riscrittura secondo una prospettiva personale nuova (Bruner, 1997; Cyrulnik, 2008). Nelle situazioni di transizione biografica, canoniche o traumatiche, la narrazione di sé attiva una specifica riflessività che può consentire di distinguere fra vecchi copioni scritti per noi da altri e bisogni personali di riscrittura secondo una prospettiva personale nuova (Bruner, 1997; Cyrulnik, 2008).
23
L’obiettivo non è quello di cercare la storia vera, ma di dar vita ad una storia giusta per sé (Hillman, 1983; Dunn, 1988; White, 1995), un compromesso che consenta significazioni e assunzioni di ruoli più consoni ai propri desideri. L’obiettivo non è quello di cercare la storia vera, ma di dar vita ad una storia giusta per sé (Hillman, 1983; Dunn, 1988; White, 1995), un compromesso che consenta significazioni e assunzioni di ruoli più consoni ai propri desideri.
24
La ricerca psicologica si occupa da tempo delle storie familiari da ri-scrivere in terapia (Hillman, 1983; White, 1992; Byng- Hall, 1995; Bertrando, 2005; Ferro, 2005)… La ricerca psicologica si occupa da tempo delle storie familiari da ri-scrivere in terapia (Hillman, 1983; White, 1992; Byng- Hall, 1995; Bertrando, 2005; Ferro, 2005)… Bob Smith “Il ragazzo che amava Shakespeare”
25
“Via via che aumentavano i problemi di mia sorella e i miei genitori ne erano sempre più preoccupati, l’unica persona che sembrasse rendersi conto della mia difficile situazione era la nonna materna. ‘Robert, la faresti volentieri una passeggiatina sull’East Main? Ti andrebbe un gelato, o magari un panino con bacon, lattuga e pomodoro?’ Ma a cinque anni avevo fatto qualcosa che secondo la nonna andava corretto, perciò lei e la sorella di mia madre, Claire, un giorno mi presero da parte. Eravamo sulla soglia della dispensa della nonna, e lei era appollaiata su una sedia da cucina dipinta di bianco. Allungando la mano verso il ripiano più alto della dispensa tirò giù una vecchia borsa del negozio di tessuti Howlands. E ne estrasse un oggetto avvolto in carta ingiallita. Mentre Claire l’aiutava a scendere dalla sedia, la nonna tolse la carta e ne emerse una grossa candela votiva grottescamente distorta.
26
Venimmo inondati da una miriade di granelli di polvere che facevano capriole nell’aria, illuminati dal sole. Alla porta della dispensa era fissata con delle puntine da disegno una riproduzione coloratissima delle Nozze di Cana del Veronese, omaggio dell’impresa di pompe funebri di George Pistey. Mi piacevano moltissimo quei calendari dai colori fin troppo vivaci, con complicate scene bibliche. Venimmo inondati da una miriade di granelli di polvere che facevano capriole nell’aria, illuminati dal sole. Alla porta della dispensa era fissata con delle puntine da disegno una riproduzione coloratissima delle Nozze di Cana del Veronese, omaggio dell’impresa di pompe funebri di George Pistey. Mi piacevano moltissimo quei calendari dai colori fin troppo vivaci, con complicate scene bibliche. La nonna mi passò la grossa candela usata. ‘Guardala molto attentamente’ mi disse in tono garbato mentre la mia zia ‘nubile’ continuava ad allargare e stringere gli occhi come faceva sempre per far capire la serietà di un discorso. 26
27
‘L’ho accesa ed è rimasta accesa per tutto il tempo che hai impiegato tu a venire al mondo’ proseguì la nonna a bassa voce. ‘Ti ci son voluti due giorni e due notti! Tua madre soffriva moltissimo e non c’era verso di farti nascere. Eri troppo grosso, pesavi troppo. Tua madre soffriva e tu niente, non nascevi, le facevi solo male. Quando poi è arrivato anche per Carolyn il momento di nascere, lei non riusciva a farlo perché tu avevi rovinato la mamma… là sotto.’ La mia mente di bambino di cinque anni cercò di soffermarsi su quel concetto. ‘Non c’era verso di farmi nascere.’ Non ne avevo nessuna voglia, immagino. ‘Non voglio nascere, no, non adesso!’ Allora là sotto è tutto rovinato!... 27
28
Il nonno diceva: ‘Non dategli altra torta, lo rovinate’. Lo rovinate! Rovinavano me?Là sotto? Là sotto? ‘Carolyn non riusciva a nascere perchè io sono rovinato.’ Ma io non sono rovinato! Non faccio mai niente di male, io! Aiuto sempre. Mi comporto bene in chiesa, gioco solo un po’ con la gente inginocchiata. Non mi lasciano fare pipì finchè la messa non è finita. Devo ‘tenerla’ finchè non mi fa male là sotto! Piango insieme alla mamma quando lei piange per Carolyn e perché papà è nell’esercito. Lei dice che lui mica ci era costretto, ad andare, però non sopportava tutti quei pianti. Naturalmente pensavo che l’accusa della nonna fosse vera, che in qualche modo io, per mia scelta, per egoismo, non avessi voluto nascere, e quindi avessi rovinato la mia sorellina. Per moti anni sentii versioni disorientanti di quel che era successo a Carolyn”. B. Smith, Il ragazzo che amava Shakespeare, TEA, Tascabili Editori Associati, Milano, 2008 (or. 2002), pp.22-23 28
29
Sono i contesti ad autorizzare nuove storie e occorre dapprima agire sui racconti dell’ambiente per prepararlo ad accogliere i racconti personali di difficoltà che altrimenti appariranno “indecenti” (Cyrulnik,2008) Sono i contesti ad autorizzare nuove storie e occorre dapprima agire sui racconti dell’ambiente per prepararlo ad accogliere i racconti personali di difficoltà che altrimenti appariranno “indecenti” (Cyrulnik,2008)
30
“L’invito alla parola o la costrizione al silenzio, il sostegno affettivo o il rimprovero, l’aiuto sociale o l’abbandono attribuiscono a una medesima ferita un significato differente, che dipende dal modo in cui le culture strutturano i loro racconti, facendo passare uno stesso avvenimento dalla vergogna all’orgoglio, dall’ombra alla luce” (Cyrulnik, 2008, tr. it. 2009, p.13): stabilendo cosa è possibile e cosa “L’invito alla parola o la costrizione al silenzio, il sostegno affettivo o il rimprovero, l’aiuto sociale o l’abbandono attribuiscono a una medesima ferita un significato differente, che dipende dal modo in cui le culture strutturano i loro racconti, facendo passare uno stesso avvenimento dalla vergogna all’orgoglio, dall’ombra alla luce” (Cyrulnik, 2008, tr. it. 2009, p.13): stabilendo cosa è possibile e cosa non lo è.
31
Esistono infatti anche ”storie ufficiali” prodotte dalle istituzioni e “storie dominanti” costruite dalla cultura sulle sue istituzioni, ad esempio educative e sanitarie, che rispondono allo scopo di mantenere un sistema di potere e di sfruttamento (del giovane, del paziente), a volte svelato da teorie critiche ( Illich, 1971; 1976 ).
32
Attraverso le STORIE con cui gli adulti accompagnano tutte le azioni svolte insieme al bambino, la CULTURA struttura dunque il Sé e la mente, realizzando le nozioni di normalità e possibilità: La CULTURA è DIALETTICA del CONSOLIDATO e del POSSIBILE (risvolti educativi e terapeutici). Bruner, 1996; Hillman,1983 La narrazione consente di CONGIUNTIVIZZARE la realtà (la letteratura è ‘pericolosa’ per questo). 32
33
Ciascuno di noi realizza allora – per raccontarsi e dare senso al proprio Sé – Ciascuno di noi realizza allora – per raccontarsi e dare senso al proprio Sé – un compromesso narrativo fra storie familiari, istituzionali (ufficiali) popolari (dominanti) e personali
34
Il gradiente del ”compromesso narrativo” fra storie familiari, ufficiali, dominanti e personali dipende, paradossalmente, anche dal contesto culturale, che fornisce al contempo i copioni da replicare contesto culturale, che fornisce al contempo i copioni da replicare e le risorse per la riscrittura dei testi. e le risorse per la riscrittura dei testi.
35
Narrazione e ricerca
36
dagli anni ‘90 in poi si è realizzata una ‘svolta narrativa’ in Psicologia 36
37
Jerome BRUNER Acts of Meaning, 1990 tr. it. 1992 La RICERCA del SIGNIFICATO Psicologia culturale Svolta narrativa La Psicologia, scienza dell’azione intenzionale e situata, si occupa della ricerca del significato, dunque di psicologia popolare, cultura, narrazione…
38
Se il Sé si struttura narrativamente, ogni violazione del canone lo costringe a ricercare narrativamente nuovi significati, creando storie che nascono da transazioni culturali pregresse ma anche da nuove possibilità intelocutorie. Se il Sé si struttura narrativamente, ogni violazione del canone lo costringe a ricercare narrativamente nuovi significati, creando storie che nascono da transazioni culturali pregresse ma anche da nuove possibilità intelocutorie. Implicazioni per la ricerca psicologica
39
Il linguaggio è medium culturale per eccellenza, strumento di comunicazione e classificazione che non appartiene in toto alla persona: occupa una zona di confine sé/altro.
40
La narrazione ha delle specifiche proprietà: struttura pentadica: personaggio-azione- problema-scena-prospettiva; struttura pentadica: personaggio-azione- problema-scena-prospettiva; sequenzialità sequenzialità reale/immaginaria (verosimile) reale/immaginaria (verosimile) canone/eccezione canone/eccezione patto narrativo conversazionale e contestuale patto narrativo conversazionale e contestuale
41
I tipo: senza problema (autoevidenti nel contesto) II tipo: con problema più tentativo di soluzione (vari gradi di raccontabilità e credibilità) III tipo: con problema senza soluzione (incongruenti o ambigue) IV tipo: chiavi o storie-ipotesi (conosciute o immaginarie) per interpretare le storie ambigue 41 4 tipi di storie
42
42 “Il lupo giunse al fiume e la pecora cominciò a belare” La cultura ci orienta verso alcune interpretazioni (storie del IV tipo) piuttosto che verso altre.
43
Nel caso della nostra frase esemplificativa (IL LUPO…) facciamo riferimento a un MONDO POSSIBILE offerto per default dalla cultura in cui il lupo e la pecora sono aggressore affamato e debole vittima. Se nessuno ci lascia intendere che il contesto (mondo possibile) è un altro, in cui lupo e pecora sono amici e la pecora bela di contentezza per l’arrivo del lupo, ci orienteremo a pensare che la pecora ha paura. Nel caso della nostra frase esemplificativa (IL LUPO…) facciamo riferimento a un MONDO POSSIBILE offerto per default dalla cultura in cui il lupo e la pecora sono aggressore affamato e debole vittima. Se nessuno ci lascia intendere che il contesto (mondo possibile) è un altro, in cui lupo e pecora sono amici e la pecora bela di contentezza per l’arrivo del lupo, ci orienteremo a pensare che la pecora ha paura.
44
Anche il professionista che raccoglie le autobiografie ha un ruolo, per la sua inevitabile implicazione come lector in fabula (Eco, 1979) e come interlocutore che dovrebbe essere competente, attivo e riflessivo (Schön, 1983; Ghaye, Ghaye, 1998), autenticamente interessato all’altro, col quale stipula un “patto narrativo” per creare uno spazio di condivisione e co-costruzione di possibili nuovi significati. Anche il professionista che raccoglie le autobiografie ha un ruolo, per la sua inevitabile implicazione come lector in fabula (Eco, 1979) e come interlocutore che dovrebbe essere competente, attivo e riflessivo (Schön, 1983; Ghaye, Ghaye, 1998), autenticamente interessato all’altro, col quale stipula un “patto narrativo” per creare uno spazio di condivisione e co-costruzione di possibili nuovi significati.
45
Quando, come ricercatori, raccogliamo narrazioni autobiografiche siamo sempre implicati nel processo di significazione che si replica o si modifica: siamo dunque interlocutori non neutri, con la responsabilità non solo di una restituzione nell’immediato, ma anche con l’obbligo morale della diffusione scientifica di dati che contribuiscano a modificare le culture locali, le storie dominanti. Quando, come ricercatori, raccogliamo narrazioni autobiografiche siamo sempre implicati nel processo di significazione che si replica o si modifica: siamo dunque interlocutori non neutri, con la responsabilità non solo di una restituzione nell’immediato, ma anche con l’obbligo morale della diffusione scientifica di dati che contribuiscano a modificare le culture locali, le storie dominanti.
46
Molte storie necessitano di nuovi compromessi culturali e narrativi, affinchè vengano costruiti significati condivisi che promuovano nuovi percorsi di sviluppo, per i singoli e per le istituzioni. Molte storie necessitano di nuovi compromessi culturali e narrativi, affinchè vengano costruiti significati condivisi che promuovano nuovi percorsi di sviluppo, per i singoli e per le istituzioni.
47
ALCUNI STRUMENTI di RICERCA: ALCUNI STRUMENTI di RICERCA:AUTORITRATTO STORIA DI VITA INTERVISTA AUTOBIOGRAFICA DIARIOLETTERA RACCONTO A TEMA ANALISI dei TESTI NARRATIVI ANALISI dei TESTI NARRATIVI Interpretazione dell storia di vita nella sua integrità Analisi quali-quantitativa di tipo semantico Analisi quali-quantitativa di tipo strutturale Analisi qualitativa di tipo categoriale 47
48
… le storie si creano, non si trovano nel mondo Bruner, 2002 Noi siamo le storie che co-costruiamo con gli Altri 48
49
bibliografia Aleni Sestito L, Parrello S. (2004), La transizione all’età adulta. Storie di giovani quasi-adulti, Ricerche di Psicologia, 4 Aleni Sestito L, Parrello S. (2004), La transizione all’età adulta. Storie di giovani quasi-adulti, Ricerche di Psicologia, 4 Arnett J. J. (2000), Emerging Adulthood. A Theory of Development From the Late Teens Through the Twentie, American Psychologist, Vol. 55. No. 5, 469-480 Arnett J. J. (2000), Emerging Adulthood. A Theory of Development From the Late Teens Through the Twentie, American Psychologist, Vol. 55. No. 5, 469-480 Atkinson, R. (1998). The life story interview, Sage University Paper Series on Qualitative Research Methods, 44, Thousand Oacks: Sage (tr. it. L’intervista narrativa, Milano: Cortina, 2002) Atkinson, R. (1998). The life story interview, Sage University Paper Series on Qualitative Research Methods, 44, Thousand Oacks: Sage (tr. it. L’intervista narrativa, Milano: Cortina, 2002) Bruner, J. (1990). Acts of Meanings, Cambridge (Mass.) London: Harvard University Press, (tr. it. La ricerca del significato, Torino: Bollati Boringhieri, 1992) Bruner, J. (1990). Acts of Meanings, Cambridge (Mass.) London: Harvard University Press, (tr. it. La ricerca del significato, Torino: Bollati Boringhieri, 1992) Bruner, J. (1996). The culture of education. Cambridge, MA: Harvard University Press. tr, it. La cultura dell’educazione, Milano: Feltrinelli, 1997 Bruner, J. (1996). The culture of education. Cambridge, MA: Harvard University Press. tr, it. La cultura dell’educazione, Milano: Feltrinelli, 1997 Bruner, J. (2002). La fabbrica delle storie. Roma: Armando Bruner, J. (2002). La fabbrica delle storie. Roma: Armando Cardano, M. (2003). Tecniche di ricerca qualitativa. Percorsi di ricerca nelle scienze sociali, Roma: Carocci Cardano, M. (2003). Tecniche di ricerca qualitativa. Percorsi di ricerca nelle scienze sociali, Roma: Carocci Demazière, D., Dubar, C. (1997). Analyser les entretiens biografiques. Paris: éditions Nathan, tr. it. Dentro le storie, analizzare le interviste biografiche, Raffaello Cortina, Milano, 2000 Demazière, D., Dubar, C. (1997). Analyser les entretiens biografiques. Paris: éditions Nathan, tr. it. Dentro le storie, analizzare le interviste biografiche, Raffaello Cortina, Milano, 2000
50
Hendry, L.B., Kloep, M. (2002). Lifespan Development. Resources, Challenges and Risks. London: Thomson learning, tr. it. Lo sviluppo nel ciclo della vita, Bologna: il Mulino, 2003 Hendry, L.B., Kloep, M. (2002). Lifespan Development. Resources, Challenges and Risks. London: Thomson learning, tr. it. Lo sviluppo nel ciclo della vita, Bologna: il Mulino, 2003 Bertrando P. (2005), Narrazione e terapia sistemica: prospettive psicoterapeutiche. In A. Dinacci (a cura di), Narrate genti le vostre storie. La narrazione nella consulenza e psicoterapia sistemica, Napoli: Liguori Bertrando P. (2005), Narrazione e terapia sistemica: prospettive psicoterapeutiche. In A. Dinacci (a cura di), Narrate genti le vostre storie. La narrazione nella consulenza e psicoterapia sistemica, Napoli: Liguori Byng-Hall J. (1995), Rewriting Family Scripts, New York: The Guilford Press, tr. It. Le trame della famiglia, Milano: Cortina,1998 Byng-Hall J. (1995), Rewriting Family Scripts, New York: The Guilford Press, tr. It. Le trame della famiglia, Milano: Cortina,1998 Bruner J. (1986), Actual minds, possible worlds, Harvard University Press, Cambridge-London, tr. it. La mente a più dimensioni, Bari: Laterza, Bruner J. (1986), Actual minds, possible worlds, Harvard University Press, Cambridge-London, tr. it. La mente a più dimensioni, Bari: Laterza, Bruner, J. (1987). Life as narrative. Social Research, 54 (1), 11-32 Bruner, J. (1987). Life as narrative. Social Research, 54 (1), 11-32 Bruner J., (1991), La costruzione narrativa della “realtà”. In Ammanniti M., Stern D.N. (a cura di), Rappresentazioni e narrazioni, Bari: Laterza Bruner J., (1991), La costruzione narrativa della “realtà”. In Ammanniti M., Stern D.N. (a cura di), Rappresentazioni e narrazioni, Bari: Laterza Bruner J. (1997), The Self across Psychology: self-recognition, self-awareness and self-concept, Annals of The New York Academy of Science, vol. 818, 1997 (ed. J. Snodgrass – R. Thompson) Bruner J. (1997), The Self across Psychology: self-recognition, self-awareness and self-concept, Annals of The New York Academy of Science, vol. 818, 1997 (ed. J. Snodgrass – R. Thompson) Cardano, M. (2003) Tecniche di ricerca qualitativa. Roma: Carrocci Cardano, M. (2003) Tecniche di ricerca qualitativa. Roma: Carrocci Cyrulnik B., (2008). Autobiographie d’un épouvantail, Paris: Odile Jacob, tr. it. Autobiografia di uno spaventapasseri. Strategie per superare le esperienze traumatiche, Milano: Cortina, 2009 Cyrulnik B., (2008). Autobiographie d’un épouvantail, Paris: Odile Jacob, tr. it. Autobiografia di uno spaventapasseri. Strategie per superare le esperienze traumatiche, Milano: Cortina, 2009 Dunn, J. (1988),The beginnings of social understanding, Cambridge, MA, Harvard University Press, tr. it. La nascita della competenza sociale, Milano: Cortina, 1990 Dunn, J. (1988),The beginnings of social understanding, Cambridge, MA, Harvard University Press, tr. it. La nascita della competenza sociale, Milano: Cortina, 1990
51
Hillman J. (1983), Healing Fiction. Dallas, TX: Spring Publications Healing fiction, tr. it. Le storie che curano: Freud, Jung, Adler, Milano:Cortina, 1984 Hillman J. (1983), Healing Fiction. Dallas, TX: Spring Publications Healing fiction, tr. it. Le storie che curano: Freud, Jung, Adler, Milano:Cortina, 1984 Illich, I. (1971). Deschooling Society. New York: Harper & Row Illich, I. (1971). Deschooling Society. New York: Harper & Row Illich I., (1976), Medical Nemesis: The expropriation of health, London: Marian Boyars Illich I., (1976), Medical Nemesis: The expropriation of health, London: Marian Boyars Eco U. (1979), Lector in fabula, Milano: Bompiani Eco U. (1979), Lector in fabula, Milano: Bompiani Foucault M. (1975), Surveiller et punir, Paris: Gallimard. Foucault M. (1975), Surveiller et punir, Paris: Gallimard. Ferro A. (2005). Riflessioni preliminari su Psicoanalisi e Narratologia. Funzione Gamma Journal, n. 17 Ferro A. (2005). Riflessioni preliminari su Psicoanalisi e Narratologia. Funzione Gamma Journal, n. 17 Ghaye, A. and Ghaye, K. (1998) Teaching and Learning Through Critical Reflective Practice. London: David Fulton Publishers. Ghaye, A. and Ghaye, K. (1998) Teaching and Learning Through Critical Reflective Practice. London: David Fulton Publishers. Giani, U., Osorio, G. M., Parrello, S. (2009). La narrazione della malattia come spazio per la ricerca del Sé. In Giani U. (a cura di), Medicina Narrativa. Integrazioni dei saperi. Napoli: Scriptaweb 293-326 Giani, U., Osorio, G. M., Parrello, S. (2009). La narrazione della malattia come spazio per la ricerca del Sé. In Giani U. (a cura di), Medicina Narrativa. Integrazioni dei saperi. Napoli: Scriptaweb 293-326 Good B. J. (1994), Medicine, rationality, and experience: an anthropological perspective, Cambridge: Cambridge University Press, tr. it. Narrare la malattia. Lo sguardo antropologico sul rapporto medico-paziente, Torino: Einaudi, 2006 Good B. J. (1994), Medicine, rationality, and experience: an anthropological perspective, Cambridge: Cambridge University Press, tr. it. Narrare la malattia. Lo sguardo antropologico sul rapporto medico-paziente, Torino: Einaudi, 2006 Nota, L. (2000). Il questionario 'Idee ed atteggiamenti sul futuro scolastico- professionale'. Giornale Italiano di Psicologia dell'Orientamento, 1, 35-46. Nota, L. (2000). Il questionario 'Idee ed atteggiamenti sul futuro scolastico- professionale'. Giornale Italiano di Psicologia dell'Orientamento, 1, 35-46. Padoan I. M. (2004), Il docente come professionista riflessivo, L'Educatore, vol. 1 Padoan I. M. (2004), Il docente come professionista riflessivo, L'Educatore, vol. 1
52
Parrello S., La malattia come sfida: narrazione di Sé e costruzione di significato, in Mastropaolo M. (a cura di ), La psicologia della relazione di aiuto: la riscoperta della solidarietà umana, Effigi, Roma, 2008 Parrello S., La malattia come sfida: narrazione di Sé e costruzione di significato, in Mastropaolo M. (a cura di ), La psicologia della relazione di aiuto: la riscoperta della solidarietà umana, Effigi, Roma, 2008 Parrello S.,Osorio G. M. (2009). “L’ospedale è un paese straniero”. Ospedalizzazione e narrazione di sé. In Giani U. (a cura di), Medicina Narrativa. Integrazioni dei saperi. Scriptaweb. Monografia, http://www.scriptaweb.it/ (num p 14) 2009 Parrello S.,Osorio G. M. (2009). “L’ospedale è un paese straniero”. Ospedalizzazione e narrazione di sé. In Giani U. (a cura di), Medicina Narrativa. Integrazioni dei saperi. Scriptaweb. Monografia, http://www.scriptaweb.it/ (num p 14) 2009http://www.scriptaweb.it/ Richards L. (1999). Using Nvivo in qualitative research. London: London Sage Richards L. (1999). Using Nvivo in qualitative research. London: London Sage Reinert, M. (1993). Les “mondes lexicaux” et leur “logique” à travers l’analyse statistique d’un corpus de récits de cauchemars. Langage et Sociéte. 66, 5-37. Reinert, M. (1993). Les “mondes lexicaux” et leur “logique” à travers l’analyse statistique d’un corpus de récits de cauchemars. Langage et Sociéte. 66, 5-37. Reinert, M. (1998), Quel objet pour une analyse statistique de discours? Quelques réflexion à propos de la réponse Alceste. In Mellet S, (sous le direction de). JADT 1998, Université de Nice, 557-569. Reinert, M. (1998), Quel objet pour une analyse statistique de discours? Quelques réflexion à propos de la réponse Alceste. In Mellet S, (sous le direction de). JADT 1998, Université de Nice, 557-569. Richards, L. (1999). Using Nvivo in qualitative research. London: London Sage. Richards, L. (1999). Using Nvivo in qualitative research. London: London Sage. Ruggiero G. (2005), Le trame narrative del dolore, in A. Dinacci (a cura di ), Narrate genti le vostre storie. La narrazione nella consulenza e psicoterapia sistemica, Napoli: Liguori Ruggiero G. (2005), Le trame narrative del dolore, in A. Dinacci (a cura di ), Narrate genti le vostre storie. La narrazione nella consulenza e psicoterapia sistemica, Napoli: Liguori Schön D. A. (1983) The Reflective Practitioner: how professionals think in action London: Temple Smith Schön D. A. (1983) The Reflective Practitioner: how professionals think in action London: Temple Smith
53
Smorti A. (2003), La psicologia culturale. Processi di sviluppo e comprensione sociale, Carocci, Roma, 2003 Smorti A. (2003), La psicologia culturale. Processi di sviluppo e comprensione sociale, Carocci, Roma, 2003 Sterne D. (1998), Le interazioni madre-bambino, Cortina, Milano Sterne D. (1998), Le interazioni madre-bambino, Cortina, Milano White. M., (1992), La terapia come narrazione. Proposte cliniche, Roma: Astrolabio White. M., (1992), La terapia come narrazione. Proposte cliniche, Roma: Astrolabio White, M. (1995). Re-authoring lives: Interviews & Essays. Adelaide, South Australia: Dulwich Centre. White, M. (1995). Re-authoring lives: Interviews & Essays. Adelaide, South Australia: Dulwich Centre.
Presentazioni simili
© 2025 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.