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ICF Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute Dott.ssa GABRIELLA COI.

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Presentazione sul tema: "ICF Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute Dott.ssa GABRIELLA COI."— Transcript della presentazione:

1 ICF Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute Dott.ssa GABRIELLA COI

2 Il concetto di salute promosso dall’OMS L’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è l’agenzia dell‘ONU istituita nel 1948 con l'obiettivo di operare per far raggiungere a tutte le popolazioni il livello di salute più elevato possibile.

3 CONCETTO DI SALUTE La SALUTE viene definita nella Costituzione dell'OMS, come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia“ Concetto “comune”: Salute = assenza di malattia  ne deriva che il “problema” di cui occuparsi sono le malattie

4 CONCETTO DI SALUTE  Riguarda l’intera persona (non solo il corpo)  Introduce il concetto di “funzionamento” umano in tutte le dimensioni (fisica, psicologica, personale, familiare e sociale)  Introduce il concetto di funzionamento ambientale  La disabilità è l’aspetto “disfunzionale” del funzionamento stato di completo benessere Disabilità = la presenza di una menomazione fisica o mentale che limita le attività di vita della persona (connotazione neutrale, di deviazione dalla norma, non negativa – come, ad es., dis–onesto....)

5 Concetto di salute e disabilità Nel tempo si sono sviluppati concetti di disabilità basati su: Modello medico La disabilità concerne anormalità fisiologiche e psicologiche (causate da malattie, disturbi o lesioni) che necessitano di trattamento medico Modello sociale La disabilità concerne gli svantaggi causati dall’ambiente fisico e sociale che “restringe” la vita delle persone con problemi di funzionamento

6 il problema è personale la terapia è medica Il trattamento è individuale L’aiuto è di tipo professionale I cambiamenti coinvolgono la persona e i suoi comportamenti Le azioni sono assistenziali Definite dalle Politiche sanitarie Con obiettivo l’adattamento individuale  Sociale  l’integrazione sociale  di azione sociale  individuale e collettivo  L’ambiente, gli atteggiamenti, la cultura  relative ai Diritti umani  dalla Politica  il cambiamento sociale Modello medico Modello sociale Concetto di salute e disabilità

7 Come operare Come operare secondo il Modello secondo il Modello medico sociale Fare Diagnosi medica Individuare la menomazione di funzioni e strutture I problemi sono della persona con disabilità Per risolvere i problemi sono appropriati gli interventi medici Analizzare l’ambiente fisico e sociale Ridurre le restrizioni nella partecipazione alla vita di tutti i giorni I problemi sono della persona con disabilità Per risolvere i problemi sono appropriati gli interventi sociali Nella visione dell’OMS non è sufficiente né uno né l’altro modello, devono essere integrati fra loro La prospettiva da utilizzare deve essere BIOPSICOSOCIALE Concetto di salute e disabilità

8 il problema è personale la terapia è medica Il trattamento è individuale L’aiuto è di tipo professionale I cambiamenti coinvolgono la persona e i suoi comportamenti Le azioni sono assistenziali Definite dalle Politiche sanitarie Con obiettivo l’adattamento individuale Sociale l’integrazione sociale di azione sociale individuale e collettivo L’ambiente, gli atteggiamenti, la cultura relative ai Diritti umani dalla Politica il cambiamento sociale Modello Biopsicosociale eeeeee eeee eeeeee Concetto di salute e disabilità

9 in grado di descrivere adeguatamente malattie e condizioni di salute correlate applicabili in contesti culturali e socio-economici diversi Che hanno fra i loro scopi “essere modello di riferimento” per codificare una grande quantità di informazioni utilizzando un linguaggio comune (permette la comunicazione in tutto il mondo) T ra i compiti istituzionali dell’OMS vi è lo sviluppo di Nella conoscenza e trasmissione delle cose è fondamentale che la loro denominazione sia precisa e condivisa sistemi di classificazione

10 Misurare - Valutare - Classificare Misurare  assegnare un valore all’interno di un intervallo per determinare / quantificare le dimensioni di una osservazione utilizzando uno standard (metro; WISC) Valutare  (in senso scientifico) determinare un valore in base a norme e criteri (“media”, “norma”) Classificare  rappresentare cose o persone indicandone tutte le caratteristiche, così da darne un’idea compiuta  ordinare e catalogare mediante un criterio in “contenitori di conoscenze” denominati classi, sezioni, categorie, specie, sottospecie, fasce... servendosi di criteri, regole precise e procedure (“maschio italiano di altezza compresa fra 163 e 186 cm = persona di altezza “normale”; “utilizzando test di QI adeguatamente standardizzati, il range tra 50 e 69 è indicativo di ritardo lieve” ICD-10; nessuna menomazione -assente, trascurabile… 0-4% ICF) sistemi di classificazione

11 1893: Classificazione internazionale delle cause di morte 1948: ICD Classificazione Internazionale delle Malattie e dei Problemi Relativi alla Salute (con la 6^ revisione si adottò anche la rilevazione delle cause delle patologie) Utilizzare la mortalità come indicatore di salute non poneva attenzione nei confronti di quelle malattie che comportano una bassa mortalità ma che implicano un’alta disabilità e che hanno un’importante prevalenza. La diagnosi da sola non è predittiva di: Servizi richiesti, Livello di assistenza necessario, Ricezione di sussidi/pensioni di disabilità, Capacità lavorativa, Integrazione sociale. L’uso di questo indicatore porta a una grave sottostima delle malattie croniche invalidanti come, per esempio, le malattie neurologiche, o quelle psichiatriche, poiché queste hanno bassa mortalità, sebbene causino importante disabilità. L’allocazione delle risorse per la salute richiede una valutazione dell’importanza (o dell’impatto) che la malattia ha sulla popolazione. UN PO’ DI STORIA delle Classificazioni OMS: (processo che ha coinvolto diversi soggetti e che è sfociato nell’elaborazione di un progetto culturale, politico,scientifico ed economico) sistemi di classificazione

12 Negli anni ’70 si evidenziò la necessità di affiancare alle classificazioni diagnostiche delle classificazioni Funzionali, per poter “descrivere” l’impatto (conseguenze) che la condizione di salute ha sul funzionamento sia personale che sociale dell’individuo. Nel maggio del 1976, la 24^ Assemblea Mondiale della Sanità approvò la pubblicazione della Classificazione delle menomazioni, delle disabilità e degli handicap (ICIDH) come supplemento (non parte integrante) dell’ICD. Successivamente, nel 1980: ICIDH prima edizione della International Classification of Impairments, Disabilities and Handicap (ICIDH–1 o ICIDH 80). Nel 1993, a seguito delle diverse critiche emerse dagli utilizzatori dell’ICIDH 80, l’OMS decise di avviare una revisione della classificazione promuovendo un processo di revisione e una metodologia di lavoro che mobilitò più di 65 paesi in Europa, America del Nord, Asia, Australia (il lavoro di elaborazione della ICIDH-80 aveva interessato solo qualche specialista) 1993: ICDH-2 UN PO’ DI STORIA delle Classificazioni OMS: sistemi di classificazione

13 Basandosi sulle riflessioni scaturite dal processo di revisione avviato nel 1993 nel 1999 venne prodotta la versione ICIDH-2 Beta-2. Iniziarono anche questa volta le prove sul campo con impostazione transculturale e multisettoriale, che si conclusero nel settembre 2000 e, a seguito della revisione da parte del Comitato Esecutivo dell’OMS nel gennaio 2001 venne prodotta la versione finale dell’ICIDH-2 La 54°World Health Assembly il 22 maggio 2001 approvò e pubblicò il lavoro conclusivo con il nome di ICF: International Classification of Functioning, Disability and Health. Raccomandando agli Stati membri di utilizzare l’ICF per ricerca, studi di popolazione e nei reports. UN PO’ DI STORIA delle Classificazioni OMS: sistemi di classificazione

14 L’ICIDH derivava da un modello sequenziale-monodirezionale Malattia  menomazione  disabilità  handicap e prevedeva la descrizione di un “problema di salute” attraverso le dimensioni: Menomazione  perdita o anomalia a carico delle strutture o delle funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche Disabilità  restrizione o perdita della capacità di svolgere una attività nella maniera considerata normale per un essere umano (conseguente ad una menomazione). Handicap  condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione o disabilità che limita o impedisce di ricoprire un ruolo che è normale (rispetto a età, sesso, fattori sociali e culturali) per l’individuo. Questo modello esprime una visione negativa individuale Inoltre non veniva considerato in modo specifico il ruolo dell’ambiente di vita (pur definendo importante l’ambiente nella “trasformare” di una disabilità in handicap) Risposte “medico-assistenziali” persona “oggetto di intervento” UN PO’ DI STORIA delle Classificazioni OMS: sistemi di classificazione

15 PersonaContesto funzionamento sostegni menomazioni persone prodotti politiche condizione di salute A&P FA ICF è basato sul MODELLO BIOPSICOSOCIALE che è l’integrazione di due modelli

16 Per l’Italia (a partire dal gennaio 1999) il lavoro di revisione dell’ICDH è stato svolto dal DIN, Disability Italian Network, che comprendeva venticinque Centri distribuiti in tutta Italia, coordinati dall’Agenzia Sanità della Regione Friuli Venezia Giulia). Nel 2003, dodici membri del primo DIN hanno poi fondato il DIN come associazione tecnico- scientifica per la formazione, lo sviluppo e la diffusione in Italia dell’ICF e degli strumenti ICF correlati (ICF checklist, WHO DAS 2, core sets, ICF children and youth version e strumenti correlati). Nell’Aprile 2002 si è svolta in Italia, a Trieste, la “WHO Conference on Health and Disability” che ha presentato l’ICF ai Ministri della Sanità e del Welfare provenienti da 75 Paesi Nell’ottobre 2007 a Venezia si è tenuto il convegno internazionale “ICF-CY. A common language for the health of children and youth”: presentazione a livello mondiale dell’ICF-CY (Children and Youth) UN PO’ DI STORIA delle Classificazioni OMS: sistemi di classificazione

17 Aggiornamenti costanti su ICF e ICF-CY sono reperibili in Internet collegandosi al Portale Italiano delle Classificazioni UN PO’ DI STORIA delle Classificazioni OMS: sistemi di classificazione

18 Riassumendo: le classificazioni OMS Le condizioni di salute (malattie, disturbi, lesioni, ecc.) sono classificate nella Classificazione Internazionale delle Malattie e dei Problemi Relativi alla Salute, attualmente alla Decima revisione. ICD-10 Contiene una classificazione dettagliata delle malattie, sindromi, disturbi (condizioni di salute); Fornisce le descrizioni cliniche (segni e sintomi) e le direttive per la diagnosi (numero, associazione, eventualmente la durata); Esplicita inclusioni ed esclusioni ICF e ICF-CY Classificano il “funzionamento” e la “disabilità” associati alle condizioni di salute. NON E’ una classificazione delle “conseguenze delle malattie” E’ una classificazione delle “componenti della salute”: identifica gli elementi costitutivi la salute Le due classificazioni ICD e ICF sono complementari

19 CLASSIFICAZIONE che permette di analizzare la salute e il funzionamento dell’individuo (come aspetti positivi) STRUMENTO da utilizzare per descrivere il funzionamento umano legato a condizioni di salute ICF

20 Scopi dell’ICF: Fornire una base scientifica per classificare le conseguenze delle condizioni di salute Fornire un linguaggio comune per la descrizione della salute e delle condizioni ad essa correlate, sviluppando e migliorando la comunicazione tra i diversi utilizzatori Fornire uno schema di codifica sistematica per i sistemi informativi sulla salute Permettere un raffronto di dati fra: Paesi - Discipline Sanitarie – Servizi - Periodi Raccogliere dati sugli elementi contestuali (facilitatori e barriere) che influiscono sulla partecipazione delle persone disabili alla vita sociale Stimolare lo sviluppo di servizi per migliorare i livelli di partecipazione sociale per le persone con disabilità Raccogliere dati che riguardano i facilitatori e le barriere che limitano o migliorano i livelli di partecipazione in tutte le aree di vita sociale

21 APPLICAZIONI DELL’ICF: STRUMENTO di politica sociale di ricerca statistico in campo medico in ambito di assistenza sociale in ambito educativo in ambito lavorativo POTENZIALI UTILIZZATORI DELL’ICF operatori sanitari operatori del settore sociale operatori del settore scolastico operatori dei servizi di avviamento al lavoro responsabili della programmazione socio-sanitaria servizi di epidemiologia e statistica sanitaria PROBLEMI NELL’UTIZZO DI ICF sistema non semplice potenziale utilizzo improprio strategie di utilizzo diverse in diversi contesti

22 DOMINI DI SALUTE: aree di vita ritenute nella classificazione ICF parte della nozione di salute (sia quelle che rientrano nelle competenze del sistema sanitario che altre, dipendenti da altri livelli di responsabilità, che contribuiscono al “livello di salute”). STATI DI SALUTE: livelli di funzionamento all’interno di un determinato dominio di salute dell’ICF CONDIZIONE DI SALUTE: termine che rappresenta “malattia, disturbo, lesione, trauma, anomalie congenite, circostanze come predisposizione genetica, gravidanza, invecchiamento, stress” MENOMAZIONE: perdita o anormalità (indica uno scostamento significativo rispetto a norme statistiche stabilite) nella struttura del corpo o nella funzione fisiologica TERMINOLOGIA ICF

23 ATTIVITA’: esecuzione di un compito o azione LIMITAZIONE DELL’ATTIVITA’: difficoltà che un individuo incontra nell’eseguire un’attività PARTECIPAZIONE: coinvolgimento in una situazione di vita RESTRIZIONE DELLA PARTECIPAZIONE: problemi che un individuo sperimenta nel coinvolgimento in situazioni di vita. La restrizione viene determinata paragonando la partecipazione dell’individuo con quella che ci si aspetta da un soggetto senza disabilità in quella società FATTORI AMBIENTALI. Tutto ciò che rappresenta il contesto di vita FATTORI PERSONALI: fattori correlati all’individuo (età, sesso, classe sociale, religione…) NON CLASSIFICATI attualmente da ICF TERMINOLOGIA ICF

24 ICF PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI FUNZIONI CORPOREE b ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE d FATTORI AMBIENTALI e FATTORI PERSONALI STRUTTURE CORPOREE s Parti Componenti STRUTTURA Classificano la presenza di menomazioni nelle Funzioni Strutture del corpo classifica capacità e performance classifica barriere e facilitatori Classificazione

25 ICF PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI FUNZIONICORPOREE ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE FATTORIAMBIENTALI FATTORI PERSONALI STRUTTURECORPOREE MODIFICAZIONI NELLE FUNZIONI CORPOREE MODIFICAZIONI NELLE STRUTTURE CORPOREE CAPACITÀ PERFORMANCE FACILITATORI/ BARRIERE Parti Componenti Qualificatori STRUTTURA Classificazione

26 ICF PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI FUNZIONICORPOREE ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE FATTORIAMBIENTALI FATTORI PERSONALI STRUTTURECORPOREE MODIFICAZIONI NELLE FUNZIONI CORPOREE MODIFICAZIONI NELLE STRUTTURE CORPOREE CAPACITÀPERFORMANCE FACILITATORI/ BARRIERE Parti Componenti Costrutti / Qualificatori Livelli: 1° 2° 3° 4° Livelli: 1° 2° 3° 4° Livelli: 1° 2° 3° 4° Livelli: 1° 2° 3° 4° Livelli: 1° 2° 3° 4° Domini e categorie ai diversi livelli: 1°Livello: 34 capitoli 2°e3°livello:362 categorie 4°livello 1424 sub categorie PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ STRUTTURA Classificazione

27 Primo qualificatore Secondo qualificatore Decimale (divisore) Terzo qualificatore _ X X X X. _ __ Identificatore delle dimensioni b = Funzioni corporeebxxxx._ s = Strutture corporee sxxxx._ _ _ d = Attività e Partecipazionedxxx._ _ e = Fattori Ambientali exxx._ ELEMENTI DI CODIFICA

28 I qualificatori QUANTI COSA INDICANO Funzioni corporee 1 Grado della menomazione Strutture corporee Grado della menomazione 3 Natura della menomazione Localizzazione della menomazione Attività e Partecipazione 2 Grado della Performance Grado della Capacità Fattori Ambientali 1 Grado della Barriera o del Facilitatore (+)

29 Componente funzione corporea b ES: b 7303.4 Capitolo = Primo livello di codifica 7 b7303.4 (b7 funzioni neuro-muscoloscheletriche e correlate al movimento) POSIZIONE DELLA COMPONENTE POSIZIONE DEL CAPITOLO ESEMPIO DI CODIFICA

30 terza La terza posizione indica la categoria in cui ci si trova, è rappresentata con numeri da 10 a 99. E’ il termine di classificazione di secondo livello. 30 b7 30 3.4 Categoria (b730 funzioni della forza muscolare) Secondo livello di codifica quarta La quarta posizione rappresenta le specificazioni della categoria di secondo livello. E’ rappresentata con numeri da 0 a 9. E’ il termine di classificazione di terzo livello. 3 b 730 3.4 ( b7303 forza dei muscoli della metà Terzo livello di codifica inferiore del corpo) POSIZIONE DELLA CATEGORIA ESEMPIO DI CODIFICA

31 POSIZIONE DEL QUALIFICATORE Completata la parte “identificativa” abbiamo il punto, _ b 7303. _ ESEMPIO DI CODIFICA 4 b 7303. 4 Menomazione totale (per le funzioni corporee è uno solo e si riferisce alla gravità della menomazione) seguito dai qualificatori di gravità della menomazione

32 SCALA DI GRAVITA’ ESPRESSA DAI QUALIFICATORI xxx.0NESSUN problema: l’individuo non ha alcun problema o questo è presente in modo trascurabile (meno del 5%); xxx.1problema LIEVE: il problema è leggero, piccolo (entro il 24%) xxx.2problema MEDIO: il problema è moderato, discreto (dal 25 al 49%); xxx.3problema GRAVE: il problema è notevole, estremo (si colloca in uno standard fra il 50 e il 95%); xxx.4problema COMPLETO: il problema è totale (96-100%); xxx.8non specificato: informazioni insufficienti per specificare la gravità del problema (di cui si conosce la presenza ma non l’intensità); xxx.9non applicabile: inappropriato applicare un particolare codice (es. funzioni mestruali in età in cui non sono presenti). Tutte le componenti sono quantificate usando la stessa scala. Avere un “problema” può significare MENOMAZIONE, LIMITAZIONE, RESTRIZIONE (BARRIERA) a seconda del costrutto. La scelta del qualificatore (ovvero della “fascia percentuale” descritta dallo stesso) deve essere calibrata riferendosi il più possibile a standard.

33 Attività e Partecipazione: cosa vado ad osservare? L’attività è l’esecuzione di un compito o un’azione. La partecipazione è il coinvolgimento in una situazione di vita. Osservo Performance e Capacità. Ovvero: Performance: Performance: Ciò che una persona fa nel suo ambiente attuale (include quindi i fattori ambientali) Capacità: Capacità: Il più alto livello probabile di abilità che una persona possiede in un determinato momento/situazione (sarebbe necessario un ambiente “standard” per neutralizzare l’impatto variabile del Contesto) Il divario tra performance e capacità trova spiegazione nell’intervento di fattori ambientali

34 Partire dalla performance (utilizzare il termine “fare” come nel linguaggio comune –”cosa la persona “fa, o come si presenta”, effettivamente, com’è, cosa “accade”, ricordarsi della performance come “partecipazione” )  osservazione diretta, rilevazioni effettuate e informazioni fornite da altri, PEI, relazioni varie; Chiedersi se ci sono fattori ambientali che influenzano la performance (evidenziarli, per poi poterli codificare); Per qualificare la Capacità: Pensare alla performance e “sottrarre tutto l’intervento dell’ambiente”; Quali funzioni e/o strutture corporee compongono/vanno a determinare quella specifica capacità? Come determino la capacità? Osservazione, Test di valutazione, strumenti…..; Attività e Partecipazione: Quali informazioni possono guidare la compilazione?

35 Risultato reale dei fattori ambientali sul funzionamento Ciò che una persona fa Dipendente dall’ambiente Caratteristica intrinseca della persona Ciò che una persona può fare Non dipendente dall’ambiente PERFORMANCE CAPACITÀ

36 d4 Mobilità d455 Spostarsi d4551 Salire d4551.04 Nessuna difficoltà di performance a salire d4551.04 Completa difficoltà nella capacità di salire, e nessuna difficoltà di performance nel salire Esempio QUALIFICATORI DI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE Salire in casa

37 Primo: PERFORMANCE 0 NESSUNA difficoltà 1 difficoltà LIEVE 2 difficoltà MEDIA 3 difficoltà GRAVE 4 difficoltà COMPLETA 8 NON SPECIFICATO 9 NON APPLICABILE 0 NESSUNA difficoltà 1 difficoltà LIEVE 2 difficoltà MEDIA 3 difficoltà GRAVE 4 difficoltà COMPLETA 8 NON SPECIFICATO 9 NON APPLICABILE Secondo: CAPACITA’ Attività e Partecipazione QUALIFICATORI

38 Riflessione, Osservazione, Verifica se vi sia o meno qualche fattore ambientale collegato ad ogni singola attività / partecipazione (i fattori ambientali che incidono in una performance possono essere uno o più; lo stesso fattore ambientale può intervenire in più attività) Se è presente qualche Fattore Ambientale, verificare se è barriera o facilitatore Per attribuire il Qualificatore: i qualificatori dei Fattori Ambientali si potrebbero considerare in un certo senso “qualificatori di qualità“ dell’ambiente (naturale, tecnologico e umano); devono essere considerati il loro tipo, la loro frequenza, la durata nel tempo dell’intervento del fattore nella espressione di performance che permette la “partecipazione” del soggetto. Fattori Ambientali: Cosa vado ad osservare?Quali informazioni possono guidare la compilazione?

39 FATTORI AMBIENTALI BarrieraFacilitatore exxx.0 NESSUNA barriera exxx.1 barriera LIEVE exxx.2 barriera MEDIA exxx.3 barriera GRAVE exxx.4 barriera COMPLETA exxx.8 barriera non specificato exxx.9 non applicabile 1 QUALIFICATORE exxx+0 NESSUN facilitatore exxx+1 facilitatore LIEVE exxx+2 facilitatore MEDIO exxx+3 facilitatore SOSTANZIALE exxx+4 facilitatore COMPLETO exxx+8 facilitatore non specificato exxx.9 non applicabile

40 Scheda ICF compilata Possibili controlli generali Coerenza “generale” di compilazione fra tutte le parti Coerenza “interna” fra le dimensioni Confronto fra i qualificatori di capacità e performance: esprimono, nella differenza di punteggio, la presenza/assenza di fattori ambientali.

41 PROBLEMI DI UTILIZZO DELL’ICF  sistema non semplice  potenziale utilizzo improprio  strategie di utilizzo diverse in diversi contesti

42 Materiali ICF  ICF volume principale  versione completa dettagliata (9999 cat. possibili)  versione concisa (99 cat. possibili) – presenta due livelli di categorie per ciascuna componente  ICF Checklist riporta una sola componente, per 169 categorie  ICF-CY


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