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PubblicatoSilvia Calo Modificato 8 anni fa
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TU: Vorresti essere Mika ????? Il cantautore britannico Mika nacque a Beirut, in Libano il 18 agosto 1983, da madre libanese maronita e padre statunitense. Un anno dopo la sua famiglia si trasferì a Parigi dopo lo scoppio della guerra civile libanese, e Mika all’età di nove anni andò a vivere a Londra. Qui si dedicò allo studio e alla musica. Ora parla fluentemente inglese, francese, spagnolo, italiano, e conosce il cinese, l’arabo e il dialetto libanese.
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Siamo circondati da tanti immigrati e rifugiati famosi anche se non ci facciamo caso. I flussi migratori fanno parte della storia dell’uomo, ed è strano pensare che ancora esiste al mondo qualcuno che inneggia alla chiusura delle frontiere come soluzione al problema della migrazione dei popoli. Fermiamoci a riflettere una volta in più che se fosse prevalsa la logica di chi è contro l’immigrazione e vuole blindare le frontiere, non avremmo mai avuto gente come loro… Eppure possiamo elencare tanti altri personaggi famosi tra intellettuali, musicisti, artisti o scienziati, che sono stati costretti ad abbandonare il loro paese a causa della povertà, delle guerre e delle persecuzioni.
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Qual’ è la differenza ?????
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… 50 anni di storia… l’unica differenza …se ieri era così……oggi è così…
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… L'amore non ha religione, non è cattolico, non è mormone, no! L'amore credimi non è ortodosso, l'amore è quando ti diventa grosso. Ma grosso, grosso... grosso il cuore! …. QUESTO è IL NOSTRO lavoro quotidiano !
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L’Isola di Ariel dal 2011 si è resa disponibile ad ospitare i richiedenti asilo provenienti dalla Libia. Questo compito è stato affrontato da tutti i soci e dipendenti con molto impegno e professionalità, ma anche con molto entusiasmo, consci che il ruolo della cooperativa sociale si possa realizzare al suo meglio quando viene rispettata e valorizzata la dignità della persona, sia cooperatore che utente. Dare la speranza di un futuro migliore, riportare all’autonomia chi “ha perso tutto”, riaccendere il lume della speranza e della fiducia: sono questi i nostri obiettivi principali
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L’operatore non è spettatore ma vive con gli ospiti ogni singolo momento della giornata, condividendo i diversi aspetti culturali. I pasti non sono precotti o preparati da cuochi italiani : nel centro non si mangia “italiano” ma la vera cucina africana. La speranza di una nuova vita è “palpabile” ogni giorno, grazie alla collaborazione ed ai laboratori di artigianato attivati. Ci sono Omar e Suliman che apparecchiano e sparecchiano la tavola per i loro “fratelli”.
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Le donne nigeriane fanno il bucato, e con l’aiuto di un operatore in turno, cercano di adeguarsi “all’italian stile”: non si stende sulle ringhiere ma su stendini e con “mollette”! Fondamentale è la valorizzazione di ogni singolo talento, di ogni ruolo perché il “Centro” è una piccola società che possiede una “struttura” definita in grado di funzionare in modo armonioso. Le donne incinte e le mamme, partecipano ad attività propedeutiche quale l’educazione alimentare e preparazione dei pasti, per favorire un programma nutrizionale equilibrato.
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I percorsi di integrazione vengono favoriti e possono dare valore aggiunto alle attività di socializzazione, per questo sono stati attivati cinque corsi di italiano, tenuti da docenti formati. Vengono organizzate attività ricreative all’esterno ad esempio tornei di calcio, uscite collettive sul territorio per l’orientamento e il corretto utilizzo dei mezzi pubblici. Queste attività sono in continua evoluzione, poiché i percorsi di integrazione mirano a rafforzare l’immagine del sé e l’autoconsapevolezza.
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Tu cosa porti nella tua VALIGIA ?
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