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PubblicatoEnzo De Marco Modificato 8 anni fa
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A.A. 2015-2016 Corso di Laurea in “Ottica e Optometria” Patologia Oculare ed Elementi di Igiene (II anno) Corso di Laurea in “Ottica e Optometria” Patologia Oculare ed Elementi di Igiene (II anno) Prof. Marcello Guido, PhD Laboratorio di Igiene Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (Di.S.Te.B.A.) Università del Salento Tel. +39 0832 298686 E-mail: marcello.guido@unisalento.it marcello.guido@unisalento.it Scheda personale: http://www.unisalento.it/web/guest/scheda_personale/-/people/marcello.guido http://www.unisalento.it/web/guest/scheda_personale/-/people/marcello.guido Prof. Marcello Guido, PhD Laboratorio di Igiene Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (Di.S.Te.B.A.) Università del Salento Tel. +39 0832 298686 E-mail: marcello.guido@unisalento.it marcello.guido@unisalento.it Scheda personale: http://www.unisalento.it/web/guest/scheda_personale/-/people/marcello.guido http://www.unisalento.it/web/guest/scheda_personale/-/people/marcello.guido
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Definizione, finalità e contenuti dell’Igiene L’Igiene è “la disciplina che si propone di promuovere e conservare la salute sia individuale che collettiva” L’Igiene è una disciplina clinica caratterizzata da tre peculiarità: L’oggetto del proprio interesse non è l’uomo malato bensì quello “sano” L’ambito di intervento non è limitato solo al singolo individuo bensì esteso all’intera collettività La tipologia degli interventi non sono limitati all’uomo bensì estesi all’ambiente fisico, biologico e sociale nel quale esso si trova inserito L’Igiene è “la disciplina che si propone di promuovere e conservare la salute sia individuale che collettiva” L’Igiene è una disciplina clinica caratterizzata da tre peculiarità: L’oggetto del proprio interesse non è l’uomo malato bensì quello “sano” L’ambito di intervento non è limitato solo al singolo individuo bensì esteso all’intera collettività La tipologia degli interventi non sono limitati all’uomo bensì estesi all’ambiente fisico, biologico e sociale nel quale esso si trova inserito
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IgieneIgiene : disciplina che si propone di promuovere e conoscere la salute sia individuale che collettiva SaluteSalute Assenza di malattia Benessere fisico e psichico Completo benessere fisico, mentale e sociale SALUTESALUTE “Stato di completo benessere fisico, mentale e sociale del singolo e della collettività” O.M.S. O.M.S. “Stato di completo benessere fisico, mentale e sociale del singolo e della collettività” O.M.S. O.M.S.
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Modello uomo - ambiente - società STATO DI SALUTE E/O MALATTIA Fattori genetici Fattori comportamentali Fattori ambientali
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Mortalità per malattie infettive e non infettive - Italia
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1.Abitudini personali - Alimentazione - Fumo di tabacco - Alcool - Droga - Sedentarietà 2.Contaminazione ambientale - Inquinamento atmosferico - Inquinamento idrico - Contaminazione alimentare 1.Abitudini personali - Alimentazione - Fumo di tabacco - Alcool - Droga - Sedentarietà 2.Contaminazione ambientale - Inquinamento atmosferico - Inquinamento idrico - Contaminazione alimentare Modificazioni intervenute nella vita media e nel tipo di patologia prevalente in Italia nel periodo 1910-1981
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Principali caratteristiche distintive della patologia infettiva e non infettiva
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Se la prevenzione rappresenta un intervento comunque utile per qualsiasi tipo di patologia, ora diviene addirittura un imperativo categorico, una necessità inderogabile per malattie come quelle oggi prevalenti che sono croniche ed inguaribili.
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Le linee strategiche che si possono percorrere per proteggere e potenziare la salute dell’uomo sono: allontanare e/o correggere tutti i fattori potenzialmente nocivi allontanare e/o correggere tutti i fattori potenzialmente nocivi incrementare il livello di benessere, potenziando la presenza dei fattori protettivi ed aumentando il grado di resistenza all’azione dei diversi fattori di danno incrementare il livello di benessere, potenziando la presenza dei fattori protettivi ed aumentando il grado di resistenza all’azione dei diversi fattori di danno allontanare e/o correggere tutti i fattori potenzialmente nocivi allontanare e/o correggere tutti i fattori potenzialmente nocivi incrementare il livello di benessere, potenziando la presenza dei fattori protettivi ed aumentando il grado di resistenza all’azione dei diversi fattori di danno incrementare il livello di benessere, potenziando la presenza dei fattori protettivi ed aumentando il grado di resistenza all’azione dei diversi fattori di danno
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Dal punto di vista didattico l’Igiene può considerarsi articolata in tre parti principali: 1.EPIDEMIOLOGIA 2.PREVENZIONE (Medicina Preventiva ed Igiene Ambientale) 3.MEDICINA DI COMUNITÀ (o Sanità Pubblica) 1.EPIDEMIOLOGIA 2.PREVENZIONE (Medicina Preventiva ed Igiene Ambientale) 3.MEDICINA DI COMUNITÀ (o Sanità Pubblica)
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Rapporti fra l’Epidemiologia e la Medicina Clinica EpidemiologiaEpidemiologia Medicina Clinica Finalità principale Ambito della ricerca Individuazione del tipo, modalità di distribuzione, frequenza di comparsa e ruolo dei fattori causali (Attribuzione etiologica per la prevenzione della malattie) Gruppi di soggetti (famiglie, nuclei, popolazioni) Finalità principale Ambito della ricerca Individuazione del meccanismo di azione dei fattori causali, dei danni da essi derivabili, e delle modalità più opportune per la loro correzione (Studio della patogenesi, diagnosi e terapia per la guarigione della malattia) Singoli individui
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Epidemiologia di base Principali misure in epidemiologia
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intere popolazioni frequenzamodalità comparsapropagazionemeccanismo d’azione di tutti i fattori in grado di influenzare le condizioni di salute e/o di malattia dell’uomo Disciplina che ha come oggetto di studio intere popolazioni (o loro parti più o meno estese) nelle quali intende valutare la frequenza, le modalità comparsa, la propagazione ed il meccanismo d’azione di tutti i fattori in grado di influenzare le condizioni di salute e/o di malattia dell’uomo Epidemiologia Da un punto di vista etimologico, epidemiologia è una parola di origine greca, che letteralmente significa «discorso riguardo alla popolazione»
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Disciplina che ha la necessità di disporre di sistemi di misura particolari, idonei a consentire una adeguata e completa elaborazione ed interpretazione di tutte le informazioni raccolte EpidemiologiaEpidemiologia
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Finalità dell’epidemiologia Descrizione dello stato di salute della popolazione FrequenzaFrequenza tempotempo Identificazione dei determinanti e dei fattori associati a malattia Buona salute Cattiva salute Storia naturale della malattia Storia naturale della malattia BuonasaluteBuonasalute CambiamentiSubcliniciCambiamentiSubcliniciMalattiaClinicaMalattiaClinica EsitiEsitiPrevenzione Primaria Secondaria Terziaria Prevenzione Valutazione degli interventi sanitari FrequenzaFrequenza tempotempo
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Misure in epidemiologia Alla fine di uno studio epidemiologico, si disporrà di una serie di dati, più o meno complessi, raccolti in tempi variabili ed in differenti condizioni. Alla fine di uno studio epidemiologico, si disporrà di una serie di dati, più o meno complessi, raccolti in tempi variabili ed in differenti condizioni. Vi sarà quindi la necessità di poter disporre di sistemi di misura particolari tali da consentire un’adeguata e completa elaborazione ed interpretazione di tutte le informazioni raccolte. Vi sarà quindi la necessità di poter disporre di sistemi di misura particolari tali da consentire un’adeguata e completa elaborazione ed interpretazione di tutte le informazioni raccolte. Alla fine di uno studio epidemiologico, si disporrà di una serie di dati, più o meno complessi, raccolti in tempi variabili ed in differenti condizioni. Alla fine di uno studio epidemiologico, si disporrà di una serie di dati, più o meno complessi, raccolti in tempi variabili ed in differenti condizioni. Vi sarà quindi la necessità di poter disporre di sistemi di misura particolari tali da consentire un’adeguata e completa elaborazione ed interpretazione di tutte le informazioni raccolte. Vi sarà quindi la necessità di poter disporre di sistemi di misura particolari tali da consentire un’adeguata e completa elaborazione ed interpretazione di tutte le informazioni raccolte.
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Servono per descrivere la frequenza di qualsiasi evento sanitario in una popolazione, sia esso una malattia, una condizione di rischio o una prestazione sanitaria Per il calcolo delle misure di frequenza è necessario disporre di dati sanitari, relativi all’evento d’interesse, e di tipo demografico-sociale, relativi alla popolazione in studio Servono per descrivere la frequenza di qualsiasi evento sanitario in una popolazione, sia esso una malattia, una condizione di rischio o una prestazione sanitaria Per il calcolo delle misure di frequenza è necessario disporre di dati sanitari, relativi all’evento d’interesse, e di tipo demografico-sociale, relativi alla popolazione in studio Misure di frequenza in epidemiologia
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Attività fondamentale in epidemiologia: QUANTIFICAZIONE delle malattie o dei fenomeni ad esse correlati Le misure di frequenza delle malattie possono riferirsi ad una vasta gamma di eventi o di fenomeni Attività fondamentale in epidemiologia: QUANTIFICAZIONE delle malattie o dei fenomeni ad esse correlati Le misure di frequenza delle malattie possono riferirsi ad una vasta gamma di eventi o di fenomeni Misure di frequenza in epidemiologia infettiinfetti espostiespostimalatimalati mortimorti popolazionepopolazione suscettibilisuscettibili
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Frequenze o valori assoluti Tassi o quozienti Rapporti Misure del rischio Frequenze o valori assoluti Tassi o quozienti Rapporti Misure del rischio I principali tipi di misura che rispondono alle caratteristiche richieste utilizzabili in epidemiologia sono: Misure in epidemiologia
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È il numero che esprime la frequenza di comparsa di un fenomeno nel tempo di osservazione Frequenze o valori assoluti N (tx)
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La determinazione dei valori assoluti rappresenta il primo approccio a qualsiasi tipo di ricerca e rimane comunque preliminare a qualunque elaborazione L’uso della frequenza assoluta in epidemiologia è praticamente nullo essendo sostituito da altri tipi di misure (tassi o quozienti) che permettono di correlare il fenomeno in studio con la consistenza e con le diverse caratteristiche della popolazione in cui esso si verifica La determinazione dei valori assoluti rappresenta il primo approccio a qualsiasi tipo di ricerca e rimane comunque preliminare a qualunque elaborazione L’uso della frequenza assoluta in epidemiologia è praticamente nullo essendo sostituito da altri tipi di misure (tassi o quozienti) che permettono di correlare il fenomeno in studio con la consistenza e con le diverse caratteristiche della popolazione in cui esso si verifica Frequenze o valori assoluti
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Tassi o quozienti Rappresentano il metodo di misura di uso più comune in epidemiologia. Consentono di eliminare, nella valutazione di un fenomeno, l’influenza confondente esercitata dalle variazioni socio-demografiche che possono verificarsi all’interno della popolazione o fra più popolazioni in cui il fenomeno si manifesta. Rappresentano il metodo di misura di uso più comune in epidemiologia. Consentono di eliminare, nella valutazione di un fenomeno, l’influenza confondente esercitata dalle variazioni socio-demografiche che possono verificarsi all’interno della popolazione o fra più popolazioni in cui il fenomeno si manifesta.
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Caratteristiche peculiari dei tassi I soggetti o gli eventi che figurano al numeratore sono sempre compresi anche al denominatore Nella definizione dei tassi sia il numeratore che il denominatore devono provenire dalla stessa popolazione I soggetti o gli eventi che figurano al numeratore sono sempre compresi anche al denominatore Nella definizione dei tassi sia il numeratore che il denominatore devono provenire dalla stessa popolazione
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Utilizzazione dei tassi Sono utilizzati in epidemiologia per la definizione di tutti i fenomeni che interessano la vita dell’uomo ed in particolare per lo studio delle tre evenienze più importanti ai fini sanitari: Nascite Malattie Morti Nascite Malattie Morti
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In epidemiologia possono essere utilizzati 4 diversi tipi di tassi o quozienti in funzione della tipologia ed accuratezza dei risultati che si vogliono conseguire: Tassi grezzi Tassi specifici Tassi proporzionali Tassi standardizzati Tassi grezzi Tassi specifici Tassi proporzionali Tassi standardizzati Tipi di tassi
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1. Tassi grezzi quando esprime la misura di tutti gli eventi verificatisi, in un certo periodo di tempo, nell’intera popolazione Tasso grezzo Es. evento morte
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Rappresentano un importante strumento di misura di eventi che interessano l’intera popolazione, ma sono inevitabilmente influenzati dalle caratteristiche peculiari della popolazione cui si riferiscono. Per questo motivo non è conveniente la comparazione dei tassi grezzi di popolazioni diverse potendo essere in esse presenti differenze anche notevoli in relazione all’età ed al sesso. Per ovviare a questo inconveniente si fa ricorso ai tassi standardizzati, cioè corretti con una tecnica particolare detta di standardizzazione (diretta e indiretta). Rappresentano un importante strumento di misura di eventi che interessano l’intera popolazione, ma sono inevitabilmente influenzati dalle caratteristiche peculiari della popolazione cui si riferiscono. Per questo motivo non è conveniente la comparazione dei tassi grezzi di popolazioni diverse potendo essere in esse presenti differenze anche notevoli in relazione all’età ed al sesso. Per ovviare a questo inconveniente si fa ricorso ai tassi standardizzati, cioè corretti con una tecnica particolare detta di standardizzazione (diretta e indiretta). Tassi grezzi
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Tassi grezzi usati in epidemiologia (es.) Tasso grezzo di natalità Tasso grezzo di morbosità (Morbidity rate) Tasso grezzo di mortalità Tasso grezzo di morbilità (Morbility rate)
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2. Tassi specifici Il tasso specifico non si riferisce alla totalità degli eventi occorsi, ma solo a quelli interessanti particolari gruppi di soggetti selezionati in base: al sesso (tassi specifici per sesso) all’età (tassi specifici per classi di età) alla diversa tipologia degli eventi (tassi specifici di mortalità per cause) Il tasso specifico non si riferisce alla totalità degli eventi occorsi, ma solo a quelli interessanti particolari gruppi di soggetti selezionati in base: al sesso (tassi specifici per sesso) all’età (tassi specifici per classi di età) alla diversa tipologia degli eventi (tassi specifici di mortalità per cause)
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Tassi specifici usati in epidemiologia (es.) Tassi di mortalità per cause Tassi di mortalità per classi di età Tasso di mortalità perinatale Tasso di mortalità infantile
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3. Tassi proporzionali Consentono di calcolare la frazione del totale degli eventi ascrivibile ad un carattere particolare (es. mortalità proporzionale riferita ad una specifica malattia rapportata ai decessi totali). Possono essere molto utili per valutare il peso relativo di una specifica malattia nell’ambito del tipo di patologia di sua appartenenza (es. morti per tumore polmonare vs morti per tutti i tipi di tumori). Consentono di calcolare la frazione del totale degli eventi ascrivibile ad un carattere particolare (es. mortalità proporzionale riferita ad una specifica malattia rapportata ai decessi totali). Possono essere molto utili per valutare il peso relativo di una specifica malattia nell’ambito del tipo di patologia di sua appartenenza (es. morti per tumore polmonare vs morti per tutti i tipi di tumori).
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Tassi proporzionali in epidemiologia (es.) Tassi proporzionale di mortalità per una malattia
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MORTALITÀ PROPORZIONALE (%) PER PRINCIPALI GRUPPI DI MALATTIE NEL 1990, IN ITALIA PROPORZIONEPROPORZIONE ProporzioniProporzioni
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4. Tassi standardizzati sono influenzati dalle caratteristiche peculiari della popolazione cui si riferiscono (distribuzione per classi di età, sesso, classi sociali, razza, ecc …) Tassi grezzi Queste caratteristiche sono diversamente rappresentate nelle differenti popolazioni, così come sono soggette a variare nel tempo, all’interno della medesima popolazione.
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Tassi standardizzati Ciò rende impossibile, o comunque non conveniente, la comparazione dei tassi grezzi di popolazioni diverse potendo essere in essi presenti differenze anche notevoli in relazione, soprattutto, all’età e al sesso. Per ovviare a questi inconvenienti si fa ricorso ai tassi standardizzati, cioè corretti attraverso una particolare tecnica detta standardizzazione. Ciò rende impossibile, o comunque non conveniente, la comparazione dei tassi grezzi di popolazioni diverse potendo essere in essi presenti differenze anche notevoli in relazione, soprattutto, all’età e al sesso. Per ovviare a questi inconvenienti si fa ricorso ai tassi standardizzati, cioè corretti attraverso una particolare tecnica detta standardizzazione.
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Tassi standardizzati Standardizzazione diretta Standardizzazione indiretta Standardizzazione diretta Standardizzazione indiretta
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Standardizzazione Diretta Mira a quantificare il tasso di mortalità che si avrebbe nelle 2 pop. a confronto se la distribuzione per età fosse la stessa Popolazioni sufficientemente numerose e stratificate per classi di età Pop. Standard stratificata x classi di età Popolazioni sufficientemente numerose e stratificate per classi di età Pop. Standard stratificata x classi di età
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Standardizzazione Diretta Scegliere Pop. Standard in classi di età Sommare N°. morti attese x classi di età N°. tot. morti attesi Suddividere popolazione e morti in classi di età Calcolare x ogni fascia di età il tasso specifico (mortalità) Calcolare N°. dei casi nella Pop. St. come se i tassi fossero quelli della nostra pop. in studio
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Indice Comparativo Calcolo dell’Indice Comparativo (IC%)
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Standardizzazione Diretta (es. 1 a fase) Tasso di mortalità non standardizzato
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Standardizzazione Diretta (es. 2 a fase) Tasso di mortalità standardizzato
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Standardizzazione Indiretta Calcolare il numero di casi che avrebbero luogo nelle 2 popolazioni studiate se i tassi fossero quelli Standard Calcolare il numero di casi che avrebbero luogo nelle 2 popolazioni studiate se i tassi fossero quelli Standard Piccole popolazioni Tassi specifici standard Piccole popolazioni Tassi specifici standard
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Standardizzazione Indiretta TOTALE DEI CASI ATTESI (Somma dei valori di morti attese per classi di età) (Somma dei valori di morti attese per classi di età) TOTALE DEI CASI ATTESI (Somma dei valori di morti attese per classi di età) (Somma dei valori di morti attese per classi di età) RAPPORTO STANDARDIZZATO DI MORTALITA’ (SMR):
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Rapporto Standardizzato di Mortalità (SMR) Pop. Studiata ha una mortalità (o altro indicatore studiato)inferiore della Pop. Standard Pop. Studiata ha una mortalità (o altro indicatore studiato) inferiore della Pop. Standard SMR < 1
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Standardizzazione Indiretta (es.) Classi di età (anni) Tassi specifici di mortalità nella pop. Standard x 100.000 Popolazione A Popolazione B N°. di soggetti N°. Morti attesi usando i tassi della pop. Standard N°. di soggetti N°. Morti attesi usando i tassi della pop. Standard <1520025.0005030.00060 15-4478530.00023535.000274 > 45 215025.00053715.000322 Tutte le età 80.00082280.000650
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RapportiRapporti Consentono di comparare 2 variabili fra loro indipendenti. Formula generale: Consentono di comparare 2 variabili fra loro indipendenti. Formula generale: N x = frequenza della prima variabile N y = frequenza della seconda variabile N x = frequenza della prima variabile N y = frequenza della seconda variabile
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I rapporti sono usati per … a)Comparare l’entità dello stesso fenomeno in due gruppi diversi (es. comparare mortalità fra sesso maschile e femminile) b)Suddividere una popolazione in due gruppi di soggetti con differenti caratteristiche (es. rapporto fra soggetti ipertesi e normotesi) c)Comparare l’entità di un fenomeno in due momenti diversi c)Comparare l’entità di un fenomeno in due momenti diversi (es. mortalità generale in Italia nel 1980 e nel 2000) a)Comparare l’entità dello stesso fenomeno in due gruppi diversi (es. comparare mortalità fra sesso maschile e femminile) b)Suddividere una popolazione in due gruppi di soggetti con differenti caratteristiche (es. rapporto fra soggetti ipertesi e normotesi) c)Comparare l’entità di un fenomeno in due momenti diversi c)Comparare l’entità di un fenomeno in due momenti diversi (es. mortalità generale in Italia nel 1980 e nel 2000) In tutti e tre i casi, il fattore presente al numeratore non compare mai al denominatore
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Rapporti usati in epidemiologia (es.)
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Questi due indici si riferiscono all’evento malattia di cui ne definiscono l’entità e la frequenza di comparsa nella popolazione. Prevalenza ed incidenza Prevalenza:Prevalenza: Il numero totale dei casi di una specifica malattia presenti in un determinato momento in una popolazione Ove : t0t0t0t0 t0t0t0t0 = momento in cui i casi sono stati osservati NN = numero totale dei casi osservati in t 0 PP = popolazione totale in quell’istante (t 0 ) KK = costante Prevalenza puntuale
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Quando l’osservazione è stata effettuata in un periodo di tempo maggiore Prevalenza periodica Ove : t1 - t0 = intervallo di tempo nel quale i casi sono stati osservati NN = numero totale dei casi osservati nell’intervallo t1-t0 PP = popolazione media in quel periodo t1-t0 = KK = costante
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Incidenza: Frequenza di comparsa di nuovi casi di malattia in una popolazione in un determinato periodo di tempo IncidenzaIncidenza IncidenzaIncidenza
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INCIDENZA e PREVALENZA Tasso di incidenza PrevalenzaPrevalenza Misura la velocità con la quale una popolazione esente da una particolare patologia sviluppa quella data malattia durante uno specifico periodo di tempo Misura il numero di soggetti (di una popolazione) affetti da una particolare patologia in un preciso istante NUOVI casi / Pop. A RISCHIO L’incidenza misura l’apparire della malattia Incidenza significa “NUOVO” NUOVI casi / Pop. A RISCHIO L’incidenza misura l’apparire della malattia Incidenza significa “NUOVO” TOTALE casi / Pop. TOTALE la prevalenza misura l’esistenza della malattia Prevalenza significa “TOTALE” TOTALE casi / Pop. TOTALE la prevalenza misura l’esistenza della malattia Prevalenza significa “TOTALE”
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TASSO DI ATTACCO (ATTACK RATE) Tasso di incidenza usato per particolari popolazioni e per limitati periodi di tempo come in un’epidemia Tasso di attacco Attack rate = * Numero totale di nuovi casi di malattia nel periodo di tempo dell’epidemia K Numero della popolazione a rischio Nota K = 100 K = 100 Numeratore corrisponde solitamente al periodo massimo di incubazione Numeratore corrisponde solitamente al periodo massimo di incubazione Denominatore corrisponde agli esposti al contagio Denominatore corrisponde agli esposti al contagioNota K = 100 K = 100 Numeratore corrisponde solitamente al periodo massimo di incubazione Numeratore corrisponde solitamente al periodo massimo di incubazione Denominatore corrisponde agli esposti al contagio Denominatore corrisponde agli esposti al contagio
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Congiuntivite mucopurulente che evolve in cherato- congiuntivite follicolare, con infiammazione di tutta la congiuntiva Le congiuntive sclerotizzano e determinano retrazione interna della rima palpebrale che causa lesioni corneali traumatiche dovute allo sfregamento delle ciglia Segue formazione di un “panno corneale” cicatriziale anche a seguito di sovrapposizione di infezioni batteriche La deformità della palpebra può svilupparsi anche 20-30 anni dopo che è cessata la malattia attiva Esita in cecità Congiuntivite mucopurulente che evolve in cherato- congiuntivite follicolare, con infiammazione di tutta la congiuntiva Le congiuntive sclerotizzano e determinano retrazione interna della rima palpebrale che causa lesioni corneali traumatiche dovute allo sfregamento delle ciglia Segue formazione di un “panno corneale” cicatriziale anche a seguito di sovrapposizione di infezioni batteriche La deformità della palpebra può svilupparsi anche 20-30 anni dopo che è cessata la malattia attiva Esita in cecità Caso indice Tasso di attacco: tracoma Tasso di attacco 30%
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CHE RELAZIONE C’È TRA INCIDENZA E PREVALENZA? CHE COSA PUÒ FAR AUMENTARE O DIMINUIRE INCIDENZA E PREVALENZA ?
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Relazione fra Prevalenza ed Incidenza
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Maggiore durata della malattia Maggiore durata della malattia Prolungamento della vita dei malati senza guarigione Prolungamento della vita dei malati senza guarigione Aumento dei nuovi casi Aumento dei nuovi casi (aumento dell’incidenza) Immigrazione di casi Immigrazione di casi Emigrazione di persone sane Emigrazione di persone sane Immigrazione di persone suscettibili Immigrazione di persone suscettibili Miglioramento delle capacità diagnostiche (notifiche migliori) Miglioramento delle capacità diagnostiche (notifiche migliori) Maggiore durata della malattia Maggiore durata della malattia Prolungamento della vita dei malati senza guarigione Prolungamento della vita dei malati senza guarigione Aumento dei nuovi casi Aumento dei nuovi casi (aumento dell’incidenza) Immigrazione di casi Immigrazione di casi Emigrazione di persone sane Emigrazione di persone sane Immigrazione di persone suscettibili Immigrazione di persone suscettibili Miglioramento delle capacità diagnostiche (notifiche migliori) Miglioramento delle capacità diagnostiche (notifiche migliori) Fattori che influenzano il tasso di prevalenza
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Durata più breve della malattia Durata più breve della malattia Elevato tasso di letalità della malattia Elevato tasso di letalità della malattia Diminuzione dei nuovi casi Diminuzione dei nuovi casi (diminuzione dell’incidenza) Immigrazione di persone sane Immigrazione di persone sane Emigrazione di casi Emigrazione di casi Miglioramento del tasso di guarigione dei casi Miglioramento del tasso di guarigione dei casi Durata più breve della malattia Durata più breve della malattia Elevato tasso di letalità della malattia Elevato tasso di letalità della malattia Diminuzione dei nuovi casi Diminuzione dei nuovi casi (diminuzione dell’incidenza) Immigrazione di persone sane Immigrazione di persone sane Emigrazione di casi Emigrazione di casi Miglioramento del tasso di guarigione dei casi Miglioramento del tasso di guarigione dei casi Fattori che influenzano il tasso di prevalenza
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Incidenza e prevalenza (Es. situazione sanitaria di 15 soggetti …) Incidenza e prevalenza (Es. situazione sanitaria di 15 soggetti …) Incidenza Prevalenza al tempo 0 (t0) Prevalenza al tempo 1 (t1) Prevalenza periodale Incidenza Prevalenza al tempo 0 (t0) Prevalenza al tempo 1 (t1) Prevalenza periodale
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Incidenza (I= 5/11) Prevalenza al tempo 0 (P t0 = 4/15) Prevalenza al tempo 1 (P t1 = 3/15) Prevalenza periodale (P per = 9/15) Incidenza (I= 5/11) Prevalenza al tempo 0 (P t0 = 4/15) Prevalenza al tempo 1 (P t1 = 3/15) Prevalenza periodale (P per = 9/15) Incidenza e prevalenza (Es. situazione sanitaria di 15 soggetti …) Incidenza e prevalenza (Es. situazione sanitaria di 15 soggetti …)
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PrevalenzaPrevalenza Questi fattori non hanno una relazione causale con l’evento che si vuole misurare o con la malattia, e quindi le misure di prevalenza non sono adatte per studiare una relazione causa-effetto Le misure di prevalenza sono utili per misurare i bisogni assistenziali e pianificare i programmi sanitari Questi fattori non hanno una relazione causale con l’evento che si vuole misurare o con la malattia, e quindi le misure di prevalenza non sono adatte per studiare una relazione causa-effetto Le misure di prevalenza sono utili per misurare i bisogni assistenziali e pianificare i programmi sanitari
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Mortalità e letalità
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