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PubblicatoEmma Boscolo Modificato 8 anni fa
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A.S.O. San Giovanni Battista di Torino Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Centro d’Ascolto Antiviolenza Demetra Dr. Patrizio Schinco Sig.ra M.Arcari, Sig.ra R.Vendrame
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La formazione degli operatori sanitari e sociali
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Le vittime Sono colpiti donne, anziani, bambini: una donna su 5 è vittima di violenza coniugale, dal 5 al 10 % delle donne sono vittime di violenza coniugale nell’arco di un anno, dal 20 al 30 % delle donne che si presentano al Pronto Soccorso hanno sintomi conseguenti al maltrattamento domestico. Campbell J. 1998
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Violenza da Partner La maggior parte degli studi indica una prevalenza di violenza dal partner in una percentuale tra 20 e 50% nel corso della vita.
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Le vittime L’OMS ha definito la violenza come una priorità in tema di salute pubblica. WHO 1997 La Comunità Europea ha indetto programmi d’azione per combattere la violenza contro i bambini, gli adolescenti e le donne. DAPHNE.
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La percezione della violenza in Sanità. La violenza si manifesta 10 volte più frequentemente di quanto non venga percepito dai medici o dagli altri operatori sanitari. Stark E. Et al, 1988
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Violenza e salute Le donne maltrattate ricorrono ai servizi sanitari con una frequenza da 4 a 5 volte maggiore rispetto alle donne non maltrattate. Il 10 % delle donne maltrattate abusa di farmaci prescritti dal medico. Stark E., Flitcraft A. 1983
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La situazione nella Regione Piemonte Nella maggioranza dei casi gli infermieri ed i medici non si sentono preparati ad affrontare questo problema e non sono specificatamente formati a gestire una relazione d’aiuto. Indagine dell’Associazione Donne contro la Violenza di Torino nei Dea della Regione Piemonte 2000
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Il Pronto Soccorso Il Pronto Soccorso è uno dei luoghi “ neutri” dove le vittime di violenza domestica si rivolgono e dove possono trovare rifugio temporaneo.
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Il Pronto Soccorso Molti episodi di violenza, culminati in omicidi, hanno mostrato che la vittima si era rivolta precedentemente ai servizi sanitari d’emergenza senza che fosse attuato alcun provvedimento efficace.
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La percezione della violenza. La percezione del fenomeno è gravemente sottostimata: - L’ 80% dei medici generici, - Il 70% dei medici di P.Soccorso, Il 55% degli Operatori territoriali non hanno mai sospettato la violenza domestica nella loro carriera. Gonzo L. 1997
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La nostra esperienza presso il DEA dell’Ospedale Molinette. Un’indagine interna sul nostro personale aveva evidenziato nell’autunno del 2002 questi dati: a)Scarsa sensibilità 6,15% b)Tendenza ad ignorare 30,40% c)Disponibilità ad affrontare 63,45% Tali risposte erano indipendenti dal sesso e dal grado di istruzione.
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Certificati medici La maggior parte dei medici redige certificati in modo non corretto o non utilizzabile.
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La violenza domestica è UN REATO La violenza domestica non è un atto privato ma un reato: l’operatore di Pronto Soccorso ha precisi obblighi da rispettare, la cui ignoranza potrebbe essergli imputata e la cui inosservanza può causare grave pregiudizio alla vittima.
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Il referto Dalla riforma delle professioni sanitarie del 1998 non è più il solo medico ad avere l’obbligo del referto, ma ogni esercente una professione sanitaria: Infermiere Professionale – Tecnico di Radiologia – Fisioterapista etc.
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Il referto Ogni esercente una professione sanitaria che nell’esercizio o a causa delle sue funzioni, viene a conoscenza di un reato perseguibile d’ufficio deve fare denuncia per iscritto, anche quando non si conosce l’autore del reato. art.331-334-361- 365 c.p.p.
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Il referto In realtà la violenza domestica, consistente non solo in atti fisici ma anche in fatti abituali, lesivi dell’integrità fisica o della libertà o del decoro del soggetto, attuati mediante condotta volontaria e cosciente di sopraffazione tale da rendere particolarmente dolorosa la convivenza familiare………
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Il referto ………… comprende anche le violenze psicologiche e purchè si tratti di atti continuati e non isolati è sanzionata dall’art. 572 del c.p. ” Maltrattamenti in famiglia e contro i minori”. Tale reato è procedibile d’ufficio ed è possibile l’arresto in flagranza.
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Obiettivi del Progetto Contrastare la violenza accrescendo la consapevolezza dei costi sociali e sanitari del fenomeno. Formare il personale sanitario ed educativo alla prevenzione, denuncia e capacità di riconoscere e gestire le situazioni di violenza.
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Obiettivi Fotografare l’esistente. Formare il personale ospedaliero. Adottare protocolli specifici. Prendere contatti con iniziative analoghe.
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Come iniziare Abbiamo iniziato con tre grosse iniziative di sensibilizzazione in Aula Magna che hanno coinvolto in 6 giornate 1000 persone di cui circa 750 dipendenti delle Molinette. Questa iniziativa ci ha dato visibilità dentro l’Azienda ed aperto la strada ad iniziative più specifiche.
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La formazione Abbiamo realizzato un programma di formazione specifico per il personale del DEA ma aperto anche ad altri servizi : sono stati quindi effettuati circa 25 corsi con riconoscimento ECM ( gruppi di 20 ip e medici del DEA della durata di 7 ore complessive con informazioni, casi simulati ed elementi di medicina legale e psicologia.)
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Efficacia di un programma di formazione per il personale nel Pronto Soccorso Ospedale Molinette di Torino.
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Efficacia di un programma di formazione per il personale. Dopo la formazione i dati sono questi: +14,16 80,61 63,45Disponibilità alla presa in carico -15,02 15,38 30,40Tendenza alla delega -2,13 4.01 6,15Scarsa sensibilità DifferenzaDopo la formazione Pre formazioneRisposte
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Il protocollo d’Intervento Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino Corso Bramante 88-90 10126 –Torino PROTOCOLLO PER LA GESTIONE DEI CASI DI VIOLENZA INTERPERSONALE IN PRONTO SOCCORSO Coordinatore : Dott. Patrizio Schinco Gruppo di lavoro ASO - San Giovanni Battista
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Efficacia di un programma di formazione Ma più importante è la ricaduta nell’operatività quotidiana: sono aumentate le segnalazioni al Centro di casi nell’ordine di due decimali. E’ migliorata la capacità dei sanitari di gestire il fenomeno addivenendo ad una gestione migliore dei casi complessi comportanti il ricovero delle pazienti.
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I risultati Le diagnosi di violenza sono aumentate di due ordini di grandezza nei 5 anni osservati ed è aumentata molto la capacità di affrontare con appropriatezza il fenomeno, la repertazione ed i collegamenti con le associazioni locali che si occupano di accoglienza e presa in carico delle persone vittime di violenza.
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I numeri Nel 2006-7 abbiamo avuto circa 500 contatti di cui decine sono quelli presi in carico e seguiti fino all’affido ad una struttura o ente di volontariato. Molti casi sono stati ricoverati o gestiti direttamente dai nostri servizi specialistici.
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Nel 2007 Abbiamo avuto circa 600 casi di cui 82 sono stati casi complessi all’incirca due contatti al giorno, maggiormente durante le ore serali e nei festivi.
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Pianeta Anziani La popolazione anziana in aumento mostra una serie di peculiarità che costringono ad affrontare situazioni anche complesse.
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Anziani La signora A.B di 74 anni inviata in PS per le percosse subite dal marito, dimessa, torna due gg dopo con gravi lesioni e viene ricoverata, inviata in struttura protetta, ritorna a casa dopo un mese e nuovamente percossa ritorna in PS una prima volta, dimessa, ritorna dopo due giorni e viene nuovamente ricoverata
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Società Multietnica La società multietnica con diversi approcci e con un problema alcool maggiormente presente.
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A 16 anni Viene portata dalle insegnanti che si accorgono delle percosse, viene ricoverata per tre giorni dopo aver informato il Tribunale dei Minori e successivamente trasferita in un rifugio acura dei Servzi Sociali del Comune. La scuola sporge denuncia.
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Quadro normativo Nazionale - Verso un Piano di azioni per la promozione salute donne e bambini 8/3/2007 Min. Salute - Proposta di Legge Pollastrini Regione Piemonte -Legge di iniziativa popolare per istituzione CAV 22/1/07.
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Linee programmatiche Impegno reale delle Istituzioni Regione, Aziende Sanitarie,Volontariato. Creazione ed Attivazione dei CENTRI ANTIVIOLENZA nei Pronto Soccorso Ospedalieri. Rete di Collegamento fra I Centri Antiviolenza degli Ospedali e del Territorio, Case Rifugio. Formazione adeguata e motivazione del Personale Sanitario e Sociale.
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Una rete territoriale contro la violenza Occorre che ogni servizio sia fornito delle conoscenze di base per operare su questo fenomeno ed operi con un protocollo definito. Occorre una Rete fra Istituzioni ed associazioni no-profit.
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I Pronto Soccorso della Regione Piemonte 24 DEA di 1° livello 8 DEA di 2° livello 15 Pronto Soccorso 24/24 h 9 Pronto Soccorso Diurno 12 h
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Il Progetto Formare il Personale del DEA-PS alla gestione dei casi ed al management complesso. Mettere in rete ed utilizzare i contatti con le strutture territoriali dei Comuni e con le Associazioni di Volontariato che agiscono sul Fenomeno.
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Il Progetto Corsi di Formazione per Vigili Urbani Corsi di Formazione per Polizia di Stato Corsi di Formazione Regionale Obbligatorio per il Personale dei DEA Redazione di Linea Guida per il Management e la Prevenzione della Violenza ( EBM)
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Il Progetto Istituzione di un Centro Antiviolenza in tutti i DEA e Ps 24 ore della Regione Istituzione di un’antenna di soccorso in tutti gli altri Pronto Soccorso.Referente addestrato. Collegamento rapido per Centro di Ascolto e Rifugio Abitativo ( Comune di Torino etc…)
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Il Progetto Campagne di sensibilizzazione antiviolenza nelle strutture educative di ogni grado grado. Collegamento diretto con Forza pubblica e Magistratura ( Procura fasce deboli e minori ). Adozione di protocolli congiunti fra ogni protagonista che agisce sul fenomeno.
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Soccorso violenza sessuale Sant’Anna di Torino Soccorso violenza sessuale Sant’Anna di Torino
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Cosa ci aspettiamo Migliorare la rete di sostegno per le vittime di violenza. Affrontare con appropriatezza le emergenze. Migliorare la salute delle donne e quindi della popolazione generale.
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