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PubblicatoGabriella Cenci Modificato 8 anni fa
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Dante Alighieri Sintesi del Medioevo La situazione dell’Italia a metà del xiii sec. Dopo la pace di Costanza del 1183, i comuni italiani, pur formalmente inclusi nel Sacro romano impero, godono di grandi libertà amministrative, politiche e giudiziarie L’Italia settentrionale nel Trecento Alla nascita di Dante, Firenze è un comune dilaniato dagli avver- si partiti dei guelfi e dei ghibellini e, dopo la vittoria dei primi nella Battaglia di Campaldino (1289), dei bianchi e dei neri 1265 Tra maggio e giugno nasce a Firenze Durante Alighieri, figlio di Alighiero, della piccola nobiltà guelfa Firenze, museo detto “casa di Dante” 1275 Dante perde la madre; il padre si risposa 1285 Dante sposa Gemma di Manetto Donati 1260 Battaglia di Montaperti: vince Siena e i ghibellini dominano per qualche anno sulla Toscana 1266 Esilio dei ghibellini e inizio del governo popolare 1282 Istituzione del governo di sei priori e di un gon- faloniere di giustizia in carica due mesi Appartiene alla famiglia che sarà a capo della fazione dei guelfi neri Gli anni della formazione Studio della “grammatica” presso un precettore Amicizia con Guido Cavalcanti Modello retorico di Brunetto Latini 1285 Sconfitta dei ghibellini a Campaldino; Dante mi- lita tra i feditori guelfi a cavallo
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Dante Alighieri La vita, la storia 1290 Muore Bice di Folco Portinari, Beatrice 1293 Ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella Tra il 1292 e il 1293 Dante scrive la Vita nuova Sono esclusi dalle cariche pubbliche i non iscritti alle Arti 1295 Fuga di Giano e modifica degli Ordinamenti1295 Dante s’iscrive alla corporazione dei medici e degli speziali e inizia la sua carriera politica 1300 È eletto priore ed esilia i guelfi responsabili dei disordini cittadini (tra cui Guido Cavalcanti) 1300 Violenti scontri fra guelfi bianchi e neri sul ponte di Santa Trinita 1301 Carlo di Valois entra in Firenze: colpo di stato in favore dei Neri Dante, membro del Consiglio dei cento, non si trova in città al momento del colpo di stato 1302 Viene esiliato e poi con- dannato al rogo in contumacia 1302 Alleanza fra guelfi bianchi e ghibellini 1303 È a Forlì e poi a Verona Tu lascerai ogne cosa diletta più caramente; e questo è quello strale che l'arco de lo essilio pria saetta. Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. (Paradiso, XVII, 54-60)
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L’esilio Dante Alighieri Frederick Leighton, Dante in esilio, 1864 1304 Sconfitta dei guelfi bianchi alla Lastra1303 È a Forlì e poi a Verona 1304-06 È a Treviso, in Lunigiana, in Casentino, a Lucca 1312-13 Si reca a Verona 1318 Si trasferisce a Ravenna 1321 Muore di ritorno da un’ambasceria a Venezia 1308 Morte di Corso Donati a San Salvi 1312 Fallito assedio a Firenze di Arrigo VII 1315 Pisani e lucchesi, guidati da Uguccione della Faggiuola, sconfiggono i fiorentini a Montecatini 1309 Trasferimento ad Avignone della Santa sede Sotto la minaccia del ghibellino Uguccione, agli esuli fiorentini viene offerta l’amnistia a condizione di pagare un’ammenda e fare pubblico atto di sottomissione. Dante rifiuta sdegnosamente Dopo la sconfitta, Firenze conferma la sentenza di condanna a morte contro Dante
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Dante Alighieri L’opera VersiProsimetriProsa Libri di versiPoemi-poemetti Il fiore (prob. 1283-87)Il detto d’amore (1280 ca.) Rime (1283-1304 ca.)Commedia (1300-18) Vita nuova (prob. 1292-93) Convivio (prob. 1303-08) Egloghe (1319-20) Monarchia (1308 o 1311- 13 o 1318) TrattatiAltro De vulgari eloquentia (1303-04) Epistolae (1305-20) Corona di 232 sonetti che traducono passi scelti del Roman de la rose Raccolta delle principali rime dantesche realizzata dai moderni editori Poemetto di 480 settenari tratto in parte dal Roman de la rose Poema didascalico in terza rima suddiviso in tre cantiche, ciascuna di 33 canti più un proemio Due componimenti bucolici in lingua latina, facenti parte della corrispondenza con Giovanni del Virgilio Prosimetro composto da 31 liriche e da prose che commentano i testi e/o narrano episodi di vita Opera concepita come il commento in prosa a canzoni dottrinali in 15 libri, ma interrotta al quarto Trattato in latino progettato in IV libri, ma interrotto al cap. XIV del II libro Tredici lettere in latino, di cui l’ultima, a Cangrande della Scala, è di dubbia attribuzione Trattato latino in tre libri relativo alla polemica politico-giuridica sul rapporto tra Impero e Chiesa Dante fornisce una straordinaria sintesi della cultura medioevale e getta le basi per la letteratura dei secoli a venire Legittimazione del volgare fiorentino Sintesi ed evoluzione dell’etica medioevale Affermazione di un modello di intellettuale indipendente Nascita e superamento del Dolce stil novo
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Dante Alighieri Il Dolce stil novo Lirica cortese toscana Dolce stil novo Superamento dello Stilnovismo Lirica petrarchesca Fiore Detto d’amore Le prime Rime Rime Vita nuova Convivio Commedia – Liriche della Vita nuova – Liriche risalenti al periodo della Vita nuova – Tenzone con Forese Donati – Liriche allegoriche e dottrinali comprese le canzoni del Convivio – Rime della cosiddetta «pargoletta» – Rime petrose, ovvero dedicate a una donna detta Pietra – Rime sparse del periodo dell’esilio Fase guittoniana: rime difficili, tecnicismi, gallicismi, forte influenza dei modelli siciliani e provenzali Fase guinizzelliana: rime incentrate sull’amore salvifico della donna Fase cavalcantiana: rime incentrate sugli effetti paralizzanti dell’amore Incomincia a farsi strada una concezione diversa dell’amore, che da metaforico diventa sempre più reale (morte di Beatrice). L’amore per la donna diventa una manifestazione e un mezzo dell’amore per Dio Riconnettendosi in qualche modo al Dante della Vita nuova, la donna cantata da Petrarca è concreta presenza fisica, ma l’amore non è più mezzo di elevazione, bensì «errore» Scompare la donna come concreta presenza fisica: l’amore è trasfigurato nella ricerca della conoscenza Beatrice torna come presenza umana, ma l’amore è inteso ora come il mezzo per raggiungere Dio «...Ma dì s'i' veggio qui colui che fore trasse le nove rime, cominciando Donne ch'avete intelletto d'amore.» E io a lui: I'mi son un che, quando Amor mi spira, noto, e a quel modo ch'e' ditta dentro vo significando.» «O frate, issa vegg'io», diss'elli, «il nodo che 'l Notaro e Guittone e me ritenne di qua dal dolce stil novo ch'i' odo!... Io veggio ben come le vostre penne di retro al dittator sen vanno strette, che de le nostre certo non avvenne; e qual più a gradire oltre si mette, non vede più da l'uno a l'altro stilo»; e, quasi contentato, si tacette. (Purgatorio, XXIV, 49-57)
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Dante Alighieri La Vita nuova Dante Gabriel Rossetti, Il sogno di Dante alla morte di Beatrice, 1871 42 capitoletti comprendenti 31 testi poetici legati insieme da prose esplicative e/o narrative a formare una sorta di autobiografia esemplare attraverso l’esperienza d’amore Il titolo allude a un’esperienza assoluta che dà nuovi significati alla vita Tappe del percorso amoroso 1. Primo incontro di Beatrice a nove anni 2. Nove anni dopo: il saluto della donna 3. Sogno d’amore: il poeta sogna la donna che si ciba del suo cuore; scrive il suo primo sonetto 4. Scelta di un’altra donna «schermo de la veritade» 5. Beatrice, offesa, nega a Dante il proprio saluto 6. Confessione del poeta e scena del «gabbo» 7. Il poeta sceglie di lodare la propria donna Donne ch’avete intelletto d’amore 8. Pianto della donna e presagio della sua morte 9. Morte di Beatrice e «mirabile visione» Poesia dell’esperienza d’amore Poesia della «loda»Poesia come consolazionePoesia come ricerca di verità
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Dante Alighieri Il Convivio Dal latino convivium, “banchetto [di sapienza]”, come allegoria di un’offerta di “vivande” (le canzoni) che, accompagnate dal “pane” (il commento), possano essere più facilmente assimilate Caratteri Struttura Stile Progetto di 15 libri a commento di 14 canzoni di carattere allegorico-dottrinario; solo 4 ne vengono scritti Enciclopedismo medioevale Aristotelismo filtrato attraverso Tommaso d’Aquino Lingua volgare (scelta inedita in campo filosofico) dal carattere saldamente argomentativo Argomenti Spiegazione del titolo e annuncio del piano dell’opera Difesa da possibili attacchi con riferimenti alla biografia Motivi della scelta del volgare: per «liberalitade» e per «lo naturale amore della propria loquela» I diversi sensi della parola: letterale, allegorico, morale, anagogico Digressione sull’immortalità dell’anima e sulla struttura dei cieli Definizione dell’amore nei suoi diversi gradi Digressioni sul tempo e i movimenti celesti Rapporto tra aspirazione al sapere e limiti umani Definizione della nobiltà Approfondimento del concetto di autorità imperiale: ha origine divina ma deve essere supportata da sapienza filosofica Trattato I Trattato II Trattato III Trattato IV Senso morale: “quello che i lettori devono attentamente andare a cercare nelle scritture, a vantaggio di se stessi e dei loro allievi” Senso allegorico: un concetto viene espresso attraverso un’immagine, la cui interpretazione non è però emotiva ma razionale Senso anagogico: “quando si spiega secondo il significato spirituale una scrittura la quale, sebbene sia vera anche nel senso letterale, per quello che dice rappresenta le cose divine”
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Dante Alighieri Il De vulgari eloquentia Dante non fornisce alcun esempio del volgare genovese, ma afferma che: «se i genovesi, a causa di un’amnesia, perdessero la lettera z, dovrebbero o ammutolire completamente o rifarsi una nuova lingua» «Enter l’ora del vesper, ciò fu del mes d’ochiover» (“verso l’ora del Vespro, ciò accadde nel mese di ottobre”) «Per le plaghe di Dio tu no verras» (“per le piaghe di Dio, tu non verrai”) «Oclo meo, corada mia» (“occhio mio, cuore mio”) Fiorentino: «Manichiamo introcque che noi non facciamo altro» (“mangiamo, intanto che non facciamo altro”) Pisano: «Bene andonno li fatti de Fiorensa per Pisa» (“andarono bene per Pisa i fatti di Firenze”) Lucchese: «Fo voto a Dio ke in grassarra eie lo comuno de Lucca» (“Grazie a Dio, il comune di Lucca è nell’abbondanza”) Senese: «Onche renegata avess’io Siena, ch’ee chesto?» (“avessi rinnegato Siena! Che succede?”) Aretino: «Vuo’ tu venire ovelle?» (“vuoi venire da qualche parte?”) «Una fermena scopai de Cascioli, cita cita se ’n gìa ’n grande aina» (“incontrai un donna di Cascioli: se ne andava svelta svelta, in gran fretta”) «Chignamente state siate» (“come state…”) «Messure, quinto dici?» (“signore, che dici?”) «Bòlzera che chiangesse lo quatraro» (“vorrei he il ragazzo piangesse”) «Tragemi d’este focora se t’este a bolontate» (“toglimi da questi fuochi, se questa è la tua volontà”) «Domus nova, dominus meus» (“casa nuova, mio signore”) «Ces fas-tu?» (“che fai?”) “Sull’eloquenza del volgare”, trattato latino in quattro libri (solo due ne furono scritti) in favore della diffusione del volgare tra i dotti. Rappresenta il seguito della digressione linguistica contenuta nel Convivio, ma resta interrotto per il sopraggiungere della Commedia storia Contenuto Trecento Scarsissima diffusione (solo tre manoscritti) 1529 È scoperto e tradotto da Gian Giorgio Trissino, che lo usa in sostegno della sua teoria della lingua cortigiana 1577 Prima edizione a stampa in latino I libro II libro la repubblica degli scrittori naturalità del volgare breve storia delle lingue umane caratteristiche dei 14 volgari «del sì» ricerca del volgare illustre uso del volgare in poesia definizione della canzone stile comico, tragico, elegiaco cardinale aulico curiale
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La Monarchia Dante Alighieri La donazione di Costantino rappresentata in un affresco dell’Oratorio di San Silvestro a Roma Noto anche come De monarchia (leggi: “monàrchia”), è un trattato in latino suddiviso in tre libri, in cui Dante affronta di petto il problema del rapporto fra Impero e Chiesa Le ipotesi di datazione sono tre: Momenti in cui l’argomentazione è compassata, sui modi della filosofia scolastica 1311-13: come libello in favore dell’impresa di Arrigo VII 1308: come sviluppo delle riflessioni del Convivio 1318: in contemporanea con la stesura del Paradiso 1329 Alcuni manoscritti della Monarchia sono bruciati per ordine di un cardinale 1468 Volgarizzazione di Marsilio Ficino 1559 Prima edizione a stampa in ambiente protestante; viene inserita nell’Indice dei libri proibiti Momenti in cui il ritmo accelera in slanci di fervore ideologico Sviluppo degli argomenti dal generale al particolare Impostazione logica: sillogismo aristotelico Evidente influsso dell’averroismo Storia Datazione Stile Argomenti I libro: motivi a difesa della monarchia universale, per la pace e la concordia di tutti gli uomini. II libro: dimostrazione dell’origine divina dell’Impero romano III libro: a proposito del rapporto tra papato e impero illegittimità della donazione di Costantino contro la subordinazione dell’imperatore al papa complementarietà dei ruoli di papa e imperatore
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Dante Alighieri La Commedia L’aggettivo “divina” è di Boccaccio. Il titolo originale è Comedìa, ma nel corso dell’opera essa viene definita anche «poema sacro». La motivazione del titolo è contenuta dell’epistola a Cangrande: lo stile è vario e il finale è lieto, come nella classificazione medioevale dei generi letterari datazione Ipotesi leggendaria: inizio dell’Inferno nel 1302, al tempo dell’esilio di Dante Ipotesi più accreditata: Inferno: 1304-05/1306-07 – 1309 ca. Purgatorio: 1309 ca. – 1313 ca. Paradiso: 1316 ca. – 1321 struttura 3 cantiche terzine 33 canti ciascuna + 1 prologo 3 regni 3 3 10 100 canti modelli Inizio: 1300 “Visioni” dell’oltretomba Eneide di Virgilio Viaggi allegorici Libri della scala Tesoretto di Brunetto Latini impostazione allegoria simbolism o realismo Poi ch’èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta sì che ’l piè fermo sempre era ’l più basso. (Inferno, I, 29-31) Lettura allegorica: Dante tenta di superare il peccato Lettura realistica: Dante sta salendo su un colle
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Dante Alighieri L’Inferno Secondo la numerologia dantesca, i cerchi dell’Inferno sono 9, preceduti da un antinferno, che raccoglie gli ignavi Dopo il limbo, i gironi infernali sono distribuiti secondo la gravità della pena, crescente man mano che si scende verso il centro della terra Le anime dei dannati sono relegate per sempre nel girone che punisce la loro maggiore colpa, e ciò avviene secondo il criterio del contrappasso In analogia al carattere della colpa (i lussuriosi sono trascinati dal vento) In opposizione al carattere della colpa (i suicidi sono privati del controllo sul corpo) Esistono numerose simmetrie tra le varie parti dell’opera. La più vistosa è il contenuto politico del sesto canto di ciascuna cantica, secondo una progressione che da Firenze si estende all’Italia, per discutere infine dell’Impero Gustave Doré, Il lago Cocito, 1861-68, incisione Gli incontri tra Dante e i dannati suscitano profonde reazioni nell’uno e negli altri: sdegno, compassione, sorpresa ecc. Le anime restano impressionate dalla corporeità del visitatore Lo stile della cantica è improntato al criterio del realismo dantesco: varietà mimetica del registro linguistico e del lessico che si adattano alla materia bassa dell’inferno, ma sono pronti a repentine impennate verso l’elegiaco e il tragico quando la materia lo richieda
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Dante Alighieri Il Purgatorio La montagna del purgatorio si erge come un’isola in mezzo all’oceano, oltre le colonne d’Ercole. È stata creata dalla caduta di Lucifero, quando la terra si è ritratta formando la gola infernale Il sistema delle pene è strutturato in sette cerchi, ciascuno dei quali accoglie uno dei sette peccati capitali, determinati da un cattivo uso dell’intelletto. In questo caso la disposizione dei peccati è decrescente per gravità I gironi sono preceduti dall’antipurgatorio, in cui stanno coloro che sono morti scomunicati o che si sono pentiti in estremo: essi devono attendere un lungo periodo prima di iniziare l’ascesa del monte Non essendo condannati al supplizio eterno, ma essendo destinati all’ingresso in paradiso, i peccatori non risiedono in un unico cerchio, ma li attraversano tutti, sostando più o meno tempo in ciascuno a seconda di quanto in vita hanno commesso il peccato che vi è punito Il passaggio da un cerchio all’altro è supervisionato da un angelo che rappresenta la virtù contraria al peccato punito nel girone Gustave Doré, Purgatorio, canto II, 1861-68, incisione L’espiazione delle anime è regolata dalla dimensione temporale: Dante fornisce sempre indicazioni cronologiche molto dettagliate, anche perché – a differenza che nell’Inferno – qui condivide con le anime il percorso di redenzione Lo stile del Purgatorio è stato definito “elegiaco”: la lingua si conforma mimeticamente alla materia, che si fa più nobile. Il ritmo si distende, il lessico s’innalza, la sintassi si fa più ampia e articolata, le immagini si rarefanno
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Dante Alighieri Il Paradiso Il paradiso è organizzato in nove cieli, oltre i quali c’è l’empireo, sede di Dio e dei beati. Nove sono anche le gerarchie angeliche Le anime dei beati non sono disposte in sedi differenti, ma tutte raccolte nell’empireo, entro una «candida rosa», dove godono la luce di Dio. È per essere visibili a Dante, che esse appaiono in cieli differenti, a seconda della loro principale virtù. Gustave Doré, Paradiso, canto XXXI, 1861-68, incisione Il Paradiso è stato definito la “poesia dell’impossibile”, perché Dante si misura costantemente con la sua incapacità di dire e di rappresentare ciò che è incorporeo, perfetto, assoluto Conformandosi ancora una volta alla materia, lo stile è «sublime». Ciò non riguarda solo la scelta lessicale e la selezione delle immagini, ma soprattutto le modalità della rappresentazione, che si fa astratta, con frequenti digressioni dottrinarie, a discapito del cosiddetto “realismo” che aveva caratterizzato le prime due cantiche
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