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Abaco “L’abaco procura un’esperienza multisensoriale; infatti l’abacista vede muoversi le palline, le sente tintinnare quando urtano una contro l’altra,

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Presentazione sul tema: "Abaco “L’abaco procura un’esperienza multisensoriale; infatti l’abacista vede muoversi le palline, le sente tintinnare quando urtano una contro l’altra,"— Transcript della presentazione:

1 Abaco “L’abaco procura un’esperienza multisensoriale; infatti l’abacista vede muoversi le palline, le sente tintinnare quando urtano una contro l’altra, e le percepisce nel suo insieme. Sicuramente non esiste un altro calcolatore digitale che abbia un’attendibilità così alta in proporzione al basso costo di acquisto e di manutenzione”. Martin Gardner

2 IL TERMINE: ABACO Abaco deriva dal latino abacus e questa dalla parola greca abaks che significa “tavolo” e che deriva probabilmente, a sua volta, dalla parola semitica abaq che vuol dire proprio “sabbia” o “polvere”. Gli abachi più antichi erano tavoli ricoperti da un sottile strato di sabbia sui quali con uno stilo si segnavano i calcoli. Uno degli abachi più antichi, ritenuto erroneamente, all’inizio, un tavolo da gioco, è quello ritrovato nell’isola di Salamina, simile a quelli usati successivamente anche dai romani e fino al medioevo. “Il tavolo di Salamina”, Un rettangolo di marmo, di circa 149 x 75 centimetri è l’unico tavolo di calcolo di origine greca.

3 L’ABACO E’… L'abaco è il più semplice e il più antico strumento di calcolo, utilizzato come ausilio per effettuare operazioni matematiche.

4 LA STORIA L'abaco fu in uso in Europa a partire dai periodi degli antichi greci e romani e fino al XVII secolo. Anche presso i popoli orientali (Cina, Giappone) erano in uso attrezzi simili; ancora nella seconda metà del XX secolo molti negozianti giapponesi utilizzavano un abaco per fare i conti. Il primo abaco di cui abbiamo notizia risale alla Babilonia del 300 a.C. Evoluzione dell'abaco è il pallottoliere, che compare verso il 1200 d.C, perfezionato dai romani che crearono così il primo calcolatore tascabile. Fu usato fino al Medioevo in tutta l'Europa e fino ai nostri giorni in alcune regioni dell'Oriente.

5 COME E’ FATTO L’ABACO… Un abaco è costituito da una tavoletta con delle scanalature parallele, che convenzionalmente indicano le unità, le decine, le centinaia e così via. Ogni scanalatura contiene pietruzze o oggetti mobili con i quali vengono eseguiti i calcoli.

6 IL TERMINE: SOROBAN (l’abaco giapponese) Nell'abaco giapponese la scanalatura è doppia: la parte inferiore contiene quattro oggetti e quella superiore uno solo, facendo sì che le operazioni ricordino in un certo senso quelle con i numeri romani.

7 E' un tipo di pallottoriere tradizionale giapponese per contare, fatto di molti bastoncini con 7 palline scorrevoli in fila nel rettangolo di legno. Si calcola facendo muovere le palline con il pollice e il indice. SOROBAN

8 IL TERMINE: QUIPU (l’abaco inca) I Quipu (o khipu ) erano strumenti di supporto per la memoria usati dagli Inca e dalle civiltà precedenti nella regione andina. Un quipu solitamente consiste di corde di cotone colorate annodate in più punti che esprimono valori numerici (o di altro tipo) in un sistema posizionale decimale. I Quipu possono avere solo poche corde, ma alcuni arrivano addirittura ad averne circa 2000.

9 PER COSA SI USA Gli usi principali dei quipu finora conosciuti sono: conteggi per il censo, notazione delle tasse, conteggio degli articoli comprati o venduti dati numerici di base. Gli amministratori Inca sembravano essere i principali utilizzatori dei quipu, usandoli come un modo per tenere traccia delle loro risorse, ad esempio bestiame e prodotti agricoli.

10 COME SI USA Da una corda principale, lunga circa 50 cm, pendevano diverse cordicelle colorate, un po’ più corte, sulle quali si facevano i nodi. All’estremità inferiore della corda si ponevano le unità, sopra le quali si trovavano le decine e via via, più in alto, le unità superiori, sempre più vicine alla corda principale. Su quest’ultima si trovavano i nodi che rappresentavano la somma dei numeri segnati sulle varie cordicelle appese.

11 E OGGI? Se fosse vero, non potrebbero essere considerati forme di scrittura ma piuttosto uno strumento di appoggio per la memoria. Molti storici, comunque, hanno tentato di decifrare i nodi dei quipu come un linguaggio dato che il Tahuantinsuyu era un Impero di grande potenza prima della sua conquista da parte della Spagna; se si conoscesse meglio il punto di vista inca della storia, si scoprirebbe un collegamento con il passato completamente sconosciuto. Ad oggi sono rimasti solamente 600 quipu. La maggior parte degli usi dei quipu sono continuati negli altopiani peruviani. Alcuni storici credono che solamente i Quipucamayoc che hanno costruito uno specifico quipu possano leggerlo.


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