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PubblicatoTaddeo Tucci Modificato 8 anni fa
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(1903-1914) L’ETÀ GIOLITTIANA
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UN GIUDIZIO COMPLESSIVO Periodo decisivo, pieno di progressi Le incoerenze esplosero tutte insieme dopo la prima guerra mondiale
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GLI ASPETTI POSITIVI Forte crescita economica (1895-1903; poi fino al 1907 con minore intensità) Buona crescita del grado di libertà interna (libertà di organizzazione sindacale, effettiva libertà di stampa; legislazione sociale più avanzata) Buona crescita delle libertà politiche (suffragio universale nel 1912; cattolici e socialisti non più considerati come «nemici assoluti») Discreta crescita del prestigio internazionale
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GLI ASPETTI NEGATIVI Aggravarsi del DUALISMO Nord-Sud Frequente ricorso a PRATICHE CLIENTELAR I per pilotare le elezioni Discredito della funzione parlamentare (Giolitti governa con una maggioranza “a lui fedele” e non a un partito o a un ideale politico) Politica estera non sempre coerente Non si supera la SINDROME della cittadella occupata
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GLI STORICI DEL PASSATO Benedetto Croce: giudizio del tutto positivo (fu il periodo nel quale meglio si attuò l’idea di un governo liberale) Gaetano Salvemini: Riconosce il molti passi in avanti fatti; rimangono però troppi e troppo gravi ritardi: in particolare l’autoritarismo delle élite politiche Giolitti apre la strada a Mussolini Gioacchino Volpe: giudizio molto critico sulla classe dirigente liberale e su Giolitti Rimprovera a Giolitti l’eccessiva timidezza e la non sintonia con le aspirazioni della borghesia italiana
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GIOLITTI E IL «GIOLITTISMO» il giolittismo è un sistema di potere, che va al di là dello stesso Giolitti e coinvolge l’intera classe politica l’età giolittiana è un periodo storico, tutt’altro che unitario e omogeneo
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IL PERIODO GIOLITTIANO, 3 FASI: La NUOVA POLITICA LIBERALE (1901-1903) La STABILIZZAZIONE MODERATA (1904-1911) La CRISI DEL SISTEMA (1912-1914)
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I MOTIVI DELLA CRISI DI FINE SECOLO NB: crisi non solo italiana (es. Francia di Boulanger e di Dreyfuss; Gran Bretagna con la crisi sull’abolizione del Senato) Essenza della crisi: difficoltà delle classi dirigenti di mantenere fede alle proprie convinzioni liberali di fronte al fenomeno dell'organizzazione delle classi subalterne Tentazioni autoritarie : dilemma se adottare la repressione o procedere nel processo di integrazione nel sistema politico Gen. Georges Boulanger
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GLI SPECIFICI PROBLEMI ITALIANI
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La sconfitta di Adua, marzo 1896 1
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LA SCONFITTA DI ADUA (1896) E IL FALLIMENTO DEL PROGETTO CRISPINO 1895 dicembre : truppe etiopiche attaccano i presidi italiani e minacciano la colonia dell’Eritrea Trattative per annullare il trattato di Uccialli (1889) il governo Crispi vuole però una vittoria militare e impone al generale Baratieri di ingaggiare battaglia Piano di battaglia complesso, con contingente italiano (17.800 uomini) diviso in quattro colonne 1.Mancano mappe aggiornate del territorio 2.Scarso equipaggiamento (fucili vecchi, scarse scorte, ecc. ) 3.Coscienza della forza numerica dei nemici (si pensa a ca. 30-40.000, invece sono tra i 100-120.000) Perdite italiane: tra i 6.000 e i 7.000 morti (oltre a circa 3.000 prigionieri) ; Perdite etiopiche che si aggirano tra i 4.000 e i 7.000 morti Gen. Oreste Baratieri
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LA REAZIONE IN ITALIA 2 marzo 1896: Baratieri telegrafa a Crispi e l’Italia viene a sapere del disastro Manifestazioni e proteste di piazza contro la politica coloniale 5 marzo 1896: Crispi rassegna le dimissioni da Presidente del Consiglio, sostituito da Rudini Fallimento del progetto di «inserimento passivo» delle masse nello Stato attraverso la diffusione di un forte nazionalismo popolare
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FASE PIÙ ACUTA DELLA CRISI AGRARIA 1873 : inizia la crisi agraria Aumento della produzione non sostenuto da un'adeguata domanda, emergere di nuove potenze nella produzione agricola (Stati Uniti, Australia e Argentina) Caduta dei prezzi e forte concorrenza (evoluzione dei trasporti che abbattono i prezzi); in rovina migliaia di contadini e si accresce la dipendenza europea dalla produzione agricola d'oltreoceano Conseguenze: 1.Innalzamento delle barriere doganali 2.Forte interventismo statale (commesse pubbliche) 3.Creazione di monopoli, tanto privati quanto pubblici (per mantenere alti i livelli dei prezzi) 4.Incremento delle spinte colonialiste 1882-1885: moto della Boje, nel mantovano e nel Polesine 1.EMIGRAZIONE 2.PASSIVITA’ 3.RESISTENZA ATTRAVERSO L’ORGANIZZAZIONE SINDACALE E POLITICA 2.
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OSTILITÀ LIBERALE VERSO L’ORGANIZZAZIONE DEI CETI INFERIORI 3.
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USCIRE DALLA CRISI DI FINE SECOLO 1898 MAGGIO: moti a Milano, Bava Beccaris spara sulla folla 1900, 3-10 GIUGNO: Pelloux perde le elezioni 1900, 24 GIUGNO: governo Saracco 1900, 29 LUGLIO: assassinio di UMBERTO I 1900, 16 SETTEMBRE: “QUID AGENDUM” di Sonnino 1900, 23 SETTEMBRE : il “programma” di Giolitti 1900, DICEMBRE: sciopero a Genova 1901, GENNAIO: discorso di Giolitti
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IL PROGRAMMA DI GIOLITTI Pochi punti, ma realizzabili: -revisione del sistema fiscale, -abolizione delle imposte sui consumi di prima necessità Obiettivo: realizzare un compromesso sociale e politico tra borghesia liberale e sinistra riformista NOTA BENE: il nodo del rapporto da instaurare tra Stato e masse estranee alla tradizione risorgimentale è affrontato in modo totalmente differente rispetto a Sonnino
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GIOVANNI GIOLITTI (1842-1928) Orfano di padre, brillante studente Rapidissima carriera amministrativa (1862-1882) Carriera parlamentare, dal 1882 è deputato Ministro del tesoro nel 1889-1890 Presidente del Consiglio, dal maggio 1892 al dicembre 1893
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LA NUOVA POLITICA LIBERALE 1901-1903 1. Progetto di riforma fiscale di Leone Wollemberg (soppressione del dazio di consumo su farine, pane, pasta, l’aumento dell’imposizione diretta e l’introduzione dell’imposta progressiva sulle successioni) 2. Nuova politica di neutralità dello Stato nei conflitti di lavoro (grande ondata di scioperi, grandi risultati ottenuti dai lavoratori organizzati; grande rafforzamento delle organizzazioni dei lavoratori) 3. Politica di riforme sociali
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LA STABILIZZAZIONE MODERATA (1904-1912)
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IL «SARTO» DELLA NUOVA ITALIA Rifiuto socialista di entrare nell’area di governo (la base «non lo capirebbe») Nasce il «partitone giolittiano» 1. Giolitti si risolve a costruire una maggioranza con metodi trasformistici («chiunque vuol starci») 2. corteggiamento nei confronti dei cattolici
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LA FORTE CRESCITA ECONOMICA Precondizioni internazionali 1. Generale rialzo dei prezzi 2. Maggiore disponibilità di capitali (grazie alle banche miste) 3. Nuove risorse tecniche e amministrative (energia idroelettrica, concimazione chimica, consorzi, ecc.) Precondizioni interne 1. Infrastrutture completate, creazione di un vero mercato interno nazionale 2. Sistemazione e regolamentazione degli istituti di emissione (dopo lo scandalo della Banca Romana) 3. Risanamento del bilancio (anche grazie alle rimesse degli emigranti) 4. Protezionismo
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INFRASTRUTTURE STATIZZAZIONE DELLE FERROVIE, progetto presentato nel 1904 Nb: 1.bilancio negativo di Mediterranea, Sicula e Meridionali; 2.disagiate condizioni dei ferrovieri; 3.stato del materiale scadente, scarsa cura per il rinnovo tecnico, pressioni dell’industria meccanica nazionale Delicato passaggio parlamentare affidato ad ALESSANDRO FORTIS Altre infrastrutture: 1.Acquedotto pugliese (1906-1915) 2.Traforo del Sempione (1906) 3.Bonifica delle zone di Ferrara e Rovigo 4.Creazione dell’ILVA (1905) Alessandro Fortis
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REGOLAMENTAZIONE SISTEMA FINANZIARIO GIUGNO 1906, CONVERSIONE DELLA RENDITA, (RIDUZIONE DEGLI INTERESSI SUL DEBITO PUBBLICO) PRECONDIZIONI: 1.Situazione economica internazionale favorevole; 2.Solidità del bilancio statale, 3.Parità lira-oro; 4.Fiducia di cui gode il paese all’estero La rendita è convertita dal 4% al 3,5% 1907: salvata la Società bancaria italiana Affermazione del primato della Banca d’Italia come unico ente di emissione e come banca regolatrice del sistema finanziario
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PROTEZIONISMO settori privilegiati: siderurgia, cotonieri, zuccherifici Problemi: -crea pericolosi legami tra Stato e privati -crea forte divisioni nella classe politica e un acceso dibattito sulla sua utilità tentativo di limitare i maggiori monopoli Legge sulle convenzioni marittime, 1908 (colpisce la Società di Navigazione Generale) Legge sul monopolio statale sulle assicurazioni sulla vita (INA), 1912
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LIMITE MAGGIORE POLITICA ECONOMICA SETTENTRIONALISTA PERCHE’ FAVORISCE I SETTORI PIU’ DINAMICI (che sono nel Triangolo industriale) AL SUD RIMANE LA LEGISLAZIONE SPECIALE (però disorganica e incapace di agire realmente come motore)
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NOTA BENE: Abbiamo a che fare con un riformismo dei piccoli passi, che interviene solo nei punti di minore resistenza ed evita di affrontare le questioni di fondo
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ANTIGIOLITTISMO E ANTIPARLAMENTARSMO NEL PAESE CRESCE L’INSOFFERENZA PER I SUOI METODI, PER IL SUO PRAGMATISMO (CLIMA IDEALISTA) E PER L’INFLUENZA DELETERIE CHE IL TRASFORMISMO HA SUI PARTITI
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ANTIPARLAMENTARISMO quasi uno stato d’animo, che proviene dall’amarezza per una realtà che era troppo diversa da quella sperata l’antiparlamentarismo non è ostilità nei confronti all’istituto quanto piuttosto ostilità alla degenerazione dell’istituto Anni ‘80-90: Il protagonismo dei letterati -Ferdinando Petruccelli della Gattina, I moribondi di Palazzo Carignano (1862); -Matilde Serao, La conquista di Roma (1885); -Federico de Roberto, I Vicerè (1894); -Gabriele D’Annunzio, Le vergini delle rocce (1895) Il protagonismo degli scienziati sociali: Sergi, Morasso, Sighele; Lombroso, Ferrero, Morselli Il protagonismo degli scienziati politici e dei costituzionalisti: Giorgio Arcoleo, Gaetano Mosca e Vittorio Emanuele Orlando
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SOCIALISTI E CATTOLICI GIOLITTI E I PARTITI «ANTISISTEMA»
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I SOCIALISTI 1892: nascita del PSI, guidato da Filippo Turati Partito fortemente imbevuto di positivismo ottocentesco (la radicale trasformazione del sistema economico-sociale e politico avverrà automaticamente, in modo pressoché automatico ed indolore) Articolata rete di associazioni (cooperative, sindacati, case del popolo, ecc.) Forte prestigio conquistato nella crisi di fine secolo e nei primi anni del 900 Forte dialettica interna tra «riformisti» e «massimalisti» (1904-1906: la direzione è dei sindacalisti rivoluzionari; nel 1913 la direzione è conquistata dai massimalisti) 1912: rottura definitiva con Giolitti per la guerra di Libia, espulsione dell’ala «destra» (Bonomi, Bissolati e Cabrini)
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I CATTOLICI 1864: enciclica Quanta cura, con annesso Sillabo Obiettivo: riconquistare l’Italia facendo perno sul «paese reale» (cattolico, tradizionalista, contadino, ecc.) 1874: nasce l’ Opera dei Congressi 1891: enciclica Rerum novarum di Leone XIII ( legittima il grande attivismo cattolico anche nel settore della mutualità, del cooperativismo e del credito) Fratture interne legate alla corrente «modernista» (Romolo Murri come esponente di spicco; reclama un atteggiamento più coraggioso con la società contemporanea, finalizzato al rinnovamento spirituale di questa ultima) Atteggiamento intransigente delle gerarchie cattoliche (1904: scioglimento dell’Opera dei Congressi da parte di Pio X )
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GIOLITTI E I CATTOLICI Dato di fondo: l’avvicinamento progressivo avviene 1.prima sul piano locale (fin dal 1888, nelle elezioni amministrative) 2.sul terreno della comune ideologia antisocialista 1898: shock cattolico per gli arresti 1904 : enciclica Il fermo proposito (in vista delle elezioni politiche del novembre di quell'anno Pio X autorizzò per le prima volta i cattolici a prendervi parte) 1909: il non expedit viene sospeso nei collegi a rischio vittoria socialista 1912 : GUERRA DI LIBIA e SUFFRAGIO UNIVERSALE. In occasione delle elezioni a suffragio universale si stipula il Patto Gentiloni
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LA POLITICA ESTERA Quadro generale : fine del sistema bismarckiano e formarsi di due blocchi contrapposti 1896: accordo con la Francia sulla Tunisia (fine della guerra commerciale) 1902: accordi con Francia e Gran Bretagna, che riconoscono le aspirazioni italiane sulla Libia 1903: scontri a Innsbruck tra studenti italiani e austriaci (irredentismo molto forte) 1908: avvicinamento tra Italia e Russia (conseguenza dell’annessione austriaca della Bosnia) CHIARI GLI OBIETTIVI: 1.Mantenimento dello status quo nel Mediterraneo 2.Riconoscimento delle mire italiane sulla Libia
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LA CRISI DEL SISTEMA (1912-1914) Influenza della cultura, massicciamente antigiolittiana Congiuntura economica negativa, che favorisce la radicalizzazione del PSI e degli imprenditori Guerra di Libia (allontana definitivamente il PSI) Impossibilità della «macchina pubblica amministrativa» di continuare a fungere da «camera di compensazione» Risultati delle elezioni del 1913 Indisponibilità dei cattolici a «portare acqua» ai liberali Indisponibilità liberale nei confronti della «forma partito» moderna
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