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PubblicatoRenata Di Martino Modificato 8 anni fa
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LEEMORRAGIE fuoriuscita di sangue da uno o più vasi
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perfusione La perfusione del sangue è essenziale per la vita dei tessuti e quando per ragioni diverse essa diminuisce o viene del tutto a mancare si determina una grave sofferenza delle cellule che costituiscono i tessuti sino ad arrivare in alcuni casi alla loro necrosi. MOLTO SENSIBILI ALLA MANCANZA DEL FLUSSO SANGUIGNO SONO LE CELLULE DEI TESSUTI NERVOSOCARDIACO
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QUANDO UN ADULTO SANO ARRIVA A PERDERE META’ DEL PROPRIO VOLUME SANGUIGNO SI VERIFICANO GRAVI SCOMPENSI IN GRADO DI DETERMINARNE LA MORTE TUTTI I VASI SANGUIGNI POSSONO DETERMINARE EMORRAGIE EMORRAGIA ARTERIOSA EMORRAGIA VENOSA EMORRAGIA CAPILLARE
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GRAVITA’ DI UN’EMORRAGIA QUANTITA’ DI SANGUE PERDUTO RAPIDITA’ DELLA PERDITA GRAVE STATO DI SHOCK
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Emorragie esterneEmorragie esterne Emorragie interneEmorragie interne Emorragie interne esteriorizzateEmorragie interne esteriorizzate CLASSIFICAZIONE DELLE EMORRAGIE
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EMORRAGIE ESTERNE SONO LA DIRETTA CONSEGUENZA DI UN TRAUMA DELLA CUTE POSSONO ESSERE PIU’ O MENO GRAVI IL PRIMO SOCCORSO DEVE SEMPRE ESSERE LA COMPRESSIONE MANUALE DIRETTA SULLA FERITA IL PRIMO SOCCORSO DEVE SEMPRE ESSERE LA COMPRESSIONE MANUALE DIRETTA SULLA FERITA
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QUANDO È POSSIBILE È UTILE ASSOCIARE LA COMPRESSIONE DELLA FERITA AL SOLLEVAMENTO DELL’ARTO
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SOLAMENTE SE LA COMPRESSIONE DIRETTA SULLA FERITA NON HA DATO RISULTATI SI PUÒ RICORRERE AD ALTRI METODI DI ARRESTO DELL’EMORRAGIA STOP
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BENDAGGIO COMPRESSIVO
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PUNTI DI COMPRESSIONE A DISTANZA METODO DI ARRESTO DELLE EMORRAGIE PER MEZZO DELLA COMPRESSIONE, DI UN ARTERIA CONTRO UN PIANO OSSEO LA COMPRESSIONE DEVE ESSERE EFFETTUATE IN UN PUNTO POSTO A MONTE DELLA FERITA
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Arteria succlavia: per emorragie della spalla; comprimere con la punta delle dita dietro alla clavicola, spingendo l'arteria succlavia in basso sulla prima costa. Arteria ascellare: per emorragie del braccio (dalla spalla al gomito); comprimere con i due pollici paralleli al centro dell'ascella abbracciando con le altre dita incrociate la spalla.
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Arteria omerale: per emorragie della parte finale del braccio e del gomito; sollevare il più possibile il braccio dell'infortunato mentre con le dita lunghe si comprime sulla faccia interna del braccio, a metà altezza, sotto al muscolo bicipite, comprimendo l'arteria omerale sull'omero. Arteria poplitea: per emorragie della gamba (dal ginocchio alla caviglia) e del piede; simile alla compressione dell'arteria ascellare ed omerale del gomito. Premere con i pollici paralleli all'interno della piega del ginocchio abbracciando contemporaneamente con le altre dita incrociate il ginocchio stesso. La compressione digitale a distanza va mantenuta fino all'arrivo del personale specializzato.
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Arteria femorale: per emorragie della coscia; premere con tutto il peso del corpo, con il pungo chiuso ed il braccio teso nella piega inguinale, mantenendo le dita parallele alla piega ed il braccio teso in direzione del bacino e non perpendicolarmente al terreno.
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CarotideCarotide SucclaviaSucclavia AscellareAscellare OmeraleOmerale Femorale inguineFemorale inguine Femorale interno cosciaFemorale interno coscia PopliteaPoplitea PRINCIPALI PUNTI DI EMERSIONE DELLE ARTERIE (POLSI)
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APPLICAZIONE DEL LACCIO EMOSTATICO L’APPLICAZIONE DI UN LACCIO EMOSTATICO DEVE AVVENIRE QUANDO TUTTI GLI ALTRI METODI DI ARRESTO DELL’EMORRAGIA NON HANNO DATO ESITO POSITIVO ATTENZIONE !!!
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L’APPLICAZIONE DEL LACCIO DETERMINA L’INTERRUZIONE DI IRRORAZIONE SANGUIGNA AI TESSUTI SOTTOSTANTI L'USO DEL LACCIO DEVE ESSERE SEMPRE BEN MEDITATO, NON DEVE MAI ESSERE PRESO CON LEGGEREZZA, MA SOPRATTUTTO LO SI DEVE USARE COME "ULTIMO ED ESTREMO RIMEDIO" INOLTRE UN LACCIO TROPPO STRETTO O FATTO CON CORDE O LACCI SOTTILI PUÒ LESIONARE I TESSUTI SU CUI ESERCITA LA COMPRESSIONE
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PUNTI DI APPLICAZIONE DEL LACCIO EMOSTATICO il laccio va posto solamente a quelle porzioni di arto che includono un osso singolo (ad esempio nel braccio a livello dell'omero e nella coscia a livello del femore) in quanto dove sono presenti due ossa l'arteria può scorrere tra di esse.
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EMORRAGIE INTERNE ESTERIORIZZATE L’EMORRAGIA SI VERIFICA ALL’INTERNO DELL’ORGANISMO E IL SANGUE FUORIESCE ALL’ESTERNO ATTRAVERSO UN ORIFIZIO NATURALE ecc… epistassi otorragia enterorragia ematemesi ematuria metrorragia
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Epistassi Posizione eretta Testa flessa in avanti Compressione a piatto sulle parti molli Mantenere per almeno 5 minuti Ghiaccio
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EMORRAGIE INTERNE Emorragie interne semplici ECCHIMOSI EMATOMI Emorragie interne gravi PERDITE DI SANGUE IN CAVITA’ Causate dalla rottura di uno o più vasi o di organi all’interno di cavità: TORACICA ADDOMINALECRANICA
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senso di debolezza; senso di debolezza; iniziale tachicardia; iniziale tachicardia; respiro superficiale e affannoso; respiro superficiale e affannoso; calo della pressione arteriosa; calo della pressione arteriosa; pallore; pallore; sudorazione; sudorazione; vertigini; vertigini; nausea; nausea; freddo; freddo; sete; sete; perdita di coscienza; perdita di coscienza; EMORRAGIE INTERNE
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Tranquillizzare il paziente; Identificazione se possibile della sede emorragica; Misure di arresto emorragico (se applicabili); Monitoraggio parametri vitali del paziente; Posizione anti shock; Coprire il paziente; Allertamento soccorsi; Se il paziente perde coscienza e smette di respirare applicare la sequenza del B.L.S. EMORRAGIE INTERNE
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POSIZIONE ANTISHOCK
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conclusioni LA MIGLIORE MANOVRA PER TENTARE L’ARRESTO E/O IL CONTROLLO DI UN EMORRAGIA ESTERNA E’ LA COMPRESSIONE DIRETTA SULLA SEDE DELLA FERITA GLI ALTRI METODI SONO DA METTERSI IN ATTO CON LE DOVUTE CAUTELE SOLO DOPO AVERE VERIFICATO L’INSUCCESSO DELLA COMPRESSIONE DIRETTA IN CASO DI SOSPETTA EMORRAGIA INTERNA L’APPROCCIO MIGLIORE E’ IL RAPIDO ALLERTAMENTO DEL 118 E LA POSIZIONE ANTISHOCK
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I MORSI DI ANIMALI
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MORSI DI ANIMALI Lacerando la pelle si favorisce l’ingresso di: GERMI – infezioni, tetano e rabbia; GERMI – infezioni, tetano e rabbia; VELENI – degenerazione dello stato complessivo della salute dell’infortunato VELENI – degenerazione dello stato complessivo della salute dell’infortunato POSSIBILI CONSEGUENZE DEI MORSI: DANNO AI TESSUTI che deriva dalla lacerazione della cute DANNO AI TESSUTI che deriva dalla lacerazione della cute PERICOLO che si sviluppino INFEZIONI nel punto della lesione; PERICOLO che si sviluppino INFEZIONI nel punto della lesione; NELLA BOCCA DI TUTTI GLI ANIMALI (UOMO INCLUSO) SONO PRESENTI DEI GERMI
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Il morso del cane non è velenoso, ma può causare danni per emorragia o lesioni di strutture vitali, può inoltre causare infezioni locali e trasmettere il virus della Rabbia. MORSO DI CANE lavare, lavare, disinfettare la ferita, disinfettare la ferita, medicare medicare inviare il ferito dal medico per gli accertamenti inviare il ferito dal medico per gli accertamenti
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LE CONSIDERAZIONI FATTE PRECEDENTEMENTE PER I MORSI DI CANE VALGONO ANCHE PER I GRAFFI E I MORSI DEI GATTI E DEGLI ALTRI MAMMIFERI DOMESTICI
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Il MORSO di un MAMMIFERO (gatti, topi, volpi, lupi, ovini, equini…) può trasmettere la rabbia un virus che si trasmette con la saliva LA RABBIA la rabbia può causare la MORTE. Gli animali ammalati di rabbia sono agitati con tendenza a mordere e a fuggire. IL VIRUS HA UN’INCUBAZIONE MOLTO LUNGA TRA LE 3 E LE 12 SETTIMANE E COLPISCE IL SISTEMA NERVOSO
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Iniettano nella cute sostanze irritanti non mortali ma bisogna sempre considerare il rapporto dose di veleno/peso corporeo (es. bimbo) e la zona colpita TOSSINE – irritazione locale cutanea. VELENI – degenerazione dello stato complessivo della salute dell’infortunato. PUNTURE D’INSETTI PUNTURE D’INSETTI Alterazione dello stato di coscienza Alterazione dello stato di coscienza Irritazione cutanea locale Irritazione cutanea locale Brividi, febbre Brividi, febbre Nausea … Nausea …
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LE PUNTURE D’INSETTI API, VESPE e CALABRONI iniettato il veleno. La pericolosità di queste punture è ridotta, ma può esserci rischio di vita nei casi: INDIVIDUO INTOLLERANTE AL VELENO INDIVIDUO INTOLLERANTE AL VELENO : cute arrossata, prurito, edema locale, orticaria. Casi più gravi portano all’edema della glottide e allo shock anafilattico. ELEVATA QUANTITA’ DI VELENO ELEVATA QUANTITA’ DI VELENO (punture multiple) : cefalea, febbre, nausea, crampi, gonfiori diffusi, difficoltà respiratorie, perdita di coscienza. POSIZIONE DELLA PUNTURA POSIZIONE DELLA PUNTURA (in bocca o in gola) : edema locale con ostruzione delle vie respiratorie.
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Lavare la zona con acqua e se possibile con ammoniaca diluita. Lavare la zona con acqua e se possibile con ammoniaca diluita. In caso di punture multiple chiamare URGENTEMENTE il 118 e controllare le funzioni vitali … se necessario iniziare le manovre di BLS. In caso di punture multiple chiamare URGENTEMENTE il 118 e controllare le funzioni vitali … se necessario iniziare le manovre di BLS. Togliere eventuali gioielli dall’arto colpito in previsione di una possibile tumefazione dell’area. Togliere eventuali gioielli dall’arto colpito in previsione di una possibile tumefazione dell’area. Asportare dolcemente il pungiglione raschiandolo con una lama poco tagliente e non estraendolo a strappo per non rompere il sacchetto del veleno collegato ad esso. Asportare dolcemente il pungiglione raschiandolo con una lama poco tagliente e non estraendolo a strappo per non rompere il sacchetto del veleno collegato ad esso. LE PUNTURE D’INSETTI
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LE PUNTURE DELLE ZECCHE La ZECCA non è un insetto ma un acaro. Si nutre del sangue degli animali domestici: da questi passa all’uomo. La puntura è indolore e non si avverte neanche quando il parassita sta succhiando il sangue. Le zecche hanno un pungiglione a rostro, per staccarla coprirla con un batuffolo imbevuto di alcool (non vive senza ossigeno), non schiacciarla ma bruciarla, per non disperdere le uova nell’ambiente. Le zecche hanno un pungiglione a rostro, per staccarla coprirla con un batuffolo imbevuto di alcool (non vive senza ossigeno), non schiacciarla ma bruciarla, per non disperdere le uova nell’ambiente. Disinfettare la zona Disinfettare la zona Monitorare per i giorni seguenti Monitorare per i giorni seguenti In caso di febbre consultare il medico In caso di febbre consultare il medico
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MORSI DI SERPENTE La testa e la coda sono le parti del corpo che permettono di differenziare il rettile. I COLUBRIDI (non velenosi) hanno testa poco distinta dal tronco, affusolata, ricoperta da squame grosse disposte simmetricamente, occhi grandi con pupilla rotonda; la coda è lunga ed affusolata. I VIPERIDI (velenosi) hanno testa grande, piatta, triangolare (allargata posteriormente), rivestita da squame di regola piccole disposte irregolarmente, occhi grandi con pupilla verticale molto ellittica; la coda è corta e tozza.
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PREVENZIONE: nei luoghi a rischio: utilizzare un abbigliamento corretto (scarpe da montagna, calze, pantaloni lunghi), porre attenzione a dove si mettono le mani senza protezione. VIPERABISCIA
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IL MORSO DELLA VIPERA Difficilmente è letale perché il veleno iniettato, pur essendo mortale, è in quantità insufficiente a produrre danni all’uomo in buone condizioni fisiche. Il veleno passa subito nelle vie linfatiche e solo dopo un certo periodo arriva nel sangue (pericolosi sono i morsi vascolari, alla testa e al collo, sono più sensibili i bambini, gli anziani e le persone debilitate). dolore acuto e arrossamento nel punto di morsicatura dolore acuto e arrossamento nel punto di morsicatura edema e colorazione bluastra della cute. edema e colorazione bluastra della cute. cefalea, vertigini, agitazione. cefalea, vertigini, agitazione. pallore progressivo, pallore progressivo, sete intensa, sete intensa, vomito, diarrea, vomito, diarrea, crampi muscolari, crampi muscolari, paralisi respiratoria e collasso cardio-circolatorio. paralisi respiratoria e collasso cardio-circolatorio.
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Tranquillizzare la vittima Porla in posizione di riposo Lavare abbondantemente (il veleno è idrosolubile) Togliere gioielli dall’arto interessato Far uscire il sangue per quanto possibile, aspirare il veleno con l’apposito strumento Applicare una fasciatura MANOVRE DA EVITARE: applicazione di laccio emostatico, applicazione di laccio emostatico, suzione (a bocca!!) della ferita, suzione (a bocca!!) della ferita, incisioni nella zona del morso, incisioni nella zona del morso, uso di disinfettanti a base alcolica (perché l’alcol fissa il veleno) uso di disinfettanti a base alcolica (perché l’alcol fissa il veleno) somministrazione di bevande alcoliche. somministrazione di bevande alcoliche. N.B.: il siero antivipera è un farmaco per esclusivo uso intraospedaliero.
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conclusioni poiché nella bocca di tutti gli animali sono presenti dei germi le ferite provocate dai loro morsi sono sempre da considerarsi infette e vanno trattate con attenzione …nelle fauci degli animali sono spesso presenti le spore del tetano In Italia l’unico serpente velenoso è la vipera e difficilmente il suo morso è letale per le persone in buone condizioni fisiche gatti, topi, volpi, lupi, ovini, equini possono trasmettere il virus della rabbia Inoltre i morsi di alcuni animali gatti, topi, volpi, lupi, ovini, equini possono trasmettere il virus della rabbia
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