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PubblicatoMarco Monaco Modificato 8 anni fa
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il nuovo rito delle esequie scuola diocesana di teologia
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elementi del nuovo rituale: - decreti - presentazione -premesse generali - precisazioni
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parte prima, ESEQUIE DEGLI ADULTI - cap. 1 NELLA CASA DEL DEFUNTO. visita alla famiglia del defunto. veglia. preghiera alla chiusura della bara - cap. 2 ACCOGLIENZA DEL FERETRO IN CHIESA (quando non segue immediatamente la liturgia esequiale) - cap. 3 CELEBRAZIONE DELLE ESEQUIE. nella casa del defunto. processione alla chiesa. in chiesa. processione al cimitero. al sepolcro - cap. 4 ESEQUIE NELLA CAPPELLA DEL CIMITERO. nella cappella del cimitero. processione al sepolcro. al sepolcro
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parte seconda, ESEQUIE DEI BAMBINI. nella casa del defunto. processione alla chiesa. in chiesa. processione al cimitero. al sepolcro
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appendice, ESEQUIE IN CASO DI CREMAZIONE - introduzione - cap. 1 NEL LUOGO DELLA CREMAZIONE. esequie nella liturgia della parola prima della cremazione. preghiera nel luogo della cremazione - cap. 2 MONIZIONI E PREGHIERE. per la celebrazione esequiale dopo la cremazione in presenza dell’urna cineraria - disposizioni pastorali - testi - cap. 3 PREGHIERE PER LA DEPOSIZIONE DELL’URNA
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TESTI E MELODIE SALMI E PREGHIERE. salmi. orazioni. preghiere dei fedeli. litanie dei santi LETTURE BIBLICHE. esequie degli adulti. esequie di un bambino battezzato. esequie di un bambino non ancora battezzato MELODIE PER IL RITO DELLE ESEQUIE. introduzione. salmi. responsori. antifone. canti latini. salmi responsoriali
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Il 2 marzo si è avuta l’attesa presentazione della nuova edizione, italiana, del “Rito delle Esequie”, presenti monsignor Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della Commissione episcopale per la liturgia, insieme a mons. Angelo Lameri, dell’Ufficio Liturgico Nazionale e a mons. Domenico Pompili, sottosegretario della C.E.I. e direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali. La nuova edizione, italiana, sarà obbligatoria dal 2 novembre 2012, Commemorazione dei Defunti.Si tratta del frutto di un processo di elaborazione che, come affermato nel corso della presentazione, si colloca nel solco della riforma liturgica conciliare, in termini di “un contributo a umanizzare il momento della morte, sottraendolo alla sua invisibilità e alla sua individualità, quando non alla sua spettacolarizzazione”.presentazione
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NOVITA’ - nuova traduzione dei testi dell’edizione tipica latina del Rituale delle Esequie. I testi sono stati di nuovo tradotti sulla base dei criteri stabiliti dell’istruzione Liturgiam Authenticam, emanata nel marzo 2001 dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacra- menti. Questa nuova traduzione consegna un linguaggio elevato, più fedele all’originale latino e teologicamente più ricco. - inserimento di un nuovo capitolo, che ora è il primo del rituale, dal titolo “Visita alla famiglia del defunto”. Sono offerti una serie di preghiere, testi biblici e monizioni per il primo incontro con la famiglia del defunto: un momento sempre intenso e significativo. In assenza del sacerdote, può essere guidato anche da un diacono o un laico debitamente preparato. - la “Preghiera alla chiusura della bara”. Si vuol vivere alla luce della parola di Dio un momento molto delicato e doloroso, in cui il volto della persona amata scompare definitivamente dalla vista dei suoi cari. È data la possibilità di compiere anche un gesto: stendere un velo bianco sul volto del defunto. - arricchimento del numero delle monizioni introduttive da pronunciare, nella celebrazione delle esequie, al momento dell’ultimo commiato. Le nuove otto formule sono più personalizzate in relazione alla singolarità del defunto (sacerdote, diacono, religioso), alla sua età (giovane o anziano), alle circostanze della morte (una persona deceduta improvvisamente). - il canto e la musica sono parte necessaria ed essenziale del rito. Il canto è liturgia, perché il canto accresce il senso della parola, dei testi e direi perfino dei gesti che accompagna. Per questa ragione si è voluto che nella nuova edizione italiana del Rito delle Esequie ci fosse una parte apposita titolata: “Melodie per il rito delle esequie”
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- la novità più significativa di questa seconda edizione italiana del Rito delle Esequie è rappresentata sicuramente dall’Appendice “Esequie in caso di cremazione”. Si compone di tre parti: “Nel luogo della cremazione”, “Monizioni e preghiere per la celebrazione esequiale dopo la cremazione in presenza dell’urna” e, infine, “Preghiere per la deposizione dell’urna”. Questa appendice risponde alla domanda pastorale di colmare il vuoto rituale del momento che Tuttavia precede immediatamente la cremazione e la mancanza di preghiere adatte alla deposizione dell’urna cineraria. Antropologi, psicologi e con loro i pastori della Chiesa – affermano che la cremazione è un’operazione umanamente e psicologicamente molto forte. A volte rappresenta una dura prova per i familiari; spesso la mancanza di un’adeguata ritualità aggrava la situazione. Per questo, il rituale prevede delle preghiere e delle monizioni che possano aiutare a vivere alla luce della fede anche questo momento particolarmente doloroso. Quando poi, in casi eccezionali, la cremazione avviene prima delle esequie (soprattutto quando la morte avviene all’estero), la seconda edizione italiana del Rito delle Esequie specifica delle precise norme da osservare durante la celebrazione. In particolare, l’omissione nel rito di commiato dell’aspersione e dell’incensazione dell’urna cineraria, l’omissione della processione al cimitero, la raccomandazione circa la collocazione dell’urna in chiesa.
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Com’è noto, dal 1963 la Chiesa Cattolica Romana permette la cremazione. Tuttavia ribadisce con forza che la sepoltura delle spoglie mortali è la pratica propria dei cristiani. La tradizione della Chiesa la privilegia e, anche oggi, costituisce la prassi da lei preferita. Dunque, la cremazione è permessa ma non sostenuta; accettata ma non incentivata. Questo perché la Chiesa, fedele alle Scritture e alla sua grande tradi- zione, confessa che tutto l’essere umano, spirito anima e corpo, porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio. Il corpo del cristiano è stato immerso nell’acqua battesimale, è stato unto con il santo crisma e ha ricevuto lo Spirito santo, è stato nutrito dall’Eucari- stia: è corpo santo perché è corpo santificato e dunque cristificato. Ecco le riserve della Chiesa sulla cremazione che è, riconosciamolo, un’operazione forzata, non natu- rale, che non rispetta in pienezza la dignità del corpo umano ma lo annienta, è un volontario atto di distruzione e di eliminazione. Forse bisogna riconoscere che, talora, a monte vi è una visione antropologica utilitaristica ed efficientista che considera il corpo defunto alla stregua dei rifiuti e che tende a risolvere il problema ecologico mediante un’operazione di smaltimento di una realtà, il corpo umano, che crea problemi di conservazione e di spazio. Nonostante tutto questo, attraverso le celebrazioni in caso di cremazione che il nuovo Rito delle Esequie presenta, la Chiesa vuole essere vicina spiritualmente a chi si trova a vivere la cremazione di una persona cara: è vicina con parole di fede e di umano conforto. Senza tuttavia giustificare teologicamente la cremazione, ma accettandola come fenomeno culturale e necessità sociale soprattutto nei contesti di alta urbanizzazione.
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