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PubblicatoMarina Pisano Modificato 8 anni fa
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Angelo Carenzi, Presidente Fondazione “Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita” Milano, 10 giugno 2008 Il malato protagonista della sua malattia
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L’empowerment Negli anni ’60, nell’ambito della community psychology statunitense, nasce il concetto di empowerment come processo per favorire l’emancipazione di persone o gruppi sociali in condizioni di svantaggio.
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L’empowerment del cittadino Nella visione moderna il cittadino è una persona dotata di diritti e quindi di potere. Infatti, chi non gode di diritti, chi è impotente di fronte agli avvenimenti, non protagonista e non responsabile, non è cittadino, ma se mai suddito.
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L’empowerment del paziente All’interno di questa concezione, un aspetto particolare dell’impotenza del cittadino deriva dalla condizione di malattia o di disabilità o di malessere. Il malato, la persona bisognosa di cure non può godere pienamente della cittadinanza a causa della propria condizione, per cui risulterà necessario modificare tale condizione ad esempio attraverso una cura efficace o rimuovendo gli ostacoli che gli impediscono l’attività.
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La dichiarazione di Jakarta (OMS, 1997) Complessivamente, l’empowerment può essere ritenuto come la condizione permissiva agli individui e alla comunità per controllare e migliorare il proprio sviluppo e il proprio stato di benessere. Anche per questo, l’OMS nel 1997, con la Dichiarazione di Jakarta, ha assunto il concetto di empowerment come principio guida della promozione della salute.
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L’empowerment come strumento di cura (1) Alcuni studi (Corrigan et al. 1999) hanno dimostrato che l’empowerment di persone con gravi disagi psichici è associato positivamente con un miglioramento della qualità della vita percepita, dell’autostima e dei rapporti sociali.
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L’empowerment come strumento di cura (2) In generale, il processo di empowerment risulta centrale nella riabilitazione di persone affette da disturbi psichiatrici: infatti, assumendo un maggior controllo sulla propria vita, il paziente condivide con l’operatore il significato e lo scopo della riabilitazione, aumentando quindi le possibilità di successo della riabilitazione stessa.
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L’empowerment come diritto del paziente Una delle fonti di potere è indubbiamente la conoscenza: l’accesso alle informazioni e la loro fruibilità rappresenta un elemento di empowerment sociale e individuale. Per molto tempo le conoscenze sulle malattie erano patrimonio escusivo dei sanitari che coltivavano un linguaggio incomprensibile all’interlocutore profano. Tale assimetria, pur funzionale al mantenimento di una autorevolezza da parte del medico non inutile alla cura, provocava una impossibilità di efficacia relazionale e tendeva a far assumere al paziente un atteggiamento passivo per cui la responsabilità della cura era esclusivamente del sanitario. In questa prospettiva l’empowerment del paziente significa avviare un cambiamento di mentalità che ha una declinazione nel cambiamento della relazione tra medico e paziente.
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Strumenti di empowerment Le politiche e le norme che ne discendono sono strumenti di empowerment quando: Favoriscono la partecipazione attiva dei cittadini Favoriscono le pari opportunità Favoriscono la libertà di scelta Favoriscono lo sviluppo di una corresponsabilità tra utenti e operatori I principali strumenti psicosociali di promozione dell’empowerment sono rappresentati dai gruppi di auto-aiuto e dagli interventi di sviluppo di comunità. La formazione è unanimamente considerata una strumento di empowerment.
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Empowerment del paziente: opportunità e criticità E’ vero che una maggior responsabilizzazione del paziente può tradursi nell’assunzione di condotte più funzionali alla promozione della sua salute, d’altra parte però un paziente più protagonista pretende un coinvolginmento nel processo di cura, una personalizzazione, che lo rendono restio ad accettare che sia l’istituzione a dettare le regolo del gioco. In altre parole, è una persona meno facile da controllare e, in un contesto molto tecnocratico quale quello della medicina attuale, l’empowerment del paziente può essere vissuto con una certa preoccupazione.
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Il Rapporto dell’Health Evidence Network dell’OMS (2006) “What is the evidence of effectiveness of empowerment to improve health?”
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Conclusioni La presenza di condizioni di sofferenza non può essere considerata occasione di diminuire la percezione di sé come soggetto attivo, responsabile della propria esistenza e capace di influenzare l’ambiente circostante. La persona deve poter esprimere sé qualunque circostanza di vita attraversi: in questo senso, dobbiamo auspicare ed operare perché la persona possa individuare modalità realistiche per poter comunque essere soggetto agente.
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