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PubblicatoAntonia Lombardi Modificato 8 anni fa
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+ Laboratorio di Arte Visuale e Tecnologia 25/11/2014 1 Dr. Giorgio Cipolletta, Facoltà Scienze della comunicazione, Università di Macerata, a.a. 2014-2015
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+ Calendario lezioni 25-11-014 (9.00-11.00) Introduzione 26-11-2014 (11.00-13.00) Che cosa può un corpo? 02/12/2014 (9.00–11.00) Scrivere sul corpo 03/12/2014 (11.00-13.00) Corpo tecnologico 09/12/2014 (9.00–11.00) Ibridazione (Corpo-animale) 10/12/2014 (11.00-13.00) Che cosa vuole la tecnologia? 2 07/01/2015 (11.00–13.00) Le terze vite 13/01/2015 (9.00-11.00) Post-umano e transumano 14/01/2015 (11.00–13.00) Architetture corporee 20/01/2015 (11.00-13.00) Parlare al corpo
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+ Metodologia esame Lo studente dovrà preparare una presentazione da discutere in classe descrivendo in maniera critica un’artista, (performance, installazione, video, pittura, scultura, ecc…) o un movimento che lo abbia interessato particolarmente o semplicemente un percorso “di immaginari” nato durante il Laboratorio L’elaborato deve essere strutturato nel seguente modo: Introduzione, descrizione di un’artista (un’opera, un movimento, l’utilizzo di nuove tecnologie). Inoltre fornirne un quadro cronologico e una metodologia transdisciplinare (filosofica, antropologica, sociologica ecc…), a seconda dell’artista, del movimento o della ricerca affrontata. Spiegare la motivazione della scelta della vostra ricerca, supportata anche da una breve bibliografia appropriata e da immagini o video esplicativi. 3
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+ TESTO di riferimento Giorgio Cipolletta, Passages metrocorporei. Il corpo come dispositivo per un’estetica della transizione, eum, Macerata, 2014 parte zero, parte terza parte quinta 4
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+ Ulteriori testi 5 Massimo Canevacci SincretiKa. Esplorazioni etnografiche sulle arti contemporanee, Bonanno editore 2014 (interamente) Arvidsson Adam; Delfanti Alessandro, Introduzione ai media digitali, Il mulino 2013 (interamente) Andrea Balzola, Paolo Rosa L'arte fuori di sé. Un manifesto per l'età post-tecnologica, Feltrinelli 2011 (interamente) Domenico Quaranta, Media, new media, postmedia, Postmediabooks, 2010 (interamente).
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+ 08/04/2013 6 Testi di supporto Capucci P.L., Arte & Tecnologie. Comunicazione e tecnoscienze Capucci P.L., Arte & Tecnologie. Comunicazione e tecnoscienze Caronia A., Il corpo virtuale. Dal corpo robotizzato al corpo disseminato nelle reti. Caronia A., Il corpo virtuale. Dal corpo robotizzato al corpo disseminato nelle reti. Di Stefano Elisabetta, Iperestetica. Arte natura, vita quotidiana e nuove tecnologie Di Stefano Elisabetta, Iperestetica. Arte natura, vita quotidiana e nuove tecnologie Dopo l’estetica (a cura di Luigi Russo) Dopo l’estetica (a cura di Luigi Russo)
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+ FREQUENTANTI: Presentazione del tema scelto da discutere in classe. Per l’esame orale portare un testo a scelta tra quelli consigliati o di riferimento. NON FREQUENTATI: Ai fini dell’esame, lo studente è tenuto a preparare un elaborato scegliendo un tema trattato durante il Laboratorio o a sua scelta, a seconda del proprio percorso “autobiografico” e secondo le modalità già descritte. La consegna del lavoro deve avvenire almeno una settimana prima dell’appello. In aggiunta al testo di riferimento (o consigliati) lo studente dovrà individuare uno dei quattro testi elencati fra quelli selezionati di supporto (non più di 150 pagine, che sceglierà in base ai propri bisogni e interessi di approfondimento), come integrazione per l’esame finale. In alternativa può portare l’intero testo di Maurizio Bolognini, Postdigitale. Conversazioni sull’arte e le nuove tecnologie, Carocci, Roma 2009. STUDENTI ON-LINE: Tesina del tema scelto da discutere in classe secondo i criteri descritti. Per l’esame finale portare un testo a scelta tra quelli consigliati o di riferimento. 7
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+ VISUAL CULTURE 08/04/2013 8 La visual culture ha a che vedere con gli eventi visivi in cui il consumatore ricerca informazione, significato, o piacere attraverso un’interfaccia di tecnologia visuale. Per tecnologia visuale intendo ogni genere di dispositivo ideato sia per essere osservato sia per aumentare la visione naturale, dalla pittura a olio, alla televisione a internet. Nicholas Mirzoeff, Introduzione alla cultura visuale, Meltermi, 1999
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+ 08/04/2013 9 La visual culture è nuova proprio per il suo focalizzarsi sul visuale come luogo in cui i significati vengono creati e dibattuti Nicholas Mirzoeff, Introduzione alla cultura visuale, Meltermi, 1999
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+ 08/04/2013 11 Il mondo come testo è stato perciò sostituito dal mondo come immagine. La cultura visuale fa sì che la nostra attenzione non sia più orientata verso contesti visivi strutturati, formali, ma verso la centralità dell’esperienza visuale nella vita quotidiana. Le parti costitutive della cultura visuale non sono delimitate tanto dal mezzo, quanto da un interscambio sensoriale e di informazione tra osservatore e osservato, che può essere definito evento visivo. Evento visivo è dunque un’interazione tra il segnale visivo, la tecnologia che in origine supporta quel segnale e l’osservatore.
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+ 08/04/2013 12 WILLIAM J.T. MITCHELL = TEORIA DELL’IMMAGINE Pictorial turn → Il concetto si può assimilare ad una svolta iconica, assorbita, erroneamente, alla nascita dei media visuali come televisione, video, cinema. Il medium solo visuale non esiste. I media sono sempre una miscela di elementi sensoriali e semiotici, sono in sostanza formazioni miste che combinano suono e vista, testo e immagine. La stessa visione non è mai puramente visuale essendo il risultato di combinazioni ottiche e tattili.
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+ 08/04/2013 13 La visual culture non riflette il mondo esterno, e nemmeno si adegua semplicemente a concetti creati altrove; essa è uno strumento per interpretare il mondo visivamente. I sistemi di rappresentazione non sono in effetti superiori o inferiori, ma assolvono semplicemente a scopi diversi. La visual culture è la crisi dell’overload (sovraccarico) informativo e visivo nella vita quotidiana e cerca di trovare Il modo in cui lavorare all’interno di questa “nuova realtà): il virtuale. Nicholas Mirzoeff La visual culture è una tattica, perché la tattica ha come luogo solo quello dell’altro Michel de Certau
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+ 08/04/2013 14 La cultura visuale e le immagini visuali vengono intese come un repertorio di modelli che alimentano il nostro sguardo ed il nostro incontro con gli altri. La cultura visuale troverebbe la sua ragione d’essere nella capacità di riconoscere l’importanza dello sguardo. La visione però non è mai un percorso a senso unico: la domanda da porsi è non solo cosa significano le immagini, ma qual’ è il segreto della loro vitalità? Cosa esse vogliono? L’immagine suscita il nostro desiderio di vedere esattamente ciò che essa non può mostrare…
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+ 08/04/2013 15 L’immagine mi tocca. Toccato, tirato, tratto da essa, in essa mi mescolo ad essa. Non c’è immagine senza che anche io sia a sua immagine, non appena la guardo, non appena, cioè, le uso, riguardo. Jean-Luc Nancy
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+ 08/04/2013 16 Il bulbo, l’iride, il cristallino, l’umore, le lacrime sono tutte metamorfosi pregne di feticismo che desiderano essere assorbite, toccate, carezzate, leccate, ingoiate. E il farsi occhio inserisce la sua sensibilità percettiva fin dentro la riconfigurazione concettuale e narrativa. Massimo Canevacci FARSI SGUARDO
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+ 08/04/2013 17 Robert Mapplethorpe (1946-1989)
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+ 08/04/2013 19
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+ 08/04/2013 20 Joel-Peter Witkin Joel-Peter Witkin, 1939
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+ 08/04/2013 21 Andres Serrano, 1950
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+ 08/04/2013 22
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+ 08/04/2013 23 Cindy Sherman, 1954
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+ 08/04/2013 26 Francesca Woodman (1958-1981)
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+ 08/04/2013 27 È più facile, più frequente, non vedere nulla. È, inoltre, piuttosto facile rendere invisibile il fuoco che brucia un’immagine: i due mezzi più noti consistono nell’“annegare” l’immagine in un fuoco più grande, un autodafé d’immagini, oppure nel “soffocare” l’immagine nella massa incomparabilmente più grande dei cliché in circolazione. Distruggere e moltiplicare sono i due modi per rendere invisibile un’immagine: con il niente, con il troppo [...] L’informazione televisiva manipola a meraviglia le due tecniche del niente e del troppo – censura o distruzione da un lato, soffocamento da moltiplicazione da un altro – per ottenere i migliori risultati d’accecamento”. Georges Didi-Huberman
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+ 08/04/2013 28 Immaginiamo allora l'immagine sotto i tratti di una falena, di una farfalla. C'è gente molto seria che pensa di non avere nulla da imparare da questi animaletti e che, di conseguenza, non vorrà mai perdere tempo a guardare passare una farfalla. Questo proprio perché la farfalla non fa che passare e, di conseguenza, rientra nell'ambito dell'accidente più che della sostanza. molta gente crede che ciò che non dura sia meno vero di ciò che dura o che è duro. E' talmente fragile, una farfalla, e dura così poco. (...) Ci sono però persone più propense a guardare, a osservare, persino a contemplare. Attribuiscono alle forme una potenza di verità. Pensano che il movimento sia più reale dell'immobilità, la trasformazione delle cose più ricca di insegnamenti, forse, delle cose stesse. Queste persone si chiedono se l'accidente non manifesti la verità con altrettanta precisione - visto che ai loro occhi non c'è l'uno senza l'altra - della sostanza stessa. Allora accettano di prendere, e non di perdere, tempo per guardare una farfalla che passa, voglio dire un'immagine che sorprendiamo sulle pareti di un museo o tra le pagine di un album di fotografie. A volte vanno in studio o in laboratorio, seguono la fabbrica dell'immagine, osservano la crisalide, aspettano, con gli occhi ben aperti, le latenze della forma a lungo prigioniera. Talvolta sorprendono un momento della gestazione, vedono formarsi qualcosa: emozione della scoperta. Poi, l'immagine diventa matura - come la farfalla diventa imago - e prende il volo. Altra emozione. Georges Didi-Huberman, L'immagine brucia, in AA.VV., Teorie dell'immagine, Raffaelo Cortoina, Milano 2009
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+ 08/04/2013 29 Non è importante se Mr. Mutt abbia fatto Fontana con le sue mani o no. Egli l’ha SCELTA. Egli ha preso un articolo ordinario della vita di ogni giorno, lo ha collocato in modo tale che il suo significato d’uso è scomparso sotto il nuovo titolo e il nuovo punto di vista – ha creato un nuovo modo di pensare quell’oggetto». Marcel Duchamp, Fontana, 1917
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+ Eros: c’est se la vie (Eros: così è la vita) 08/04/2013 30 Rrose Sélavy, 1921 Era per divertirmi. Nutro un grande rispetto per l’umorismo, costituisce una sorta di salvaguardia che consente di passare attraverso tutti gli specchi
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+ ARTE 1. Termine generico che qualifica un insieme di oggetti messi in scena nel quadro di un racconto chiamato storia dell’arte. Tale racconto stabilisce una genealogia critica e problematizza la posta in gioco di questi oggetti attraverso tre sottosistemi: pittura, scultura, architettura. 2. La parola “arte” sembra oggi solo un residuo semantico di questi racconti. L’arte è un’attività che consiste nel produrre rapporti col mondo attraverso segni, forme, gesti e oggetti. Arte come anticorpo, come veicolo di attenzione e di stimolo verso quella parte sensibile-emozionale dell’uomo e delle sue relazioni. 08/04/2013 31
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+ Dove sta andando l’arte? Moderno –(1860-1970) I quadri di Manet divennero il primo esempio di pittura modernista, in virtù della franchezza con cui essi sottolineavano la piattezza della superficie (Greenberg) Contemporaneo (1970-2001) ? designa meno un periodo che non ciò che accade dopo che non vi sono più periodi in un qualche modello narrativo dell'arte, e meno uno stile di fare arte che non uno stile di servirsi degli stili - 32 Manet, Dejeuner sur l'herbe, 1862-63 Louise Bourgeois
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+ La fine dell’arte La fine dell'arte non significa la morte della pittura e delle altre pratiche artistiche - non è la morte del fare arte È, invece, la fine dei «modelli narrativi» (master narratives) cioè la fine di una narrazione storica dell'arte (POST-STORICA) 33 La stessa produzione artistica attuale ci invita a indagare filosoficamente che cosa sia l'arte. (progresso della rappresentazione). Il modernismo (inteso come storia dell’arte stessa) è arrivato alla sua fine con la realizzazione delle scatole Brillo Box (1964) di Andy Wahrol, le quali hanno funzionato come arte stessa nonostante fossero altamente distinguibili dalla loro controparti della realtà. Queste sculture quindi hanno segnato la fine tra oggetti darte e oggetti non artistici. Per essere opera d’arte un oggetto deve essere “a-proposito-di” (aboutness) qualcosa, rimandare a un contenuto, e incarnare in sé il contenuto (embodiment): “essere un’opera d’arte comporta I) avere un contenuto II) incarnare il significato”. L’opera, dunque, è un “significato incorporato”.
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+ ARTE POST-STORICA tutte le opzioni stilistiche si rendono disponibili all'artista: «tutto è permesso». L'artista si sente libero di utilizzarle come meglio crede. Una storia dell'arte unitaria e lineare non è, quindi, più praticabile: fine dei “modelli narrativi” L'arte “dopo la fine dell'arte” è «semplicemente arte post-storica» (post- historical art) 34
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+ Hans Belting […] non è più se la storia dell’arte abbia bisogno del miglior metodo possibile, ma se la storia dell’arte possa reagire, possa muoversi, possa continuare in modo da avere importanza in un contesto affatto diverso […] La storia dell’arte, ovviamente, non è ancora morta come disciplina. Ma oggi, forse, alcuni dei suoi metodi consueti e alcune delle sue formule si sono logorati. Non ha più senso la separazione dei due modelli storico-artistici che trattano o l’arte storica o quella moderna, peraltro secondo paradigmi diversi. E serve altrettanto a poco una rigida struttura ermeneutica che perpetui una strategia dogmatica nell’interpretazione. Forse è più appropriato considerare come un esperimento permanente l’indagine sul mezzo artistico, sull’uomo storico e le sue immagini del mondo. Hans Belting, (1983), La fine della storia dell’arte, Einaudi, Torino 1990. 35
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+ Estetica 08/04/2013 36 aisthesis, il sentire e il sensibile, il gusto e quel che viene gustato. E non c'è ragione di limitare il gusto al buon gusto, al gusto che giudica le opere dell'arte. Gustare non significa solo esercitare l'attività propria di un determinato senso, come fa l'assaggiatore di vini; e anche in questo caso entrano in gioco la maggior parte dei sensi, che sono solidali tra loro: tutto il corpo dell'assaggiatore si mobilita per gustare il ‛corpo' del vino, la sua stoffa, il suo calore, perfino il suo colore; e tutti i sensi che collaborano nel gusto sono a loro volta capaci di gusto. Gustare significa entrare in un certo rapporto col sensibile, rendergli giustizia, prenderne possesso pur lasciandosene possedere. Ora, il sensibile che entra in questa comunione con il sentire non è solo l'opera d'arte, ma anche quella che Merleau-Ponty chiama la carne del mondo. Ogni carne nel mondo può essere gustata come oggetto estetico, perfino l'orinatoio di Duchamp, per quanto talune cose vi si prestino meglio di altre; infatti il gusto estetico non estetizza sovranamente e arbitrariamente, ma risponde a una sollecitazione dell'oggetto: l'acqua non stimola il gusto come il vino, né un orinatoio come una statua. Dufrenne
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+ OLTRE l’estetica L’estetica oggi è più che mai disciplina di confine, che accetta di sporcarsi le mani con il mondo, e non soltanto in quanto luogo di transito disciplinare, ma innanzi tutto perché a che fare con il corpi, con la concretezza e la pesantezza dei corpi, con la bellezza e il loro deperimento, con il loro non arrestabile divenire. Somaestetica (rivalutazione del piacere e della dimensione ludica: esperienza estetica) Estetica della comunicazione (fatto comunicativo come fenomeno estetico) Estetica tecnologica 37
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+ Somaestetica (Shusterman): aret del vivere 08/04/2013 38 Un nuovo punto di vista, nell’ambito dell’estetica stessa. fine esistenziale (miglioramento della vita) dimensione della pratica Shusterman definisce questa nuova proposta disciplinare come lo studio critico, migliorativo dell’esperienza e dell’utilizzo del proprio corpo come sede di fruizione estetico-sensoriale (aisthesis) e di automodellazione creativa.
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+ FRUIZIONE ESTETICA SPETT-ATTORE SPETT-AUTORE 39 ARTISTA-PLURALE REGISTA DI RELAZIONI TRA UOMO E MACCHINA, TRA UOMO E UOMO E SI SORPRENDE AD ESSERE SPETTATORE DELLE METAMORFOSI IMPREVEDIBILI DELLA SUA OPERA. OPERA D’ARTE = OPERA-EVENTO Estetica della comunicazione come estetica di EVENTI (Mario Costa, Arte contemporanea ed estetica del flusso, Edizioni Mercurio, Vercelli 2010)
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+ ESTETICA TECNOLOGICA (TECNOESTETICA) 08/04/2013 40 Predisposizione verso una delega tecnica. Condizioni di possibilità per innescare processi di individuazione che investono un “modo di esistenza” delle tecnologie verso cui la sensibilità umana è orientata. POTERE ATTRATTIVO DEI SIMULACRI (immagine di qualcosa che non esiste, Baudrillard) DE-REALIZZAZIONE DELLA REALTÀ FETICCI VISUALI (MERCI)
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+ TRANSDISCIPLINARITÀ (andare oltre) 08/04/2013 41
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+ CHE COS’è il contemporaneo È davvero contemporaneo chi non coincide perfettamente col suo tempo né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale; ma, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo» […] La contemporaneità è una singolare relazione che aderisce al proprio tempo e, insieme, ne prende le distanze». […] Giorgio Agamben, Che cosè il contemporaneo, Nottetempo, Roma 2008 42
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+ ARTE CONTEMPORANEA 43 Anni '50Anni '60Anni 70'Anni '80Anni'90XXI secolo Arte informale Espressionismo astratto Espressionismo figurativo americano Arte informale Espressionismo astratto Color field Computer art Arte concettuale Fluxus Happenings Neo-Dada New York School Nouveau Réalisme Op Art Performance art Pop Art Arte Povera ASCII Art Bad Painting Body art Fotorealismo Iperrealismo Installazione (arte) Land Art Videoarte Funk art Culture jamming Demoscene Arte elettronica Graffiti writing Live art Mail art Transavanguardia Neoespressionismo Architettura postmoderna Videoinstallazione Arte digitale Massimalismo Software art Young British Artists Arte relazionale Arte di strada Stucchismo Videogame art Video jockey Virtual art Augmented Reality Immagine & poesia Pop Surrealism BioArt Robotic Art
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+ TRANSCONTEMPORANEO 44 Trans-contemporaneo, preceduto dal suffisso -trans deriva dal latino "trans", al di là, che implica un senso di movimento quindi un senso di divenire, in altre parole di un farsi processo. «Questa è l'opera d'arte più grande mai esistita» Karlheinz Stockhausen
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+ TRANS-CONTEMPORANEO Art+science | Artificial Intelligence | Audiovideo | Audiovisual Design | Bio Art | Clubbing | Connected Live Art | Design | Digital Animation | Electronica | Experimental | Experimental Cinema | Free Software | Game Art | Generative Art | Graphic Design | Hack Art | Hacking | Hacktivism | Hybrid Design | Hyper Architecture | Interaction Design | Interviews | Live Cinema | Live Media | Locative Media | Net Art | Net Sex | Networking | Networks | New Media | New Media Art | New Media Market | P2p | Performing Art | Report | Robotics | Software Art | Sound Art | Surveillance | Techno Theatre | Technology | Theories | Video Art | Video Clip | Virtual Worlds | Vjing. 45
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+ L'artista come un funambolo Potenza rivoluzionara dell’arte Creazione dell’evento-opera (realizzazione dell’incontro) Processi di spettacolarizzazione Abitare il mondo (habitat) critico e costruttivo Neotecnologia (il luogo che respiriamo) L’umano e il tecnologico si intrecciano Autore collettivo –spettattore Interattività (partecipazione, esperienza della vita) 46 Man on wire, James Marsh, 2008
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+ Memoria collettiva (laboratorio creativo) Pratica del dono Museo contemporaneo Performatività (laboratori antropologici) Molteplicità Confunsione dei ruoli dell’arte Processo di redifinizione delle pratiche Estetica dei comportamenti 47
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+ Essere artisti non è una scelta e nemmeno un mestiere, è una necessità interiore che va anche al di là del valore e del merito della propria opera, che sarà giudicata dagli altri e dal tempo. Si è artisti naturalmente quando si hanno la motivazione e la sensibilità necessarie a esprimere una visione del mondo. Rilke, Lettera ad un giovane poeta, 1929 08/04/2013 48
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+ Cosa può un corpo? si vede vedente, si tocca toccante,. visibile e sensibile per se stesso. […] Visibile e mobile, il mio corpo è annoverabile fra le cose, è una di esse è preso nel tessuto del mondo e la sua coesione è quella di una cosa. Ma poiché si vede e si muove, tiene le cose in cerchio intorno a sé, le cose sono un suo annesso o un suo prolungamento, sono incrostate nella sua carne, fanno parte della sua piena definizione, e il mondo è fatto della medesima stoffa del corpo. Merleau-Ponty, L’occhio e lo spirito, 1964 08/04/2013 49
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