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PubblicatoGregorio Marchese Modificato 8 anni fa
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Raccontata da Giorgio Colli
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Questa presentazione è una sintesi della prima parte del saggio di Giorgio Colli, La nascita della filosofia, Adelphi, Milano, 1975
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Platone chiama «filosofia» la propria ricerca, legata alla forma letteraria del dialogo La filosofia come «amore per la sapienza» sta più in basso della sapienza stessa La filosofia sorge come un fenomeno di decadenza Platone guarda con venerazione al passato, all’epoca in cui erano esistiti i «sapienti» Platone guarda cioè alla più remota tradizione della poesia e della religione greca A tale tradizione si ispirarono i sapienti del VI e del V secolo a. C.
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Il dio Apollo in un mosaico romano del II secolo, cinto da un'aureola che rappresenta il sole.
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Apollo è il dio dell’oracolo di Delfi A lui va attribuito il dominio della sapienza, che non è Esperienza Abilità tecnica Destrezza Espedienti Odisseo non è sapiente Sapienza è Gettar luce nell’oscurità Sciogliere i nodi Manifestare l’ignoto Precisare l’incerto
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Il tempio di Apollo a Delfi, sulle pendici del monte Parnaso, l’«ombelico» del mondo greco, dove aveva sede il più importante oracolo. Sul suo frontone era iscritto il motto “Conosci te stesso” divenuto centrale nella filosofia di Socrate
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Apollo, simbolo della conoscenza Sapienza è conoscenza del futuro dell’uomo e del mondo Il culto di Apollo è celebrazione della conoscenza Apollo è il simbolo della conoscenza Per gli antichi Greci la conoscenza fu il massimo valore della vita La divinazione assunse per i Greci un aspetto teoretico fondamentale La divinazione viene intesa come conoscenza del futuro e manifestazione di tale conoscenza
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Ma la comunicazione dell’oracolo è Ambigua Oscura Allusiva Ardua da decifrare Incerta «Il dio dell’oracolo di Delfi non dice, né nasconde, ma accenna» (Eraclito) Apollo conosce l’avvenire e lo manifesta ma sembra voglia che l’uomo non comprenda
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Statua di Dioniso del II secolo, esposta al Louvre
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Dioniso è una divinità connessa ai Misteri di Eleusi L’iniziazione ai Misteri di Eleusi culminava nell’epopteia = visione mistica di beatitudine e purificazione L’epopteia è una forma di conoscenza Anche se l’estasi misterica in cui essa consiste è: Uno spogliarsi delle condizioni dell’individuo Un’identificazione tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto Quindi è una precondizione della conoscenza Oppure un “sovrappiù di conoscenza” (G. Colli, 1977)*
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Demetra, dea del grano e dell’agricoltura, costante nutrice della gioventù e della terra verde, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte, protettrice del matrimonio e delle leggi sacre. Nel suo tempio si celebravano i misteri di Eleusi
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Ma anche Apollo viene ricollegato all’estasi mistica tramite: L’esaltazione della Pizia, la sacerdotessa dell’oracolo di Delfi L’incomprensibilità delle parole dell’oracolo Platone nel Fedro esalta la follia, la «mania», e la attribuisce anche ad Apollo Essa infatti è ritenuta il fondamento della divinazione profetica dell’oracolo delfico
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Apollo “Mania” profetica Divinazione Parola e conoscenza “Mania” poetica Apollo è Dio della poesia “Mania” misterica Estasi mistica Immediatezza della vita “Mania” erotica Dioniso è dio dell’eros Dioniso
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Apollo e Dioniso hanno un’affinità fondamentale sul terreno della «mania» Apollo e Dioniso, insieme, esauriscono la dimensione della follia (le quattro forme di “mania”: profetica, poetica, misterica, erotica) La follia è lo sfondo primordiale e la matrice della sapienza
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Uno sfondo ancora più primordiale fa riferimento al mito del Minotauro evoca una simbologia complessa in cui sono in gioco i conflitti e i legami tra razionalità e impulsività, mondo divino e mondo umano e i rapporti tra Dioniso e Apollo
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Pianta del palazzo reale di Cnosso. Si crede che dalla complessità del palazzo abbia avuto origine il mito del labirinto (fonte www.wikipedia.it) www.wikipedia.it
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Vediamo i principali simboli: Il Labirinto è simbolo della complessa profondità e insondabilità della natura e della psiche, dell’enigma da risolvere per accedere alla conoscenza: il Labirinto è perciò anche simbolo del primo problema filosofico da affrontare Il filo di Arianna simboleggia il delinearsi del lógos nel mondo umano: ma il filo è pur sempre il dono di una dèa, sposa di Dioniso. Successivamente, tutta la simbologia apollinea e dionisiaca si ripresenta, dopo alcuni secoli, nel mito di Orfeo, poeta e anche in qualche modo filosofo, per il quale rimandiamo allo specifico approfondimento.
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Minosse, re di Creta, pregò Poseidone di inviargli un toro, come simbolo dell'apprezzamento degli dèi. Poseidone acconsentì e gli inviò un bellissimo e possente toro bianco di un valore inestimabile, chiedendogli in seguito di sacrificare il toro a lui stesso. Ma vista la bellezza dell'animale Minosse aveva deciso di tenerlo per sé. Poseidone, allora, per punirlo, fece innamorare perdutamente Pasifae, moglie di Minosse, del toro stesso.
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Il celebre architetto Dedalo costruì per Pasifae una mucca di legno montata su ruote, con l'interno cavo e ricoperta da una pelle bovina; la collocò nel prato dove il toro era solito pascolare, e Pasifae vi entrò dentro. Quando il toro le si avvicinò, la montò, come fosse una mucca vera, e si accoppiò con lei. Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro, da «minos» (= re) e «tauro» (che significa toro). Il Minotauro era bipede e umanoide, ma aveva zoccoli, pelliccia bovina, coda e testa di toro. Era selvaggio e feroce, perché la sua mente era completamente dominata dall'istinto animale.
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Minosse fece rinchiudere il Minotauro nel Labirinto, costruito anch’esso da Dedalo. Al Minotauro, che si cibava di carne umana veniva sacrificati ogni anno sette ragazzi e sette fanciulle che dovevano essere inviati in tributo da Atene, sottomessa a Creta. Allora Teseo, eroe figlio del re ateniese Egeo, si recò a Creta per sconfiggere il Minotauro. Entrò nel Labirinto e lo sorprese nel sonno, uccidendolo. Riuscì poi ad uscire dal Labirinto grazie al celebre filo, donatogli da Arianna, figlia di Minosse e Pasifae.
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In una delle tante versioni del mito di Teseo e Arianna, la fanciulla si innamorò dell’eroe ateniese quando giunse a Creta. Arianna diede a Teseo un gomitolo di lana per poter segnare la strada percorsa nel labirinto e quindi uscirne agevolmente. Poi fuggì con lui e gli altri ateniesi verso Atene ma Teseo, stanco di lei, la fece addormentare per poi abbandonarla sull'isola di Nasso (o Dia). Forse ciò accadde su comando del dio Dioniso che prese poi Arianna come sposa.
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Il passaggio dal divino all’umano si compie quando nasce la necessità interpretativa: l’enigma dell’oracolo richiede la mediazione del discorso, dell’astrazione, del lógos Quelli che una certa tradizione chiama filosofi erano invece i grandi sapienti antichi: Eraclito, Pitagora, Parmenide, Zenone, Empedocle che operarono il passaggio dalla sfera divina a quella umana, dall’esaltazione e dalla mania al pensiero astratto, razionale, logico, risolvendo enigmi e inventando la dialettica, l’arte della discussione
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Con Platone la sapienza originaria è già perduta e nasce la filosofia come letteratura … Questa presentazione è un Approfondimento di Percorsi della filosofia di Angelo Conforti– Volume 1 – E-book di testo Garamond didattica digitale
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