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Le fonti di finanziamento sono raggruppati in base al grado di esigibilità Sono a breve le fonti destinate ad essere rimborsate nel breve periodo (entro.

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2 Le fonti di finanziamento sono raggruppati in base al grado di esigibilità Sono a breve le fonti destinate ad essere rimborsate nel breve periodo (entro i 12 mesi) Sono a lungo le fonti destinate ad essere rimborsate nel lungo periodo (oltre i 12 mesi) I valori dell’attivo sono raggruppati in base al grado di liquidità Sono a breve le attività destinate a ritornare in forma Liquida nel breve periodo (entro i 12 mesi) Sono a lungo le attività destinate a ritornare in forma liquida nel lungo periodo (oltre i 12 mesi) La Riclassificazione Finanziaria dello STATO PATRIMONIALE

3 POSTE DI S.P/CE ANNO X ANNO (X+1) ANNO (X+2). V.A V.P V.A V.P V.A V.P TOTALE 100% 100% 100% Schema di bilancio riclassificato

4 RICLASSIFICAZIONE STATO PATRIMONIALE IMPIEGHI Attivo Circolante Liquidità Crediti Magazzino Attivo Fisso Immobilizzazioni FONTI Debiti a breve termine Debiti a medio e lungo termine Mezzi propri KK Capitale Investito Capitale di finanziamento Per convenzione: Breve termine <= 1 anno Lungo termine >= 1 anno

5 RICLASSIFICAZIONE FINANZIARIA STATO PATRIMONIALE IMPIEGHI LIQUIDITA’ IMMEDIATE (Cassa, banca, BOT.) I LIQUIDITA’ DIFFERITE (Clienti, effetti, ratei attivi, (-) fdo svalutazione crediti ) L DISPONIBILITA’ (Scorte +fornitori c/anticipi (-) clienti c/acc.) D ATTIVO CIRCOLANTE Ac IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI (Terreni, impianti, mobili, + fornitori c/anticipi (-) fondo ammortamento) IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI (Spese d’impianto/ampliamento,Ricerca & Sviluppo, Brevetti) IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE (Partecipazioni, crediti a m.l.t.) ATTIVO IMMPBILIZZATO I CAPITALE INVESTITO C

6 RICLASSIFICAZIONE FINANZIARIA STATO PATRIMONIALE FONTI PRESTITI A BREVE (C/c passivo, finanziamento a breve) DEBITI DI REGOLAMENTO (Fornitori, effetti passivi, ratei passivi, clienti c/ant.) DEBITI A BREVE DIVERSI (Enti previdenziali, debiti tributari, diversi, quota a breve mutui e fondo TFR) PASSIVO CORRENTE ( p) PRESTITI A MEDIO/LUNGO TERMINE (mutui, obbligazioni) FONDO T.F.R. FONDI DI ACCANTONAMENTO PASSIVO CONSOLIDATO ( P) CAPITALE PROPRIO C.S., (-) decimi da versare, + riserve, + utili, (-) perdite (Cp) CAPITALE ACQUISITO (C)

7 I crediti dell’A.C scadenti oltre i 12 mesi Imm. finanziarie I crediti iscritti nelle Imm. Fin. scadenti entro i 12 mesi = Liquidità diff. I crediti vs. soci per i versamenti ancora dovuti Liquidità differite Per la parte richiamata Imm. Finanziarie Per la parte non richiamata Risconti attivi A seconda che si riferiscano a periodi di tempo entro o oltre l’anno Liquidità diff. Imm. Immateriali I debiti esigibili oltre l’anno, i fondi per rischi e oneri e i debiti TFR (con esclusione delle quote correnti) Passività consolidate I debiti esigibili entro l’anno e le quote dei fondi da utilizzare entro i 12 mesi Passività a breve

8 Analisi della situazione patrimoniale finanziaria Gli indici di composizione degli impieghi mettono in rilievo il grado di elasticità della struttura aziendale cioè l’attitudine ad adattarsi Alle condizioni operative dell’azienda e di mercato Indice di rigidità degli impieghi Indice di elasticità degli impieghi Attivo immobilizzato I Capitale investito C Attivo corrente A Capitale investito C Evidenzia la composizione delle diverse classi di impieghi e fonti Fa riferimento alla situazione così come si manifesta in bilancio e da questa cerca di ricavare i punti di forza e di debolezza

9 Indice di composizione delle fonti Indice di autonomia finanziaria: indica l’incidenza del capitale Proprio al finanziamento degli investimenti aziendali Indice di dipendenza finanziaria: evidenzia l’incidenza dell’indebitamento rispetto al complesso dei finanziamenti aziendali Indice di autonomia finanziaria Indice di dipendenza finanziaria Capitale proprio Cp Capitale investito Cp+Ct Capitale di terzi Ct totale finanziamenti Cp+Ct

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11 L’indice di indebitamento è dato dal rapporto tra il Capitale Investito e il Capitale Proprio > <=1 Il quoziente di indebitamento è dato dal rapporto tra il Capitale di Terzi e il Capitale Proprio < 2,5-3

12 L’analisi della solidità aziendale: mira ad accertare la capacità dell’azienda di mantenere nel medio-lungo periodo un costante equilibrio tra flussi monetari in uscita (rimborso delle fonti ) e flussi monetari in entrata (recupero monetario degli impieghi) in modo da mantenere l’equilibrio economico della gestione >0

13 L’analisi della situazione di liquidità mira ad accertare in che misura la combinazione degli impieghi e delle fonti, è in grado di produrre nel breve periodo, flussi monetari equilibrati, tali da far fronte in ogni momento agli impegni in uscita che la gestione richiede Indici di correlazione Riferiti all’area degli impieghi correnti e ai debiti a breve

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15 Indici di rotazione : indicano quante volte il capitale investito e gli elementi che lo compongono si rinnovano, cioè ritornano in forma liquida mediante i realizzi dei ricavi di vendita nell’arco del periodo amministrativo Segnala quante volte il capitale investito ritorna in forma liquida per effetto dei ricavi di vendita Indica la velocità di ritorno in forma liquida del capitale impiegato nei cicli di breve durata Indica la velocità di trasformazione in denaro del capitale investito in scorte Esprime quante volte si rinnovano i crediti derivanti dall’ordinaria attività commerciale

16 Indicano la durata o la dilazione dei principali elementi che compongono il Capitale Circolante Netto Indici di durata Indica il tempo medio di permanenza delle scorte in magazzino (giorni medi dall’immissione fino alla produzione o alla vendita) Esprime la durata media delle dilazioni concesse alla clientela (tempo medio di incasso dei crediti) Consente di conoscere la dilazione media di pagamento dei debiti di fornitura relativi all’acquisizioni di beni e servizi a breve ciclo di utilizzo

17 Indici di struttura finanziaria Margine di struttura essenziale Cp-I > 0 Margine di struttura globale Cp+P-I > 0 Rapporto di indebitamento K/N < 2,5 - 3 Elasticità degli impieghi I + L+D/ K Elasticità delle fonti p / K

18 Caso 1 Cp-I > 0 Cp+P -I > 0 40.000-20.000= 20.000 40.000+30.000 - 20.000=50.000

19 SITUAZIONE DI EQUILIBRIO I mezzi propri coprono l’attivo Fisso più una parte del Circolante cioè quella che di fatto è immobilizzata

20 Cp-I < 0 40.000-45.000= -5.000 Cp+P -I > 0 40.000+20.000-45.000 = 15.000 Caso 2

21 Situazione meno positiva ma più realistica I Flussi di Cassa Positivi Generati dagli Ammortamenti Servono, in parte, a Pagare i Debiti a Medio - Lungo Termine

22 Caso 3 Cp-I < 0 Cp+P -I< 0 40.000-60.000= - 20.000 40.000+15.000-60.000= - 5.000

23 SITUAZIONE SQUILIBRATA Che Non Può Permanere a Lungo (più interessi passivi)

24 Riclassificazione del Conto Economico a Costo del Venduto

25 Riclassificazione del Conto Economico a Valore Aggiunto

26 Indici per l'analisi della situazione economica Per situazione economica di un’impresa si intende la sua attitudine a remunerare in misura congrua il capitale proprio investito nei processi produttivi, ossia il capitale di rischio.

27 Redditività del capitale proprio (ROE) ROE = Rn/Cpx100 Il ROE (return on equity) si ottiene come rapporto tra reddito netto d’esercizio e capitale proprio; solitamente si esprime in termini percentuali e indica quanto si ottiene dalla gestione in forma di reddito per ogni 100 euro investiti a titolo di capitale di rischio.

28 Redditività del capitale investito (ROI) ROI = RO/Cix100 Il ROI (return on investiment) si ottiene come rapporto tra reddito operativo e capitale investito ed indica in quale misura la gestione caratteristica è in grado di remunerare il capitale investito nell’azienda. E’ il principale indicatore dell’efficienza aziendale.

29 Redditività delle vendite (ROS) ROS = Ro/Vx100 Il ROS (return on sales) è dato dal rapporto percentuale tra reddito operativo e vendite nette; indica quanto residua dopo aver recuperato i costi operativi della gestione caratteristica tramite i ricavi di vendita.

30 Indice di onerosità del capitale di credito (ROD) ROD = Of/Ct x100 Il ROD (return on debts) è il rapporto tra interessi passivi e altri oneri finanziari e debiti aziendali (capitale di terzi), si esprime in misura percentuale e indica il costo medio sostenuto dall’azienda per i finanziamenti di terzi, in definitiva è il tasso medio di interesse pagato sui debiti.

31 COORDINAMENTO TRA GLI INDICI ROE = ROI x Indice di indebitamento x Incidenza della gestione non caratteristica Questa relazione evidenzia che la redditività del capitale proprio varia in misura direttamente proporzionale al variare: della redditività del capitale investito che misura l’economicità della gestione tipica intesa come efficienza degli impieghi di capitale; della struttura finanziaria dell’impresa definita dall’indice di indebitamento; del peso degli oneri finanziari e degli altri e proventi e oneri atipici, definito dal rapporto tra reddito netto e reddito operativo.

32 Per Per verificare quale effetto produce sul ROE un aumento dell’indebitamento occorre pertanto tenere conto anche del ROD (onerosità dei debiti) e confrontare il suo valore con il ROI: Se ROI > ROD l’aumento dell’indebitamento produrrà un effetto leva positivo sul ROE, per esempio se si chiede un finanziamento e si paga un interesse del 6% mentre dall’investimento effettuato si ottiene un ROI (rendimento del capitale investito) del 10% è evidente che l’operazione è economicamente conveniente e che a parità di capitale proprio, si avrà un aumento del reddito netto che provocherà un aumento del ROE (nel rapporto il reddito netto a numeratore aumenta, il capitale proprio a denominatore resta invariato); se ROI = ROD l’aumento dell’indebitamento non avrà alcun effetto sul ROE (effetto neutrale), in quanto sarà annullato da un effetto di segno opposto dell’indice di incidenza della gestione non caratteristica, per esempio se si chiede un finanziamento e si paga un interesse del 7% e dall’investimento effettuato si ottiene un ROI (rendimento del capitale investito) sempre del 7% è evidente che l’operazione è economicamente neutrale in quanto i costi dell’operazione (interessi passivi) sono esattamente uguali ai rendimenti, pertanto anche l’utile resterà invariato e, a parità di capitale proprio, non subirà nessuna modifica neanche il ROE; se ROI < ROD l’aumento dell’indebitamento produrrà un effetto leva negativo sul ROE, per esempio se si chiede un finanziamento e si paga un interesse del 10% mentre dall’investimento effettuato si ottiene un ROI (rendimento del capitale investito) del 6% è evidente che l’operazione è economicamente non conveniente e che a parità di capitale proprio, si avrà una diminuzione del reddito netto (gli interessi pagati per ottenere il finanziamento sono maggiori del rendimento dell’investimento) che provocherà una diminuzione del ROE (nel rapporto il reddito netto a numeratore diminuisce, il capitale proprio a denominatore resta invariato).

33 Altro indice da esaminare come risultato di altri indici è il ROI: ROI = ROS x Tasso di rotazione degli impieghi Il ROI cresce in misura direttamente proporzionale al crescere del ROS (redditività delle vendite) e del tasso di rotazione degli impieghi. Ovviamente a parità di valori la lettura è diversa in base al settore di appartenenza dell’azienda, per esempio due aziende di cui una industriale e una mercantile con un ROI entrambe del 12% sono pervenute allo stesso risultato in modo differente, l’impresa industriale esprime più alti tassi di redditività delle vendite mentre l’impresa mercantile ha più elevati tassi di rotazione degli impieghi.


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