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PubblicatoCarmela Basso Modificato 8 anni fa
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La radio
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Le ricerche di Hertz, Branly e Lodge e dell’italiano Righi, avevano dimostrato l’esistenza delle onde elettromagnetiche descritte poi da Maxwell, nel famoso “Trattato dell'elettricità del magnetismo" (1873) che sosteneva che le onde elettromagnetiche avessero la stessa natura delle radiazioni della luce, e che si propagassero con la medesima velocità di 300.000 Km/s LE RICERCHE
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Questi studi portarono Guglielmo Marconi a sperimentare per la prima volta il telegrafo senza fili nel 1895 nella villa di campagna della sua famiglia, vicino a Bologna, mandando il segnale al di là della collina dei Celestini, di fronte al suo laboratorio.
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Gli studi ed i perfezionamenti delle onde- radio proseguirono a ritmo sostenuto, tanto che nel 1898 i trasmettitori Marconiani riuscirono a raggiungere la portata di circa 50Km. Nel 1900 riuscì con ulteriori accorgimenti tecnici a generare le onde radio che riuscirono a raggiungere distanze enormi, superando i 300Km. Marconi, per sperimentare la trasmissione del segnale radio a distanza, si trasferì in Inghilterra dove brevetto’ poi la sua invenzione.Qui costruì una potente stazione radiotelegrafica da cui nel 1901 alle ore 12.30 del 12 dicembre, realizzò lo storico esperimento di trasmissione del segnale oltre Oceano, fra Poldhu (Cornovaglia) e San Giovanni di Terranova. Stazione di Marconi a Poldhu. https://www.youtube.com/watch?feature=pla yer_detailpage&v=7aJlQI9MHfQ Marconi racconta la sua prima trasmissione.
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Intuendo il ruolo geopolitico strategico di questo servizio, i governi degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei diedero vita a grandi corporation nazionali per la gestione del traffico telegrafico-radiofonico, come la Rca americana (Radio Corporation of America), che già nel 1923 controllava un terzo del traffico transatlantico e la metà di quello transpacifico. Le trasmissioni amatoriali vennero proibite negli Stati Uniti con l’entrata in guerra nel 1917, per il pericolo di interferenza e di disturbo alle comunicazioni commerciali e militari, per riprendere poi nel periodo post bellico.
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Nel 1916 un impiegato dell’azienda americana di Marconi, David Sarnoff ebbe l’idea di produrre una radio come oggetto domestico, che consisteva principalmente di un ricevitore, che permetteva di ascoltare suoni, concerti e opere trasmesse da un unico trasmettitore. Le parole di Sarnoff descrivono bene la sua intenzione: “Ho in mente un piano che potrebbe fare della radio uno strumento domestico, come il grammofono o il pianoforte. Il ricevitore sarà progettato nella forma di una scatola radiofonica musicale adatta a ricevere diverse lunghezze d’onda che si potranno cambiare a piacimento spingendo un bottone.La scatola musicale avrà un amplificatore e un altoparlante telefonico incorporati al suo interno. Sarà tenuta in salotto e si potrà ascoltare musica, conferenze, concerti.” Nacque cosi la radio come mezzo di comunicazione di massa, che però dovette attendere ancora qualche anno per affermarsi.
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Sarnoff divenne assistente di una delle stazioni telegrafiche della Marconi. Proprio questo lavoro gli consentì di balzare agli onori della cronaca quando nel 1912 captò dei deboli segnali di richiesta di aiuto. Si trattava del Titanic che stava affondando. La leggenda dice che sia stato lui a dare l’allarme alle altre navi della zona e ad informare la stampa. Mentre il Presidente ordinava a tutti gli altri trasmettitori americani di interrompere le trasmissioni proprio per evitare ogni possibile interferenza con le operazioni di soccorso, il giovane Sarnoff rimaneva alla sua ricetrasmittente per 72 ore fornendo notizie dei sopravvissuti. Questo fatto rappresentò un vero e proprio trampolino di lancio e nel giro di pochi anni Sarnoff divenne direttore commerciale dell’American Marconi.
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Solo alla fine della guerra nacquero le prime società di radiodiffusione: sistemi pubblici in Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Stati Uniti. Il primo servizio regolare trasmesso alla radio, di due ore al giorno per due settimane, fu mandato in onda dalla stazione Marconi di Chelmsford, in Cornovaglia, dal 23 febbraio 1920. In Europa la radio da subito fu controllata da una gestione pubblica, con scopi educativi e informativi, oltre che di intrattenimento. Nel 1922 nacque la Bbc (British Broadcasting Company), una corporation sotto stretto controllo stata le.
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In Italia agli inizi degli anni '30 il prezzo medio di una radio era attorno alle 2.000 lire e il reddito annuo medio era ancora al di sotto delle 3.000 lire, per cui era un bene estremamente costoso alla portata della sola alta borghesia. Solo dal 1937 si incominciarono a produrre apparecchi al di sotto delle 1.000 lire e questo comportò un aumento del numero degli utenti radiofonici. Durante la seconda guerra mondiale la radio assunse un enorme potenziale propagandistico sia a uso interno che internazionale e a tale scopo fu creata "Radio Urbe" che svolse un ruolo strategico nella costruzione del mito dell’impero e della figura di Mussolini, abile comunicatore che entrava grazie ad essa in tutte le case con i suoi discorsi. L’URI, (Unione Radiofonica Italiana) fondata nel 1924, trasformata in EIAR, (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche ) nel 1928, dal 1944, assunse la denominazione RAI (Radio Audizioni Italia)
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Negli Stati Uniti, invece la prima trasmissione regolare quotidiana andò in onda da Detroit, il 31 agosto 1920. Nel novembre 1922 in tutto il territorio nordamericano esistevano solo cinque stazioni radio. Nel giro di pochi mesi esse passarono a 450. Oltre alle radio istituzionali, che trasmettevano dai campus universitari e dalle scuole, si affiancarono così numerosissime radio commerciali che erano finanziate dalla vendita di pubblicità. La Bbc diventò nel corso della seconda guerra mondiale la voce simbolo del mondo libero che numerosi italiani e tedeschi ascoltavano in clandestinità per capire cosa stesse accadendo al di fuori dei propri confini..
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A fine anni ’50 esplose il fenomeno delle radio pirata (Radio Merkur, Radio Caroline, Radio Nord), che trasmettevano da stazioni internazionali in Danimarca, Svezia, Germania e Inghilterra e che proponevano una programmazione musicale innovativa, rispondente ai gusti e alle aspettative delle giovani generazioni. Le radio pirata misero a rischio la popolarità delle grandi radio pubbliche, soprattutto per l’immediato successo ottenuto tra le band più popolari del momento, come ad esempio i Beatles, che volevano essere presenti nei loro programmi. Nel anni ’60 la radio, più accessibile ed economica, diventò lo strumento privilegiato per diffondere le idee dei movimenti politici e le contestazioni; dalla primavera di Praga alle manifestazioni studentesche in tutta Europa fino alle proteste in America contro la guerra del Vietnam.
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CURIOSITA’ L’UCCELLINO DELLA RADIO L’ uccellino della radio,è il nome con cui la maggior parte delle persone chiamano il vecchio segnale di intervallo che si poteva ascoltare nelle pause fra una trasmissione. Il più antico uccellino della radio era un congegno meccanico ideato e costruito per segnalare ai Tecnici della radiofonia il momento preciso nel quale si dovevano effettuare le manovre di inversione, ossia di collegamento a una sorgente di trasmissione radiofonica diversa da quella precedente. La cassetta che conteneva il meccanismo capace di imitare il cinguettio di un uccellino veniva di solito sistemata sullo stesso tavolo dove sedeva l'Annunciatore il quale, dopo aver comunicato agli ascoltatori la fine della trasmissione generata da quella sede, azionava il meccanismo; il 'cinguettio' veniva captato dallo stesso microfono e inviato sulle onde radio e sui collegamenti verso le altre sedi di impianti per la produzione e la diffusione di programmi radio.
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https://www.youtube.com/watch?v=_LVAXEZJ Dr8 Il segnale di intervallo si evolve Dopo molti anni di onorato servizio e qualche problema dei congegni meccanici pensarono di inciderne il suono su un disco, in modo da garantire meglio il gorgheggio al momento giusto. Il Maestro Belforte, consulente musicale a Radio Torino, eseguì con l' ocarina diversi motivi, a imitazione del canto degli usignoli, che vennero incisi in su disco. Uccellino dellla radio
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