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PubblicatoFiora Perrone Modificato 8 anni fa
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La negoziazione di istituto dopo l’approvazione della L. 107/2015 a.s. 2015/2016 La negoziazione di istituto dopo l’approvazione della L. 107/2015 a.s. 2015/2016
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Alcune misure contenute nella legge dispiegheranno i loro effetti nel corso dell’anno chiamata diretta docenti (dall'a.s. 16/17 comma 79), costituzione ambiti territoriali, attuazione deleghe, ecc) Altre invece – come il “bonus scuola”- determinano conseguenze più ravvicinate e pertanto richiedono scelte immediate fin da settembre Sui diversi aspetti della legge la FLC CGIL promuoverà un’azione giudiziaria, ma nel frattempo vanno assunte adeguate iniziative a livello di scuola al fine di contrastarne gli effetti più deleteri La legge sulla scuola n. 107/2015 e i suoi effetti sulle relazioni sindacali
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La legge 107/2015 (commi 126-127-128-129) introduce la possibilità per il dirigente scolastico di assegnare un “bonus” Si tratta di una “retribuzione accessoria” per la premialità dei docenti Viene assegnata in base a criteri espressi dal Comitato di Valutazione dei docenti… …e sulla base di una motivata valutazione del DS N.B. Il Miur ripartirà lo stanziamento di 200 mln alle scuole a partire dal 2016 Che cos’è il “bonus scuola”
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contrasta con i principi costituzionali e viola le leggi vigenti che prevedono che “Il trattamento economico fondamentale ed accessorio è definito dai contratti collettivi” (art. 45 Dlgs 165/2001, dopo Brunetta); crea un’autorità salariale nella figura del DS e gli attribuisce poteri in materia didattica in contrasto con le sue competenze e le sue funzioni che sono di carattere gestionale, amministrativo e organizzativo (art. 25 del DLgs 165/01) ; attribuisce competenze didattiche e valutative a componenti non professionali nel Comitato di Valutazione; subordina gli Organi Collegiali alla volontà di un organo monocratico; lede la libertà di insegnamento poiché il “bonus”, con il suo potere di condizionamento, limita fortemente l’autonomia professionale; prevede una procedura premiale estranea alla cultura cooperativa e collegiale della scuola italiana. La FLC CGIL giudica negativamente il “bonus scuola” perchè:
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Ricondurre le risorse del “bonus”all’interno della negoziazione di scuola finalizzandole alle attività programmate dal Collegio Docenti e deliberate nel Pof; Definire i criteri di assegnazione (quantitativi) in un’intesa fra DS ed RSU, come compensazione delle risorse sottratte in questi anni al FIS; valutare la possibilità di fare questa operazione in concomitanza con il negoziato sul FIS di cui potrà essere eventualmente parte distinta ma integrata; proporre la nomina del Comitato di Valutazione ai soli fini del superamento del periodo di prova dei neo assunti; Tutto ciò nella piena legittimità e nel rispetto delle norme vigenti non abrogate dalla L.107/2015 Le proposte della FLC CGIL in attesa del rinnovo Ccnl
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In occasione della scelta dei membri del Comitato di Valutazione: nell’immediato si può proporre il differimento di tale adempimento, per consentire a tutti di appropriarsi della materia successivamente proporre di eleggere nel Comitato di Valutazione solo quei colleghi che, una volta eletti, si impegnano: -ad astenersi dall’individuare i criteri di valutazione -a chiedere che la gestione delle risorse del “bonus”sia affidata alla sede negoziale con le RSU -a partecipare pienamente al Comitato solo in fase di valutazione del periodo di prova dei docenti neo immessi in ruolo chi si candida ad essere eletto nel Comitato di valutazione dichiari a verbale che si comporterà come sopra delineato Le cose da fare: 1. in sede di Collegio Docenti e Consiglio d’Istituto
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Il Collegio dei docenti in occasione della predisposizione del Pof: eserciti pienamente il proprio ruolo e il proprio“potere deliberante in materia di funzionamento didattico” (Dlgs 297/94 art. 7 comma 2) deliberi il Pof e conseguentemente le modalità di impiego dei docenti (gruppi di progetto, dipartimenti, coordinatori, ecc) nonché tutti gli aspetti in materia organizzativa e didattica. Dette prerogative sono mantenute dal Collegio e discendono dalle norme non abrogate del Regolamento dell’Autonomia (art. 4 e 5 del Dpr 275/99) La stessa legge 107/15 (comma 78) afferma che il dirigente scolastico deve operare nel rispetto delle competenze degli Organi Collegiali È opportuno, pertanto, che la delibera del Piano annuale delle attività sia il più possibile esaustiva al fine di ridurre margini di discrezionalità esercitabili dal DS che la dovrà attuare Le cose da fare: 1. in sede di Collegio Docenti
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Chiedere in tutte le scuole come RSU, e anche come sindacato, un primo incontro di “informativa sindacale” al dirigente scolastico per chiarire che: non sono abolite ma restano in vigore le norme che: -attribuiscono al DS “solo” compiti gestionali, organizzativi e amministrativi (art. 25 del Dlgs 165/01); -attribuiscono al Collegio Docenti la competenza in materia organizzativa e didattica (art. 7 del Dlgs 297/94 e artt. 4 e 5 del Dpr 275/99-Regolamento dell’Autonomia); -attribuiscono alla contrattazione sindacale il trattamento economico fondamentale ed accessorio (art. 45 del Dlgs 165/2001). Le cose da fare: 2. in sede di Relazioni Sindacali d’Istituto
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pertanto si è nella piena legittimità e nel rispetto delle norme se il dirigente scolastico opererà tenendo conto delle prerogative collegiali e sindacali la stessa legge 107/15 non obbliga il dirigente scolastico a nominare il 10% dei docenti per incarichi organizzativi e didattici, perché il testo (comma 83) recita che egli “può” nominare inoltre lo stesso comma 128 della L. 107/15 riconosce che il “bonus” ha “natura di retribuzione accessoria” (quindi soggetto a negoziazione) Le cose da fare: 2. in sede di Relazioni Sindacali d’Istituto
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chiedere l’apertura del confronto sindacale per definire i criteri per utilizzare tutte le risorse destinate a compensi per incarichi e attività del personale (FIS, “bonus”, ecc) contrattare le risorse del FIS (pur nel limite degli importi ridotti) e tutto quanto riguarda l’art. 6 del CCNL (organizzazione del lavoro, modalità di utilizzo del personale e relativi compensi) assegnare le risorse del “bonus” secondo modalità definite tra Ds ed RSU (anche ricorrendo allo strumento distinto ma complementare ed integrato dell’Intesa sindacale) visto l’intreccio fra le attività svolte tramite FIS e quelle svolte tramite “bonus” il negoziato non potrà che essere complementare e integrato, con specifici atti poi sottoscritti tra le parti distintamente. Le cose da fare: 3. in sede di Contrattazione d’Istituto
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In assenza di Intesa, con la contrattazione del FIS, va esclusa qualsiasi retribuzione aggiuntiva per attività o incarichi non previsti dal CCNL (art. 88 c. 2), cosi come va contestato il pagamento di incarichi o attività stabilite unilateralmente dal dirigente scolastico al di fuori della condivisione in collegio docenti e non approvate nel POF. Le cose da fare: 3. in sede di Contrattazione d’Istituto
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Per una gestione partecipata e condivisa: Collegio Docenti delibera il Pof, le attività didattiche, le modalità di impiego dei docenti: gruppi di lavoro, coordinatori, ecc. (Dlgs 297/94 art. 7 e Dpr 275/99 art. 4 e 5) Negoziano i compensi per i docenti e ATA impegnati nelle attività/incarichi (Fis+Bonus) e stipulano intesa contrattuale (Dlgs 165/01 art. 45) Il Comitato di Valutazione non si esprime sui criteri per la valorizzazione dei docenti. Può assumere quanto stabilito in Collegio e nell'Intesa tra DS e RSU Dirigente Scolastico RSU
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-Documento unitario sulle linee guida per la gestione nelle scuole della L. 107/15 -Linee guida FLC CGIL sulla contrattazione integrativa di scuola -Slide per incontri ed assemblee -Mappa dei poteri aggiornata dopo la L. 107/2015 -Scheda sui Fondi europei e contrattazione -Schede su sicurezza, privacy, assistenza disabilità e somministrazione farmaci Altro materiale di supporto per la contrattazione d’istituto
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