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IV dom. di Pasqua - C Gv 10, 27-30 pastore “Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono conoscono.

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Presentazione sul tema: "IV dom. di Pasqua - C Gv 10, 27-30 pastore “Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono conoscono."— Transcript della presentazione:

1 IV dom. di Pasqua - C Gv 10, 27-30 pastore “Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono conoscono me”… … pastore “Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono conoscono me”… …

2 C’è un fiume di parole che mi raggiunge e mi stordisce, un torrente di suoni e di messaggi che invade il mio cuore, ma la tua voce, Signore, è inconfondibile. pastore È la voce del pastore che mi conosce e mi ama. pastore E’ la voce del pastore che resta sempre accanto a me. pastore E’ la voce del pastore che conduce i miei passi sulle vie della vita eterna. Come non riconoscerla? Come non ascoltarla? Come non seguirla? C’è un fiume di parole che mi raggiunge e mi stordisce, un torrente di suoni e di messaggi che invade il mio cuore, ma la tua voce, Signore, è inconfondibile. pastore È la voce del pastore che mi conosce e mi ama. pastore E’ la voce del pastore che resta sempre accanto a me. pastore E’ la voce del pastore che conduce i miei passi sulle vie della vita eterna. Come non riconoscerla? Come non ascoltarla? Come non seguirla? Manda il tuo Santo Spirito, Signore, perché quando sono smarrito, la tua voce riporti la pace; quando sono indeciso sulla strada da prendere e non so cosa fare, la tua voce mi indichi il sentiero migliore; quando mi perdo nei meandri della vita, sii tu la mia chiave di volta. Amen! Manda il tuo Santo Spirito, Signore, perché quando sono smarrito, la tua voce riporti la pace; quando sono indeciso sulla strada da prendere e non so cosa fare, la tua voce mi indichi il sentiero migliore; quando mi perdo nei meandri della vita, sii tu la mia chiave di volta. Amen!

3 In quel tempo, Gesù disse: 27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28 Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. 29 Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. 30 Io e il Padre siamo una cosa sola”.

4 L’odierna breve pericope deve collocarsi nell’ambito dell’intero capitolo 10 del Vangelo di Giovanni ove troviamo una crescente opposizione a Gesù (Gv 10,31) e sembrano materializzarsi l’odio e l’incredulità del mondo nei suoi riguardi. tema Il tema di questa domenica è quello del Leggiamo Gv 10,1 – 26; 31 – 39. L’odierna breve pericope deve collocarsi nell’ambito dell’intero capitolo 10 del Vangelo di Giovanni ove troviamo una crescente opposizione a Gesù (Gv 10,31) e sembrano materializzarsi l’odio e l’incredulità del mondo nei suoi riguardi. tema Il tema di questa domenica è quello del Leggiamo Gv 10,1 – 26; 31 – 39.

5 1 “In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2 Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 3 Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4 E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. 6 Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. 7 Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9 Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10 Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. 11 Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. 12 Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; 13 egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. %

6 14 Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15 come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. 16 E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. 17 Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18 Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio”. 19 Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. 20 Molti di essi dicevano: “Ha un demonio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare? ”. 21 Altri invece dicevano: “Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi dei ciechi? ”. 22 Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d’inverno. 23 Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. 24 Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: “Fino a quando terrai l’animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”. 25 Gesù rispose loro: “Ve l’ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; 26 ma voi non credete, perché non siete mie pecore. %

7 31 I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. 32 Gesù rispose loro: “Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare? ”. 33 Gli risposero i Giudei: “Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”. 34 Rispose loro Gesù: “Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi ? 35 Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), 36 a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? 37 Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; 38 ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre”. 39 Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani. %

8 Il brano di questa domenica sintetizza alcuni elementi di quanto Gesù ha fatto intravedere ai suoi interlocutori, i giudei, nei precedenti incontri. 3 Abbiamo 3 temi: Il brano di questa domenica sintetizza alcuni elementi di quanto Gesù ha fatto intravedere ai suoi interlocutori, i giudei, nei precedenti incontri. 3 Abbiamo 3 temi: 3. 3. La Sua relazione intima e di comunione con il Padre (vertice del discorso). 3. 3. La Sua relazione intima e di comunione con il Padre (vertice del discorso). 2. 2. Il dono che offre loro. 2. 2. Il dono che offre loro. 1. 1. Le caratteristiche richieste ai discepoli per essere veramente alla sua sequela. 1. 1. Le caratteristiche richieste ai discepoli per essere veramente alla sua sequela.

9 1.Le caratteristiche richieste ai discepoli per essere veramente alla sua sequela. * Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. * v. 27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Gesù parla delle sue “pecore” riprendendo quanto proposto nella parabola del “bel pastore”. Distingue tra chi è disposto ad essere suo discepolo e chi invece non dà credito alle sue parole (10,26) e precisa le condizioni per essere realmente suoi discepoli, ovvero - usando la metafora evangelica - “pecora” - del suo gregge. Indica due condizioni fondamentali: L’ascolto della sua Parola, attraverso la quale si accede all’esperienza del suo amore (conoscenza). La sequela dietro di lui. * Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. * v. 27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Gesù parla delle sue “pecore” riprendendo quanto proposto nella parabola del “bel pastore”. Distingue tra chi è disposto ad essere suo discepolo e chi invece non dà credito alle sue parole (10,26) e precisa le condizioni per essere realmente suoi discepoli, ovvero - usando la metafora evangelica - “pecora” - del suo gregge. Indica due condizioni fondamentali: L’ascolto della sua Parola, attraverso la quale si accede all’esperienza del suo amore (conoscenza). La sequela dietro di lui.

10 Sostanzialmente ci vengono indicati due verbi: Sostanzialmente ci vengono indicati due verbi:

11 In Gv 10,4-5 è già emerso il tema dell’ascolto e del rifiutare l’ascolto della voce degli estranei. Veniamo invitati a fare “discernimento” delle voci. ASCOLTARE ASCOLTARE non è solo percepire suoni, ma è porre realmente attenzione a ciò che si sente e soprattutto mettersi in gioco nell’atteggiamento dell’obbedienza. Anche Gesù viene presentato come uno che ha “visto e udito” (Gv 3,31-32), uno che ha “udito da Dio” la verità che ora proclama (Gv 8,40). In Gv 10,4-5 è già emerso il tema dell’ascolto e del rifiutare l’ascolto della voce degli estranei. Veniamo invitati a fare “discernimento” delle voci. ASCOLTARE ASCOLTARE non è solo percepire suoni, ma è porre realmente attenzione a ciò che si sente e soprattutto mettersi in gioco nell’atteggiamento dell’obbedienza. Anche Gesù viene presentato come uno che ha “visto e udito” (Gv 3,31-32), uno che ha “udito da Dio” la verità che ora proclama (Gv 8,40). %

12 ALLO STESSO MODO IL DISCEPOLO ASCOLTA DEVE ESSERE UNO CHE ASCOLTA … … ASCOLTATO Cfr. La Samaritana: I samaritani credono prima per aver ASCOLTATO le parole della donna, e poi credono sulla parola stessa di Gesù. ( Gv 4,39.41-42) ASCOLTANO I primi discepoli: ASCOLTANO prima la parola del Battista, ma poi incontrano loro stessi Gesù. (Gv 1,37). ascolto L’ascolto di fede riguarda la testimonianza su Gesù e, ancor di più, la parola di Gesù che testimonia il Padre. ASCOLTARE ASCOLTARE è un lasciarsi ammaestrare da Dio (Gv 6,45) perciò sarà necessario il soccorso dello Spirito, che “insegna ogni cosa” (Gv 14,26). ALLO STESSO MODO IL DISCEPOLO ASCOLTA DEVE ESSERE UNO CHE ASCOLTA … … ASCOLTATO Cfr. La Samaritana: I samaritani credono prima per aver ASCOLTATO le parole della donna, e poi credono sulla parola stessa di Gesù. ( Gv 4,39.41-42) ASCOLTANO I primi discepoli: ASCOLTANO prima la parola del Battista, ma poi incontrano loro stessi Gesù. (Gv 1,37). ascolto L’ascolto di fede riguarda la testimonianza su Gesù e, ancor di più, la parola di Gesù che testimonia il Padre. ASCOLTARE ASCOLTARE è un lasciarsi ammaestrare da Dio (Gv 6,45) perciò sarà necessario il soccorso dello Spirito, che “insegna ogni cosa” (Gv 14,26). %

13 ascolto L’ascolto instaura un legame profondo tra chi ascolta e colui che parla, tramite la sua voce. (Gv 20, 15-16). Oltre che richiamare l’immagine della pecora che sente la voce del suo pastore, ella è come la sposa del cantico, il cui cuore freme, sentendo la voce del suo diletto (cfr. Ct 2,8; 5,2;8,13). ascolto L’ascolto presuppone un atteggiamento amichevole, affettivo verso colui che parla. Questo aspetto è messo in rilievo nella pericope da un verbo “e io le conosco” (27). Gesù non si limita ad affermare la necessità dell’ascolto da parte dei suoi discepoli, ma dichiara il proprio amore verso di loro. ascolto L’ascolto instaura un legame profondo tra chi ascolta e colui che parla, tramite la sua voce. (Gv 20, 15-16). Oltre che richiamare l’immagine della pecora che sente la voce del suo pastore, ella è come la sposa del cantico, il cui cuore freme, sentendo la voce del suo diletto (cfr. Ct 2,8; 5,2;8,13). ascolto L’ascolto presuppone un atteggiamento amichevole, affettivo verso colui che parla. Questo aspetto è messo in rilievo nella pericope da un verbo “e io le conosco” (27). Gesù non si limita ad affermare la necessità dell’ascolto da parte dei suoi discepoli, ma dichiara il proprio amore verso di loro. %

14 “Conoscere” “Conoscere” nella Bibbia vuol dire fare esperienza instaurare una relazione affettiva, amorosa, con colui che è conosciuto. ascoltano Le “pecore” ascoltano la voce del loro “pastore” non primariamente perché esse lo conoscono, ma perché si sentono da lui conosciute, ovvero avvertono il suo amore verso di loro, un amore che giunge a dare la vita per loro. “Conoscere” “Conoscere” nella Bibbia vuol dire fare esperienza instaurare una relazione affettiva, amorosa, con colui che è conosciuto. ascoltano Le “pecore” ascoltano la voce del loro “pastore” non primariamente perché esse lo conoscono, ma perché si sentono da lui conosciute, ovvero avvertono il suo amore verso di loro, un amore che giunge a dare la vita per loro.%

15 Dall’ascolto alla sequela. “Seguire” “Seguire” è fare propria la medesima meta, fiduciosi che la direzione del cammino è buona e sensata e che vale la pena di affrontare la fatica dello stare al passo. seguire Nell’ottica di amore seguire non appare affatto svendere la propria libertà, ma comprendere che soltanto nell’obbedienza amorosa e fedele si viene a capo della propria vita. Dall’ascolto alla sequela. “Seguire” “Seguire” è fare propria la medesima meta, fiduciosi che la direzione del cammino è buona e sensata e che vale la pena di affrontare la fatica dello stare al passo. seguire Nell’ottica di amore seguire non appare affatto svendere la propria libertà, ma comprendere che soltanto nell’obbedienza amorosa e fedele si viene a capo della propria vita.

16 Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. * v. 28 Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Dopo aver indicato le caratteristiche dell’autentico discepolo, Gesù prospetta una promessa davvero grandiosa: tale cammino dietro di lui non sfocia nella morte, ma nel dono di una vita piena. pastore pastore Gesù non esplicita la modalità con cui questo dono della vita definitiva viene attuato dal “pastore” nei confronti delle sue pecore; ma sappiamo che poco prima ha detto che il “pastore” muore per dare la vita alle sue “pecore”. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. * v. 28 Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Dopo aver indicato le caratteristiche dell’autentico discepolo, Gesù prospetta una promessa davvero grandiosa: tale cammino dietro di lui non sfocia nella morte, ma nel dono di una vita piena. pastore pastore Gesù non esplicita la modalità con cui questo dono della vita definitiva viene attuato dal “pastore” nei confronti delle sue pecore; ma sappiamo che poco prima ha detto che il “pastore” muore per dare la vita alle sue “pecore”. 2. Il dono che offre loro. %

17 pastore Gesù si offre al discepolo come un “pastore” capace di garantire al suo “gregge” una guida sicura e fidata. Questo non significa che il cammino delle pecore è immune da pericoli e da tentativi di allontanarle dal pastore, ma Lui promette che la sua mano sarà più forte delle realtà che attentano alla sequela dei suoi discepoli: “nessuno le rapirà dalla sua mano”. pastore Gesù si offre al discepolo come un “pastore” capace di garantire al suo “gregge” una guida sicura e fidata. Questo non significa che il cammino delle pecore è immune da pericoli e da tentativi di allontanarle dal pastore, ma Lui promette che la sua mano sarà più forte delle realtà che attentano alla sequela dei suoi discepoli: “nessuno le rapirà dalla sua mano”.%

18 * Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola. * vv. 29-30 Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola. L’immagine del discepolo, tenuto saldamente per mano dal “pastore” si prolunga in quella dello stesso “Figlio”, a sua volta tenuto amorosamente per mano dal Padre. Il legame con il Figlio-Pastore è voluto dal Padre. Gesù non considera i propri discepoli come se fossero quasi una personale conquista, ma scorge in loro il dono che il Padre gli fa (Gv 6,44; 17,6). * Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola. * vv. 29-30 Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola. L’immagine del discepolo, tenuto saldamente per mano dal “pastore” si prolunga in quella dello stesso “Figlio”, a sua volta tenuto amorosamente per mano dal Padre. Il legame con il Figlio-Pastore è voluto dal Padre. Gesù non considera i propri discepoli come se fossero quasi una personale conquista, ma scorge in loro il dono che il Padre gli fa (Gv 6,44; 17,6). 3. La Sua relazione intima e di comunione con il Padre. %

19 Viene messa in evidenza un’unità più profonda indicata anche in Gv 1,1.18. E’ indicata la relazione che il Padre e il Figlio hanno verso gli uomini, cioè su quanto il Padre e il Figlio fanno in piena sintonia per realizzare la salvezza dell’umanità, per custodire le “pecore” dal maligno. Viene messa in evidenza un’unità più profonda indicata anche in Gv 1,1.18. E’ indicata la relazione che il Padre e il Figlio hanno verso gli uomini, cioè su quanto il Padre e il Figlio fanno in piena sintonia per realizzare la salvezza dell’umanità, per custodire le “pecore” dal maligno.%

20 L’unità dei “suoi” viene da Gesù presentata ad immagine della unità tra lui e il Padre. Questo è lo scopo della sua vita! il cammino dietro a lui non sfocia nella morte, ma nel dono di una vita piena. Gesù prospetta una promessa davvero grandiosa: il cammino dietro a lui non sfocia nella morte, ma nel dono di una vita piena. Gesù ribadisce che questo dono è “per sempre”, perché fondato sulla comunione tra il Figlio e il Padre. L’unità dei “suoi” viene da Gesù presentata ad immagine della unità tra lui e il Padre. Questo è lo scopo della sua vita! il cammino dietro a lui non sfocia nella morte, ma nel dono di una vita piena. Gesù prospetta una promessa davvero grandiosa: il cammino dietro a lui non sfocia nella morte, ma nel dono di una vita piena. Gesù ribadisce che questo dono è “per sempre”, perché fondato sulla comunione tra il Figlio e il Padre.

21 Preghiamo con Gv 10,27-30 Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché solo tu ci conosci fino in fondo, uno per uno, con i nostri slanci e le nostre fatiche, le nostre fragilità e le nostre risorse. Per questo ti mostri esigente quando ci lasciamo afferrare dalla pigrizia, e dolce e compassionevole quando ci troviamo in difficoltà. Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché ti metti davanti a tutti e ci guidi alle sorgenti della vita, ci fai conoscere il volto del Padre e dissipi i timori e le paure che ci impediscono di andare avanti. Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché sei pronto a dare la vita. Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché ci ami di un amore smisurato e non puoi sopportare che neppure uno si perda e rovini la sua vita. Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché solo tu ci conosci fino in fondo, uno per uno, con i nostri slanci e le nostre fatiche, le nostre fragilità e le nostre risorse. Per questo ti mostri esigente quando ci lasciamo afferrare dalla pigrizia, e dolce e compassionevole quando ci troviamo in difficoltà. Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché ti metti davanti a tutti e ci guidi alle sorgenti della vita, ci fai conoscere il volto del Padre e dissipi i timori e le paure che ci impediscono di andare avanti. Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché sei pronto a dare la vita. Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché ci ami di un amore smisurato e non puoi sopportare che neppure uno si perda e rovini la sua vita. Ascoltare la tua voce, è un segno d’amore perché l’ascolto è di chi ama, l’ascolto è proprio di chi condivide la vita. La sposa ascolta lo sposo, la madre il silenzio dei figli, l’amico ascolta l’amico… Di un capo, o regnante si ode l’ordine, ma il cuore è lontano. Di te che vuoi essere solo Pastore noi vogliamo ascoltare la voce che appaga i bisogni del cuore. Tu chiedi ad ognuno di noi di affidarti con fiducia la propria vita. Così sia oggi e sempre, amen! Ascoltare la tua voce, è un segno d’amore perché l’ascolto è di chi ama, l’ascolto è proprio di chi condivide la vita. La sposa ascolta lo sposo, la madre il silenzio dei figli, l’amico ascolta l’amico… Di un capo, o regnante si ode l’ordine, ma il cuore è lontano. Di te che vuoi essere solo Pastore noi vogliamo ascoltare la voce che appaga i bisogni del cuore. Tu chiedi ad ognuno di noi di affidarti con fiducia la propria vita. Così sia oggi e sempre, amen!


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