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L’elezione di Alessandro VI (1492) In Alessandro VI [Rodrigo Borgia] fu solerzia e sagacità singolare, consiglio eccellente, efficacia a persuadere meravigliosa,

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Presentazione sul tema: "L’elezione di Alessandro VI (1492) In Alessandro VI [Rodrigo Borgia] fu solerzia e sagacità singolare, consiglio eccellente, efficacia a persuadere meravigliosa,"— Transcript della presentazione:

1 L’elezione di Alessandro VI (1492) In Alessandro VI [Rodrigo Borgia] fu solerzia e sagacità singolare, consiglio eccellente, efficacia a persuadere meravigliosa, e a tutte le faccende gravi sollecitudine e destrezza incredibile; ma erano queste virtù avanzate di grande intervallo da vizi: costumi oscenissimi, non sincerità non vergogna non verità non fede non religione, avarizia insaziabile, ambizione immoderata, crudeltà più che barbara e ardentissima cupidità di esaltare in qualunque modo i figliuoli i quali erano molti. (F. Guicciardini, Storia d’Italia, 1561 )

2 Pietro Querini-Paolo Giustiniani Libellum ad Leonem X (1513) Sull’ignoranza del clero: Nessuno può avere dubbi sul fatto che dei vizi che abbiamo enumerato, il più grande e l’origine di tutti gli altri mali è l’ignoranza; ed è tanto più grave e più pericolosa, in quanto è più diffusa tra coloro che non solo dovrebbero sapere essi stessi, ma anche insegnare agli altri [...]. Ci sono molte migliaia di religiosi che non sanno nemmeno leggere e sanno scrivere mediocremente. In una moltitudine così numerosa di religiosi, a malapena due su cento, o dieci su mille hanno imparato quel tanto di latino che basta a capire le cose che leggono quotidianamente in chiesa. -Contro le arti divinatorie -Per la traduzione in volgare della Bibbia -Ridurre gli ordini religiosi alle “famiglie principali” -Riduzione dei benefici cardinalizi - Residenza dei vescovi nella propria diocesi

3 Pietro Querini-Paolo Giustiniani Libellum ad Leonem X (1513) Sulla conversione degli ebrei: Ma gli ebrei che non si vogliono convertire a Cristo né con l’amore e la verità, né con questi caritatevoli sistemi, non reputeremmo ingiusto se li si trattasse con maggiori durezza e asperità; [...] Crediamo infatti che per loro sarebbero dei duri colpi, se in futuro non venisse loro più permesso di esercitare il prestito tra i cristiani; [...] se le loro merci pagassero un dazio più alto di quello dei cristiani; se non potessero più abitare in uno stesso luogo per molto tempo e non potessero avere più liberamente le loro sinagoghe; [...] se fossero dotati di un evidentissimo contrassegno col quale li si potesse facilmente riconoscere, per poterli evitare.

4 Prima della Controriforma 1534: Paolo III Farnese viene eletto papa 1536-37: Consilium de emendanda ecclesiae 1536: L’alfabeto cristiano di Juan de Valdès L’ecclesia viterbensis: circolo degli “spirituali” attorno ai cardinali Reginald Pole e Giovanni Morone

5 Papa Paolo III (Alessandro Farnese) – Tiziano Museo Nazionale di Capodimonte, [Napoli]

6 La Controriforma 1540: Ignazio di Loyola fonda la Compagnia di Gesù 1542: creazione della Congregazione romana dell’Inquisizione 1545-1563: Concilio di Trento 1555: nascita dei ghetti ebraici 1559: si stampa il primo Indice dei libri proibiti 1572: creazione della Congregazione romana dell’Indice

7 Dall’ Esame generale: -tre voti: obbedienza,povertà, castità -quarto voto di obbedienza al papa -Chi entra nella Compagnia deve chiarire: -se discenda o meno da cristiani vecchi o nuovi -se nella sua famiglia vi sia qualcuno accusato di eresia -se sappia leggere e scrivere e quale sia il livello della sua competenza -se abbia avuto fino ad allora predisposizione per la preghiera -se abbia la certezza di voler lasciare la vita secolare Le Costituzioni della Compagnia di Gesù (1558)

8 Il valore dell’obbedienza: Tutte le nostre forze, ogni nostro singolo nervo, deve essere rivolto a offrire questa virtù dell’obbedienza, in primo luogo al Sommo Pontefice e in secondo luogo ai Superiori della Compagnia [...] E ciascuno si convinca che coloro che vivono sotto l’obbedienza devono lasciarsi governare dalla divina provvidenza, che agisce attraverso i Superiori, come se fossero dei cadaveri [perinde ac si cadaver essent]; oppure come un bastone che ubbidisce e serve chi ce l’ha in mano ovunque e per qualsiasi cosa egli lo voglia usare. Così infatti l’obbediente deve eseguire con animo lieto qualsiasi cosa il Superiore gli ordini di fare a vantaggio di tutta la cristianità.

9 I decreti del Concilio di Trento (1545-1563) Sulla giustificazione (1547): Se qualcuno dirà che l’empio viene giustificato attraverso la sola fede, volendo con ciò dire che per conseguire la grazia della giustificazione non c’è bisogno di nient’altro e non c’è nessun bisogno che [l’empio] si prepari e si disponga con la propria volontà, sia anatema. Sull’eucarestia (1551): Se qualcuno negherà che nel sacramento dell’eucarestia sono contenuti veramente, realmente e sostanzialmente il corpo e il sangue, insieme all’anima e alla divinità di Gesù Cristo nostro signore, e perciò Cristo tutto intero, e dirà invece che Cristo vi è contenuto soltanto in segno, in figura, o virtualmente, sia anatema. Sul matrimonio (1563): Il matrimonio contratto in modo diverso da quello legittimo che richiede la presenza del parroco o del vescovo, no0nché di due o tre testimoni [...] viene considerato nullo e invalido e questa santa assemblea attraverso il presente decreto lo annulla o lo invalida.

10 Vedere con gli occhi del cuore Plurime funzioni delle immagini: devozionale, sociale, liturgica, didattica, taumaturgica, propaganda Processo che muta con il passare del tempo passando dall’affettività alla reverenza e all’omaggio tipici dell’età della controriforma.

11 Decreto tridentino sulle immagini (1563): Bisogna tenere soprattutto nelle chiese le immagini di Cristo, della Vergine madre di Dio e degli altri santi e tributare loro il dovuto onore e la dovuta venerazione, non perché si creda che in esse vi sia una qualche virtù divina o una qualità a causa della quale debbano essere oggetto di culto, oppure perché bisogni chieder loro qualcosa, oppure perché bisogni aver fiducia nelle immagini di per sé, come accadeva una volta per i pagani [...], ma perché l’onore che ad esse viene tributato si riferisce agli esseri che esse rappresentano: attraverso le immagini che baciamo [...] noi adoriamo Cristo e veneriamo i Santi a somiglianza dei quali esse sono fatte. [...] Attraverso le storie dei misteri della nostra redenzione espresse [...] per immagini il popolo viene reso edotto e rafforzato nel ricordo e nella meditazione degli articoli di fede.

12 Trattati sulle immagini Gabriele Paleotti: Discorso sulle immagini sacre e profane (Bologna 1582) Federico Borromeo: De Pictura Sacra (Milano 1624)

13 Il catechismo di Giovan Battista Eliano Giovan Battista Eliano (1530-: ebreo convertito al cattolicesimo, nel 1551 entra nella Compagnia di Gesù Dottrina christiana… con figure per istruttione de gli idioti (Roma 1587): Catechismo per immagini Catechismo per gli idiotæ: in particolare le plebi rurali Precedente protestante: Piccolo catechismo di Martin Lutero (1529)

14 Eliano - Avarizia

15 Dalla contemplazione delle immagini alle visioni Partecipazione di altre figure dentro la scena: rigettata dal concilio di Trento e da Borromeo La preghiera mentale che è capace di suscitare immagini: la visione mentale diventa altrettanto forte di quella suscitata da un’immagine. Il rapporto fra ciò che si vede e immagine mentale non è costante: immagini come tramite importante per l’esperienza mistica: usate per costruire le visioni ma anche per ricordarle: «Le visioni si adeguano a schemi iconografici comuni e nello stesso tempo le loro descrizioni sollecitano tali schemi».

16 Un documento inquisitoriale Immagine della Vergine della Chiesa della Beatissima Vergine a Piombo [Bosnia], considerata miracolosa «in particolare contra li Indemoniati, liberandosene molti, o siano catolici, o scismatici, o Turchi, gridando tutti ad alta voce: Vergine Santissima liberaci. Beato chi a te crede: vera è la fede cattolica cristiana» (f. 637v). I turchi vogliono distruggerla perché «frattanto starà in questo luogo moltiplicheranno li papisti: Questo farà gran pregiudizio alla nostra legge di Maometto. Andiamo dunque a fracassare quella tavola della sua Vergine» (f. 637v). I Turchi assalgono coloro che hanno il quadro e cercano di distruggerlo. L’anno seguente [1610] si chiede esplicitamente ai Turchi di portare il processione «l’immagine di Mehrem Ana, cioè della madre di Gesù Cristo» (f. 638v).

17 Censura delle visioni La Controriforma censura non solo le immagini ma anche le visioni: La visione come segnale di eterodossia: legame con il fenomeno dell’affettata santità o santità simulata –Es.: Apparizione della Vergine a una donna di nome Margherita nel maggio 1560 nei dintorni di Piacenza: la visione avviene di sabato e il culto che si cerca di stabilire in quel medesimo giorno settimanale indirizza nel processo contro Margherita l’accusa di giudaizzare, insito nel tentativo di stabilire un culto nel giorno sacro agli ebrei e non la domenica.


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