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PubblicatoGiulietta Martinelli Modificato 8 anni fa
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transizione manuale
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1. Vieni Spirito Santo, apri la nostra mente all’incontro con Gesù, Parola fatta carne, e donaci la sapienza del cuore.
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2. Concedi a noi di saperci fermare un istante ad ascoltare il suono della tua voce, perché docili alla tua Parola ci lasciamo purificare e plasmare sull’esempio del Cristo, e rinnovati nel cuore possiamo essere testimoni di comunione.
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3. Te lo chiediamo per l’intercessione di Maria, la Vergine del silenzio e del servizio, cha ha ascoltato la Parola e l’ha custodita nel suo cuore per farla fruttificare nella carità operosa. Ma soprattutto te lo chiediamo per i meriti di Cristo, Parola del Padre, che vive con Te per i secoli dei secoli. Amen!
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Non è una lettura strettamente esegetica È una lettura che deve portare alla preghiera E una lettura che deve portare alla contemplazione È un vedere nella Scrittura una persona che ci interpella È il cammino del credente verso l’incontro con il Signore Gesù, Parola del Padre, che agisce e si rivela tramite la Scrittura.
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La Lectio Divina è un’esclusiva del monachesimo? Il Concilio afferma: “È necessario che tutti i chierici, sacerdoti e quanti come i diaconi i catechisti, attendono legittimamente al ministero della parola, conservino un continuo contatto con la Scrittura, mediante la sacra lettura assidua e lo studio accurato…Parimenti il Santo Sinodo esorta con ardore e con insistenza tutti i fedeli… ad apprendere la sublime conoscenza di Gesù Cristo (Fil 3,8) con la frequente lettura delle Scritture. L’ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo”. (DV 25)
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Nel mondo biblico la conoscenza di una persona si ha quando ci si unisce ad essa. Si comprende l’altro quando si diventa consanguinei Ci si mette nei suoi pensieri, nelle sue preoccupazioni, nella sua stessa vita.
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La Parola della Torah rivela se stessa solo ai suoi amanti Ogni minima espressione della Scrittura possiede un mistero, un messaggio di Dio per gli uomini Il rapporto da stabilire con il libro della Scrittura è un rapporto da amante ad amato
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Lectio divina = lettura e ascolto Per ascoltare occorre creare un contesto di silenzio e solitudine Elia ha dovuto affinare il proprio orecchio prima di scoprire il Signore dentro il “mormorio di un vento leggero” (1 Re 19,9-14)
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Atteggiamenti per rendere possibile la LECTIO: La Bibbia è ispirata da Dio Quando l’agiografo scrive lo Spirito Santo in qualche modo lo garantisce dal non scrivere errori riguardanti la fede Stabilire con le Scritture un rapporto d’amore 1° presupposto
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Lo stesso Spirito che ha ispirato ed è contenuto nel Nuovo Testamento ha ispirato ed è contenuto nell’Antico Testamento 2° Presupposto
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3° presupposto L’incontro individualistico non è sufficiente Per incontrare e accedere in profondità alla comprensione delle Scritture bisogna garantirsi la comunione con la Chiesa
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4° presupposto Occorre svuotare il cuore, essere umili perché la Parola di Dio possa riempirlo con la sua ricchezza
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5° presupposto Occorre chiedere, chiedere insistentemente il dono dello Spirito e chiederlo in nome di colui che ci garantisce l’esaudimento da parte del Padre
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“La Lectio Divina deve avere per principale oggetto la Sacra Scrittura; tuttavia abbraccia anche con molta larghezza i Padri, la Tradizione, gli esempi e la dottrina dei Santi, la riflessione sempre viva della Chiesa nel corso dei secoli” Oggetto
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FINALITÀ “Perché avvenga il colloquio con Dio” “Conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio” “Discernere i segni della sua volontà e gli impulsi della sua grazia nelle varie vicende della vita” (PO 18)
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Ottenere la conoscenza di Gesù Cristo Vedere Cristo in ogni uomo Cristo è il punto focale su cui dovrà concentrarsi l’attenzione di chi fa lectio divina, perché Gesù “è insieme il mediatore e la pienezza di tutta la rivelazione” (DV 2) FINALITÀ
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“generare” “sostenere” (DV 21) “far ringiovanire una comunità cristiana Questo scopo si ottiene meglio nella forma comunitaria della collatio, “cioè nel colloquio, nel dialogo spirituale in cui si scambiano le idee suggerite dal testo e soprattutto in cui ci si aiuta vicendevolmente a risolvere i problemi che esso solleva”, insieme se ne fa l’attualizzazione e si prega. FINALITÀ
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Perché l’uomo di Dio sia perfetto, preparato per ogni opera buona” (2 Tim 3,16) “la Lectio Divina aiuta in modo sicuro il monaco a diventare sempre più uomo di Dio” FINALITÀ
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Punto di riferimento la lettera famosa del certosino Guigo II (+ nel 1188), intitolata Lettera sulla vita contemplativa o Scala dei monaci La scala propone la successione di quattro gradini: Lectio, Meditatio Oratio Contemplatio METODO
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“Si utilizza la scienza, ma lo scopo è più elevato: la lectio divina conduce alla preghiera, alla contemplazione, tanto da confondersi con esse” E’ uno studio accurato delle Scritture condotto con uno spirito tutto teso a comprendere.
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Il primo momento è quello dell’esposizione obiettiva della pagina sacra, del commento letterario, storico e teologico, come abitualmente si articola l’esegesi biblica.
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È un’attività dell’intelligenza che con l’aiuto della ragione ricerca attentamente la conoscenza della verità nascosta. La lectio e la meditatio hanno la funzione di studio e di ricerca per comprendere e conoscere. Nella tradizione cristiana è la cosiddetta preghiera del cuore o preghiera di Gesù
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È un “masticare, triturare e torchiare”. È un tentativo di comprendere “più in profondità”. Si serve di testi paralleli, fa appello alla propria esperienza; soprattutto si ricorda che la sapienza vera non viene dallo studio delle scienze umane, ma dall’alto, è un dono di Dio impetrato nella preghiera.
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Meditare è leggere un testo e impararlo a memoria nel senso più forte di questo atto, cioè con tutto il proprio essere: Con il corpo poiché la bocca lo pronuncia, Con la memoria che lo fissa, Con l’intelligenza che ne comprende il senso, con la volontà che desidera metterlo in pratica.
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È un rivolgere il cuore a Dio con l’intenso desiderio di evitare il male e conseguire il bene È una preghiera di umile domanda per arrivare a quell’esperienza che l’anima “da sola non può raggiungere”, per ottenere dalla misericordia di Dio ciò che la lectio e la meditatio hanno fatto conoscere e desiderare.
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“Tutti i fedeli si ricordino che la lettura della sacra Scrittura dev’essere accompagnata dalla preghiera, affinché possa svolgersi il colloquio tra Dio e l’uomo; poiché quando preghiamo parliamo con Lui, Lui ascoltiamo quando leggiamo gli oracoli divini” (DV 25) “Quando Dio rivolge la sua Parola, sempre aspetta una risposta, la quale è un ascolto e un’adorazione in spirito e verità” (Gv 4,23)
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“È un elevarsi dell’anima al di sopra di sé, rimanendo come sospesa in Dio e gustando le gioie della dolcezza eterna”
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L’iniziativa è di Dio, che Ricrea Ristora Impregna Vivifica Inebria L’iniziativa è di Dio, che Ricrea Ristora Impregna Vivifica Inebria Il Signore “sollecito si rende presente all’anima che lo desidera, si affretta ad incontrarsi con lei”.
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Fissare lo sguardo e il cuore in Dio, quale si rivela nella storia, e nel vedere la storia alla luce della parola di Dio. La lectio divina diventa una scuola dove imparare a: “pensare secondo Dio” “interpretare ogni situazione secondo il pensiero di Cristo
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Uno dei frutti specifici della lectio è quello di dare una spiritualità specificata da un rapporto con l’esperienza cristiana e con la vita Frutto dello Spirito è l’azione, cioè l’agire evangelico che segue alla scelta concreta, che diventa poi nella persona testimone, annuncio, evangelizzazione e catechesi. Si tratta di diventare “imitatori di Cristo”
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Si tratta di comprendere e trasformare in noi stessi ciò che leggiamo e meditiamo per diventare “imitatori di Cristo” La lectio porta all’impegno cristiano, alla conformità con Cristo, a vivere la Parola nella rettitudine e nella carità, perché l’agire cristiano, nasce dalla preghiera, il fare nasce dall’essere.
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Requisiti della “Collatio” Disponibilità a imparare Docilità nell’apprendere Accoglienza e apertura verso ogni fratello/sorella Evitare atteggiamenti di critica o pregiudizi Convinzione che ogni credente possiede lo Spirito Santo
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Metodologia Preghiera o invocazione allo Spirito Santo Proclamazione della Parola Silenzio meditativo Comunicare la Parola ascoltata nell’intimo del cuore Pregare la Parola (lode, ringraziamento, domanda, supplica, pentimento, fiducia…) Proposito concreto
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Preghiera di conclusione Padre Santo, la domanda di Gesù risorto a Maria: “Chi cerchi?” può sorprendere anche noi ogni giorno della nostra vita. Non sempre colui che vogliamo trovare è colui che a noi si vuole donare. Fa’ o Padre buono, che colui che cerchiamo sia veramente il tutto a cui anela aderire la nostra anima. Cercare il Cristo è segno che lo si è già trovato, ma trovare il Cristo sia stimolo per continuare a cercarlo.
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Conoscere colui dal quale si è conosciuti: ecco ciò che è indispensabile. Concedici di imparare a tacere e ad ascoltare; il cuore deve imparare la strada dell’esilio per andare lontano da tutto quanto lo tiene attaccato ai suoi vecchi e tristi amori. Amen.
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