La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Dott.ssa Santa Sicali Psicologa – Psicoterapeuta Membro della Commissione Nazionale CRI del Servizio Psicosociale La sfida della prevenzione.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Dott.ssa Santa Sicali Psicologa – Psicoterapeuta Membro della Commissione Nazionale CRI del Servizio Psicosociale La sfida della prevenzione."— Transcript della presentazione:

1 Dott.ssa Santa Sicali Psicologa – Psicoterapeuta Membro della Commissione Nazionale CRI del Servizio Psicosociale La sfida della prevenzione

2 “Disagio giovanile e devianze “ Che cosa intendiamo con il concetto di prevenzione? Perché i Giovani della Croce Rossa si occupano di prevenzione del disagio? In che modo realizziamo interventi di prevenzione del disagio?

3 “Disagio giovanile e devianze “ Prevenzione Quale definizione? La prevenzione non è più considerata solo in rapporto ad uno stato di salute patologico o disfunzionale, ma come un “ metodo d’azione ” che promuove competenze sociali ed individuali per incrementare il benessere, fisico, psicologico, sociale

4 “prevenire le situazioni di rischio” Compiere azioni o interventi che possano ANTICIPARE RIDURRE ELIMINARE le condizioni di rischio …. … ma le condizioni di rischio in età adolescenziale sono eliminabili?

5 Quale prevenzione? Crediamo, dunque, necessario chiarire il termine prevenzione affinché questo sia inteso non solo come metodo d’azione ma come concetto, complesso e dinamico, che offre la possibilità di differenziare i nostri contesti di intervento. Prevenzione primaria Prevenzione secondaria Prevenzione terziaria

6 “Disagio giovanile e devianze “ L’intervento di prevenzione primaria si configura come un modello multimodale ed integrato, costituito da azioni di natura formativa ed educativa, orientate all’empowerment dei giovani e allo sviluppo delle competenze socio-emotive e relazionali degli adolescenti.

7 “Disagio giovanile e devianze “ La prevenzione primaria al disagio minorile e giovanile indirizza modalità e progettualità educative che cercano di raggiungere il pianeta ragazzi nei luoghi dove essi vivono per animarlo "dal di dentro", cioè con interventi in contesti informali (strade, piazze, luoghi di incontri). Alcuni esempi A.B.C. Educazione stradale Club 25 I.D.E.A.

8 Prevenzione primaria Attività che hanno lo scopo di promuovere il benessere dei giovani che vivono nelle nostre comunità, considerandoli non come fruitori passivi dei nostri interventi ma come soggetti protagonisti dei processi di cambiamento Grazie alle nostre attività, basate sulla metodologia della peer education, il soggetto in crescita diventa, così, parte attiva nella costruzione, realizzazione e valutazione di un percorso volto alla prevenzione di comportamenti a rischio. Si vuole giungere ad un “saper essere”, più che ad un sapere o saper fare

9 Prevenzione secondaria Gli interventi di prevenzione secondaria si svolgono in quei contesti in cui vi sono già i sintomi di un disagio e i soggetti a rischio. L’azione dei volontari della CRI si svolge proprio laddove situazioni ambientali, di disagio sociale, relazionale-familiare possono costituire condizioni di marginalità sociale.

10 Prevenzione Secondaria L’azione ha lo scopo di incrementare le capacità del singolo di far fronte a situazioni di disagio Dove? Quartieri a rischio - Comunità Fattori protettivi (?) Fattori di rischio (?) Esperienze e attività rivolte alle fasce più marcatamente a rischio, quali soggetti che vivono in contesti e/o situazioni di marginalità sociale o in presenza di significativi fattori di rischio individuale, familiare o socio- culturale

11 In tali contesti l’azione ha lo scopo di ridurre i fattori di rischio e aumentare i fattori protettivi. Mancanza di legami familiari Cattivo clima scolastico Scarsi legami di comunità Mancanza di occasioni di coinvolgimento Povertà e mancanza di opportunità di lavoro Legami con gruppi antisociali Povertà e mancanza di opportunità formative Essere a contatto con modelli che approvano o mettono in atto comportamenti a rischio Mancanza di confronto con adulti Famiglia, stili educativi autorevoli Gruppo dei pari e relazioni amicali Scuola e legami con adulti significativi Partecipazione alla vita pubblica/politica Sport/musica/Media Tempo libero/spazi di aggregazione Volontariato Opportunità formative e di lavoro Coesione sociale/ senso di appartenenza alla comunità

12 Come dice uno dei nostri obiettivi strategici : Favoriamo il supporto e l'inclusione sociale Perseguiamo quest'obiettivo mediante la pianificazione e implementazione di attività e progetti volti a prevenire, mitigare e rispondere ai differenti meccanismi di esclusione sociale che, in quanto tali, precludono e/o ostacolano il pieno sviluppo degli individui e della comunità nel suo complesso

13 Prevenzione terziaria Azioni che si rivolgono a giovani che hanno agito comportamenti devianti o nei contesti in cui vivono ragazzi sottoposti a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria minorile Quali azioni? Promozione della cultura, della solidarietà e della sussidiarietà nell’ambito della popolazione giovanile che vive situazioni di esclusione sociale e/o di devianza. Diffusione delle attività della CRI nei contesti ove vivono minori e/o giovani adulti sottoposti a procedimento penale con restrizione della libertà individuale Partecipazione a progetti di inserimento sociale e di formazione dei minori sottoposti a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria che prevedano percorsi socio-educativi-riabilitativi, volti a facilitarne il reinserimento sociale

14 PERCHE NOI FACCIAMO PREVENZIONE? Lontani da un modello di trattamento comportamentista, centrato sulla richiesta di una modificazione del comportamento basato su un sistema di rinforzi positivi e negativi... … i Giovani della CRI non si pongono nei confronti dei loro coetanei, come dei ragazzi da emulare …

15 Se un minore agisce, in modo più o meno deviante, lo fa sulla base degli schemi comportamentali e di pensiero che possiede. Prima di “pretendere” che un minore smetta di giocare il solo ruolo che sa giocare, bisogna che gli sia data l'opportunità di conoscere, utilizzare e far propri schemi alternativi di pensiero e azione.

16 Noi siamo una carta da giocare? “Quando ho iniziato la messa alla prova è stato come avere in mano un mazzo di carte. La Croce Rossa per me era una carta, dipendeva da me come volevo giocarla. La messa alla prova è stata lunga, io l’ho saputa giocare questa partita … essere in Croce Rossa è stata la carta vincente …” L. - 18 anni, Giovane della C.R.I.

17 Grazie per l’attenzione Santa Sicali Pioniere del Gruppo dei Giovani della C.R.I. di Fiumefreddo di Sicilia (CT) santa.sicali@virgilio.it


Scaricare ppt "Dott.ssa Santa Sicali Psicologa – Psicoterapeuta Membro della Commissione Nazionale CRI del Servizio Psicosociale La sfida della prevenzione."

Presentazioni simili


Annunci Google