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Scienza Politica a.a. 2015-2016 Marco Di Giulio Partecipazione politica (I) I Partiti.

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1 Scienza Politica a.a. 2015-2016 Marco Di Giulio Partecipazione politica (I) I Partiti

2 Sommario La partecipazione politica Cos’è? Come si misura? Partecipazione elettorale «Capitale sociale» I Partiti Cosa sono? Che funzioni hanno? Origini storiche dei partiti e dei sistemi di partito (Rokkan) Tipi di partito

3 Cos’è partecipazione? «Coinvolgimento dell’individuo nel sistema politico a vari livelli di attività, dal disinteresse totale alla titolarità di una carica politica» (Rush) «Comportamenti dei cittadini orientati ad influenzare il processo politico» (Axford)

4 Partecipazione politica Dalla politica di elites alla politica di massa Le elites rimangono, si trasformano, devono tener conto del fatto che sempre più persone possono, manifestare idee e interessi e votare. Partecipazione come «domanda» di politica e di politiche Partecipazione come costruzione e difesa di «identità»

5 Forme della partecipazione Convenzionali Esporsi a sollecitazioni politiche Votare Avviare una discussione politica Convincere altri a votare un dato partito Assistere a un comizio Finanziare partiti o candidati Iscriversi a un partito Fare fund raising Candidarsi a una carica Occupare una carica Non convenzionali Scrivere su un giornale Firmare una petizione Aderire a un boicottaggio Autoridurre tasse o affitto Occupare edifici Bloccare traffico Fare un sit-in Partecipare ad uno sciopero (selvaggio) Danneggiare la proprietà Usare la violenza contro persone Terrorismo?

6 Democrazia di massa e partecipazione Le democrazie contemporanee Ruolo delle masse  tutti gli strati della società sono rappresentati Le istituzioni sono «rappresentative»  i cittadini sono rappresentati da personale specializzato, «politici di professione» (anche quelli che dicono di non esserlo!!!) Gli attori della rappresentanza I partiti politici I gruppi di interesse (  prossima lezione)

7 Come si misura la partecipazione? (I)

8 Come si misura la partecipazione? (II) Il «capitale sociale» R. Putnam, Nanetti, Leonardi, Making Democracy Work: Civic Traditions in Modern Italy, 1993 Indicatori di CS: Associazioni, diff. giornali, partecipazione elettorale) Studio sul rendimento istituzionale delle regioni italiane «Buon governo» Efficacia Dipende dalle tradizioni civiche dei territori. Associazionismo Più sono radicate, meglio funzionano i governi Capitale sociale  reputazione  controllo diffuso  responsiveness

9 I partiti: cosa sono (ovvero: cosa fanno?) Socializzazione politica Reclutamento  cfr. democrazia come metodo per selezionare persone per cariche pubbliche Controllo dei governati sui governanti Rapporto fra partito nella società e partito nelle istituzioni Ruolo della competizione (importanza dell’opposizione) Formazione delle politiche pubbliche  cfr. democrazia come ‘risoluzione di problemi collettivi’

10 Studiare i partiti: prospettiva sociologica e politico-organizzativa Sociologica Società  Partiti sistemi di partito diversi sono effetto di fratture sociali diverse (Rokkan) Politico-organizzativa Leadership  Partiti le fratture sociali non bastano, conta la leadership (Sartori/Schumpeter) e le dinamiche organizzative dei P.

11 La teoria dei cleavages M.S. Lipset & S. Rokkan Party Systems and Voter Alignments (1967): i sistemi di partito contemporanei affondano le loro radici nella configurazione di fratture sociali (cleavages in inglese) presenti in ogni paese A loro volta, le fratture sociali dei paesi (europei) sono il prodotto di alcune “giunture critiche”, di alcuni grandi avvenimenti che hanno plasmato nei secoli le società europee

12 Due rivoluzioni, quattro fratture. Due grandi rivoluzioni hanno dato origine a quattro fratture e relative contrapposizioni di gruppi sociali: la rivoluzione nazionale e la rivoluzione industriale La rivoluzione nazionale (  cfr. Lezione 2: costruzione dello Stato) Centro / Periferia Stato / Chiesa La rivoluzione industriale Città / Campagna Capitale / Lavoro Dopo la Rivoluzione Russa (1917): un’ulteriore divisione a sinistra: scissioni fra movimenti socialisti e comunisti

13 La rivoluzione nazionale Centro/Periferia Partiti etno-regionalisti Principale oggetto del conflitto: la lingua e più in generale l’identità culturale… …ma anche l’autonomia fiscale e amministrativa delle regioni Stato/Chiesa Partiti liberali e confessionali Principale oggetto del conflitto: l’istruzione e più in generale la trasmissione dei valori all’interno della società

14 La rivoluzione industriale Città/Campagna Partiti liberali e Partiti agrari Principale oggetto del conflitto: le barriere doganali Capitale/Lavoro Partiti liberali/conservatori e socialisti Principale oggetto del conflitto: lo stato sociale; la regolazione del mercato del lavoro

15 Il congelamento delle fratture Il ‘congelamento’ delle fratture: I sistemi partitici degli anni ‘60 riflettono, con poche ma significative eccezioni, la struttura dei cleavages degli anni ’20 Da un lato le fratture sociali sono profonde e persistenti… …dall’altro i partiti ed altre organizzazioni sociali (sindacati, chiese) contribuiscono a “incapsulare” le lealtà politiche

16 Nuove fratture? Dagli anni 70: si indeboliscono gli allineamenti elettorali, diminuisce gradualmente la fedeltà dei blocchi sociali ai partiti di riferimento Aumento della volatilità elettorale, prima entro i blocchi (anni 70-90) poi anche fra blocchi Nascono anche nuovi allineamenti elettorali dati dalla contrapposizione di valori materialisti/post-materialisti conflitti centrati su tolleranza partecipazione, libertà di espressione, non su distribuzione di risorse materiali Espressione politica di questi movimenti sono i partiti della sinistra ecologista e libertaria da un lato e i partiti xenofobi e populisti dall’altro

17 I partiti: l’approccio politico-organizzativo Le fratture sociali sono importanti, ma è la leadership che, sfruttandole, le tramuta in partiti Cambiamento dei partiti Adattamento a nuove sfide (cambiamenti sociali e istituzionali) Importanza di nuovi mezzi di comunicazione «Il partito politico è un «associazione… rivolta ad un fine deliberato, sia esso ‘oggettivo’, come l’attuazione di un programma avente scopi materiali o ideali, sia ‘personale’ cioè diretto ad ottenere benefici, potenza e pertanto onore per i capi e i seguaci, oppure rivolto a tutti questi scopi insieme» M. Weber (  cfr. Slides lezione 2: Definizione weberiana di ‘politica’)

18 Tipi di partito (Rif: Panebianco; Katz and Mair) Partito di notabiliPartito burocratico di massaPartito elettorale di massa Periodo di predominio Suffragio ristretto (metà XIX – inizio XX) Suffragio allargato (fine XIX – metà XX) Suffragio universale (metà XX – oggi) Luogo di Origine Parlamento/IstituzioniSocietàDipende: spesso evoluzione partiti precedenti Struttura organizzativa Minima e Intermittente. Comitato elettorale Pesante, radicata nel territorio. Struttura gerarchica. Funzionari: molti e stipendiati Variabile a seconda del contesto Struttura più leggera, ma centralizzata. Consulenti e professionisti fanno parte del ceto dirigente AppartenenzaÈlitesAmpia e omogenea  partito di classe Ruolo centrale degli ‘iscritti’ Ampia ma eterogenea  interclassisti Appartenenza meno intensa  ‘sostenitori’ RisorseRicchezza e relazioni personali Quote degli iscrittiSussidi statali, risorse esterne

19 La legge ferrea delle oligarchie: Robert Michels R. Michels, (Colonia 1876-Roma 1936) Allievo di M. Weber; Socialista deluso  Idee anti-democratiche Diventa sostenitore del regime fascista Sociologia del Partito Politico (1909) Analisi del partito social-democratico tedesco I partiti (come altre organizzazioni) nascono ispirati a principi e pratiche democratiche… Identità fra base e ceto dirigente Finiscono per diventare centri di potere oligarchico Organizzazione complessa  divisione del lavoro  gerarchizzazione  diversità di fini e di status socio-economico fra base e dirigenti (gruppi parlamentari in particolare)

20 La legge ferrea delle oligarchie: Robert Michels (II) Conclusioni errate Generalizzazione basata su un solo caso I ‘delusi’ possono formare un nuovo partito Un sistema democratico non richiede necessariamente che i suoi partiti siano democratici al loro interno Ma resta un contributo rilevante Analisi organizzativa dei partiti Rapporti di forza

21 La legge liquida delle oligarchie. Una lettura michelsiana del M5S Retoriche Non-partito  «non statuto» «Uno vale uno»  eguaglianza fra base e vertici esasperata Contro le istituzioni «rappresentative»  democrazia diretta, contro «vincolo di mandato» Prassi Necessità di distinguere «simpatizzanti» e «militanti» Emersione di un nucleo dirigente, élite interna al movimento «direttivo» Forte controllo «proprietario» La dialettica fra retoriche e prassi segnerà l’evoluzione di questa organizzazione I contributi della Scienza politica: E. Gualmini, P. Corbetta, Il Partito di Grillo, il Mulino, Bologna, 2013 F. Tronconi (a cura di), Beppe Grillo's Five Star Movement, Ashgate, Farnham, 2015 Fondato nel 2009 da B. Grillo (Comico) e R. Casaleggio (Imprenditore) sulla base di un movimento cresciuto dal 2005.  Cfr Lezione 1 (Potere economico e ideologico e loro convertibilità in potere politico)

22 Discussione: I partiti: guidano o sono guidati dalla società? Scelte impopolari A. Merkel e la crisi dei migranti Il PCI e il sud Italia: adattamento all’ambiente (studi S. Tarrow anni ‘60-‘70) P. Germi, Divorzio all’italiana, 1961


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