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PubblicatoCostanzo Stella Modificato 8 anni fa
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Mediazione Sociale e Spazi Urbani Alcune premesse Oggi i numeri e i fenomeni che attraversano e segnano la presenza migrante nel nostro Paese ripropongono questioni e problemi che l’integrazione culturale e le sue dinamiche sono andati ponendo nelle varie società di accoglienza Stiamo assistendo a rivoluzione a volte silenziose a volte esplosive nel modo in cui la nostra cultura si pone di fronte ai conflitti e alle difficoltà che qualsiasi relazione umana: di vicinato, di lavoro, tra appartenenti a culture diverse porta con sé E’ necessario ripensare a strategie di interazione e di dialogo: le città necessitano di ridivenire luogo di progettazione e gestione comune tra gruppi culturalmente e socialmente diversi
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dal Libro Bianco “La riuscita della governance interculturale, a tutti i livelli, dipende in massima parte dal moltiplicarsi di spazi di dialogo aperti: spazi fisici, come strade, mercati e negozi, case, asili, scuole e università, centri socioculturali, associazioni giovanili, chiese, sinagoghe e moschee, sale per riunioni nelle fabbriche e luoghi di lavoro, musei, biblioteche e altri spazi per il tempo libero, oppure spazi virtuali come i mezzi di comunicazione Le autorità pubbliche e gli attori sociali sono invitati a sviluppare il dialogo interculturale negli spazi della vita quotidiana e nel quadro del rispetto delle libertà fondamentali”
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Costruire spazi di dialogo Il tema della mediazione ci ha rimandato al tema della relazione e del dialogo. Il dialogo per le città diventa la sfida nei nuovi spazi d’incontro A conferma di ciò il dialogo tra le città è stato il modello di lavoro della giornata Gli spazi di incontro, di dialogo, di mediazione non esistono per natura, ma, al contrario, vanno conquistati, creati, istituiti, difesi, utilizzati e gestiti Si tratta di percorsi che devono essere consapevolmente e intenzionalmente costruiti
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Punti emersi dallo scambio 1. Figure e Spazi di mediazione Necessità di fare chiarezza sui termini e sulle funzioni Per quanto riguarda il mediatore diamo ancora significati diversi alle parole sia per l’esperienza che per la diversa normativa da regione a regione (Mediatore inteculturale, mediatore linguistico, facilitatore, mediatore aziendale, mediatore all’abitare, ecc.)
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La Mediazione sociale Accezione sociale (psicosociale) della mediazione: Con questa formulazione si intende il mediatore come una figura professionale che sta dentro le situazioni, che permette agli attori sociali coinvolti l'elaborazione di nuovi modalità di gestione delle situazioni, degli spazi e dei conflitti Gli strumenti a disposizione della mediazione cosi intesa sono quelli della promozione delle interazioni, degli scambi, del confronto, del dialogo
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2. Condizioni del dialogo “Mediare per far conoscere” mediare la conoscenza: uno degli aspetti del dialogo è quello di far conoscere all’altro alcuni elementi ( Es. Il manuale del condominio: alcune regole di convivenza che possono essere messe in conoscenza…) Per poter dialogare debbo fare spazio nella mia mente all’altro. “volontà di intraprendere il dialogo e di lasciare agli altri la possibilità di esprimere il proprio punto di vista” “La riuscita del dialogo interculturale richiede apertura mentale, volontà di intraprendere il dialogo e di lasciare agli altri la possibilità di esprimere il proprio punto di vista, capacità di risolvere i conflitti con mezzi pacifici e attitudine a riconoscere la fondatezza delle argomentazioni altrui...il dialogo interculturale indica un processo di scambio di vedute aperto e rispettoso fra persone e gruppi di origini e tradizioni etniche, culturali, religiose e linguistiche diverse, in uno spirito di comprensione e di rispetto reciproci…. Si tratta di uno potente strumento di mediazione e di riconciliazione : tramite un impegno essenziale e costruttivo che si pone al di là delle divisioni culturali, fornisce una risposta alle preoccupazioni di frammentazione sociale e di insicurezza, favorendo l’integrazione e la coesione sociale. In questo contesto, la libertà di scelta e di espressione, la parità, la tolleranza e il rispetto reciproco della dignità umana sono i principi fondamentali. (Libro bianco)
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La Proattività è una logica che risponde all’esigenza di costruire un percorso condiviso Cosa significa ciò: creare condizioni e dare strumenti piuttosto che compiere azioni. Non si tratta di andare a fare delle cose ma creare condizioni, passi, strumenti che permettano di costruire insieme In questo modo si permette a tutti gli attori di essere partecipi e quindi di “inserire” nel contesto; questo processo di partecipazione e inserimento costruisce vincoli, appartenenze e necessità di negoziazione e soluzione piuttosto che estraniamento e sottrazione. “ Il pluralismo, la tolleranza e lo spirito di apertura possono tuttavia non essere sufficienti: è necessario adottare misure proattive, strutturate e ampiamente condivise, in grado di gestire la diversità culturale”. (Libro Bianco) 2. Condizioni del dialogo
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La dimensione quotidiana Perché le cose abbiano un effetto debbono riguardare la quotidianità della vita delle persone perché è nella vita quotidiana che la maggior parte delle cose si svolgono e avvengono 2. Condizioni del dialogo
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3. Qualità Urbana Il tema della Qualità Urbana trova la sua forza intorno all’idea che lo spazio deve tornare ad essere vissuto Fare degli spazi contestati, dei confini di quartiere, dei punti di contatto, delle soglie, dei luoghi di passaggio tra mondi diversi Prevedere pratiche e strategie perché l’appartenenza sia capace di farsi multipla senza per questo significare abbandono delle origini e perché il territorio contestato delle città possa divenire sempre di più spazio condiviso e con-deciso
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4. Responsabilità sul territorio Dal punto di vista pubblico c’è una Responsabilità sul territorio Tornando ad esercitare una responsabilità sul territorio il territorio diventa uno spazio per la comunità Il territorio abbandonato non è uno spazio per la comunità, ma per qualcos’altro La Comunità Responsabile: un’idea di responsabilità sociale di ognuno Spesso facciamo una grande fatica continuando a pensare e parlare di “una comunità” o di “un’altra comunità”, piuttosto che recuperare il concetto che è una la comunità all’interno della quale c’è fatica nel parlarsi, capirsi e comunicare
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5. La Paura Quando le persone sono indisponibili è perché c’è una situazione di disagio, di sofferenza e di fatica Noi viviamo in una realtà dove la presenza della diversità, genera spesso paura, timore, con conseguenti atteggiamenti di chiusura e di difesa del proprio territorio, si rivendica un danno subito “La paura è una autostrada che viene percorsa ad occhi chiusi ed è principalmente una risposta alla percezione di rischio e di pericolo che non ammette le scale del grigio; essa piega a sé il pensiero e le convinzioni. Per poterla affrontare è opportuno provare a deviare il traffico, istituire delle uscite attraenti lungo l'autostrada, permettere delle pause. Pensare a dei passi, a dei passaggi, dei processi in divenire. Il processo ha bisogno di stazioni...non di soluzioni, in quanto le stazioni rallentano la velocità e permettono di osservare meglio i dintorni e quindi di cogliere i fenomeni nella loro dimensione reale e non fantasmatica. Se poi lungo i percorsi vengono utilizzati delle pillole che favoriscono un cambiamento delle convinzioni e dei pregiudizi ecco che azioni e informazioni possono diventare sinergiche” Rabih Chattat
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Il conflitto è sempre visto nell’aspetto che procura tensione e la prima risposta a questo è evitare questo tipo di tensione Le risposte sono risposte di “evitamento”: mi allontano, mi chiudo, mi isolo, non parlo, non dialogo Rivalutare il conflitto come sorgente di crescita Il conflitto come segnale della necessità di elaborare nuove risposte che possono essere condivise e fatte proprie da tutti gli attori coinvolti Mediare i conflitti significa offrire la cornice, il quadro e regolare il flusso delle interazioni e delle comunicazioni garantendo l'equilibrio, lo scambio, la reciprocità e la simmetria mobile Questi strumenti possono permettere un ricomposizione e/o un nuova composizione delle differenze e la proposta di soluzioni adatte all'interno delle macro-cornici di riferimento 6. Il Conflitto
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Rivalutare lo spazio nelle dianamiche sociali Questa forte attenzione a rivalutare lo spazio come categoria fondamentale dell’analisi delle dinamiche sociali, specie di quelli attinenti lo scambio tra gruppi di origine culturale distinta all’interno dei contesti urbani permetterà di individuare, forse, nuove pratiche di intervento e mediazione capaci di modificare in profondità la gestione degli spazi urbani condivisi da più gruppi e che fanno da sfondo quotidiano all’incontro/scontro tra ‘autoctoni’ e ‘stranieri’. (Zanfrini, 1998)
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