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PubblicatoSimona Fadda Modificato 8 anni fa
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Gruppo n° 4 Annunziata Francesca Librera Lidia Russo Valentina Rappresenta una nuova tendenza nel tipo di rapporto che intercorre tra Stato e Società civile, proposta dal premier inglese Cameron e diffusa attraverso lo slogan “MENO STATO, PIU’ SOCIETA’!” “Concetto politico che prevede il trasferimento a comunità locali e a volontari di una notevole parte della responsabilità di gestione dei servizi sociali” Oxford Dictionary La Big Society ha come obiettivo fondamentale quello di innescare un cambiamento strutturale del Welfare attuale (dove i bisogni della società vengono soddisfatti dallo Stato). Il progetto propone sia di liberare lo Stato dalla suddetta responsabilità sia di dare la possibilità all’auto aiuto, alla beneficenza, al mutuo sostegno di occuparsi direttamente dei bisogni sociali. Tutto ciò può essere realizzato mettendo in atto 3 diverse iniziative: Dare più potere alla comunità, Promuovere l'azione sociale, Aprire i servizi pubblici.
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Come assunto di base per un “working progress”. L'indefinitezza del progetto La giustizia sociale diviene benessere quando le risorse sono accessibili a tutti. Giustizia sociale e benessere per tutti Come assunto di base per un beneficio durevole. Lavoro di rete Come garanzia di risposte più flessibili e adeguate ai bisogni. Promozione delle piccole organizzazione La massimizzazione del profitto collude con lo spirito delle imprese sociali. Ruolo delle grandi organizzazioni for - profit Il permanere della disuguaglianza sociale ostacola la realizzazione di questo assunto. Progetti rivolti a tutti in egual misura La mancanza di un modello impedisce la tracciabilità del danaro speso dai governi locali. Mancanza di un modello di responsabilizzazione La mancanza di un modello non spiega come si possano garantire i diritti dei soggetti e l’erogazione delle prestazioni essenziali. Mancanza di un modello circa la ripartizione di ruoli e funzioni
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L’idea di una “big society italiana” trae fondamento da due paradigmi: CITTADINANZA ATTIVA DECENTRAMENTO ISTITUZIONALE Per la reale implementazione del progetto,lo Stato deve realizzare interventi legislativi volti a dare pieno compimento all’art. 118 Cost. ossia al PRINCIPIO DELLA SUSSIDIARIETA’. La rinnovata importanza attribuita alla società civile ha prodotto numerose innovazioni come, ad esempio, la nascita di nuove FORME GIURIDICHE:
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Nelle gare di appalti della P.A. usufruire del miglior prezzo come unico criterio vincente rappresenta un modo per portare avanti solo le imprese mediocri, che possono lasciare spesso i lavori a metà e bloccare così l’erogazione del servizio. Ciò comporta un trasferimento di precarietà sulle cooperative vincenti, perché esse sono costrette a sottopagare il lavoro. I ritardi con cui le amministrazioni pubbliche pagano le cooperative fa sì che queste ultime, non avendo la liquidità necessaria per erogare i servizi, siano costrette a farsi anticipare i soldi dalle banche. A queste vanno poi restituite tali somme di denaro ma con un tasso di interesse notevole che spesso conduce le cooperative alla chiusura. TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE: tale strumento rappresenterebbe una proficua e intelligente fonte dalla quale attingere i soldi che sul piano nazionale vengono tolti al settore dei servizi sociali. FORMAZIONE AL MICROCREDITO: I dipendenti delle amministrazioni pubbliche, mediante la valutazione di un progetto, potrebbero aiutare dei giovani creativi senza lavoro a concretizzare i loro piani imprenditoriali attraverso un “business plan”.
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I dirigenti delle organizzazioni del terzo settore Matthew ScottRiccardo Sorrentino Irene Tinagli La Big Society è anche un modo per deresponsabilizzarsi I problemi occupazionali rappresentano una priorità Il governo deve ascoltare i piccoli gruppi già attivi e dimostrarsi disponibile a fare investimenti nel Terzo Settore La tanto agognata “grande società” risulta essere frammentata in tante piccole e diversificate comunità
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LIBRERA LIDIA si è occupata di inquadrare il fenomeno della Big Society a partire da una prospettiva generale mettendo a fuoco le positività e le criticità dell’originario progetto cameroniano. RUSSO VALENTINA si è soffermata sullo studio dei meccanismi che sono alla base della Big Society all’interno del contesto istituzionale italiano, analizzando anche lo sviluppo di nuove e conseguenti forme giuridiche. ANNUNZIATA FRANCESCA ha approfondito il tema delle riflessioni che sono state apportate alla Big Society da critici e giornalisti italiani e stranieri.
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Irene Tinagli, “Grande società. L’illusione di Cameron”, La Stampa,21/07/10 Leonardo Becchetti, “La big society. Ecco come realizzarla”, 09/03/11 D. Kruger, “Death by a thousand cuts for Big Society”, Financial Times, 06/02/11. J. Plummer, “Explain 'big society' or cynicism will kill it, government is warned”, 12/05/10. Carta dei servizi 2010/11 del Piano Sociale di zona dell’ambito territoriale NA 13 Informativa associazione “Il Colibrì”.
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Il circuito virtuoso del COMMERCIO EQUO E SOLIDALE Lotta allo sfruttamento ed alla povertà Peculiarità: FILIERA CORTA (il prodotto è sempre rintracciabile) Risultato: BOTTEGHE SOLIDALI Obiettivo: Contrastare il mercato tradizionale e la massimizzazione dei profitti Con commercio equo e solidale o semplicemente commercio equo (fair trade) si intende quella forma di attività commerciale, nella quale l'obiettivo primario non è la massimizzazione del profitto, ma principalmente la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche, politiche o sociali.
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“Imprese che nascono con lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini”. COOPERATIVE CHE GESTISCONO SERVIZI SOCIO- SANITARI ED EDUCATIVI Es: assistenza domiciliare anziani COOPERATIVE CHE SVOLGONO ATTIVITA’ VOLTE ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO DI PERSONE SVANTAGGIATE Es: invalidi psichici,fisici e sensoriali CONSORZI di cui all’art. 8 della L.381/91
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