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PubblicatoMarcello Pepe Modificato 8 anni fa
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CLAUDIO GENTILI Vice Direttore Confindustria Politiche Territoriali, Innovazione e Education Vicenza, 15 aprile 2013 L'umanesimo tecnologico e gli istituti tecnici
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“Non scholae, sed vitae discimus” “Non scholae, sed vitae discimus” Lucius Annaeus Seneca (4-65 d.C.) Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716) “La cultura libera dal lavoro” Baruch Spinoza (1632-1677) “Ogni uomo dotto che non sappia anche un mestiere diventa un furfante”
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LA CRISI COLPISCE I GIOVANI Fonte: elaborazioni CSC su dati Istat
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SONO ITALIANI I GIOVANI MENO OCCUPATI (occupati in % dei 15-24enni) Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE
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…E CHE ABBANDONANO LA SCUOLA IN ANTICIPO (% di 18-24enni che non studiano e non hanno diploma secondario superiore) Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat
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Mentre i giovani occupati sono scesi di 7 punti, i giovani 19enni che si sono iscritti all'università sono saliti solo di 1 punto Da noi, a differenza degli Stati Uniti, non si è puntato sulla formazione
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DA DOVE NASCE IL PROBLEMA?
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1968 Materialismo (Marx) o Idealismo (Hegel + Croce)?
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DEMOGRAFIA E MERCATO DEL LAVORO 1968Oggi Demografia 1 anziano (over 65) 2 giovani (under 15) Età media del matrimonio 27 (uomini); 24 (donne) Under 35 che vivono con i genitori 20% Demografia 32 3 anziani (over 65) 2 giovani (under 15) 3330 Età media del matrimonio 33 (uomini); 30 (donne) 42% Under 35 che vivono con i genitori 42% Mercato del lavoro Tasso disoccupazione giovanile (15-29) 3% Istruzione Sul totale della popolazione giovanile (15-29 anni): 15% si diploma 2% arriva alla laurea Manager e Imprenditori (Consiglio di Amministrazione) Under 30 sul totale dei manager e degli imprenditori 22% Istruzione Sul totale della popolazione giovanile (15-29 anni) 50% si diploma 15% arriva alla laurea Manager e Imprenditori (Consiglio di Amministrazione) Under 30 sul totale dei manager e degli imprenditori 5,7% Fonte: Confindustria Education su Datagiovani e CENSIS database, 2012 Mercato del lavoro Tasso disoccupazione giovanile (15-29) 20,2%
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DA NEET A YEET
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DA NEET… NOT IN EDUCATION, EMPLOYEMENT AND TRAINING DA NEET… NOT IN EDUCATION, EMPLOYEMENT AND TRAINING NEET VS YEET …A YEET YES IN EDUCATION, EMPLOYEMENT AND TRAINING …A YEET YES IN EDUCATION, EMPLOYEMENT AND TRAINING
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SCUOLA E LAVORO: L'ITALIA NEL CONFRONTO INTERNAZIONALE Studenti che lavorano e studiano SCUOLA E LAVORO: L'ITALIA NEL CONFRONTO INTERNAZIONALE Studenti che lavorano e studiano
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Fonte: Confindustria Education su dati OCSE IN ITALIA POCHI STUDENTI SCELGONO IL VOCATIONAL EDUCATION AND TRAINING (% studenti iscritti alla scuola superiore di II grado) Percorsi professionalizzanti Percorsi professionalizzanti basati su sistema duale scuola-lavoro
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PIU’ ISTRUZIONE TECNICA = PIU’ PIL 15
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LA SCUOLA ITALIANA PRODUCE MENO TECNICI Il sorpasso dei Licei sugli Istituti Tecnici L’IMPRESA ITALIANA ASSUME PIU’ TECNICI Il sorpasso della Germania LO STRABISMO ITALIANO: L’impresa raddoppia i tecnici. La scuola li dimezza LO STRABISMO ITALIANO: L’impresa raddoppia i tecnici. La scuola li dimezza MIUR
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LA DOMANDA DI DIPLOMATI TECNICI E PROFESSIONALI LA DOMANDA DI DIPLOMATI TECNICI E PROFESSIONALI Fonte: dati Excelsior, 2012
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In Italia: 1.non è valorizzata la funzione educativa del lavoro per i giovani 2.non è valorizzato il ruolo chiave del sistema delle imprese per lo sviluppo economico e culturale SCUOLA-UNIVERSITÀ-RICERCA E MONDO DEL LAVORO SONO ENTITÀ ANCORA TROPPO SEPARATE
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IL SISTEMA FORMATIVO ITALIANO È ABBASTANZA PROFESSIONALIZZANTE?
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In tutti i paesi occidentali c’è una differenziazione dei percorsi secondari e terziari. MA queste differenziazioni dell’offerta formativa rischiano di alimentare iniquità sociali nell’istruzione La grande sfida con cui devono misurarsi tutti i sistemi formativi è garantire un’offerta differenziata ma non iniqua La scuola italiana si è rivelata sinora incapace di raccogliere questa sfida
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LA DIMENSIONE GENERAL/VOCATIONAL L’Italia ha rinunciato a dotarsi di una vera seconda gamba professionalizzante. A livello secondario gli istituti professionali sono sospesi tra la duplice funzione di preparare per il mondo del lavoro e preparare per l’università A livello terziario lo stesso problema si pone per le lauree triennali, che dovrebbero preparare per le lauree magistrali chi decide di proseguire, ma anche preparare per il mondo del lavoro chi non proseguirà La questione di fondo è che il nostro Paese non ha mai voluto investire seriamente nella seconda gamba - la tradizionale diffidenza verso i saperi applicativi e professionalizzanti - i timori di alimentare le disuguaglianze sociali a scuola
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Il paradosso è che c’è una domanda forte di questi percorsi secondari professionalizzanti proveniente dalle imprese, dalle famiglie e dagli studenti Che piaccia o meno, non tutti gli studenti bramano di andare al liceo e studiare Ariosto e Sartre. Una quota rilevante di loro cerca percorsi realmente professionalizzanti che li preparino per svolgere un lavoro Forzarli dentro un’offerta formativa rigida e debolmente differenziata, incapace di rispondere ai loro interessi formativi, è il modo migliore per alimentare elevati tassi di abbandono Anche tra i neo-diplomati c’è una domanda forte di formazione professionalizzante che le lauree triennali non riescono a soddisfare LA DIMENSIONE GENERAL/VOCATIONAL
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In Italia i veri ostacoli sono di stampo culturale: si pensa che rendere il sistema formativo più professionalizzante porti necessariamente a un calo della qualità degli apprendimenti generali o a maggiori disuguaglianze TRE PROPOSTE Investire nella seconda gamba professionalizzante a livello secondario (percorsi Ifp) e terziario (Its) e potenziare parallelamente le politiche per il diritto allo studio sin dall’inizio dei percorsi formativi Riformare le attività di orientamento, veicolando informazioni trasparenti su vincoli e opportunità dell’investimento in istruzione Promuovere forme di valutazione sistemica di scuole e università TRE PROPOSTE
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Circolo virtuoso 1° Ingrediente:le persone recuperare il potenziale di seduzione verso il mercato della competenza e dei saperi recuperare la passione per la sfida basata sulla reale percezione di crescita della professionalità individuiimpresefiliereterritori QUALE RICETTA PER RIPARTIRE
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2° Ingrediente:I Leader individuare e motivare i leader che all’interno di ogni gruppo (scuola, impresa, filiale, territorio) avranno la responsabilità di integrare, formare e coordinare il capitale umano. le persone seguono o lasciano il capo, mai l’azienda 3° Ingrediente:Lavorare sui confini oggi giovani in trincea spinti dall’insicurezza sociale negoziare significa comunicare, condividere, mettere in comune accettare lo sconfinamento come luogo di confronto, di negoziazione QUALE RICETTA PER RIPARTIRE
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4° Ingrediente:Conoscenza unica risorsa che cresce con l’uso innovazione come nuovo da condividere, veicolo per essere attraenti competizione come evoluzione di conoscenza e non evocazione di saperi o saper fare pregressi 5° Ingrediente:Reti di relazioni mantenere le relazioni indebolite dal cambiamento che disorienta capacità di mettere in comune progetti, timori, ambizioni addomesticare i diversi passi dei diversi portatori di interesse QUALE RICETTA PER RIPARTIRE
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ACCORDO CONFINDUSTRIA, CGIL, CISL, UIL Una formazione per la crescita economica e l’occupazione giovanile UN SEGNALE FORTE PER I GIOVANI: istruzione tecnica, occupabilità sostenibile, futuro professionale IL LAVORO NEL PROCESSO FORMATIVO: alternanza, stage, apprendistato, dottorato industriale RETI TERRITORIALI: Poli tecnico - professionali, ITS, università MERITO: insegnanti, studenti, valutazione
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ANDAMENTO ISCRIZIONI SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE A.S. 2013-2014
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LE ISCRIZIONI AGLI ISTITUTI TECNICI Per l’a.s. 2013/2014 gli Istituti Tecnici sono stati scelti dal 31,4% dei nuovi iscritti, in leggero aumento rispetto al 31% dell’anno 2012/2013 + 0.4% le iscrizioni agli Istituti Tecnici il 12,8% ha preferito il settore economico il 18,6% il settore tecnologico GLI INDIRIZZI PIU’ SCELTI Settore economico Turismo (3,6%) Settore tecnologico Chimica, materiali e biotecnologie (2,2%) Informatica – Telecomunicazioni (4,9%)
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LE ISCRIZIONE AL PRIMO ANNO DELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO – A.S. 2013/2014 a.s. 2013/14 % a.s. 2012/13 % variazione v.a.
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L’andamento delle iscrizioni agli Istituti Tecnici: confronto media nazionale e media Veneto Mentre la media nazionale delle iscrizioni agli Istituti Tecnici è del 31,4%, in Veneto ben il 38% degli studenti ha scelto questi percorsi
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L’andamento delle iscrizioni agli Istituti Tecnici in Veneto: confronto a.s. 2012-2013/2013-2014 Le iscrizioni agli Istituti Tecnici per l’a.s. 2013-2014 sono aumentate del 4.3%
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1.Raccordare con l'evoluzione del mercato del lavoro la quota dei curricula degli istituti tecnici lasciata all'autonomia delle scuole 2.Monitorare la formazione dei CTS; selezionare e preparare imprenditori/dirigenti in grado di contribuire validamente 3.Rivedere i meccanismi di allocazione agli istituti tecnici dei Presidi vincitori di concorso, favorendo la nomina di dirigenti con comprovate capacità manageriali e preparazione tecnico- scientifica ("presidi-ingegneri") 4.Favorire la crescita professionale degli insegnanti con particolare riferimento ai docenti di discipline tecniche 5.Ampliare l'alternanza scuola-lavoro in stretto contatto con le aziende e sviluppare i summer jobs ISTRUZIONE TECNICA Cosa resta da fare
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6.Accrescere la qualità dei laboratori e migliorarne le attrezzature in collaborazione con le imprese 7.Diffondere anche al Sud l'esperienza del Club dei 15 di "adozioni" di istituti tecnici da parte delle associazioni industriali 8.Rafforzare le attività di orientamento degli studenti delle secondarie di primo grado, dei genitori e degli insegnati preposti all'orientamento 9.Con l'aiuto dei media favorire la crescita reputazionale dell'istruzione tecnica 10.Anche negli Istituti Tecnici perseguire il miglioramento continuo dei risulati PISA e Invalsi (vedi casi Lombardia, Veneto e Puglia) ISTRUZIONE TECNICA Cosa resta da fare
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COSA POSSONO FARE LE IMPRESE? PARTECIPARE AI COMITATI TECNICO SCIENTIFICI REALIZZARE OPPORTUNITA’ FORMATIVE IN AZIENDA (attraverso stage e percorsi di alternanza scuola-lavoro) DIFFONDERE LE BEST PRACTICE SULLA COLLABORAZIONE SCUOLA - IMPRESA (attraverso strumenti come siti web, social network, comunità professionali) ACCRESCERE LA QUALITÀ DEI LABORATORI E MIGLIORARNE LE ATTREZZATURE SOSTENERE LE SCUOLE PER: stage per insegnanti insegnamento scienze integrate e didattica per competenze testimonianze aziendali orientamento governance collegamento tra curricula e sviluppo tecnologico
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