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AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO secondo art. 37 D.Lgs. 81/08 e accordi Stato-Regioni del 21/12/2011 FORMAZIONE in materia di salute e sicurezza.

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1 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO secondo art. 37 D.Lgs. 81/08 e accordi Stato-Regioni del 21/12/2011 FORMAZIONE in materia di salute e sicurezza sul lavoro

2 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO «incendio»: rapida ossidazione di materiali con notevole sviluppo di calore, fiamme, fumo e gas caldi senza limitazioni nello spazio e nel tempo «combustione » : reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con l’ossigeno accompagnata da sviluppo di calore, fiamma, di gas fumo e luce DEFINIZIONI 1

3 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO «fiamma»: combustione di gas con emissione di luce «combustibile»: sostanza solida, liquida o gassosa nella cui composizio-ne molecolare sono presenti elementi quali il carbonio, l’idrogeno, lo zolfo, ecc. DEFINIZIONI 2

4 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Emanazione di energia sotto forma di luce e calore Trasformazione dei combustibili in altri elementi (prodotti della combustione) I PRINCIPALI EFFETTI DELL’INCENDIO

5 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Anossia (a causa della riduzione del tasso di ossigeno nell’aria) Azione tossica dei fumi Riduzione della visibilità Azione termica I PRINCIPALI EFFETTI DELL’INCENDIO SULL’UOMO

6 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO gas fiamma calore fumo I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE

7 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Rimangono allo stato gassoso alla temperatura ambiente di riferimento di 15 °C. Nella maggioranza dei casi, la mortalità per incendio è da attribuire all’inalazione di questi gas che producono danni biologici per anossia o per tossicità I GAS DI COMBUSTIONE

8 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO «ossido (o monossido) di carbonio (CO) » : si sviluppa in incendi covanti in ambienti chiusi e in carenza di ossigeno. È il più pericoloso tra i tossici del sangue per l'elevato livello di tossicità per i notevoli quantitativi sviluppati «anidride carbonica (CO2) » : non è un gas tossico. È un gas asfissiante in quanto si sostituisce all’ossigeno dell’aria. Quando determina una diminuzione dell'ossigeno a valori inferiori al 17 % in volume, produce asfissia I PRINCIPALI GAS 1

9 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO «acido cianidrico (HCN) » : si sviluppa in modesta quantità in incendi ordinari attraverso combustioni incomplete (carenza di ossigeno) di lana, seta, resine acriliche, uretaniche e poliammidiche.Possiede un odore caratteristico di mandorle amare. «fosgene (COCl2) » : è un gas tossico che si sviluppa durante le combustioni di materiali che contengono il cloro, come per esempio alcune materie plastiche. I PRINCIPALI GAS 2

10 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Sono costituite dall’emissione di luce dovuta alla combustione di gas. Nell’incendio di combustibili gassosi è possibile valutare approssimativamente il valore raggiunto dalla temperatura di combustione dal colore della fiamma: LE FIAMME

11 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO L'elemento più caratteristico dell'incendio. Sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie o vapori condensati). Le particelle solide sono sostanze incombuste e ceneri. Rendono il fumo di colore scuro. Le particelle liquide (nebbie o vapori condensati) sono costituite da vapor d’acqua che sotto i 100 °C condensa dando luogo a fumo di color bianco. particelle solide particelle liquide I FUMI

12 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO «Il calore è dannoso per l’uomo per la disidratazione dei tessuti, difficoltà o blocco della respirazione e scottature. Una temperatura dell’aria di circa 150 °C è la massima sopportabile sulla pelle per brevissimo tempo. Tale valore si abbassa se l’aria è umida, come negli incendi. Una temperatura di circa 60 °C è da ritenere la massima respirabile per breve tempo. IL CALORE

13 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO L’irraggiamento genera ustioni sull’ uomo che possono essere classificate a seconda della loro profondità in ustioni di I, II e III grado GLI EFFETTI DEL CALORE

14 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO La combustione può essere rappresentata da un triangolo i cui lati sono costituiti da: Combustibile Comburente Sorgente di calore Solo la contemporanea presenza di questi 3 elementi da luogo all’incendio. Al mancare di almeno uno di essi l’incendio si spegne. IL TRIANGOLO DEL FUOCO

15 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Un incendio si caratterizza per: tipo di combustibile tipo di sorgente d’innesco (il comburente è fisso: Ossigeno dell’aria) LA COMBUSTIONE

16 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Gli incendi vengono distinti in 5 classi: classe A Fuochi da materiali solidi classe B Fuochi da liquidi o da solidi liquefattibili classe C Fuochi da gas classe D Fuochi da metalli classe F Fuochi che interessano mezzi di cottura (oli e grassi vegetali o animali). LA CLASSIFICAZIONE DEGLI INCENDI

17 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Può presentarsi in 2 forme: combustione viva con fiamme combustione lenta senza fiamme, con formazione di brace incandescente. L'acqua, la schiuma e la polvere sono le sostanze estinguenti più utilizzate. L'agente estinguente migliore è l'acqua, che agisce per raffreddamento. INCENDI DI CLASSE A

18 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Gli estinguenti più utilizzati sono costituiti da schiuma, polvere e CO2. L'agente estinguente migliore è la schiuma che agisce per soffocamento. È controindicato l'uso di acqua a getto pieno (può essere utilizzata acqua con getto frazionato o nebulizzato). INCENDI DI CLASSE B

19 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO L'intervento principale è quello di bloccare il flusso di gas chiudendo la valvola di intercettazione o otturando la falla. Esiste il rischio di esplosione se un incendio di gas viene estinto prima di intercettare il gas. L'acqua è consigliata solo a getto frazionato o nebulizzato per raffreddare i tubi o le bombole coinvolte. Sono utilizzabili le polveri polivalenti. INCENDI DI CLASSE C

20 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Nessuno degli estinguenti normalmente utilizzati per gli incendi di classe A e B è idoneo per incendi di metalli. Occorre utilizzare polveri speciali ed operare con personale particolarmente addestrato. Sono particolarmente difficili da estinguere data la loro altissima temperatura. Gli altri agenti estinguenti (compresa l'acqua) sono da evitare in quanto possono causare esplosioni. INCENDI DI CLASSE D

21 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO È riferita ai fuochi di oli combustibili di natura vegetale e/o animale quali quelli usati nelle cucine, in apparecchi di cottura. La formula chimica degli oli minerali (idrocarburi - fuochi di classe B) si distingue da quella degli oli vegetali e/o animali. Gli estinguenti per classe F spengono per azione chimica, effettuando una catalisi negativa. L'utilizzo di estintori a polvere e di estintori a CO2 contro fuochi di classe F è considerato pericoloso. INCENDI DI CLASSE F

22 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Le fasi sono evidenziate nel diagramma che descrive l'andamento delle temperature nel tempo (curva Temperatura - tempo). Nell’evoluzione dell’incendio si possono individuare 4 fasi: 1.Ignizione 2. Propagazione 3. Incendio generalizzato (flash-over) 4. Estinzione e raffreddamento L’EVOLUZIONE DI UN INCENDIO

23 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO deposito di sostanze infiammabili o facilmente combustibili in luogo non idoneo o loro manipolazione senza le dovute cautele CAUSE E PERICOLI D’INCENDIO PIÙ COMUNI 1 utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili

24 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO deposito di materiali combustibili sopra o in vicinanza degli apparecchi di riscaldamento Utilizzo di apparecchi in mancanza di adeguata ventilazione degli ambienti (norme UNI-CIG). CAUSE E PERICOLI D’INCENDIO PIÙ COMUNI 2

25 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO prese elettriche sovraccaricate uso di impianti elettrici difettosi o non adeguatamente protetti e/o riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate CAUSE E PERICOLI D’INCENDIO PIÙ COMUNI 3

26 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO accumulo di rifiuti, carta od altro materiale combustibile che può essere incendiato accidentalmente o deliberatamente presenza di fiamme libere in aree ove sono proibite, compreso il divieto di fumo o mancato utilizzo di portacenere CAUSE E PERICOLI D’INCENDIO PIÙ COMUNI 4

27 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature presenza di apparecchiature elettriche sotto tensione anche quando non sono utilizzate (salvo che siano progettate per essere permanentemente in servizio) ostruzione delle aperture di ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche e di ufficio negligenze di appaltatori o degli addetti alla manutenzione inadeguata formazione professionale del personale sull'uso di materiali od attrezzature pericolose ai fini antincendio ALTRE CAUSE E PERICOLI D’INCENDIO

28 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO realizzare le vie e le uscite di emergenza al fine di garantire l’esodo delle persone in sicurezza realizzare le misure per una rapida segnalazione dell’incendio, al fine di garantire una rapida segnalazione dei sistemi d’allarme MISURE DI PREVENZIONE 1

29 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO garantire l’efficienza dei sistemi di protezione antincendio effettuare gli interventi di manutenzione e controlli su impianti e attrezzature nel rispetto delle disposizioni legislative vigenti MISURE DI PREVENZIONE 2

30 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO stoccare il materiale combustibile in modo ordinato evitare l’accumulo di materiale combustibile (carta, rifiuti, etc…) MISURE DI PREVENZIONE 3

31 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Evitare l’utilizzo di fiamme libere e di generatori di calore in prossimità di materiale combustibile tenere libere da ingombri, in qualsiasi momento, le vie di esodo e di emergenza MISURE DI PREVENZIONE 4

32 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO evitare la presenza di ostacoli lungo le vie di esodo tutte le vie d’uscita devono essere adeguatamente illuminate per consentire la loro percorribilità in sicurezza MISURE DI PREVENZIONE 5

33 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO corretto posizionamento dei sistemi di protezione dagli incendi (estintori, idranti, naspi, etc…) MISURE DI PREVENZIONE 6

34 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO realizzazione degli impianti elettrici a regola d’arte (D.M. sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37, norme CEI) MISURE DI PREVENZIONE 7 realizzazione dell’impianto di messa a terra adeguata ventilazione dei locali

35 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Insieme delle misure finalizzate alla riduzione dei danni. Si suddividono in misure di protezione attiva o passiva in relazione alla necessità o meno dell’intervento di un operatore o dell’azionamento di un impianto. MISURE DI PROTEZIONE - DEFINIZIONE

36 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Non richiedono l’adozione di un uomo o l’azionamento di un impianto: PROTEZIONE PASSIVA Isolamento Distanze di sicurezza Resistenza al fuoco Reazione al fuoco Ventilazione Vie d’uscita

37 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Richiedono l’adozione di un uomo o l’azionamento di un impianto PROTEZIONE ATTIVA Estintori Rete idrica antincendio Impianti di rivelazione automatica d’incendio Impianti di spegnimento automatici Dispositivi di segnalazione e d’allarme Evacuatori di fumo e calore L’efficienza dei sistemi di protezione dagli incendi deve essere verificata periodicamente (ogni 6 mesi)

38 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Sono i mezzi di primo intervento più impiegati per i principi di incendio. Non sono efficaci se l'incendio è in una fase più avanzata Vengono suddivisi, in relazione al loro peso complessivo, in ESTINTORI massa inferiore o uguale a 20 kg massa superiore a 20 kg e fino a 150 kg

39 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Tipologie di estintori in relazione alla sostanza estinguente: ESTINTORI - TIPOLOGIE a schiuma, adatto per liquidi infiammabili a polvere, adatto per liquidi infiammabili ed apparecchi elettrici ad anidride carbonica (CO2), idoneo per apparecchi elettrici

40 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Il numero risulta determinato solo in alcuni norme specifiche (scuole,ospedali, alberghi, locali di pubblico spettacolo, autorimesse ecc.) DETERMINAZIONE NUMERO ESTINTORI In linea di massima la posizione deve essere scelta privilegiando la facilità di accesso, la visibilità e la possibilità che almeno uno di questi possa essere raggiunto con un percorso non superiore a 15 m circa

41 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Gli estintori dovranno essere posizionati alle pareti, mediante idonei attacchi che ne consentano il facile sganciamento o poggiati a terra con idonei dispositivi (piantane porta estintore con asta e cartello) POSIZIONAMENTO ESTINTORI Gli estintori devono essere segnalati con apposita segnaletica

42 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO Può essere collegata o a vasca di disgiunzione o ad acquedotto cittadino. La vasca è necessaria se l’acquedotto non garantisce continuità di erogazione e sufficiente pressione RETE IDRICA ANTINCENDIO

43 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO IDRANTE A MURO cassetta valvola di intercettazione manuale lancia erogatrice tubo flessibile

44 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO IDRANTE SOPRASUOLO A COLONNA Per ciascun idrante deve essere prevista almeno una dotazione di tubazione flessibile, completa di raccordi e lancia di erogazione

45 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO IDRANTE SOTTOSUOLO La posizione degli idranti sottosuolo deve essere adeguatamente indicata e devono essere adottate misure per evitare che ne sia ostacolato l'utilizzo.

46 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO NASPI

47 ATTACCHI DI MANDATA PER AUTOPOMPA È un dispositivo, collegato alla rete di idranti, per mezzo del quale può essere immessa acqua nella rete di idranti in condizioni di emergenza

48 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO IMPIANTI SI SPEGNIMENTO AUTOMATICI - SPRINKLER Fonte di alimentazione (acquedotto, serbatoi, vasca, serbatoio in pressione) Pompe di mandata Centralina valvolata di controllo e allarme Condotte montanti principali Rete di condotte secondarie Testine erogatrici (sprinkler)

49 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO TIPOLOGIE SPRINKLER Ad umido: tutto l’impianto è permanentemente riempito di acqua in pressione: è il sistema più rapido e si può adottare nei locali in cui non esiste rischio di gelo. A secco: la parte d’impianto non protetta, o sviluppantesi in ambienti soggetti a gelo, è riempita di aria in pressione: al momento dell’intervento una valvola provvede al riempimento. Alternativi: funzionano come impianti a secco nei mesi freddi e ad umido nei mesi caldi. A pre-allarme: sono dotati di dispositivo che differisce la scarica per escludere i falsi allarmi. A diluvio: impianti con sprinklers aperti alimentati da valvole ad apertura rapida per fornire rapidamente grosse portate.

50 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO SISTEMA DI RIVELAZIONE INCENDI La funzione di un sistema di rivelazione e allarme incendio è di rivelare un incendio nel minor tempo possibile e fornire segnalazioni ottiche e/o acustiche agli occupanti di un edificio. L'incendio può essere "scoperto" da un rivelatore (automaticamente) o dall'uomo (manualmente): Sistemi fissi automaticiSistemi fissi manuali Un impianto di rivelazione automatica consente: di favorire un tempestivo esodo delle persone; di attivare i piani di intervento; di attivare i sistemi di protezione contro l’incendio

51 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO SEGNALETICA cartelli di salvataggio attrezzature antincendio Illuminazione di emergenza

52 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO EVACUATORI DI FUMO E CALORE usati in combinazione con impianti di rivelazione e consentono la fuoriuscita all’esterno di masse di gas calde che si muovono verso l’esterno

53 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO IL PIANO DI EMERGENZA Insieme delle informazioni – chiave da mettere in atto in caso di emergenza È obbligatorio in aziende con più di 10 lavoratori o in aziende soggette al certificato di prevenzione incendi

54 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO REGOLE GENERALI NB: le seguenti regole sono da intendersi come regole di carattere generale; per i compiti specifici in caso di emergenza occorre riferirsi ai piani di emergenza delle singole strutture

55 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO AZIONI IMMEDIATE IN CASO DI INCENDIO In caso di principio di incendio il personale in servizio nel locale in cui si sviluppa il principio di incendio si adopererà per: A.contrastare l’incendio, la sua propagazione e i suoi effetti B. soccorrere le persone

56 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO AZIONI IMMEDIATE IN CASO DI INCENDIO A1. utilizzare gli estintori (vedere istruzioni in calce); non usare acqua se non si è certi che sia stata tolta l’alimentazione elettrica; in caso le fiamme interessino gli indumenti di persone agire per “soffocamento” utilizzando coperte o asciugamani possibilmente bagnati (non sintetici) A2. circoscrivere l’evento, per quanto possibile; A3. aprire le finestre allo scopo di evacuare i fumi e i prodotti della combustione B1. rimuovere gli ospiti immediatamente esposti alle fiamme; B2. soccorrere altre persone eventualmente in pericolo di vita immediato; B7. indirizzare gli eventuali visitatori presenti verso le uscite di sicurezza.

57 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO AZIONI IMMEDIATE IN DI FUGHE DI GAS NB:in caso di fuga di gas sussiste il pericolo di esplosione e incendio in presenza di innesco; pertanto:  non accendere / spegnere interruttori elettrici in particolare quelli delle lampade illuminazione (l’interruzione della corrente elettrica deve essere fatta azionando il pulsante di sgancio generale);  non fumare;  non accendere / usare fiamme libere;  non produrre scintille.

58 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO AZIONI IMMEDIATE IN DI FUGHE DI GAS respirare con calma e, se fosse necessario, frapporre tra la bocca, il naso e l'ambiente un fazzoletto preferibilmente umido se individuato il punto di emissione del gas mantenersi il più possibile lontano da esso chiudere la saracinesca manuale dell’alimentazione gas

59 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO AZIONI IMMEDIATE IN DI FUGHE DI GAS aprire manualmente le finestre (non azionare motori o meccanismi elettrici di apertura) uscire dal locale chiudendo le porte dello stesso; allontanare eventuali persone presenti interrompere l’erogazione della corrente elettrica premendo il pulsante di sgancio elettrico esterno richiedere l’intervento dei tecnici esperti per la verifica (ditte di pronto intervento della struttura)

60 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO AZIONI IMMEDIATE IN CASO DI TERREMOTO aprire manualmente le finestre (non azionare motori o meccanismi elettrici di apertura) uscire dal locale chiudendo le porte dello stesso; allontanare eventuali persone presenti interrompere l’erogazione della corrente elettrica premendo il pulsante di sgancio elettrico esterno richiedere l’intervento dei tecnici esperti per la verifica (ditte di pronto intervento della struttura)

61 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO AZIONI IMMEDIATE IN CASO DI TERREMOTO In questo caso il pericolo principale è rappresentato dal crollo della struttura e, contemporaneamente, dalla caduta al suo interno di mobili e suppellettili; è quindi fondamentale identificare quali possano essere i punti pi ù solidi della struttura (in genere sono le parti portanti, gli architravi, i vani delle porte e gli angoli in genere) e, durante la scossa,cercare di ripararsi dalla caduta di materiali e oggetti.

62 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO AZIONI IMMEDIATE IN CASO DI TERREMOTO mantenere la calma non precipitarsi fuori al percepire della scossa ripararsi sotto tavoli o sedie al termine della scossa, in attesa di evacuare l ’ edificio, mantenersi vicino ai punti solidi della struttura allontanarsi dalle finestre, porte con vetri, armadi perch é potrebbero cadere al termine della scossa, abbandonare l'edificio

63 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO AZIONI IMMEDIATE IN CASO DI TERREMOTO Nell'abbandonare l'edificio occorre ricordare di: non usare ascensori (se presenti) prestare la massima attenzione sia a quello che può cadere che ad oggetti già caduti che ingombrano i passaggi procedere con molta cautela nell’aprire le porte e nel percorrere i corridoi non correre e rimanere addossati ai muri saggiare i pavimenti di scale e pianerottoli; in caso siano in condizioni precarie è consigliato percorrere le scale all’indietro; non trasferire il peso su un gradino se non si è incontrato un supporto sufficiente se possibile è preferibile utilizzare le scale antincendio esterne

64 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO COMPORTAMENTI PER TUTTI IN CASO DI EMERGENZA mantenere la calma ed evitare in ogni modo che si diffonda il panico agevolare l’esodo dei presenti, con particolare riguardo ai disabili, in modo da evitare il panico non fermarsi a raccogliere oggetti personali: uscire dal locale e portarsi nel punto di raccolta concordato per attendere l’appello rimanere in contatto con il responsabile antincendio che dovrà dirigere le operazioni e segnalargli ogni informazione utile se richiesto collaborare con le squadre di soccorso N.B.: in caso di emergenza non utilizzare ascensori

65 AZIONE PEGASO 2016 IL RISCHIO INCENDIO COMPORTAMENTI PER INCARICATI A COMPITI SPECIFICI IN CASO DI EMERGENZA effettuare la chiamata di soccorso utilizzare i mezzi di estinzione presenti cercando di estinguere l’incendio azionare gli sganci elettrici e del gas controllare i servizi, gli anditi, i ripostigli e tutte le zone ove possono trovarsi persone potenzialmente in pericolo controllare che le porte antincendio (REI) siano chiuse


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