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schema delle parti fondamentali del neurone

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Presentazione sul tema: "schema delle parti fondamentali del neurone"— Transcript della presentazione:

1 schema delle parti fondamentali del neurone
arborizzazione terminale dendrite soma o corpo cellulare guaina mielinica nucleo con nucleolo assone o neurite

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3 Cellule Gliali Microglia Macroglia Astrociti Oligodendrociti Cellule di Schwann

4 La microglia Mentre la macroglia ha la stessa origine embriologica dei neuroni, la microglia deriva dal mesoderma (in particolare dai macrofagi) La principale funzione della microglia è quella di riparare i tessuti danneggiati fagocitando quel che rimane delle cellule morte

5 Gli astrociti Prendono il loro nome dalla loro forma a stella
Svolgono molte funzioni importanti Nutrono i neuroni e contribuiscono a formare la barriera emato-encefalica Tamponano la concentrazione extra-cellulare del K+ Catturano i neurotrasmettitori che fuoriescono dalla fessura sinaptica e li metabolizzano Producono i growth factors Svolgono le stesse funzioni delle microglia

6 Gli astrociti nutrono i neuroni
Essi sono in contatto da un lato con i vasi del sistema circolatorio, dall’altro con i neuroni Vaso sanguigno Grazie a questo loro ruolo, gli astrociti assieme alle cellule endoteliali dei vasi vanno a costituire la barriera emato-encefalica

7 In gran parte del corpo le cellule che rivestono i capillari non aderiscono fra loro in modo stretto. In questo modo molte sostanze possono liberamente fluire dai capillari ai tessuti circostanti. Nel SNC ciò non avviene

8 La barriera emato-encefalica
Grazie alla barriera emato-encefalica (e al lavoro degli astrociti) viene controllato il passaggio di tutte le molecole (dagli ioni alle macromolecole) all’interno del SNC le sue funzioni principali sono: Evitare che virus e batteri penetrino nel SNC Mantenere costante la concentrazione di ioni nel liquido extracellulare dei tessuti del SNC (infatti le variazioni nella concentrazione ionica che si osservano nel sangue non sarebbero compatibili con il funzionamento dei neuroni) Evitare il contatto dei neuroni con molte sostanze presenti nel sistema circolatorio che hanno un forte effetto sui neuroni (ad esempio l’amminoacido Acido Glutammico presente nel sangue anche ad altre concentrazioni, nel sistema nervoso viene utilizzato come neurotrasmettitore ed è pertanto in grado di eccitare molti neuroni)

9 La barriera emato-encefalica inoltre impedisce l’entrata di macromolecole o di agenti patogeni che potrebbero infettare il tessuto nervoso

10 Cellule Gliali Microglia Macroglia Astrociti Oligodendrociti
Cellule di Schwann

11 La maggior parte degli assoni sono ricoperti da un rivestimento, la guaina mielinica che serve ad isolare l’assone e ad aumentare la velocità della trasmissione dei segnali elettrici La mielina che costituisce la guaina è composta per l’80% di lipidi e per il 20% di proteine

12 Le cellule che formano la mielina
Nel sistema nervoso Centrale (SNC) la mielina è formata dagli Oligodendrociti Nel sistema nervoso Periferico (SNP) la mielina è formata dalle Cellule di Schwann La modalità con la quale queste due tipi di cellule formano la mielina è differente

13 Nel SNP ciascuna Cellula di Schwann avvolge un tratto dell’assone
Nel SNC ciascun Oligodendrocita forma numerosi tratti di mielina sia nello stesso assone che in assoni di cellule diverse

14 Formazione della mielina
Oligodendrociti Sistema Nervoso Centrale Cellula di Schwann Sistema Nervoso Periferico

15 Cellula gliale avvolta attorno all’assone
Sia nel sistema nervoso periferico che in quello centrale la mielina che ricopre l’assone si interrompe ad intervalli regolari lasciando per un breve tratto la membrana scoperta. Questa regione viene chiamata nodo di Ranvier Cellula gliale avvolta attorno all’assone Nodo di Ranvier I segmenti di guaina mielinica hanno una lunghezza all’incirca di 1 mm mentre il nodo di Ranvier misura solitamente 1-2 μm

16 Cellule gliali e rigenerazione degli assoni lesionati
Negli assoni dei neuroni del SNP le cellule di Schwann sono sistemate come tante perle di una collana. Nella microfotografia a destra si possono osservare due cellule Schwann nelle quali si riconosce il nucleo.

17 Dato che tutti i nervi appartengono al SNP, quando un nervo viene lesionato esso è normalmente in grado di rigenerare. Il tempo necessario a riacquisire la funzionalità è quello necessario per la ricrescita degli assoni che costituiscono quel nervo Al contrario gli oligodendrociti del SNC non sono in grado di svolgere questa funzione. Quando ad esempio viene lesionato il midollo spinale i vuoti lasciati dagli assoni degenerati vengono presto riempiti dalle cellule gliali rendendo impossibile la ricrescita degli assoni Per questo lesioni alla colonna vertebrale comportano deficit difficilmente reversibili. Quando si ha un recupero delle funzioni, questo è solitamente dovuto all’utilizzo di vie nervose alternative che sono rimaste intatte

18 Quando un assone viene lesionato esso degenera (mentre il soma della cellula rimane integro)
Al contrario le cellule di Schwann che circondavano l’assone rimangono nella loro posizione Dopo un po' il soma produce un nuovo abbozzo di Assone Durante la ricrescita dell’assone, le cellule di Schwann fanno da guida segnalando la via precedentemene occupata. Dopo la ricrescita esse daranno origine nuovamente alla guaina mielinica

19 Le cellule gliali svolgono nel SN moltissime
funzioni fondamentali: Riempiono lo spazio separando un neurone dall’altro e isolano elettricamente gli assoni Nutrono i neuroni Mantengono stabile la composizione dello spazio extracellulare Guidano la crescita e la ricrescita delle cellule neuronali Riparano i tessuti e difendono dai patogeni (sostituendo il sistema immunitario)

20 Significato funzionale della mielina
Isolamento elettrico Aumento della velocità di conduzione dell’impulso (teoria della conduzione saltatoria) Regolazione degli scambi metabolici Ruolo della cellula di Schwann nella rigenerazione delle fibre

21 Fibre mieliniche e amieliniche
Spessore della guaina in relazione a tipo e calibro della fibra nervosa: Motoneuroni: Assone spesso  guaina spessa N. della sensibilità tattile: Assone medio  guaina di medio spess. N. della sensibilità dolorifica: Assone sottile  guaina sottile Fibre dei nervi olfattivi amieliniche

22 Degenerazione e rigenerazione
All’inizio della vita postnatale, i neuroni perdono rapidamente e definitivamente la capacità di replicarsi (popolazioni cellulari statiche o perenni) Il tessuto nervoso pertanto non è in grado di rigenerare neuroni in seguito a lesioni gravi del corpo cellulare In seguito alla lesione di un assone, invece, il soma è in grado di rigenerare il moncone periferico (grazie al flusso assoplasmatico)

23 CNS NEURON & GLIAL CELLS
axon dendrites synapse soma Node of Ranvier Myelin segment for fast saltatory conduction OLIGODENDROCYTE ASTROCYTE MICROGLIAL CELL reserve MF/ Phagocyte EPENDYMAL CELLS lining ventricles

24 Neuroni e neuroglia: riepilogo
specializzati nella conduzione di impulsi elettrici che: trasportano informazioni da una regione del corpo all’altra integrano ed elaborano tali informazioni cellule gliali cellule “non nervose” che forniscono sostegno strutturale mezzo interno per gli scambi nutritivi e gassosi attività di riparazione di lesioni funzione di “isolamento” elettrico forse partecipano alla conduzione nervosa?

25 SCLEROSI MULTIPLA La sclerosi multipla (SM o sclerosi a placche), è una delle più comuni malattie che colpiscono il sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale). E’ una patologia infiammatoria, demielinizzante, cronica e spesso progressivamente invalidante.

26 Nella SM si pensa che una reazione autoimmunitaria anormale aggredisca e distrugga la mielina (demielinizzazione), provocando aree scoperte e cicatrizzate chiamate placche o lesioni lungo il nervo.

27 Ciò significa che il sistema immunitario reagisce contro una componente dell’organismo come se questa fosse estranea, aggredendola e distruggendola come farebbe con qualunque aggressore esterno. La conduzione degli impulsi nervosi viene di conseguenza rallentata o bloccata.

28 CAUSE (1) Le cause della SM non sono ancora note. Sulla base dei risultati di molte ricerche scientifiche si ritiene siano coinvolti più fattori che interagiscono tra loro: una predisposizione genetica e fattori ambientali in grado di stimolare il sistema immunitario. I fattori esterni, ambientali, sarebbero cruciali sia per quanto riguarda l’induzione della malattia che per il suo mantenimento con lo scatenamento delle ricadute. Molti studi hanno evidenziato un’associazione cronologica tra le ricadute e le infezioni respiratorie o urinarie.

29 CAUSE (2) Anche le vaccinazioni possono precedere sia l’insorgenza della malattia che lo scatenamento delle ricadute. Molti virus e alcuni batteri sono stati ripetutamente incriminati come responsabili della malattia, ma per nessuno di questi è mai stata fornita una prova definitiva. Probabilmente non è importante un unico agente specifico, ma potrebbe essere il processo stesso dell’infezione specialmente quando questo avvenga in un certo momento temporale corrispondente ad una particolare situazione immunitaria del paziente.

30 CHI COLPISCE La SM è una malattia a diffusione mondiale. In Italia persone sono colpite da SM, uno ogni abitanti. Ogni anno si verificano nuovi casi. L’età di esordio è tra i 15 e i 50 anni, anche se questa malattia si manifesta soprattutto tra i giovani adulti, tra i 20 e i 30 anni, e tra le donne, in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini.

31 I SINTOMI I sintomi della SM sono molteplici. La loro varietà dipende dal fatto che le lesioni demielinizzanti (placche) tipiche della malattia possono colpire aree diverse del sistema nervoso centrale (encefalo, midollo spinale e nervo ottico). A seconda della sua localizzazione, una placca può causare per esempio un disturbo motorio a un arto inferiore, un problema di vista o un formicolio a mano e braccio.

32 I SINTOMI La maggior parte dei pazienti presentano un esordio brusco con successive ricadute e remissioni. Solo una minoranza presenta un rapido progressivo peggioramento clinico. Il deterioramento è in genere lento ed avviene con ricadute non seguite da un completo recupero funzionale; ecco come si fa strada la disabilità permanente.

33 IL TRATTAMENTO Il trattamento della SM prevede forme di intervento in relazione alla fase della malattia, al tipo di decorso e alla gravità del quadro clinico.

34 IL TRATTAMENTO (1) trattamento delle fasi acute di malattia: corticosteroidi in grado di ridurre la durata e la gravità delle recidive e forse della frequenza terapia della ricaduta: cortisone farmaci in grado di modificare il decorso della malattia: farmaci in grado di ridurre l’attività della malattia e quindi di prevenire ricadute e rallentarne la progressione. Questi sono: ► interferoni beta (IFN beta), ► copaxone (GA), ► mitoxantrone (MX) e altri immunosoppressori, ► immunoglobuline endovenose ad alto dosaggio

35 IL TRATTAMENTO (2) terapia sintomatica: trattamento mirato di alcuni disturbi quali per esempio disturbi intestinali, urinari, il dolore, la fatica, la spasticità, il tremore e la depressione. riabilitazione neuromotoria: al fine di ridurre la disabilità attraverso terapia fisica e riabilitativa

36 Molta dell'attuale ricerca sulla SM è incentrata sul tentativo di chiarire l'esatta natura della risposta autoimmunitaria contro la mielina, al fine di contrastarla, e sul tentativo di trovare i fattori che permettano la rimielinizzazione dei nervi danneggiati. E' stato dimostrato che la rimielinizzazione avviene spontaneamente in alcune lesioni e studi sul modello animale di SM hanno dimostrato che alcuni composti farmacologici sono in grado di indurre la rimielinizzazione nei nervi demielinizzati.

37 Primary Cultures: Rodent
IN VITRO: CELL SOURCES Primary Cultures: Rodent Primary rodent culture systems lend themselves to evaluating oligodendrocytes at different stages of differentiation within the committed lineage the gangliosides GD3 and A2B5, the PDGFaR transcription factors as Olig1 and 2, id2, POU III, Sox 11, Krox 24 galactocerebroside (GalC), sulfatide, and cyclic nucleotide 30-phosphohydrolase (CNP) Cells at this stage express complex branching with secondary and tertiary processes. myelin basic protein (MBP), proteolipid protein (PLP), and myelin oligodendrocyte glycoprotein (MOG). Complex myelin sheaths are readily seen and the transcription factor Nkx2.2 expression Transcription factors POA;, Sox 10 and 17, and Mash 1 Proliferative, migratory, bipolar oligodendrocyte precursor Prooligodendrocytes as multipolar, postmigratory, proliferative cells Mature myelin-producing oligodendrocytes Premyelin oligodendrocytes

38 Primary Cultures: Human
Human fetal oligodendrocyte precursors are obtained from postmortem human fetal spinal cord or brain (18–23 weeks of gestation). Enrichment of up to 90% is achieved by separation on immunomagnetic microbeads for A2B5 Separation by differential adherence properties followed by growth in oligodendrocyte- enhancing N1 or N2B3 medium for 5–10 days and plating on poly-L-lysine-coated plates can yield up to approximately 80% enrichment for A2B5 + cells PDGFaR can also be used to validate enrichment. Human adult preoligodendrocytes can be procured from surgical resections or biopsies of subcortical white matter from temporal lobe obtained from medication-refractory epilepsy patients. Human cells are more difficult than rodent cells to acquire in large and enriched enough numbers for primary screens. The acquisition of cells from adult epilepsy tissues derived from different regions of brain with varying degrees of pathology, generate cell populations of variable purity. Fetal tissues may be of varying gestational stages. In contrast to rodent oligodendrocyte precursors, human oligodendrocyte precursors are not easily driven in vitro to express MBP, often having to be kept in culture for several weeks.

39 cell lines CG4 cell line is a spontaneous generation from cultures of neonatal rat cerebral cortex resembling an oligodendrocyte-type 2 astrocyte (O-2A) When grown in PDGF and basic fibroblast growth factor (bFGF), CG4 cells proliferate. Removal of growth factors leads to differentiation of these cells within 48 h into oligodendrocytes that eventually stain positively for MBP. Transfer of the line into 10% fetal calf serum (FCS) causes the line to differentiate into astrocytes 6E12 cell line is immortalized oligodendrocyte cell lines derived from the spinal cord of an MBP-SV40 large T-antigen transgenic mouse. Before their activation these cells stained minimally for 04 or GalC. After stimulation with forskolin or dibutyryl cyclic AMP (dbcAMP), the oligodendrocyte markers increased. However, unlike normal oligodendrocyte precursors, 6E12 cells did not demonstrate an increase in MBP mRNA or protein, most likely due to the increase of the MBP repressor tSCIP/Tst-1

40 Human oligodendroglioma cell lines HOG and TC620 have also been evaluated for their potential use as substitutes for the more difficult to obtain human oligodendrocyte precursors. Such tumors are rare and generally of mixed cell types. These two lines were confirmed to be oligodendrogliomas with an immature oligodendrocyte phenotype by molecular profiling. TC620 cells expressed CNP mRNA and protein and MBP-related mRNA Although these transformed lines may be of some use as human oligodendrocyte precursor surrogates, it is clear that there is a limit to their reliability as indicators of normal cell function, especially differentiation

41 Mixed and Organotypic Cultures
Mixed glial neuronal cultures that produce myelinated axons can be established from embryonic day 15 (E15) or E16 mouse or rat fetal telencephalons. After mechanical dissociation, sieving and placement in chemically defined medium, cells are either allowed to attach and grow as mixed stationary cultures or are kept under constant rotation such that within 2 days, they form aggregates of glia and neurons In yet a different mixed culture system, Murray and Dubois-Dalcq (1997) report that oligodendrocyte progenitors can be generated from tissues derived from 53 to 58 days after conception. In this model, after 2–3 weeks in vitro dividing neural stem cells cluster, detach from the culture dish surface, and continue to expand as spheres. Withdrawal of mitogens permits development of 04 + cells to differentiate and express GalC and PLP/DM20.

42 Fig. 1. Summary of culture models of myelination and remyelination
Fig. 1. Summary of culture models of myelination and remyelination. Dissociated cultures: Cerebral hemispheres are dissected from whole brains, dissociated, and plated out on coverslips, where oligodendrocytes myelinate axons. Oligodendrocyte-DRG co-cultures: Cerebral hemispheres are dissected from whole brains and oligodendrocyte precursor cells extracted, usually by immunopanning or differential adhesion. Summary of culture models of myelination and remyelination. Dissociated cultures: Cerebral hemispheres are dissected from whole brains, dissociated, and plated out on coverslips, where oligodendrocytes myelinate axons. Oligodendrocyte-DRG co-cultures: Cerebral hemispheres are dissected from whole brains and oligodendrocyte precursor cells extracted, usually by immunopanning or differential adhesion. These are then added to cultures of DRG neurons obtained from embryonic spinal cord and myelination occurs in around 2 weeks. Oligodendrocyte- CNS explant co-cultures: Embryonic spinal cord segments are either grown on Matrigel coverslips preseeded with oligodendrocyte precursor cells, or on a bed of astrocytes, in which case OPCs migrate out of the explant to myelinate axons. Slice cultures: Newborn slices of rodent brain or spinal cord are cultured on organotypic membranes to study myelination. Treatment with a myelin toxin (such as LPC) or anti-myelin antibodies (and complement) causes demyelination, which is followed by remyelination.

43 The length of myelinated internodes by oligodendrocytes in co-culture (A) with DRG neurons is comparable to that measured for cortical internodes in vivo (B).

44 Myelinating cultures can also be produced by mixing together purified populations of neurons and oligodendrocyte progenitors that have been separately prepared. The source of neurons is usually murine dorsal root ganglia (DRG) neurons isolated from E 13.5–14.5 whereas the oligodendrocyte progenitors may be derived from mouse or rat postnatal day 1 cerebral cortices. DRG cultures are exposed to fluorodeoxyuridine (FUDR) to inhibit mitoses of nonneuronal cells for up to 4 days and cultured up to 4 weeks before addition of enriched oligodendrocyte progenitors Oligodendrocyte precursors differentiate within a week and myelinate within 2 weeks under these conditions. Unlike embryonic mixed cultures, oligodendrocyte–neuronal cultures do not contain other glia or endothelial cells that might modulate myelin– axon interactions as well influence the effects of exogenous agents and drugs added to cultures to promote cell survival and differentiation.


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