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PubblicatoIda Meloni Modificato 8 anni fa
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L’allenamento sportivo
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La definizione L’allenamento sportivo è un processo sistematico mediante il quale si determinano dei cambiamenti nell’organismo che permettono a un atleta di migliorare il suo livello di prestazione. Con l’allenamento l’organismo reagisce alla fatica indotta da ripetute, adeguate esercitazioni adattandosi e attrezzandosi per poterne sopportare di ulteriori più pesanti oppure le stesse con minor fatica.
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Gli obiettivi dell’allenamento Capacità fisiche: le capacità organico-muscolari di forza, resistenza, rapidità, flessibilità; Capacità psichiche: aspetti legati alla conoscenza di sé, all’autocontrollo, alla forza di volontà; Capacità e abilità coordinative: si possono identificare nelle capacità tecniche; Capacità cognitive: riguardano sia aspetti tecnici e tattici delle abilità sia le conoscenze che si acquisiscono rispetto al processo d’allenamento.
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Il concetto di omeostasi: l’organismo umano cerca sempre di mantenere costanti un insieme di parametri interni. Aggiustamento: l’organismo risponde a uno stimolo che altera il suo normale equilibrio reagendo in maniera rapida con un meccanismo temporaneo che nel giro di qualche minuto consente di ritornare allo stato di partenza. Adattamento: serie di lente ma durature modificazioni organiche che permetteranno all’organismo di sopportare un determinato carico con minor fatica. Il carico allenante
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Stimolo Adattamento Miglioramento della prestazione Stimolo La dinamica
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La supercompensazione L’organismo, sollecitato dalla seduta di allenamento, gradualmente si affatica e riduce la sua possibilità di prestazione. Terminato l’allenamento, l’organismo inizia la fase di recupero: attua una serie di adattamenti organici che gli permetteranno di sopportare lo stesso carico con minor fatica. Grazie a questi adattamenti, l’efficienza fisica migliora raggiungendo un livello superiore a quello di partenza. La differenza tra questi due livelli viene chiamata supercompensazione.
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La supercompensazione
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Sono molto specifici e dipendono dal: tipo di lavoro dal carico dagli intervalli dalla durata dai gruppi muscolari impegnati Gli adattamenti
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Schema riassuntivo
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Intensità: rappresenta la grandezza dello stimolo. Quantità: rappresenta la somma degli stimoli di cui ci si è avvalsi in un allenamento (kilometri percorsi, kilogrammi sollevati, numero di volte ripetute a una certa velocità ecc.). Caratteristiche del carico allenante L’insieme degli stimoli proposti a un atleta durante una seduta di allenamento determina il carico allenante. Per risultare ottimali al processo di adattamento devono essere calibrati e misurabili.
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Caratteristiche del carico allenante Carico esterno: è il rapporto ottimale tra intensità dello stimolo e quantità di esercitazioni. Uno stimolo deve superare un minimo livello d’intensità per poter indurre la reazione di adattamento. Carico interno: è la personale reazione organica all’allenamento: gli stessi carichi di lavoro non inducono uguali reazioni in tutti i soggetti e anche nello stesso individuo la reazione al carico può variare in momenti particolari.
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Il recupero e la rigenerazione A ogni periodo di attività deve seguire un tempo di non attività. Questo vale per i singoli esercizi, le sedute, i momenti di allenamento: si tratta di pause di recupero, che saranno più o meno prolungate a seconda degli obiettivi dell’allenamento. La rigenerazione, invece, è la risposta di adattamento allo stato di fatica che avviene durante la fase di recupero e porta a un superiore livello di prestazione.
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Il recupero e la rigenerazione Mezzi pedagogici: s’insegna all’atleta a organizzare il proprio allenamento secondo le proprie capacità di recupero. Mezzi fisici: docce, saune, massaggi ecc. Mezzi farmacologici: integratori salini, vitamine ecc. Mezzi psicologici: tecniche di concentrazione, di rilassamento ecc.
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Il sovrallenamento Un pericolo… La sindrome da sovrallenamento è uno stato di stanchezza cronica derivante da un eccesso di sollecitazioni, conseguenza di un’errata metodologia di allenamento. Si tratta di un vero e proprio stato di malattia che induce un vistoso calo delle prestazioni e facile affaticabilità che può durare anche mesi. È necessario ridurre i carichi di allenamento, troppo elevati per quantità e/o intensità e spesso abbinati a tempi di recupero troppo brevi.
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