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PubblicatoGabriella Valli Modificato 8 anni fa
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Per comprendere gli effetti degli esercizi di stiramento è bene rifarsi ad alcune considerazioni preliminari: la struttura del muscolo scheletrico
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L’ unità motoria: un “QUANTO” di contrazione non tutti i quanti sono uguali
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Gli elementi elastici del sarcomero: tra l’actina e la miosina sono rappresentati dai filamenti di titina. A) sarcomero in posizione “normale con gli elementi elastici della titina che appaiono rilasciati. B) con una lunghezza maggiore del sarcomero (stiramento) la titina risulta anche allungata. Horowitz, Podolsky ’87
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Rappresentazione degli elementi “elastici” che costituiscono il sarcomero. Da Hoppeler ‘94
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Il complesso troponinico
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Rappresentazione schematica del modello meccanico del muscolo
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2 Muscolo 1 Tendine Le vie di trasmissione della tensione dal tendine al muscolo: 1 quella classica attraverso la congiunzione tendine muscolo; 2 quella attraverso le strutture elastiche trasversali del muscolo. G.Cometti ‘04
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Quando si realizza un allungamento muscolare
attivo o passivo questo investe in successione: le strutture muscolari la congiunzione muscolo tendine il tendine la congiunzione tendine – osso Le strutture coinvolte riguardano perciò: il tessuto connettivo gli elementi elastici del sarcomero i ponti actomiosinici
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Durante gli esercizi d’allungamento variano i parametri rigidità viscosità, ma rientrano dopo circa un’ora Evoluzione della rigidità (curva a sinistra) e della viscosità (curva a destra) tra il primo e quinto stiramento nel corso della medesima seduta. G. Cometti ’04.
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Evoluzione dell’eccitabilità dei motoneuroni rispetto al tempo
Il rilassamento è massimo tra il quinto ed il decimo secondo, poi diminuisce. Alla fine degli esercizi l’eccitabilità ritorna ai livelli di partenza.
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Negli stiramenti di piccola ampiezza la diminuzione dell’eccitabilità dipende da inibizione presinaptiche mentre quelli di grande ampiezza da inibizioni post sinaptiche.
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Gli stiramenti diminuiscono l’eccitabilità del muscolo e perciò il rilassamento
L’eccitabilità dei motoneuroni in funzione dell’ampiezza dello stiramento. G. Cometti.
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A lungo termine questi parametri si assestano migliorando le proprietà visco - elastiche dei muscoli mentre aumenta l’ampiezza articolare.
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Effetti degli esercizi di allungamento
Gli esercizi di stiramento portati come sistema devono essere compresi nella zona fisiologica delle possibilità muscolari Curva tensione – deformazione del tendine dalla fase “ondulata” fino alla rottura totale. Le zone fisiologica e “utilizzo intenso” sono quelle relative alla pratica sportiva. Butler ‘78
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I metodi più efficaci Miglioramento dell’ampiezza articolare rispetto a differenti metodi: stiramenti statici (SS), contrazione – rilasciamento (CR), e contrazione dell’antagonista (RC).
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Mobilità, flessibilità,
La mobilità riguarda l’ampiezza articolare di una singola articolazione La flessibilità riguarda il gioco congiunto di più articolazioni Queste caratteristiche costituiscono un presupposto condizionale di prestazione che varia da una specialità sportiva ad un’altra Distinguiamo una mobilità ATTIVA quando l’ampiezza articolare avviene per stiramento forzato dei muscoli antagonisti da parte degli agonisti. Vantaggi Distinguiamo una mobilità PASSIVA quando l’opposizione antagonista è scarsa. Svantaggi
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Effetti degli esercizi di allungamento
Aumento della lunghezza del muscolo perciò della velocità Diagramma forza/velocità di un muscolo sartorio di rana. La forza F è espressa come frazione della massima forza isometrica (Fol) sviluppata dal muscolo alla lunghezza anatomica (lo). La velocità v è rapportata alla lunghezza anatomica (lo). “G. A. Cavagna 1971”
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Riduzione dell’angolo di pennazione del muscolo e quindi della forza e della velocità “Kawakami e Fokunaga ’93-97, Ishikawa ’06, Cometti ’07”
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Aumento della mobilità articolare
Soggetto di 78 anni che esegue esercizi di stretching, sistematicamente.
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Probabile riduzione della reattività muscolare
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CONSIDERAZIONI: Uno sviluppo ottimale della mobilità articolare allarga la gamma delle tecniche motorie specifiche della disciplina sportiva praticata ed accelera il processo di apprendimento motorio. Una muscolatura accorciata e con minore capacità di allungamento ha anche una minore forza. ( cit J. Weineck, L’allenamento ottimale pag 458 cfr 11).
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Prevenzione dei traumi e delle lesioni
L’efficacia di un allenamento della mobilità articolare per la prevenzione degli infortuni, si può ricavare da tutta una serie di studi (cfr. Viktorsson-Moller 1983, 349; Hnericson et al. 1983, 74; Ekstrand et al. 1983, 116; Schober er al. 1990, 88).
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Dopo ogni allenamento della forza o della rapidità i muscoli interessati ad esso vanno allungati, opponendosi così alla loro tendenza all’accorciamento ( cfr Knebel, Herbeck, Schaffner 1988 ; 113).
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Già dopo un unico allenamento della forza, la mobilità o la capacità di allungamento del muscolo che viene allenato diminuisce dal 5% al 13%. Un abbassamento del tono muscolare non migliora soltanto al mobilità, ma mette anche il muscolo in condizioni di essere capace di rigenerarsi meglio dopo il carico.
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Se si dispone del tempo necessario, lo stretching deve essere utilizzato non solo prima, ma anche dopo un carico sportivo. In questo modo, si ottiene un recupero muscolo più rapido,perché il muscolo attraverso lo stretching, si rilassa più rapidamente e viene rimosso più rapidamente lo stato di acidosi.
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Più viene aumentata la forza di un gruppo muscolare, più è necessario che esso venga allungato e sciolto ( cit J. Weineck, L’allenamento ottimale pag 458 cfr 11).
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Lo stretching va considerato come una contrazione in allungamento
Lo stretching è un lavoro fatto sul muscolo e non dal muscolo cioè a dire energia in entrata come … Bisogna però distinguere stretching di allenamento e di sviluppo e attivazione generale
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Conclusioni Lo stretching presenta i vantaggi precedentemente elencati
Dubbi rimangono sulle capacità reattive del muscolo che potrebbe essere un prezzo da pagare non provato
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Perciò ai fini della prestazione “ la mobilità articolare deve essere migliorata fino a dove è necessaria per uno sviluppo della tecnica ottimale del movimento e l’utilizzazione efficace della capacità motorie nello sport praticato”(cfr. Matwejew 1981, 174).
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Mi sento tutto stracciato!!
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