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Classificazione Internazionale delle Malattie (International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems – ICD 1970) Classificazione.

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Presentazione sul tema: "Classificazione Internazionale delle Malattie (International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems – ICD 1970) Classificazione."— Transcript della presentazione:

1 Classificazione Internazionale delle Malattie (International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems – ICD 1970) Classificazione Internazionale delle Menomazioni, Disabilità e Handicap (International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps – ICIDH 1980) International Classification of Impairments, Activities and Partecipation (ICIDH-2 1997) Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute (International Classification of Functioning, Disability and Health – ICF 2001) Resp. Progetto dott.ssa Isabella Lettini

2 ICF-CY(2007) CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DISABILITA’ E SALUTE - PER BAMBINI E ADOLESCENTI E’ stata realizzata non per classificare, ma per documentare le caratteristiche della salute, del benessere, del funzionamento e i cambiamenti legati allo sviluppo e alla crescita del bambino e dell’adolescente fino al diciottesimo anno, nonché l’influenza dell’ambiente circostante. L’ ICF- CY funge da “facilitatore di dialogo” tra figure professionali diverse, valorizzando la specifica competenza di ciascuna ed è complementare all’ICD-10 che fornisce un riferimento eziologico. Per utilizzare correttamente l’ICF-CY bisogna tener presente 2 punti: la globalità del minore, quindi la necessità di sistematizzare i dati raccolti la consapevolezza del fluire nel tempo delle situazioni personali, relazionali e contestuali senza alcuna cristallizzazione.

3 ICF-CY(2007) CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DISABILITA’ E SALUTE PER BAMBINI E ADOLESCENTI PROFILO DI FUNZIONAMENTO DELL’ALUNNO- INTESA STATO REGIONI ( MARZO 2008) L’art 2 descrive inoltre finalità e modalità di effettuazione della diagnosi funzionale, introducendo un’altra novità, l’abolizione del profilo dinamico funzionale ed il suo assorbimento nella diagnosi funzionale, in quanto la DF viene redatta, per l’individuazione delle professionalità e le risorse necessarie, anche con la presenza di un esperto in didattica speciale, nominato dall’Ufficio scolastico provinciale e(probabilmente insegnante specializzato) e la famiglia, sulla base dei criteri bio-psico-dinamici degli ICF dell’OMS. LINEE GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ (AGOSTO 2009) 1^ Parte – 1^cap 3. ICF, Classificazione Internazionale del Funzionamento. Dalla prospettiva sanitaria alla prospettiva bio-psico-sociale.………………….omissis L’ICF sta penetrando nelle pratiche di diagnosi condotte dalle AA.SS.LL., che sulla base di esso elaborano la Diagnosi Funzionale. E’ dunque opportuno che il personale scolastico coinvolto nel processo di integrazione sia a conoscenza del modello in questione e che si diffonda sempre più un approccio culturale all’integrazione che tenga conto del nuovo orientamento volto a considerare la disabilità interconnessa ai fattori contestuali.

4 Bisogni Educativi Speciali Bisogno Educativo Speciale (BES) è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o apprenditivo, che si manifesta sotto forma di funzionamento problematico a carattere transitorio e reversibile o permanente. Quando si parla di BES ci si riferisce a minori con ritardo mentale, con disturbi specifici dell’attenzione, della condotta, con difficoltà visuo-spaziali, motorie, con disprassie evolutive, con disturbi dello spettro autistico ecc.., i quali manifestano deficit nell’apprendimento e nello sviluppo, o ci si riferisce a minori che, per difficoltà emozionali, per compromissioni dell’area psicoaffettiva, per appartenenza a famiglie disgregate, patologiche, trascuranti o abusanti, per situazioni di deprivazione socioeconomica, linguistica e culturale, manifestano forme di apprendimento difficile, rallentato, disorganico e comportamenti inibiti, oppositivi, depressi. Resp.progetto dott.ssa Isabella Lettini

5 Comunità Vicini di casa Oratorio e sport INCIDENZA DEI CONTESTI DI VITA (modello sistemico delle relazioni) Compagni di scuola Parenti Famiglia Resp. Progetto dott.ssa Isabella Lettini Bambino

6 Comunità Parenti Famiglia Compagni di scuola Gruppi informali Amici Adolescente INCIDENZA DEI CONTESTI DI VITA (modello sistemico delle relazioni) Resp. Progetto dott.ssa Isabella Lettini

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9 ORGANIZZAZIONE DEI DIVERSI ELEMENTI STRUTTURALI La Classificazione è la struttura e il fulcro dell’ICF. Ogni parte è formata da "componenti“ ; Ogni componente è suddivisa in "capitoli" o "domini"; Ogni capitolo è organizzato in "categorie"; Ogni categoria è individuabile a diversi “livelli” La parte 1 - Funzionamento e Disabilita’ - ha come componenti Funzioni e Strutture corporee Attività e Partecipazione La parte 2 – Fattori Contestuali - ha come componenti Fattori ambientali Fattori personali ( non classificati nell’ICF )

10 Funzioni e Strutture corporee Le Funzioni corporee sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei e includono anche il cervello e le funzioni mentali; Le Strutture corporee sono le parti anatomiche del corpo, come gli organi, gli arti e le loro componenti; Le Menomazioni sono problemi nella funzione o nella struttura del corpo, intesi come una deviazione, una perdita significativa, un’anomalia ecc. Resp. Progetto dott.ssa Isabella Lettini

11 ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE L'attività è l'esecuzione di un'azione o di un compito da parte di un individuo; Le limitazioni nell'attività sono le difficoltà, di natura qualitativa o quantitativa, che si possono incontrare nell'eseguire un compito; La partecipazione è il coinvolgimento dell'individuo in una situazione di vita; Le restrizioni nella partecipazione sono i problemi che si possono avere nel coinvolgimento nelle situazioni della vita; Il qualificatore "capacità" descrive l'abilità di un individuo a svolgere un'azione e indica il suo più alto livello probabile di funzionamento; Il qualificatore "performance" descrive ciò che un individuo fa nel proprio ambiente.

12 FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI Comprendono l'ambiente fisico, sociale in cui gli individui vivono: l'ambiente personale dell'individuo include le caratteristiche fisiche e materiali dell'ambiente stesso, così come i contatti diretti che l'individuo ha nel corso della sua esistenza (casa, lavoro, scuola, ecc.); l’ambiente sociale racchiude le strutture sociali informali e formali che possono avere un impatto sull'individuo (servizi, leggi, attività comunitarie,ecc.); I fattori ambientali interagiscono con le componenti funzioni e strutture corporee e attività e partecipazione.

13 FATTORI CONTESTUALI PERSONALI Sono il background personale della vita di una persona ( sesso, età,religione, stile di vita ecc.) che non fanno parte delle condizioni fisiche, ma umanizzano la diagnosi funzionale: - Stili di attribuzione - autoefficacia - autostima - emotività - motivazione -comportamento problema/psicopatologia

14 Ogni componente ha un proprio prefisso costituito da una lettera seguita da un numero che indica il capitolo b ( body): funzioni corporee ( cap.i da 1 a 8) s ( structure) : strutture corporee ( cap.i da 1 a 8) d (domain) : attività e partecipazione (cap.i da 1 a 9) e (environment): fattori contestuali ambientali ( da 1 a 5) seguito da due cifre che indicano il secondo livello e da ulteriori due cifre (non sempre presenti) che indicano il terzo e quarto livello es. d133 acquisire il linguaggio (sviluppare la competenza di rappresentare persone, oggetti, eventi, sentimenti mediante parole,locuzioni e frasi) d1330 acquisire singole parole d1331 combinare le parole in frasi d1332 acquisire la sintassi

15 Un codice ICF non è tuttavia completo se con contiene almeno un qualificatore, indicato con un numero (qualificatore), che si colloca dopo il punto decimale(separatore), per specificare la misura in cui una funzione o un'attività si discosta da uno stato atteso o normale. Funzioni e Strutture – Qualificatore: Menomazioni xxx.0 nessun problema (assente, trascurabile 0-4%) xxx.1 problema lieve (leggero, piccolo 5 -24%) xxx.2 problema medio ( moderato, discreto 25-49%) xxx.3 problema grave( notevole, estremo 50-95%) xxx.4 problema completo (totale, globale 96 – 100%) xxx.8 non specificato xxx.9 non applicabile Attività e partecipazione- qualificatori: Capacità e Performance xxx.0 nessuna difficoltà xxx.1 difficoltà lieve xxx.2 difficoltà media xxx.3 difficoltà grave xxx.4 difficoltà completa xxx.8 non specificato xxx.9 non applicabile

16 Resp. Progetto dott.ssa Isabella Lettini xxx.0 nessuna barrieraxxx0 nessun facilitatore xxx.1 barriera lievexxx+1 facilitatore lieve xxx.2 barriera mediaxxx+2 facilitatore medio xxx.3 barriera gravexxx+3 facilitatore grave xxx.4 barriera completaxxx+4 facilitatore completo xxx.8 barriera non specificataxxx+8 facilitatore non specificato Fattori ambientali- Qualificatori: Facilitatori e Barriere Es. un marciapiede senza gradino è una barriera per un non vedente che non distingue tra marciapiede e strada, è un facilitatore per una persona in sedia a rotelle

17 Momento conoscitivo del reale funzionamento dell’alunno secondo il modello antropologico ICF Momento di definizione di obiettivi e di scelte progettuali Momento di definizione di tecniche e risorse per l’insegnamento - apprendimento Momento di revisione della Diagnosi, del Profilo dinamico e delle Attività e materiali Diagnosi funzionale educativa che comprende funzioni del Profilo dinamico funzionale Attività materiali, metodi di lavoro Verifica e valutazione Piano educativo individualizzato Progetto di vita LE FASI DI PROGRAMMAZIONE E DI LAVORO DEL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO

18 PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO – PROGETTO DI VITA 1) DIAGNOSI FUNZIONALE EDUCATIVA ( VALUTAZIONE PSICOEDUCATIVA FUNZIONALE) Processo ampio e ricorsivo nel tempo Analisi più approfondita possibile dell’alunno in difficoltà, secondo il modello ICF, Descrizione degli ambiti dell’apprendimento, relazionalità. socialità e sviluppo psico-affettivo Esplorazione globale dell’allievo per cogliere punti di forza, di debolezza, risorse, vincoli, facilitatori e barriere

19 GLI ATTORI DELL’ESPLORAZIONE – stile narrativo-descrittivo gli allievi stessi, quando possibile, i familiari, gli specialisti (neuropsichiatra, ass. sociale, psicologo,logopedista ecc) i docenti, la comunità: gruppo sportivo, oratorio ecc. I familiari hanno una quantità preziosa di informazioni provenienti dalla esperienza, ma spesso accompagnate da ipotesi interpretative incomplete o emotive, gli specialisti hanno dati di conoscenza diretta, ma settoriale, i docenti hanno un osservatorio privilegiato per il tempo che trascorrono con l’allievo in una relazione professionale, con minor coinvolgimento emotivo rispetto ai familiari

20 PUNTI CHIAVE DELLE LINEE GUIDA Scegliere un insieme di codici per creare un "profilo" completo di funzionamento dell'individuo Codificare solo le informazioni "rilevanti" Codificare solo le informazioni "esplicite" Codificare le informazioni "specifiche” A differenza dell'ICD10, l'ICF descrive un profilo del funzionamento della persona e della sua disabilità, ossia l'intera esperienza del funzionamento e della disabilità a livello del corpo, della persona e della società. Resp. Progetto dott.ssa Isabella Lettini

21 PROFILO DINAMICO FUNZIONALE Lo Sviluppo dipende dalla molteplicità delle interazioni tra persona e ambiente e dalla rappresentazione che ciascuno fa di questi elementi in rapporto di reciprocità, negando l’affermazione dell’Atto di indirizzo del 1994 “ di prevedibile livello di sviluppo” legato ad una concezione prognostica e medica, ma inaccettabile dal punto di vista psicopedagogico e didattico. Il Profilo dinamico funzionale, all’interno della diagnosi funzionale, è perciò finalizzato ad individuare attività didattico-educative appropriate, significative e efficaci attraverso il seguente processo: a)Selezione delle voci più significative della Diagnosi funzionale b)Definizione degli obiettivi a lungo termine c)Definizione degli obiettivi a medio termine d)Definizione degli obiettivi a breve termine

22 1 ^ FASE Le numerose informazioni raccolte da varie fonti devono essere sintetizzate nelle aree significative del modello ICF ( condizioni fisiche, funzioni e strutture corporee, attività personali ecc.) secondo alcuni indicatori: Punti di forza : “capacità ICF”, cioè abilità possedute adeguatamente, Punti di forza : “performance ICF”, abilità manifestate grazie alla mediazione positiva dei fattori contestuali, Deficit: carenza, mancanza, incapacità o sviluppo inadeguato Relazioni di influenza e di mediazione: ambiti di funzionamento positivo per l’integrazione

23 2 ^ FASE Si definisce, dall’ approfondimento della prima fase, una gamma di obiettivi potenziali “ teorici”, raggiungibili nell’arco di tempo di tre anni, estensibili fino all’età adulta per il progetto di vita. 3^ FASE Considerate le abilità e i deficit evidenziati nella diagnosi funzionale, si fissano gli obiettivi effettivi, da raggiungere in 3/6 mesi, rispetto ai quali individuare materiali, tecniche e interventi più efficaci. 4^ FASE Gli obiettivi a medio termine spesso necessitano di una riduzione in sotto-obiettivi, attraverso semplici procedure: riduzione delle difficoltà di corretta esecuzione uso di aiuti necessari e sufficienti, senza creare dipendenza e passività sequenze facilitanti, graduate per difficoltà crescente


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