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Milano, 18 dicembre 2006 Federica Laudisa Il diritto allo studio universitario in Italia: dall’art. 34 alla riforma costituzionale.

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1 Milano, 18 dicembre 2006 Federica Laudisa Il diritto allo studio universitario in Italia: dall’art. 34 alla riforma costituzionale

2 PRESENTAZIONE Le principali tappe legislative Quali esiti? Le luci… …e le ombre Uno sguardo a Francia e Germania Considerazioni conclusive

3 LE PRINCIPALI TAPPE LEGISLATIVE 194819771991 Costituzione - art. 34 Sancisce il principio del diritto allo studio I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. DPR 24 luglio n. 616 Trasferimento delle funzioni amministrative esercitate dallo Stato in materia di assistenza scolastica universitaria alle Regioni. L. 2 dicembre n. 390 “Norme sul diritto agli studi universitari” Sancisce il principio dell’uniformità di trattamento sul territorio nazionale. 199419972001 DPCM 13 aprile “Uniformità di trattamento sul diritto agli studi universitari” Fissa i criteri relativi alla condizione economica e al merito per beneficiare degli interventi, nonché l’importo minimo della borsa di studio. DPCM 30 aprile “Uniformità di trattamento sul diritto agli studi universitari” DPCM 9 aprile “Uniformità di trattamento sul diritto agli studi universitari” 2001 Legge costituzionale 18 ottobre. Riforma del Titolo V della Costituzione

4 LA RIFORMA COSTITUZIONALE/1 Lo Stato ha la competenza esclusiva nella determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale Le Regioni hanno la competenza esclusiva in materia di diritto allo studio Le Regioni, quindi, non hanno una piena autonomia legislativa in considerazione della competenza del legislatore statale a determinare i livelli essenziali. Tale limite è giustificato dall’intento di garantire nel paese l’uniformità delle condizioni di vita.

5 LA RIFORMA COSTITUZIONALE/2 Come si coniugano le due potestà legislative, quella statale e quella regionale? Come si declina nell’ambito del diritto allo studio l’espressione “livelli essenziali delle prestazioni”? I nodi problematici Con la cooperazione fra i diversi livelli di Governo. Il principio della leale collaborazione prevede che se più livelli di interesse sono coinvolti, il titolare dell’interesse prevalente deve coinvolgere anche gli altri soggetti titolari di un interesse rilevante Sia lo Stato che le Regioni hanno elaborato delle proposte, senza giungere alla condivisione di un disegno comune

6 E DOPO LA RIFORMA?/1 D.M. 23 ottobre 2003 Fondo per il sostegno dei giovani Legge finanziaria 2004 Art. 4, commi 99-103 Finanziamento agli atenei di progetti sperimentali e innovativi per la concessione agli studenti di prestiti d’onore Ne hanno beneficiato 33 atenei Dal 2004 al 2006 sono stati stanziati 2,4 milioni di euro Istituisce un Fondo per la concessione di prestiti fiduciari per il finanziamento degli studi Finalizzato a: costituzione di garanzie sul rimborso agli studenti capaci e meritevoli; corresponsione di contributi in conto interessi ai privi di mezzi Stanziamento di 10 milioni di euro ripartito tra tutte le Regioni

7 E DOPO LA RIFORMA?/2 Legge finanziaria 2006 Art. 1, commi 554-555 Istituisce un Fondo per per le spese sostenute dalle famiglie per le esigenze abitative degli studenti universitari Stanziamento di 25 milioni di euro da ripartire tra tutte le Regioni

8 QUALI ESITI? Le luci…/1 Fonte: MUR. I dati relativi al 2005/06 sono provvisori.

9 Dall’a.a. 97/98 all’a.a. 05/06: gli idonei sono aumentati del 61%; i borsisti sono aumentati del 77%; i beneficiari di borsa sugli aventi diritto sono passati dal 68% al 75%. QUALI ESITI? Le luci…/2

10 Negli ultimi nove anni i posti letto sono aumentati del 32%. Si prevede un incremento di 14.000 posti a seguito dei finanziamenti della L. 338/00, con i quali si raggiungerebbe la quota di quasi 50 mila posti alloggio. QUALI ESITI? Le luci…/3 Fonte: MUR.

11 Dal 97/98 la spesa per borse è più che duplicata. QUALI ESITI? Le luci…/4 Fonte: MUR.

12 QUALI ESITI? Le luci…/5 Fonte: MUR.

13 Il Fondo statale integrativo e le risorse delle Regioni, negli ultimi nove anni, sono quasi triplicati: il Fondo è passato da 62 milioni a 177 milioni di euro; le risorse regionali da 33 a 99 milioni di euro; Le entrate da tassa regionale per il diritto allo studio, che sono la fonte di finanziamento più consistente, dall’a.a. 97/98 all’a.a. 05/06 sono aumentate del 20%. QUALI ESITI? Le luci…/6

14 Le risorse finanziarie risultano ancora insufficienti (e negli ultimi anni quelle regionali hanno subito una lieve flessione) considerato che… il 25% degli aventi diritto non beneficia della borsa QUALI ESITI? Le ombre…/1 La copertura totale degli idonei richiederebbe circa 132 milioni di euro in più, rispetto alle risorse attuali.

15 L’importo della borsa di studio copre solo in parte le spese degli studenti, in particolare di quelli fuori sede: la copertura del costo di mantenimento è di circa il 53% se lo studente riceve l’importo di borsa intero (che sale al 90% se lo studente è in sede o pendolare); Ad oggi, meno della metà degli idonei fuori sede usufruisce di un posto letto; nella previsione che i posti alloggio diventino 50.000 mila, la copertura sarà del 65% QUALI ESITI? Le ombre…/2

16 Un’uniformità di trattamento “stentata” considerato… 1.che vi sono Regioni che garantiscono una copertura del 100% degli idonei, ed altre in cui nemmeno la metà di chi ne avrebbe diritto beneficia della borsa; QUALI ESITI? Le ombre…/3 2. che i limiti ISEE (ed ISPE) per accedere alle borse sono diversi da Regione a Regione; sebbene sia previsto dalla normativa, quale è il motivo per cui uno studente per ricevere la borsa deve avere non più di 14.000 euro in una Regione, ed in quella confinante, non più di 18.000 euro, posto la mobilità degli studenti? 3. la diffusione a macchia di leopardo dei prestiti, con criteri differenti in termini di requisiti di accesso e di condizioni (importi, periodo di erogazione, tasso di interesse, periodo di grazia) anche all’interno della stessa regione!

17 La copertura degli aventi diritto per Regione, a.a. 2005/06 % ABRUZZO49,4 BASILICATA13,3 CALABRIA57,0 CAMPANIA46,8 EMILIA ROMAGNA84,8 FRIULI VENEZIA GIULIA100,0 LAZIO86,5 LIGURIA74,9 LOMBARDIA100,0 MARCHE81,4 MOLISE36,2 PIEMONTE100,0 PUGLIA56,8 SARDEGNA73,5 SICILIA48,6 TOSCANA100,0 UMBRIA99,4 VALLE d'AOSTA100,0 VENETO98,1 PROVINCIA BOLZANO100,0 PROVINCIA TRENTO100,0 Fonte: MUR.

18 I limiti ISEE per accedere alla borsa, a.a. 2006/07 Euro ABRUZZO15.654 BASILICATA17.891 CALABRIA13.500 CAMPANIA14.500 EMILIA ROMAGNA17.247 FRIULI VENEZIA GIULIA17.891 LAZIO16.000 LIGURIA14.140 LOMBARDIA17.892 MARCHE17.800 MOLISE13.418 PIEMONTE17.893 PUGLIA15.944 SARDEGNA14.886 SICILIA17.250 TOSCANA15.000 UMBRIA17.891 PROV. TRENTO12.255 VENETO17.891 Fonte: MUR.

19 UNO SGUARDO A FRANCIA E GERMANIA, a.a. 2004/05 FranciaGermaniaItalia N° studenti universitari 2.268.4231.963.5981.820.221 N° beneficiari di borsa 489.000340.000139.113 % di beneficiari su studenti regolari 30%33%13% N° posti letto 150.000180.00034.166 Spesa per borse di studio (euro) 1,3 miliardi1,4 miliardi386.831.482 Fonti: EURYDICE; Eurostudent (2005); MUR; BMBF; Deutsches Studentenwerk; Schlanzke (2005); Vauquiez (2006); Anciaux (2004). Nota: in Germania il sistema di sostegno è erogato per il 50% sotto forma di borsa e per il restante 50% sotto forma di prestito a tasso zero.

20 Occorre ancora compiere dei passi nella politica del sostegno agli studenti universitari. Il che richiede… un maggiore investimento finanziario sia da parte dello Stato che da parte delle Regioni; un’azione programmatica, in luogo di interventi spot, che tenga conto delle analisi/studi effettuati in materia; il dialogo tra i due Soggetti competenti – Stato e Regioni - per la revisione della normativa vigente, che eviti l’”arroccamento” sulle competenze acquisite, e nel quale si tenga sempre conto che… CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE/1

21 …il sostegno pubblico agli studenti deriva non solo da ragioni di equità – dare a tutti pari opportunità di accesso all’istruzione – ma di efficienza, per i benefici che ne ha la collettività (in termini sociali, economici, culturali), ne consegue che trascurare l’uniformità di trattamento produce un sistema “Italia” iniquo ed inefficiente. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE/2


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