Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoDomenico Damiani Modificato 8 anni fa
1
La Misericordia all’opera ciclo di catechesi su le opere di misericordia corporali e spirituali
2
2 Preghiera allo Spirito Santo (Liturgia di Bose) Spirito di saggezza e di discernimento, Spirito di Cristo sapienza di Dio, rischiara il nostro cammino. Spirito di giustizia e di umiltà, Spirito di Cristo amico dei poveri, ispira le nostre scelte.
3
3 Spirito di pace e di unità, Spirito di Cristo amico dei peccatori, converti le nostre vite. Spirito di coraggio e di perseveranza, Spirito di Cristo il testimone fedele, rendi saldi i nostri cuori. Spirito di misericordia e di fuoco, Spirito di Cristo dolce e mite di cuore, fa’ di noi la dimora di Dio. Amen
4
4 4° incontro Insegnare agli ignoranti Opere di Misericordia spirituale 2
5
5 perché questo nostro riflettere
6
6 riflettiamo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina.
7
7 le opere spirituali mantengono una “reciprocità”
8
8 si ha cioè una sorta di reciprocità nelle azioni perché possiamo farle e riceverle nello stesso tempo il bisognoso l’aiutante l’aiutante
9
9 spunti x meditare
10
10 precisazione sul termine: “ignorante”
11
11 l’ignorante = colui che non conosce, non sa dispregiativo !!! ignoranza a 360° ignoranza a 360° = impossibile!!! l’ignorante = colui che non conosce, non sa QUALCOSA
12
12 precisazione sul termine: “insegnare”
13
13 Il termine "insegnare" deriva dal latino insignare a sua volta riconduce al sostantivo "signum", che significa marchio, sigillo. composto dal prefisso "in" unito al verbo "signare", con il significato di segnare, imprimere
14
14 pericolo: considerare gli alunni “tabula rasa”
15
15 L’insegnante non è colui che imprime le conoscenze nella mente dell’alunno, universalmente considerato non più passivo ma sempre attivo, ma è colui che crea le situazioni di apprendimento, i contesti di apprendimento, le esperienze che gli alunni possono effettuare per riscoprire, reinventare, ricostruire i concetti.
16
16 2 àmbiti in cui esercitare quest’opera
17
17 ignoranza generica
18
18
19
19
20
20 don Lorenzo Milani
21
21
22
22 la scuola era il mezzo per colmare quel fossato culturale che gli impediva di essere capito dal suo popolo quando predicava il Vangelo; lo strumento per dare la parola ai poveri perchè diventassero più liberi e più eguali e consapevoli dei problemi del popolo.
23
23 ignoranza di fede
24
24 ignoranza religiosa (o dei contenuti della nostra fede) … che rende i cristiani incapaci di comunicare le ragioni della loro fede e della loro speranza all’uomo d’oggi
25
25 il problema è l’ IGNORANZA DEI CREDENTI circa le verità di fede. La fede ha bisogni di conoscenza, di approfondimento, altrimenti si isterilisce. Abbiamo bisogno di una fede matura, capace di affrontare le difficoltà. Una scarsa conoscenza nella fede è sempre stata il terreno migliore per la superstizione e l’errore
26
26 L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo (san Girolamo)
27
27 la conoscenza di Cristo 13 Essendo giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, Gesù chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14 Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. (Mt 16,13-20)
28
28 Le 2 domande che Gesù pone ai discepoli sono da interpretarsi come 2 passaggi che avvengono nella nostra vita di fede
29
29 La prima risposta rivela ignoranza, cioè una fede che è rimasta infantile, generica, vaga, ancorata a 4 nozioni imparate da piccolo e mai + elaborate.. perciò ci si rifugia nell’impersonale e si parla di persone passate, defunte, anche rinomate, ma passate.
30
30 La seconda risposta rivela a cosa dobbiamo giungere: a fare una confessione (riconoscimento) personale di chi è Gesù nella nostra vita.
31
31 Le 2 domande che Gesù pone servono a far passare i discepoli (e quindi noi tutti) da un’espressione di fede impersonale - infantile ad una fede personale - adulta
32
32 + io impersonale personale Dinamica della vita cristiana
33
33 “Crescita” nella fede … 0max … come AUMENTO “Crescita” nella fede … … come AUMENTO
34
34 + io “Crescita” nella fede … … come AVVICINAMENTO
35
35 caratteristica di questa ‘opera’
36
36 carattere ambivalente positivonegativo ignoranza insegnare
37
37 carattere negativo dell’ ignoranza negativo
38
38 negativo
39
39 negativo
40
40
41
41
42
42
43
43 carattere positivo dell’ ignoranza positivo
44
44 positivo Niccolò Cusano docta ignorantia
45
45 positivo
46
46 la docta ignorantia Chi si crede capace di sapere tutto è come un gufo che cerca di vedere il sole: vuole afferrare la luce piena quando i suoi occhi sono fatti invece per vedere nell’oscurità. Il saggio, al contrario, è come il veggente che sa per esperienza di non poter cogliere la luce del sole, non perché quella luce sia invisibile, ma perché quella luce eccede la sua capacità di vedere. Il saggio sa che ne ignora la natura ed è consapevole di questa ignoranza. (Nicolò Cusano)
47
47 ignoranza che permette interscambio = insegnando imparo anch’io Nel momento in cui si insegna, allo stesso tempo ci insegnano proprio coloro ai quali insegniamo, e così, nella condivisione, questi diventano i nostri insegnanti
48
48 carattere negativo dell’insegnare negativo
49
49 negativo
50
50 carattere positivo dell’ insegnare positivo
51
51 positivo Insegnare non consiste nella pura trasmissione di conoscenze, ma vuol dire stabilire un rapporto che permetta di apprendere un nuovo sapere. Al di fuori di una relazione significativa è impossibile imparare.
52
52 Cosa insegnare? Cosa insegnare? Come insegnare? A chi insegnare?
53
53 Cosa insegnare? Cosa insegnare? (vedi sopra: alfabetizzazione e contenuti della fede)
54
54 Insegnare agli ignoranti significa dare loro parole che introducono all'arte della vita, pronunciare parole di vita che fanno scaturire la vita negli altri. Posso dare all'altro parole di vita soltanto se io stesso le ho provate, se quelle parole hanno donato vita proprio a me. Donare ad altri quelle parole è un'opera di misericordia. positivo
55
55 Come insegnare?
56
56 come insegna Dio? «Questa economia della Rivelazione comprende eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto». (DV 1)
57
57 come insegna Dio? Dio-maestro agisce sempre su un duplice registro: parole ed azioni, che si completano e rafforzano vicendevolmente: alla parola affianca i gesti straordinari che compie in favore del popolo di Israele
58
58 L'insegnamento, deve avvenire anche per noi tramite la parola e l’azione.
59
59 41 I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42 Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43 Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44 Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45 non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46 Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47 E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48 Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49 Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50 Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. 51 Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 52 E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. (Lc 2, 41-52)
60
60 Gesù ascolta e interroga
61
61
62
62 che ci sia un “piccolo” (ragazzo) al centro della scena (ma è “maestro” dei + grandi) ci fa vedere che solo chi si fa “piccolo”, chi si fa umile, chi si fa ignorante può insegnare
63
63 A chi insegnare?
64
64 Senza dubbio a chi manifesta il desiderio di conoscere. Non c’è apprendimento se non scatta la motivazione interiore. Quindi, nulla è possibile se uno chiude serratamente la porta del cuore e della mente. Occorre in questi casi lavorare per creare il clima giusto che favorisca l’emergere del desiderio, delle domande….
65
65 Nel Vangelo troviamo tre tipologie di “ignoranti”
66
66 quelli che non sanno di non sapere L’esempio più eclatante è l’apostolo Simon Pietro, un carattere vivace, impulsivo, sempre pronto a dire la sua. Capace di dire a Gesù «Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente», toccato da una rivelazione che non gli è venuta «né dalla carne né dal sangue, ma dal Padre che è nei cieli» e poi assolutamente incapace, un secondo dopo, di recepire quello che gli risponde Gesù, che annuncia la sua passione e la morte in croce (cfr Mt 16,16-23),
67
67 quelli che sanno di non sapere Tra i contemporanei di Gesù troviamo Nicodemo il prototipo dell’uomo alla costante ricerca della verità: il suo sapere non aveva estinto il suo desiderio di andare avanti nella conoscenza. Nicodemo non capisce ad esempio quale sia l’azione dello Spirito, ed è per questo che Gesù gli insegna ad andare oltre il suo sapere, cioè a saper “rinascere dall’alto” (cfr Gv 3, 1-14),
68
68 quelli che credono di sapere e non sanno Questi sono i più ignoranti, e soprattutto i discepoli più difficili a cui insegnare. Nel Vangelo questi sono i farisei, gli scribi, con i quali Gesù ingaggia a più riprese un incontro/scontro che ne mette in evidenza tutta la incomprensione del senso vero della legge
69
69 Ricordando che stiamo parlando di un’opera di MISERICORDIA
70
70 la dimensione caritativa dell’istruzione
71
71 Spesso anche tra i cattolici si insinua la convinzione che non sia necessario studiare e formare uno spirito critico e libero, perché è più importante darsi da fare per aiutare i più bisognosi. Ma attenzione, che come esiste una “carità delle mani”, esiste anche una “carità intellettuale”, la dimensione caritativa
72
72 la dimensione caritativa Paolo VI nel 1963 per gli universitari cattolici italiani di cui all’epoca era assistente; tra le altre cose affermava che “anche la scienza può essere carità… chiunque con l’attività del pensiero e della penna cerca di diffondere la verità rende servizio alla carità” (Paolo VI, 1963)
73
73 la dimensione caritativa Dobbiamo combattere il pregiudizio - riconoscibile anche in uomini di Chiesa - che ci sia opposizione tra sapere e carità. Dobbiamo scommettere invece sulla dimensione di “carità” del sapere senza cadere nello studio egoistico che isola e rende superbi. Il sapere va coltivato per rispondere a richieste e ai bisogni degli altri
74
74 “Vi sono coloro che vogliono conoscere solo per conoscere: e questa è curiosità; ci sono coloro che vogliono conoscere solo per essere conosciuti: e questa è vanità; e vi sono coloro che vogliono conoscere per esserne edificati: e questa è la vera saggezza; vi sono infine coloro che vogliono conoscere per edificare: e solo questa è la carità”. (San Bernardo)
75
75 A.M.D.G
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.