Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoAntonina Marra Modificato 8 anni fa
1
I Servizi alcologici di cura dal 1991 ad oggi nell’ASL di Milano Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart.Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano Milano,9 novembre 2012 Eventuale sotto titolo
2
Regione Lombardia L. Reg. n° 62 del 1990 – “Norme per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle alcoldipendenze” a MILANO - 1991- 1999 - ASL 75 VI – NOA di v. Castelvetro poi v. Ojetti (1993) - 1999 - 2009 - ASL della Città di Milano NOA di v. Ojetti; NOA v. Livigno poi v. Gioia (2002) NOA di v. Montemartini Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
3
2009 - 2011 viene costituita l’ASL di MILANO - il NOA di v. Montemartini si sposta in v. OGLIO e nel 2011 si sposta in v. BARONI - il NOA di v. Gioia si sposta in v. SETTEMBRINI - il NOA di Sesto San Giovanni viene accorpato Situazione attuale - NOA di v. Baroni - NOA di v. Ojetti ( che si sposterà in v. Perini) - NOA di v. Settembrini - NOA di Sesto San Giovanni Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
4
A Milano il 25% * della popolazione beve in modo inadeguato ( più di 15 gr. alcol per la donna e 25 gr.alcol per l’uomo) e il 10 % è già alcoldipendente. * Indagine Eurisko 2004 Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
5
Le E’quipe NOA sono state pensate per svolgere: - attività organizzativa ( lavorare secondo specifiche procedure); - attività professionale specifica (medica – infermieristica - psicologica – sociale – educativa); - attività informativo-formativa e di ricerca (per consentire agli operatori di mantenersi aggiornati, di sottoporre a verifica gli interventi clinici adottati, di trasmettere le conoscenze cliniche agli operatori di altri servizi e alla popolazione). Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
6
Dal 1991 al 2011 i NOA hanno seguito 5914 utenti pari al 29% dell’utenza totale del Dipartimento Dipendenze partendo da un numero di 4 operatori e arrivando ad oggi con 27 operatori di cui 6 a tempo parziale pari a poco più dell’11% del totale degli operatori dei SerT. Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
7
ATTRAVERSO 1. protocolli di intervento con una precisa linea operativa che prevede un costante lavoro multidisciplinare integrato; 2. interventi terapeutici con tempi definiti (12-18-24 mesi) e con dimissione dell’utenza; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
8
ATTRAVERSO chiari protocolli di collaborazione con: - i SerT, i servizi socio-sanitari dell’ASL e socio-assistenziali del Comune; - con i CPS e i reparti ospedalieri; - il TM; il Tribunale Ordinario; l’UEPE - le agenzie territoriali; - i gruppi di auto-aiuto alcologico AA- AlAnon e CAT Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti Il consumo di Alcol a Milano
9
lavorando in ambito clinico con: - bevitori e familiari; - pazienti polidipendenti; - pazienti con patologie psichiatriche; - cittadini inviati dalle Commissioni Mediche Locali Patenti (CMLP); - cittadini inviati dal mondo del lavoro. Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
10
A tutta l’utenza dei NOA, in questi anni, è stato offerto un protocollo di presa in carico e trattamento, distribuito su 12 – 18 o 24 mesi, secondo le fasi di seguito rappresentate: Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
11
Accoglienza PRIMA FASE Valutazione di primo livello Motivazione Colloqui e visite mediche Colloqui con psicoterapeuta, assistente sociale, educatore professionale Gruppi Informativi Alcologici (14 incontri in 5 settimane) Valutazione di secondo livello Definizione Programma Terapeutico
12
Proseguimento dei colloqui e delle visite mediche SECONDA FASE Invio nei gruppi di auto aiuto AA, AlAnon e CAT Gruppo Primo Percorso (GPP) 1 volta alla settimana per 12 mesi Eventuale disintossicazione in regime diurno presso il NOA di v. Baroni o Sesto San Giovanni o con ricovero ospedaliero
13
Proseguimento dei colloqui e delle visite mediche per 6 mesi o inserimento nel gruppo consolidamento TERZA FASE Invio nei gruppi di auto aiuto AA, AlAnon e CAT DIMISSIONI controlli periodici oltre i 24 mesi solo per: Alcolisti con doppia diagnosi Gravi PAC Pazienti inviati da TM o con problemi giudiziari
14
Grazie ad un lavoro integrato dell’équipe multiprofessionale che prevede: - una comunicazione tra operatori chiara e rivolta alla risoluzione dei problemi; - un lavoro clinico integrato e non un lavoro clinico individuale sganciato dalle altre figure dell’équipe; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
15
- precise tappe di lavoro da rispettare; - un costante monitoraggio in équipe delle difficoltà che si presentano nei programmi di trattamento; - un costante monitoraggio in équipe dei risultati raggiunti ; - alleanza terapeutica forte su tutte le decisioni da prendere nella gestione del paziente e della sua famiglia. Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
16
Dal 1991 al 2011 che cosa hanno capito le équipe alcologiche, in merito al lavoro clinico con i pazienti? Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
17
- che lo stigma sociale che connota il bere eccessivo e la dipendenza alcolica (strettamente connesso con il significato del mito) definisce i problemi alcolcorrelati come di “minor valore” rispetto ad altre patologie; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
18
- che il bere in eccesso e la dipendenza alcolica sono ritenuti “vizi” e chi ne è coinvolto non ha la dignità di “malato” anche quando intervengono Patologie Alcol Correlate (PAC); - che questa connotazione sociale caratterizza, quindi, anche le famiglie dei pazienti che, proprio per questo, hanno bisogno di essere coinvolte nella terapia alcologica ; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
19
- che questa caratteristica del bere in eccesso e della dipendenza porta spesso a pensare che le persone che bevono debbano essere tutelate nascondendo il problema, minimizzandolo, non aiutando il paziente e la famiglia a rivolgersi ai servizi per intraprendere la cura adeguata; (a Milano questo è particolarmente evidente nell’utenza femminile); Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
20
- che ancora oggi è molto difficile trovare reparti ospedalieri, servizi territoriali e operatori sanitari e sociali adeguatamente preparati ad individuare un bere eccessivo o una dipendenza alcolica; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
21
- che minimizzando o volendo nascondere il problema perché disdicevole a livello sociale si tende ad intervenire con cure sbagliate (ad. es.il disulfiram somministrato di nascosto) o insufficienti (terapie farmacologiche che illudono il paziente che farà tutto il farmaco senza bisogno della motivazione personale a smettere di bere) o ad utilizzare impropriamente i gruppi di auto-aiuto; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
22
- che è ancora molto difficile individuare e realizzare programmi ed interventi informativi e preventivi che diffondano una cultura che dia dignità alla “malattia alcolismo”. Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
23
Che cosa funziona per motivare alla cura il bevitore eccessivo, l’alcoldipendente e la sua famiglia? Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
24
- Che il paziente alcolista e i familiari trovino un Servizio di Alcologia accogliente in cui gli operatori riescano a metterli a proprio agio; - un Servizio di Alcologia che abbia un programma di valutazione e di cura molto chiaro e definito e lo possa spiegare al paziente per fargli capire che c’è una terapia possibile per migliorare la sua vita e quella dei suoi familiari; - un Servizio di Alcologia in cui gli operatori credono in quello che fanno; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
25
- che il servizio di cura sia costituito da un’équipe multiprofessionale ( Ass. Sociale, Educatore, Infermiere, Medico, Psicologo); - che le figure professionali dimostrino esperienza e competenza in ambito alcologico e abbiano una formazione di base omogenea che comprenda anche gli interventi sulla famiglia e la capacità di gestire un gruppo; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
26
- che l’ équipe multiprofessionale utilizzi strumenti aggiornati per fare una diagnosi e una proposta di programma trattamentale da verificare nel tempo; - che gli operatori siano in grado di modificare i programmi proposti se nelle verifiche periodiche non si raggiungono gli obiettivi terapeutici evitando, quindi, di continuare percorsi non efficaci; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
27
-che le varie figure professionali adottino una comunicazione funzionale e chiara volta a far capire all’utenza che gli operatori sono concordi sui programmi trattamentali proposti e sulle decisioni da prendere nel percorso di cura; - che ogni decisione sul programma di trattamento del paziente e della famiglia venga presa in équipe e mai dal singolo operatore; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
28
- che ci sia impegno nel creare un gioco di squadra, all’interno dell’équipe, per non disconfermare il lavoro degli altri; - che ci sia un ricambio generazionale nelle équipe per consentire una formazione costante di nuovi operatori e l’avvento di nuovi stimoli e occasioni di confronto; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
29
- che gli operatori affinino la propria capacità empatica per “ingaggiare” il paziente in un percorso che deve essere: 1. gratificante e stimolante per l’operatore; 2. utile per il paziente per raggiungere l’astinenza alcolica; 3. utile per il paziente e i familiari per raggiungere un nuovo stile di vita; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
30
- che gli operatori cerchino stimoli sempre nuovi per rendere creativo il lavoro clinico con l’utenza; - che vengano aiutati dalle Strutture Complesse e dai Dipartimenti a sperimentare percorsi trattamentali ; a confrontarsi con altre esperienze per rendere il proprio lavoro interessante; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
31
- che comunichino in modo efficace e coinvolgente al paziente che l’équipe multidisciplinare sta lavorando con lui/lei per ottenere dei risultati tangibili; - che si privilegi il lavoro di gruppo in tutte le fasi del percorso (accoglienza, motivazione, informazione trattamento a breve e medio termine). Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
32
Che cosa NON funziona per motivare alla cura il bevitore eccessivo, l’alcoldipendente e la sua famiglia? Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
33
- la presa in carico e il trattamento svolti singolarmente dal medico, dallo psicologo, dagli operatori socio-educativi, magari con un tournover costante di operatori che non hanno neppure il tempo di riflettere da soli sui singoli pazienti; - il lavoro di équipe inteso come una riunione in cui si discute di organizzazione e dei pazienti ma senza un progetto comune e multidisciplinare condiviso sul trattamento da realizzare; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
34
- la comunicazione poco chiara e disconfermante tra i membri dell’équipe; - la comunicazione confusa e scarsamente empatica con il paziente; - un progetto terapeutico poco chiaro e non condiviso tra i membri dell’équipe; - la comunicazione non verbale al paziente che gli comunica che l’operatore “sta lavorando per forza”; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
35
- Interventi standardizzati, partendo dall’utilizzo di farmaci, che tranquillizzano l’operatore ma non mettono in condizione il paziente di prendersi cura di sé; - l’assenza di incontri informativi in cui si coinvolgono bevitori e familiari sulla conoscenza della malattia “alcolismo” e delle problematiche ad essa connesse, sia sul versante sanitario che psico-sociale, per consentire ai pazienti di saperne di più per affrontare meglio la malattia alcolismo ; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
36
- la difficoltà a trasmettere sicurezza al paziente e alla famiglia; - la scarsa curiosità dell’équipe multiprofessionale nel cercare di raccogliere tutti gli elementi della storia di quel paziente per comprendere le motivazioni della sua sofferenza; Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
37
- non lavorare anche con i familiari o con persone significative per il paziente perché è difficile ingaggiarle; - credere che sia più veloce e meno costoso (e serva ugualmente ai pazienti) dare qualche farmaco e vedere il paziente ogni tanto (senza chiedersi perché) o inviare ai gruppi di auto-aiuto o mandare in CT senza un progetto definito e strumenti per verificarne l’efficacia. Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
38
A Milano, che cosa c’è da fare, in ambito alcologico, per offrire un miglior servizio ai cittadini? Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
39
Solo una ridotta fascia di popolazione alcoldipendente o già a rischio si cura. QUINDI è urgente - costruire protocolli con gli ospedali; - intensificare la collaborazione con i MMG; - rendere più veloce ed efficace il lavoro di valutazione dei cittadini inviati dalle CMLP; - sensibilizzare i servizi socio-sanitari e le Agenzie territoriali all’invio ai servizi di cura dei pazienti a rischio. Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano
40
Grazie per l’attenzione il materiale presentato da tutti i relatori, in questo convegno, verrà inserito nel Sito dell’ASL di Milano – Dipendenze - Droghe – Alcol sotto la voce NEWS Intervento a cura di: M. Raffaella Rossin – responsabile SSD NOA Ojetti – Dipart. Dipendenze Il consumo di Alcol a Milano Milano,9 novembre 2012 Eventuale sotto titolo
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.