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PubblicatoPietro Piazza Modificato 8 anni fa
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La storia e le fonti Corsi di Storia medievale e di Storia moderna Lezione del 30 settembre 2015
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Qualche distinzione preliminare Storia = res gestae (ciò che è avvenuto nel passato) Storiografia = historia rerum gestarum (la narrazione di quanto è avvenuto nel passato) comporta sempre e comunque una interpretazione o anche una distorsione dei fatti
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Qualche distinzione preliminare Fonti “primarie” (primary sources) = risalenti all’epoca che si prende in esame Fonti “secondarie” (secondary sources)= ricostruzioni successive operate dagli storici e tese a interpretare il passato
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Le fonti per la storia esistono solo in quanto lo storico le interpreta e le fa parlare, altrimenti sono condannate a restare mute (M. Bloch, Apologia della storia, 1945) sono dinamiche, cioè cambiano in relazione ai fini dichiarati della ricerca storica intrapresa (J. Topolski, La storiografia contemporanea, 1977)
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Lo storico e le testimonianze del passato Traccia: qualunque ‘segno’ lasciato dall’uomo nel corso del tempo. Fonte: utilizzo della traccia da parte dello storico per ricostruire il passato. Documento: prova delle asserzioni dello storico all’interno della sua ricostruzione del passato.
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Le fonti: le capacità informative Le informazioni veicolate da una fonte riflettono vari elementi costitutivi: origine (fonti dirette e indirette) finalità (fonti intenzionali e preterintenzionali) ‘tipologia’ o natura (v. oltre) durata (fonti ‘puntuali’ o ‘seriali’) ‘panorama delle fonti’ (Cammarosano)
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La tipologia delle fonti: a cosa serve? ‘Classificare le fonti’ è un’operazione che: dal XVII secolo (Bollandisti/Maurini) fino all’Ottocento: intendeva determinarne a priori le potenzialità informative e fissare le tecniche più efficaci per poterne ricavare dati attendibili; nel Novecento: procede verso un allargamento della nozione di fonte e verso un superamento di rigide tassonomie; oggi: conserva un’utilità pratica, oltre che didattica, in quanto consente di orientare la ricerca.
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Fonti scritte Fonti narrative (cronache, diari, resoconti) Fonti documentarie (atti pubblici e privati) Fonti normative (leggi, statuti) Fonti giudiziarie, amministrative e fiscali (estimi, catasti) Corrispondenza ufficiale e privata Fonti agiografiche (vite dei santi) Fonti liturgiche Fonti letterarie Fonti dottrinali (trattati) Fonti diplomatiche
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Fonti iconiche Miniature, disegni, incisioni Testimonianze pittoriche e scultoree Mappe e carte geografiche
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Fonti materiali Fonti archeologiche Fonti numismatiche Fonti sfragistiche ed araldiche Fonti epigrafiche e graffiti Paesaggio urbano e paesaggio rurale
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Le condizioni delle fonti Le fonti si offrono allo sguardo dello storico: sempre in modo frammentario; molto spesso avulse dal contesto che le ha originate; frequentemente alterate rispetto alla loro fisionomia originaria; a volte falsificate.
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Qualche osservazione sui ‘falsi’ L’atteggiamento degli storici di fronte ai falsi cambia nel tempo: fino al XIX secolo: lo storico smaschera i falsi attraverso raffinate tecniche di indagine filologica ed ecdotica; nel Novecento: lo storico studia i falsi in quanto trasmettono verità nascoste e testimoniano intenzioni precise; oggi: considera i falsi come fondamento del patto implicito fra produttore e fruitore (orientamento ermeneutico).
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