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PubblicatoRuggero Bellucci Modificato 8 anni fa
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1.3 La domanda di lavoro
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Outline Produttività marginale, costo marginale e ricavo marginale Domanda di lavoro nel breve periodo Approfondimenti Monopolio Monpsonio Salari minimi in concorrenza perfetta e monopsonio L’effetto della tassazione sulla domanda di lavoro Derivazione grafica della domanda di lavoro
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Come le imprese decidono quanti lavoratori assumere? Massimizzazione del profitto: variabili fuori dal controllo dell’impresa: prezzi, salari variabili di scelta: quantità prodotta, fattori produttivi (lavoro, capitale) Principio del profitto marginale: si aumenta la produzione fino a quando il ricavo su un’unita aggiuntiva (ricavo marginale) è superiore al costo di produrla (costo marginale)
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Costo marginale e ricavo marginale in un mercato perfettamente competitivo il ricavo marginale è uguale per ogni unità di prodotto: è il prezzo (P) il costo marginale totale è il costo dei fattori produttivi aggiuntivi necessari per produrre un’unità aggiuntiva di prodotto
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Come si calcola il costo marginale? Supponiamo di essere nel breve periodo e quindi mantenere il capitale costante Per produrre di più possiamo solo usare più lavoro Il costo marginale è quindi il costo del lavoro necessario per produrre un’unità aggiuntiva di prodotto …per calcolarlo dobbiamo sapere quanto produce un lavoratore aggiuntivo Dobbiamo conoscere la produttività marginale del lavoro
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Produttività marginale del lavoro: esempio La produttività marginale del lavoro (prima o poi) è decrescente! più persone usano lo stesso stock di capitale per produrre numero di occupati L penne prodotte Q produttività marginale del lavoro MP L = ∆Q / ∆L 00-- 110 22111 3265 4293
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Produttività marginale e costo marginale Il costo marginale di un lavoratore aggiuntivo è sempre costante e uguale al salario, w Il lavoratore aggiuntivo produce MP L unità di prodotto... che vengono vendute al prezzo unitario, P Il ricavo marginale è MP L x P Conviene aumentare la produzione aumentando il numero di occupati se: w < MP L x P
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Produttività marginale del lavoro e domanda di lavoro L’impresa decide il livello di occupazione seguendo queste regole: 1. assume se 2. licenzia se il livello di occupazione che massimizza il profitto soddisfa:
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La curva di domanda di lavoro
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Approfondimenti 1.Impresa monopolista (sul mercato dei prodotti) 2.Impresa monopsonista (sul mercato del lavoro) Salari minimi 3.L’effetto della tassazione sulla domanda di lavoro 4.Derivazione grafica della domanda di lavoro
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Domanda di lavoro in mercati dei prodotti non concorrenziali MONOPOLIO
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Occupazione e regolamentazione del mercato dei prodotti
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Il processo di liberalizzazione
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Regolamentazione per settori in Italia Fonte: OECD
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Regolamentazione per settori in Italia Fonte: OECD
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Liberalizzazione dei servizi in Europa La direttiva Bolkestein (originale)originale Le proteste Attac Attac L’idraulico polacco L’idraulico polacco Il testo definitivo approvato da Consiglio e Parlamento Europei (12 dicembre 2006) Il testo definitivo approvato da Consiglio e Parlamento Europei
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Domanda di lavoro del monopolista La domanda di lavoro di un produttore monopolista è diversa da quella di un produttore in concorrenza perfetta? In concorrenza perfetta il ricavo marginale è costante e pari al prezzo…e in monopolio? Il monopolista può fissare autonomamente il prezzo. Può decidere di vendere di più a un prezzo più basso o vendere meno a un prezzo più alto. Qual è la soluzione migliore (più profittevole)? vendere meno a prezzo più alto. Intuitivamente, quindi, producendo meno userà anche meno lavoro. Vediamo perché…
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Monopolio sul mercato dei prodotti Prezzo Domanda Ricavo marginale (MR) 4,8 10 5 A B 11 2,8 C 12 4,6 2,4 Quantità B’ C’ 5x10=50 4,8x11=52,8 4,6x12=55,2
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Un esempio La Navis produce navi in regime di monopolio Supponiamo di partire dal punto A: Navis vende 10 navi all’anno al prezzo di 5ml. di euro l’una. Il ricavo totale è: TR A = 10 x 5ml. = 50ml. Per vendere una nave in più, la Navis deve abbassare il prezzo a 4,8ml. di euro. Il ricavo totale è: TR B = 11 x 4,8ml. = 52,8ml. Il ricavo marginale ottenuto dalla vendita dell’undicesima nave è: MR = TR B – TR A = 2,8ml. …ben inferiore al prezzo di 4,8ml. Perché tiene conto del fatto che la riduzione di prezzo si applica a tutte le unità vendute (non si può discriminare)
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Un esempio (2) L’anno successivo la Navis vuole arrivare a 12 navi Questo significa ridurre ulteriormente il prezzo a 4,6ml. Il ricavo totale diventa: TR C = 12 x 4,6ml. = 55,2ml. Il ricavo marginale ottenuto dalla vendita della dodicesima nave è: MR = TR C – TR B = 2,4ml. …e così via… Quindi, in monopolio il MR è sempre inferiore al prezzo!
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1. Domanda di lavoro del monopolista (sul mercato dei prodotti) Fino a quando la Navis continuerà a espandere la produzione? Vale lo stesso principio visto per l’impresa competitiva: fino a quando il ricavo marginale è superiore al costo marginale. L’unica differenza è che ora il ricavo marginale unitario non è più costante e uguale al prezzo ma varia ed è sempre inferiore al prezzo, MR<P. Conviene aumentare la forza lavoro quando il ricavo marginale (MR x MP L ) è superiore al costo marginale di un nuovo lavoratore (W) L’equilibrio si raggiunge quando: MP L MR = W
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Monopolio sul mercato dei prodotti
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Domanda di lavoro del monopolista Per un monopolista MR<P quindi questo rapporto è sempre minore di 1 Questa è la domanda di lavoro in regime di concorrenza perfetta sul mercato dei prodotti la domanda di lavoro è identica ma spostata verso l’origine, ovvero c’è meno occupazione e salari più bassi Dividiamo la condizione di equilibrio per il prezzo
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Domanda di lavoro in mercati del lavoro non concorrenziali MONOPSONIO
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Il Monopsonio Che cosa è un monopsonio? Il mercato del lavoro locale in cui opera questo produttore può essere considerato un monopsonista!questo produttore
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Il Monopsonio Se il datore di lavoro ha la possibilità di influenzare i salari (perché, per esempio è l’unico datore nella zona) allora è un monopsonista Come per il monopolista (sul mercato dei prodotti) la curva di domanda di prodotti non è più piatta ma inclinata negativamente… …così, per il monopsonista la curva di offerta di lavoro non è più piatta ma inclinata positivamente: se aumenta il salario, più lavoratori saranno disposti a lavorare per l’impresa
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Monopsonio sul mercato del lavoro Salario Offerta Costo marginale del lavoro (MCL) 12 9 10 7,5 11 7 Occupati B A 7x9=63 7,5x10=75 8x11=88 B’ 8 C 13 C’
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Costo marginale del lavoro per il monopsonista Un’impresa impiega 9 lavoratori ad un salario di 7€/ora per convincere la decima persona a lavorare deve pagare 7.50€/ora deve però pagare il nuovo salario a tutti: costo marginale del decimo lavoratore (MCL) = 7.50 + 0.50 x 9 = 12€/ora per convincere l’undicesima persona a lavorare deve pagare 8€/ora deve però pagare il nuovo salario a tutti: costo marginale dell’undicesimo lavoratore (MCL) = 8 + 0.50 x 10 = 13€/ora
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La domanda di lavoro del monopsonista In monopsonio il costo marginale del lavoro è sempre superiore al salario! Il monopolista massimizza il profitto quando il costo marginale è uguale al ricavo marginale: P x MP L = ME L
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Monopsonio sul mercato del lavoro Salario OffertaCosto marginale del lavoro (MCL) MCL M LMLM wMwM Occupati Domanda wCwC LCLC
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Salari minimi in concorrenza e monopsonio
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Salari Minimi In Italia non c’è… Ci sono solo i minimi sindacali fissati dai contratti collettivi. Ma ci sono proposte per introdurlo…proposte per introdurlo…
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Salari minimi in concorrenza perfetta W* W min Salari Numero di occupati W min E*E1E1 Offerta di lavoro Domanda di lavoro
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Salari minimi: l’evidenza empirica (1) Card & Krueger (1995) Il 1 Aprile 1992 il salario minimo (orario) in New Jersey fu aumentato da $4.25 a $5.05. In Pennsylvania rimase a $4.25. New Jersey e Pennsylvania sono stati confinanti e simili
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Salari minimi: l’evidenza empirica (2) Card&Krueger hanno raccolto dati sull’occupazione in 410 fast-foods nei due stati a marzo (quindi prima dell’aumento) e a dicembre (quindi dopo) 1992. Confrontando l’occupazione prima e dopo nei due stati stimano che $1 di aumento nel salario minimo genera 3,4 posti di lavoro in più!
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Salari minimi in Monopsonio Salario OffertaCosto marginale del lavoro (MCL) MCL M LMLM wMwM Occupati Domanda wCwC LCLC L
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Salari minimi in Monopsonio Salario OffertaCosto marginale del lavoro (MCL) MCL M LMLM wMwM Occupati Domanda wCwC LCLC L
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Salari minimi in Monopsonio Salario OffertaCosto marginale del lavoro (MCL) MCL M LMLM wMwM Occupati Domanda wCwC LCLC L
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Salari minimi in Monopsonio Salario OffertaCosto marginale del lavoro (MCL) MCL M LMLM wMwM Occupati Domanda wCwC LCLC L
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Salari minimi in Monopsonio Salario OffertaCosto marginale del lavoro (MCL) MCL M LMLM wMwM Occupati Domanda wCwC LCLC LMLM
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Salari minimi in Monopsonio Salario OffertaCosto marginale del lavoro (MCL) MCL M LMLM wMwM Occupati Domanda wCwC LCLC L
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Salari minimi in Monopsonio Livello del salario minimo
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Effetto della tassazione sulla domanda di lavoro
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Aliquote IRPEF 2009
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Domanda di lavoro con tassazione Offerta di lavoro Domanda di lavoro senza tassa w0w0 E0E0 Salario percepito dal lavoratore Occupazione E1E1 A B w 0 +x w 0 -x D w1w1 E2E2 C E Domanda di lavoro con tassa X
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Effetti della tassazione Supponiamo di tassare il datore di lavoro Per ogni lavoratore (o unità di lavoro) si paga una tassa X allo Stato. Dato un generico livello salariale W, il lavoratore percepisce W e il datore paga un costo del lavoro pari a W+X. Ora, il salario percepito dal lavoratore e quello pagato dal datore di lavoro sono diversi e dobbiamo decidere quale di queste due quantità rappresentiamo sull’asse verticale del grafico che descrive il mercato Per convenzione si rappresenta solitamente il salario percepito dal lavoratore
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Derivazione della domanda di lavoro con tassazione (sull’impresa) Partiamo da un situazione di concorrenza perfetta (A), in cui il salario di mercato è w 0 e l’occupazione di equilibrio è E 0 Vogliamo capire come si modifica la domanda di lavoro con l’introduzione della tassa X Dimostriamo che il punto C sta sulla nuova curva di domanda: Se il lavoratore percepisce W 0, l’impresa ora paga W 0 +X. Sulla domanda di lavoro senza tasse leggiamo che al costo W 0 +X l’impresa domanda E 1 lavoratori. Quindi, con tassazione, quando per salario percepito dal lavoratore pari a W 0 l’impresa domanda E 1 lavoratori, il che significa che il punto C, che ha coordinate (W 0,,E 1 ), sta sulla nuova curva di domanda. In modo analogo possiamo mostrare che anche il punto D sta sulla nuova curva di domanda: Se il lavoratore percepisce W 0 -X, l’impresa deve pagare W 0, ovvero il salario percepito dal lavoratore più la tassa. Sulla domanda di lavoro senza tasse leggiamo che al costo W 0 l’impresa domanda E 0 lavoratori. Quindi, con tassazione, quando per salario percepito dal lavoratore pari a W 0 -X l’impresa domanda E 0 lavoratori, il che significa che il punto D, che ha coordinate (W 0 -X,,E 0 ), sta sulla nuova curva di domanda.
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Come si modifica l’equilibrio di mercato con tassazione (sull’impresa)? Unendo i punti C e D (assumendo per semplicità, come abbiamo sempre fatto, che le curve di domanda e offerta siano lineari), otteniamo la nuova curva di domanda con tassazione. Tassando l’impresa di un ammontare pari a X per ogni unità di lavoro utilizzata, la domanda di lavoro si sposta verso sinistra esattamente di X. Il nuovo equilibrio di mercato si trova, come sempre, all’intersezione tra domanda e offerta, ovvero nel punto E. Rispetto all’equilibrio di concorrenza perfetta, l’occupazione è diminuita e i salari percepiti dai lavoratori sono diminuiti Il nuovo salario è W 1 <W 0 ma W 0 -W 1 <X, ovvero i lavoratori ricevono un salario più basso ma la riduzione salariale è inferiore alla tassa Il costo del lavoro per l’impresa invece è aumentato. Infatti, al salario percepito dal lavoratore W 1 l’impresa paga W 1 +X>W 0 In equilibrio la tassa è pagata in parte dai lavoratori, sotto forma di salari più bassi e in parte dall’impresa sotto forma di costo del lavoro più elevato Quanta parte della tassa è pagata dai lavoratori e quanta parte è pagata dall’impresa dipende dalle inclinazioni (elasticità) delle curve di domanda e offerta di lavoro e non tanto da chi è formalmente caricato della tassa (l’impresa nel nostro caso). In quali casi la tassa è pagata interamente dai lavoratori? In quali casi la tassa pagata interamente dalle imprese?
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Domanda di lavoro con tasse e offerta inelastica Occupazione Offerta di lavoro Domanda di lavoro w0w0 E 2 = E 0 Salario percepito dal lavoratore A w 1 = w 0 -x E
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Domanda di lavoro con tasse e offerta infinitamente elastica Occupazione Offerta di lavoro Domanda di lavoro w 1 = w 0 E0E0 Salario percepito dal lavoratore AE E2E2
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Tassazione e elasticità Quanta parte delle tasse sulle imprese “passa” sui salari? dipende dalle elasticità relative di domanda e offerta di lavoro...... l’evidenza empirica suggerisce che in gran parte gli effetti si ripercuotono sui salari
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Derivazione grafica della domanda di lavoro
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Ci serve per analogia con la teoria dell’offerta di lavoro e per altre applicazioni Partiamo dalla tecnologia invece che direttamente dalla massimizzazione del profitto… La tecnologia che combina capitale (K) e lavoro (L) per produrre output e può essere rappresentata su un piano K-L con gli isoquanti: Isoquanto Q: insieme di tutte le combinazioni di K e L che garantiscono lo stesso livello di produzione Q
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Proprietà degli isoquanti 1.La quantità prodotta aumenta allontanandosi dall’origine (partendo da un punto, se si aumenta K o L o entrambi la produzione aumenta) 2.Gli isoquanti sono inclinati negativamente. Se aumenta L, K deve diminuire se vogliamo produrre sempre la stessa quantità Q*
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Rappresentazione grafica della tecnologia: gli isoquanti K L Q=Q* Q=Q’< Q* Q=Q’’ > Q*
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Proprietà degli isoquanti (…cont.) 3.Gli isoquanti sono convessi. Quando stiamo usando molti L e poco K, la produttività di L è bassa e quella di K alta. Partiamo da A 0, dove usiamo molti L e poco K per produrre Q*. Se Riduciamo K di ∆K A perdiamo molto output (la produttività di K è alta). Quindi, per continuare a produrre Q*, dobbiamo aumentare L di molto (perché dobbiamo recuperare la molta produzione persa riducendo K aumentando L la cui produttività è bassa) Se riduciamo K della stesso ammontare ma partendo da B 0 (∆K A = ∆K B ) succede il contrario. In B stiamo usando molto K e pochi L, quindi la produttività di K è bassa e quella di L è alta. Ridurre K di ∆K riduce l’output di poco e ci basta aumentare L di poco per tornare a produrre Q*
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Gli isoquanti sono convessi K L A0A0 B0B0 ∆L A ∆K A A1A1 ∆K B ∆L B ∆K A = ∆K B ∆L A > ∆L B Q=Q* B1B1
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Proprietà degli isoquanti (…cont.) Per definizione, quindi, l’effetto sulla produzione dalla diminuzione di K e dell’aumento di L necessario per restare sullo stesso isoquanto deve essere zero. Qual è l’effetto sull’output della riduzione di K? ∆Y K = MP K x ∆K Qual è l’effetto sull’output dell’aumento di L? ∆Y L = MP L x ∆L
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Proprietà degli isoquanti (…cont.) Per restare sullo stesso isoquanto, la somma di queste variazioni deve essere uguale a zero: ∆Y = ∆Y K + ∆Y L = (MP K x ∆K) + (MP L x ∆L) = 0 Da questa espressione è facile calcolare l’inclinazione dell’isoquanto: (MP K x ∆K) + (MP L x ∆L) = 0 ∆K/∆L = - MP L / MP K L’inclinazione dell’isoquanto è uguale al rapporto tra le produttività marginali
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Gli isocosti Concetto analogo all’isoquanto per i costi è l’isocosto Isocosto = insieme di tutte le combinazioni di K e L che hanno lo stesso costo totale Esempio: Salario = 10 Costo del capitale = 20 Costo totale (TC) = 10 x L + 20 x K In generale: TC = wL + rK Sul piano K-L l’isocosto è un segmento inclinato negativamente
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La mappa di isocosti
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Isocosti e variazioni del salario
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Isocosti e variazioni… Cosa accade se varia il costo del capitale, r? …provate
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Minimizzazione dei costi Supponiamo che l’impresa voglia produrre Q*. Che combinazione di K e L permette di produrre Q* al costo minore: Graficamente notiamo che il costo è minimizzato nel punto di tangenza tra isoquanto e isocosto
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Minimizzazione dei costi
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Tangenza significa che le inclinazioni sono identiche: Inclinazione dell’isoquanto = - MP L / MP K Inclinazione dell’isocosto = - w / r Condizione di equilibrio :
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