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Mezzi chimici Fitofarmaci o “prodotti fitosanitari” (D.L. 194 del 17/3/95) phyton = pianta; pharmacon = rimedio, medicamento; preparati contenenti principi.

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1 mezzi chimici Fitofarmaci o “prodotti fitosanitari” (D.L. 194 del 17/3/95) phyton = pianta; pharmacon = rimedio, medicamento; preparati contenenti principi attivi destinati a: Proteggere i vegetali o i prodotti vegetali da tutti gli organismi nocivi o prevenirne gli effetti; Favorire o regolare i processi vitali dei vegetali, con esclusione dei fertilizzanti; Conservare i prodotti vegetali, con esclusione dei conservanti disciplinati da particolari disposizioni comunitarie; Eliminare le piante indesiderate; Eliminare parte di vegetali, frenare o impedire un loro indesiderato accrescimento.

2 anticrittogamici, fungicidi pesticida = insetticida Fitofarmaco ideale  Considerazioni di ordine biologico: –Deve risultare efficace ed affidabile; –Non fitotossico ai dosaggi raccomandati; –Deve rispettare l’ambiente;  Considerazioni di ordine tossicologico: –Non deve presentare rischi durante l’applicazione e la conservazione; –I residui nei prodotti non devono costituire pericolo;  Considerazioni di ordine economico: –Deve essere economicamente competitivo fra i mezzi di difesa.

3 anticrittogamici protettivi eradicanti curativi dalla fine del secolo XIX: a) inorganici (rame, arsenico, zolfo, mercurio); dal 1930: b) organici di copertura (ditiocarbammati, ftalimidici) dalla seconda metà degli anni ’60: c) sistemici sistemici - azione diretta contro la cellula fungina post-infezionale o pre-infezionale dall’interno; - attività indiretta attraverso l’ospite - alleviamento dei sintomi - azione antidotante

4 Metodi per la valutazione della tossicità fitoiatrica a) prove di germinazione delle spore in sospensione acquosa di anticrittogamico ED 50, ED 95: dose in grado di inibire la germinazione del 50% e del 95% delle spore b) sviluppo di colonie su substrato agarizzato avvelenato minima concentrazione inibitoria laboratorio

5 prove di efficacia in vivo meccanismi di azione degli anticrittogamici aggressione della membrana semipermeabile penetrazione della membrana inattivazione delle tossine modificazione dei meccanismi di riconoscimento selettività fungitossica esclusione del tossico mancata attivazione mancanza del sito di azione

6 disponibilità capacità di un anticrittogamico di liberare la sostanza attiva od un suo derivato fino a farla giungere al bersaglio deposito distribuzione residuo

7 Deposito Influisce sulla copertura Dipende: - dalla capacità di ritenzione (del prodotto sul bersaglio):  in funzione della struttura del bersaglio : –forma della pianta, frutti, foglie, cere, peli, nervature, densità della chioma ecc.; angolo di contatto delle gocce con il bersaglio (bagnabilità); quantità di prodotto applicata con il trattamento sul bersaglio da proteggere

8 le caratteristiche del deposito dipendono anche dalle modalità di somministrazione; dalla dimensione delle gocce o particelle (uniformità); velocità di impatto (disintegrazione della goccia); grado o densità di copertura (numero di particelle per cmq); uniformità di copertura (ripartizione delle particelle sul bersaglio) energia cinetica e tensione superficiale del liquido

9 Residuo  Quantità di prodotto che rimane sui vegetali trattati a distanza di tempo dalla applicazione; –dipende: –dai fattori che influenzano la tenacità:  pioggia, luce, temperatura, vento; –dalla qualità delle superfici; –sfregamento fra superfici; –dall’accrescimento delle superfici; –dalla stabilità del fitofarmaco; –Costituisce uno dei principali fattori di qualità delle produzioni.

10 formulazioni principio attivocoformulanti inerti (diluenti e veicolanti) coadiuvanti (adesivanti e tensioattivi) prodotti fitosanitari o fitofarmaci destinati alla commercializzazione caratterizzati da: Confezioni etichettate con le indicazioni: Nome; Composizione; Consigli di prudenza; Informazioni per il medico; Epoca,dosi e modalità di impiego; N. di registrazione; Note per la conservazione; Compatibilità; Periodo di sicurezza.

11 Formulazioni disponibili dei fitofarmaci  Formulati per applicazioni tal quali: –Polveri secche; –Granuli; –Soluzioni per aerosolizzazioni; –Miscele per volumi ultrabassi; –Preparati fumogeni (sublimatori); –Fumiganti; –Soluzioni in solventi volatili.  Formulazioni dispersibili in acqua: –Polveri bagnabili; –Soluzioni vere; –Microcapsule; –Concentrati emulsionabili; –Sospensioni; –Sacchetti idrosolubili; –Tavolette effervescenti; –Granuli idrosospensibili.

12 miscibilità e sinergismo caratteristiche da considerare in relazione all’uso comune di abbinare con un unico trattamento prodotti diversi incompatibilità: interazioni chimiche tra i componenti che possono portare alla loro inattivazione parziale od alla formazione di sostanze fitotossiche indicazioni sulla confezione tabelle di miscibilità miscibilità residua miscelando due o più molecole si possono avere i seguenti effetti sinergismo addittività antagonismo

13 resistenza acquisita agli anticrittogamici le popolazioni di microrganismi possono acquisire resistenza agli anticrittogamici impiegati la resistenza acquisita ha basi genetiche, è quindi stabile ed ereditaria il problema è sorto alla metà degli anni ’70 con l’introduzione degli anticrittogamici sistemici in ragione della specificità di azione fungitossica diretta in maniera mirata verso singoli siti metabolici meccanismi dei patogeni resistenti ridotta permeabilità alla molecola detossificazione della molecola mancata attivazione compensazione

14 resistenza di laboratorio  ridotta sensibilità in campo resistenza incrociata positiva resistenza multipla misure atte a contrastare il problema limitazione d’impiego distribuzione corretta ed uniforme evitarne l’impiego in vivaio impiego in miscela con prodotti che non presentino rischio di resistenza monitorare le popolazioni dei parassiti

15 Fitotossicità  Rapporto fra la dose minima efficace e quella massima sopportata = indice chemioterapico;  Valore dell’indice oltre il quale si ha fitotossicità =1 ( quanto più è basso tale indice tanto più elevati sono i margini di sicurezza);  Sintomi di fitotossicità: –Acuti: rugginosità, fessurazione dei frutti, flussi gommosi; –Cronici: cascola, riduzione attività fotosintetica.

16 Dose elevata: Attenersi sempre alle dosi indicate; Concentrazione della miscela; Deriva di prodotti non tollerati, es. ormonici; Residui di trattamenti precedenti; Presenza di tracce di diserbanti nei serbatoi delle attrezzature per trattamenti; Disturbi alla fermentazione(lieviti); cause di fitotossicità

17 rischi per gli operatori Tossicità acuta Classificazione comunitaria dei fitofarmaci: Molto tossici e tossici: (simbolo: teschio con tibie incrociate); Nocivi ed irritanti: (simbolo: croce di Sant’Andrea); Con DL50 fra 50 e 500 ppm (ex classi I e II, oggi molto tossici, tossici e nocivi) per l’acquisto è necessario il patentino Tossicità Cronica Possibili vie di intossicazione: Ingestione; Inalazione, Contaminazione dermale. tempi di rientro

18 rischi per il consumatore Effetti a lungo termine dovuti ai residui nei prodotti alimentari; Criteri adottati per evitare danni al consumatore: Prove di tossicità per determinare la: dose giornaliera accettabile (D.G.A.), Acceptable Daily Intake (A.D.I) quantità di prodotto che può essere ingerita quotidianamente dall’uomo, per tutta la vita, senza alcun rischio accettabile; Viene stabilita dapprima con test su mammiferi la dose senza effetto nocivo, No Observed Adverse Effect Level (N.O.A.E.L.) concentrazione giornaliera di prodotto più elevata in grado di non provocare alcuna modificazione all’esame istologico e citologico degli organi, alcuna fluttuazione significativa delle costanti fisiologiche e chimiche, nonchè variazioni che abbiano, comunque un significato patologico per l’individuo;

19 scelta del Coefficiente di sicurezza (variabile da 10 a 1000): solo una frazione della dose considerata non tossica per gli animali viene ritenuta innocua per l’uomo dividendo il NOAEL per il fattore di sicurezza si ottiene l’ADI per l’uomo considerando infine peso corporeo medio e coefficiente alimentare si ottiene il limite massimo dei residui accettabile negli Alimenti o Maximum Residue Limit (M.R.L.): Intervallo di Sicurezza: Intervallo minimo di giorni che deve essere lasciato tra l’esecuzione dell’ultimo trattamento e la raccolta.


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