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La chiave nella porta strategie di accoglienza dell’allievo straniero.

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Presentazione sul tema: "La chiave nella porta strategie di accoglienza dell’allievo straniero."— Transcript della presentazione:

1 La chiave nella porta strategie di accoglienza dell’allievo straniero

2 Le strategia della mediazione culturale a scuola a cura di Giordana Curati

3 Che cos’è l’integrazione? “l’integrazione è un processo dinamico a due direzioni, di reciproco adattamento, che richiede la partecipazione non soltanto degli immigrati ma anche dei residenti degli Stati membri (…) e la chiara compenetrazione dei loro reciproci diritti e responsabilità”. Dal 1° Principio Fondamentale Comune della Comunità Europea

4 All’interno di questo processo bidirezionale ciascuna delle parti è in gioco: la cittadinanza straniera immigrata è opportuno che conosca le regole (scritte e non scritte), eserciti i propri diritti, rispetti i propri doveri; la cittadinanza italiana ospite è opportuno che accolga, si racconti, si apra alle diversità culturali, contrasti il proprio razzismo e xenofobia

5 Quali possono essere i punti critici di questo processo? Incomunicabilità Incomprensione Malinteso Diffidenza Pregiudizio Indifferenza Esclusione

6 La mediazione culturale a scuola… è una funzione importante in questo processo bi-direzionale e consiste nell’agevolare il processo di integrazione degli alunni stranieri e il mutamento interculturale della società di accoglienza

7 …e va considerata quindi come un “ponte” fra le due parti, per ricostruire una comunicazione complessa MEDIAZIONE CULTURALE

8 Perché complessa? Quali fattori si combinano al suo interno? ETA’ GENERE RUOLO NAZIONALITA’ CULTURA INDIVIDUALITA’

9 IN UNA SOCIETA’ PLURALE LA SCUOLA è PLURALE Assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola, come luogo e occasione per aprire l’intero sistema a tutte le differenze: provenienza, genere, orientamento sessuale, cultura, livello sociale, storia scolastica, caratteristiche fisico- motorie, storia personale per co-costruire coesione sociale

10 Chi sono i primi esperti e competenti di questo pluralismo? GLI INSEGNANTI primi mediatori ed esperti delle differenze

11 Cronologia della mediazione culturale in Italia 1° fase pionieristica dalla metà degli anni Novanta al Duemila le iniziative di mediazione hanno avuto carattere di sperimentazione e di innovazione, condotte entro un numero limitato di servizi, da operatori stranieri "pionieri“. Nel 1990 viene prodotta una C.M. (205) che invitava all’impiego dei mediatori per favorire l’inserimento scolastico

12 2° fase di consolidamento dal 2000 il dispositivo della mediazione diventa una prassi consolidata. Si moltiplica il numero delle associazioni, cooperative e agenzie di mediazione e si infittiscono le richieste di mediazione da parte degli operatori che lavorano nella scuola, nei servizi sociali e sanitari, nelle pubbliche amministrazioni. Nasce la legge n. 40 del 6/3/1998, "Disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero" che fa esplicitamente riferimento a questa figura professionale.

13 3° fase inquadramento la mediazione culturale diventa una professione sempre più studiata e disciplinata da leggi nazionali che ne definiscono i compiti e i percorsi formativi in modo univoco e senza disparità regionali Dicembre 2009: viene elaborato da un gruppo di lavoro interministeriale costituitosi presso il Ministero dell’Interno il documento dal titolo: "Linee di indirizzo per il riconoscimento della figura professionale del mediatore interculturale"

14 Nelle linee di indirizzo elaborate dal gruppo interministeriale vengono definiti: l’importanza del dispositivo di mediazione culturale al fine di favorire: "processi virtuosi di coesione sociale, di integrazione e di tutela delle pari opportunità nel godimento dei diritti e nella possibilità di accesso ai servizi di cittadinanza". Gli ambiti e i servizi in cui il mediatore culturale può agire: Educazione, Sanità, Giustizia, Pubblica Amministrazione, Servizi sociali, Lavoro, Emergenza

15 Quali sono le funzioni e i compiti dei mediatori? interpretariato; traduzione; facilitazione nel dialogo; informazione; orientamento; accompagnamento; spiegazione dei servizi e delle regole; prevenzione e gestione dei conflitti; cambiamento delle modalità di lavoro; riconoscimento e valorizzazione delle reciproche analogie e differenze.

16 IL MEDIATORE CULTURALE A SCUOLA cosa non è? Il mediatore non è un esperto di intercultura, cui demandare tutto ciò che concerne l’educazione interculturale e l’integrazione dei bambini figli di stranieri. Il mediatore non è il mediatore cognitivo, ossia colui che affianca l’insegnante in una classe con alunni di altre etnie, dal momento che costruire uno spazio interattivo appropriato è compito dell’insegnante e non di altri. Il mediatore non è il delegato alla soluzione dei problemi, e a lui non può essere delegato in toto il ruolo di agente del cambiamento sociale.

17 Le indicazioni della normativa in materia di utilizzo dei mediatori linguistici e culturali individuano quattro funzioni principali riferite all' ambito scolastico ed educativo agevolare i rapporti tra immigrati e servizi per tutti i cittadini, in un'ottica di inclusione (L. n. 40) facilitare la comunicazione tra scuola e famiglie degli alunni stranieri (L. n. 40 e D.P.R. n. 394) sostenere l'inserimento scolastico degli alunni stranieri di recente immigrazione (C.M. n. 205) attuare iniziative per la valorizzazione della lingua e cultura d'origine (C.M. n. 205).

18 Il mediatore in ambito scolastico … è una figura professionale che, in quanto strumento di una relazione riesce a fare da ponte fra l’allievo immigrato – e la sua famiglia – e l’operatore della scuola, del quale il minore viene a far parte. In quel momento è un ponte anche tra il proprio mondo di origine e il mondo in cui egli stesso è approdato

19 …al di fuori della relazione il mediatore non esiste.

20 IL PROTOCOLLO D’ACCOGLIENZA Il DPR 31/08/99 n° 394 all’art. 45 “Iscrizione scolastica” attribuisce al Collegio dei docenti numerosi compiti deliberativi e di proposta in merito all’inserimento nelle classi degli alunni stranieri. Per sostenere questi compiti il collegio docenti deve deliberare un Protocollo d’accoglienza

21 A che serve? Facilitare l’ingresso di bambini e ragazzi di altra nazionalità nel sistema scolastico e sociale Sostenere gli alunni neoarrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto Definire pratiche condivise all’interno delle scuole in tema d’accoglienza di alunni stranieri

22 Il Protocollo d’accoglienza è redatto da una apposita Commissione d’Accoglienza composta da dirigente e 3 o 4 insegnanti e si delinea su 3 ambiti d’intervento: amministrativo e burocratico comunicativo e relazionale educativo – didattico sociale

23 QUANDO RICHIEDETE L’INTERVENTO DEL MEDIATORE? Fase di iscrizione Primo colloquio con alunno e/o famiglia Assegnazione della classe (ricostruzione della carriera scolastica) Fase di progettazione del piano individuale Progettazione per la realizzazione di interventi di accoglienza e interculturali (traduzione materiale informativo, laboratori in classe, ecc)

24 : Diversi piani della mediazione piano orientativo e informativo Il mediatore informa e orienta, dà informazioni, avvicina il servizio e lo rende più accessibile e più trasparente. piano linguistico e comunicativo Il mediatore decodifica, traduce, interpreta, previene e gestisce fraintendimenti, malintesi, blocchi comunicativi, chiarisce l’implicito, svela il non detto. piano psico-sociale e interculturale Il mediatore stimola la riorganizzazione del servizio in chiave interculturale lo rende luogo accessibile e di riconoscimento

25 CONDIZIONI ESTERNE IMPORTANTI CHIAREZZA DEGLI OBIETTIVI COMUNICATIVI VOSTRA PRESENZA NELLE FASI DELLA MEDIAZIONE SETTING (AMBIENTE FISICO) ADEGUATO

26 UNICA CONDIZIONE INTERNA IMPORTANTE GESTIONE DELLA FRUSTRAZIONE -per il mancato CONTROLLO TOTALE della COMUNICAZIONE - per il SENSO DI ESCLUSIONE nella COMUNICAZIONE


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