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Il valore della (agro-)biodiversità. Biodiversità Variabilità della vita, che include gli ecosistemi terrestri e acquatici, i complessi ecologici che.

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Presentazione sul tema: "Il valore della (agro-)biodiversità. Biodiversità Variabilità della vita, che include gli ecosistemi terrestri e acquatici, i complessi ecologici che."— Transcript della presentazione:

1 Il valore della (agro-)biodiversità

2 Biodiversità Variabilità della vita, che include gli ecosistemi terrestri e acquatici, i complessi ecologici che ne fanno parte, la diversità all’interno delle specie e delle varietà e tra le diverse specie della vita. –Distinguere: biodiversità e agro-biodiversità 2

3 I Paesi più ricchi di biodiversità ‣ Nel mondo ci sono 201 paesi considerati stati indipendenti (http://it.wikipedia.org/wiki/Stati_del_mondo)http://it.wikipedia.org/wiki/Stati_del_mondo ‣ L’UNEP (Centro di Monitoraggio per la Conservazione della Natura) ha individuato 17 paesi sono considerati i più ricchi in diversità biologica (megadiversi). La maggior parte si trova nella fascia tropicale. Essi raccolgono più di 70% della biodiversità totale del mondo: tra essi ci sono i centri di biodiversità delle piante alimentari, individuati da Vavilov (un biologo russo) negli anni 20 del 1900

4 Paesi più ricchi di Diversità Biologica

5 Erosione della agro-biodiversità Nel XX secolo il processo di erosione della (agro-)biodiversità si è accelerato. Una delle cause principali è la industrializzazione dell’agricoltura spinta dalla Rivoluzione Verde, soprattutto a partire dagli anni ’60.

6 La Rivoluzione Verde Rivoluzione verde è un termine usato per descrivere un vertiginoso aumento della produttività agricola, soprattutto nei paesi in via di sviluppo tra il 1960 e il 1980. Durante questi anni, in molte regioni del mondo, e specialmente in Asia e in America Latina, il raccolto dei cereali più importanti (riso, frumento e mais) è più che raddoppiato. Anche altre coltivazioni hanno avuto aumenti significativi. I governi dei paesi industrializzati e in via di sviluppo hanno investito in maniera consistente nella ricerca agricola. La scienza moderna è stata utilizzata per sviluppare varietà ibride ad alta resa che hanno rivoluzionato le tradizionali pratiche agricole, portando a un sistema di produzione basato su: –Monoculture –Uso di prodotti chimici –Irrigazione (maggiore uso di acqua)

7 I costi della rivoluzione verde Riduzione della biodiversità agricola. I contadini sono stati incoraggiati a piantare le nuove varietà ibride e ad allevare nuove razze di bestiame, abbandonando molte varietà locali e tradizionali. L’uso massiccio di pesticidi e di altri prodotti chimici ha causato un serio degrado ambientale e minacciato la salute pubblica. L’irrigazione necessaria per ottenere le alte rese delle varietà ibride ha seriamente intaccato le risorse idriche mondiali (oggi il 70% dell’acqua consumata nel mondo è utilizzata in agricoltura). Malgrado la maggiore produttività agricola, la fame è ancora diffusa. Per sfruttare la spinta della Rivoluzione verde i contadini dovevano disporre di denaro e di accesso a risorse come la terra e l’acqua. I contadini poveri che non avevano né l’uno né l’altro sono stati esclusi dalla Rivoluzione verde. Addirittura, molti sono diventati ancora più poveri.

8 Le banche del germoplasma Preoccupata per l’erosione della biodiversità delle piante alimentari, la FAO ha cominciato a promuovere la conservazione ex situ delle sementi, ossia fuori dal loro ambiente naturale, nelle banche del germoplasma In una banca del germoplasma si conservano, sotto forma di semi o piante, le risorse fitogenetiche e le varietà genetiche (o biodiversità) vegetali : si studiano e migliorano sementi destinate allo sviluppo agricolo, si analizzano i parassiti e le malattie che colpiscono le piante per trovare la cura adatta Le principali banche pubbliche del germoplasma nel mondo sono collocate presso i Centri Internazionali di Ricerca Agricola, sotto la custodia del CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research)

9 Le banche del CGIAR Le principali banche pubbliche del germoplasma nel mondo sono collocate presso i Centri Internazionali di Ricerca Agricola, sotto la custodia del CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research)

10 Centri di ricerca del CGIAR

11 Center Crop (s)Number of Accessions International Center for Tropical Agriculture (CIAT) International Center for Tropical Agriculture (CIAT) Cali, Colombia Cassava Forages Bean 5,728 18,138 31,718 International Maize and Wheat Improvement Center (CIMMYT) International Maize and Wheat Improvement Center (CIMMYT) Mexico Maize Wheat 24,000 160,000 International Potato Center (CIP) International Potato Center (CIP) Lima, Peru Andean Roots & Tubers Sweet Potato Potato 1,112 6,413 5,057 International Center for Agriculture in the Dry Areas (ICARDA) International Center for Agriculture in the Dry Areas (ICARDA) Aleppo, Syria Barley Chickpea Faba Bean Wheat Forages Lentil 24,218 9,116 9,074 30,270 24,581 7,827 International Crops Research Institute for the Semi- Arid Tropics (ICRISAT) International Crops Research Institute for the Semi- Arid Tropics (ICRISAT) Patancheru, India Chickpea Groundnut Pearl Millet Pigeonpea Sorghum Minor Millets 16,961 14,357 21,250 12,698 35,780 9,050 International Institute for Tropical Agriculture (IITA) International Institute for Tropical Agriculture (IITA) Ibadan, Nigeria Bambara groundnut Cassava Cowpea Soybean Wild Vigna Yam 2,029 2,158 15,001 1,909 1,634 2,878 International Livestock Research Institute (ILRI) International Livestock Research Institute (ILRI) Nairobi, Kenya Forages11,537 Bioversity International MaccareseBioversity International Maccarese, Italy Musa931 International Rice Research Institute (IRRI) International Rice Research Institute (IRRI) Los Banos, Philippines Rice80,617 West Africa Rice Development Association (WARDA) West Africa Rice Development Association (WARDA) Bouaké, Cote d'Ivoire Rice14,917 World Agroforesty Centre World Agroforesty Centre Nairobi, Kenya Sesbania25 TOTAL 532,508

12 Ancora una banca delle sementi

13 Chi è il proprietario delle sementi nelle BdG? I contadini hanno donato le sementi Il CGIAR le custodisce come ‘bene comune dell’umanità’  MA, a chi appartiene un bene comune dell’umanità?

14 Regimi di proprietà e natura dei beni –La natura del bene: rivalità ed escludibilità  analisi economica –Il regime di proprietà sui beni: beni dello stato, beni privati, beni collettivi…  analisi giuridica

15 Rivalità ed escludibilità Bene escludibile: è possibile escludere un soggetto dall'utilizzo del bene (p.es., se non paga un prezzo) Bene rivale: l'utilizzo del bene da parte di un soggetto diminuisce la quantità del bene disponibile per altri soggetti Bene non-escludibile: non è possibile escludere un soggetto dall'utilizzo; non è inoltre possibile stabilire in che misura un individuo beneficia del bene (indivisibilità dei benefici) Bene non-rivale: il consumo da parte di un individuo non comporta una sottrazione di utilità ad un altro individuo. Il costo marginale di un nuovo consumatore è pari a zero.

16 Maria Fonte, OGM. Monopolio e diritti, Franco Angeli 2004 16 Rivalità Escludibilità AltaBassa Alta Bene privatoBene Club (anti-commons) Bassa Bene Comune (commons) Bene pubblico Classificazione dei beni

17 Regimi legali di proprietà Beni dello stato Beni dei privati Beni collettivi

18 Commons e anti-commons Commons: beni non escludibili, ma "rivali" (ad esempio, i pascoli comuni; vedi Ostrom e Ostrom 1977) Anti-commons: beni non rivali, ma escludibili. La conoscenza è un bene per sua natura non rivale e non escludibile. Il brevetto trasforma la conoscenza in un ‘anti-common’ (ossia un bene club: escludibile / non rivale). La gestione dei sistemi legali di proprietà privatistici sulla conoscenza genera dei costi di transazione molto elevati, da cui un alto costo della ricerca. Per analogia con la “tragedia dei commons” di Hardin, Heller e Eisenberg hanno coniato la metafora della “tragedia degli anti-commons”

19 La tragedia degli anti-commons Le difficoltà di operare in uno spazio tecnologico frammentato in blocchi proprietari, che conferiscono il diritto di escludere altri dall'uso della conoscenza, sono rappresentati con la metafora "tragedia degli anticommons". –Secondo Hardin (1968), la mancanza di titoli di proprietà privata sui commons porta alla sovrautilizzazione e, quindi, all'esaurimento, della risorsa (la cosiddetta "tragedia dei commons”). –Nel caso degli anticommons, troppi titoli di proprietà bloccano l'utilizzazione della risorsa, a causa di costi di transazione molto elevati o, semplicemente, della difficoltà di operare (vedi più avanti il caso del golden rice), determinando una sua sottoutilizzazione Maria Fonte, OGM. Monopolio e diritti, Franco Angeli 2004 19

20 The tragedy of the commons Garret Hardin, “The tragedy of the commons”, Science,1968 Se i membri di un gruppo agiscono esclusivamente sulla base del proprio interesse (utilità), finiranno per sovra- utilizzare le risorse comuni (commons) fino ad esaurirle Formulata rispetto alla sostenibilita' demografica ed ecologica, la teoria di Hardin e' stata spesso letta come una critica alla mancanza di titoli di proprieta' privata sui commons

21 Elinor Ostrom Elinor Ostrom, premio Nobel per l'economia nel 2009 (insieme a Williamson) Ostrom, Governing the Commons. The Evolution of Institutions for Collective Action, 1990, Cambridge University Press Teoria basata sull'analisi di diversi casi empirici in cui risorse comuni sono gestite ne' dallo stato (pianificazione), ne' in modo privatistico (mercato) ma attraverso istituzioni collettive Törbel in Svizzera; Hirano e Nagaike in Giappone, il sistema di irrigazione degli huerta in Spagna, zanjera nelle Filippine

22 Elinor Ostrom Common Pool Resource (CPR) institutions possono funzionare in presenza di: – Chiarezza della legge o delle istituzioni informali – Condivisione delle regole nella comunità – Metodi di decisione collettivi e democratici – Trasparenza dei metodi di risoluzione dei conflitti – Controllo reciproco sull'utilizzo delle risorse comuni – Regole locali non in conflitto con regole generali

23 A chi appartiene la biodiversità? E’ un bene pubblico? Un bene privato?... E’ res nullius? E di che ‘natura’ è la biodiversità come bene? E’ escludibile? E’ rivale?

24 Lo status giuridico della BD Dal 1980 è possibile brevettare le sementi (sentenza Diamond vs Chakrabarty, 447 U.S.303, 1980). La spinta alla brevettazione delle sementi è rafforzata dall’affermazione dell’indistria biotecnologica. Nel 1985 la sentenza Ex parte Hibbard stabilisce la brevettabilità di una pianta di granturco contenente un elevato livello di un amminoacido (il triptofano), e quindi la brevettabilità di qualsiasi pianta "che non rientri nel concetto di prodotto della natura" (Gimelli 2002). Nel 2001 la sentenza J.E.M. Ag Supply contro Pioneer Hi-Bred ribadisce che con il PPA del 1930 e il PVPA del 1970 il Congresso degli Stati Uniti non ha inteso, in modo implicito e esplicito, sottrarre le piante dalla materia oggetto di brevetto sotto il titolo 35 U.S.C. sez. 101; si stabilisce, quindi, che una varietà vegetale può essere protetta sia con il certificato dei plant breeders' rights, sia con il brevetto industriale

25 L’accordo sui TRIPs della WTO I Trips obbligano tutti i paesi aderenti a provvedere standard minimi di protezione per la proprietà intellettuale, incorporando le disposizioni dei principali accordi internazionali sulla proprietà intellettuale già esistenti, come le Convenzioni di Parigi (sui brevetti industriali) e di Berna (sul diritto d'autore), amministrati dalla World Intellectual Property Organisation (WIPO). Introducono obblighi addizionali, primo fra tutti, quello di rendere disponibili "i brevetti per tutti i tipi d'invenzioni, sia di prodotto che di processo, in tutti i campi della tecnologia" (art.27.1). Introducono misure di enforcement, basate sulla procedura di risoluzione delle controversie della WTO, che, sono particolarmente efficaci, perché prevedono la possibilità di ricorrere alle ritorsioni commerciali

26 Biodiversità e biotecnologie La proprietà intellettuale sulle innovazioni riguardanti la materia vivente (e quindi i brevetti sulle sementi) minacciano la sovranità dei paesi e i diritti collettivi delle comunità, specialmente nei paesi più poveri di tecnologie ma ricchi di biodiversità, dove manca anche una regolamentazione efficace di biosicurezza. Si devono considerare tre aspetti collegati: –Proprietà Intellettuale –Bio-sicurezza – Accesso alle risorse genetiche

27 Effetti avversi della PI nei PVS: la biopirateria La biopirateria è ”l’appropriazione della conoscenza e delle risorse genetiche dei contadini e delle comunità tradizionali ed indigene da parte d'individui ed istituzioni attraverso il monopolio esclusivo garantito dal brevetto" (ETC Group 1998). E’ resa possibile sia da errori nella concessione dei brevetti, sia da disposizioni legislative nazionali, che non sono efficaci nella protezione della conoscenza tradizionale.

28 Convenzione sulla Biodiversità Firmata al Summit di Rio del 1993, entrata in vigore nel dicembre 1993. Recepita in Italia con legge 124 del 14 febbraio 1994. Ratificata al 10/12/ 2003 da 188 paesi. Voluta principalmente dai Paesi in via di sviluppo per avere un quadro normativo internazionale sull’accesso e l’uso della biodiversità. Riconosce la sovranità degli Stati nazionali sulla biodiversità presente nei loro territori

29 Trattato Internazionale sulle risorse genetiche vegetali per l’agricoltura e l’alimentazione Sistema Multilaterale per l’accesso alle risorse genetiche per l’agricoltura e l’alimentazione in possesso delle parti contraenti e quelle contenute nelle collezioni delle banche del germoplasma. Le condizioni dell'accesso riguardano principalmente l'impegno a non rivendicare alcun diritto di proprietà intellettuale o altro diritto che limiti l'accesso facilitato alle risorse genetiche vegetali, o alle loro parti o componenti genetiche, "nella forma ricevuta dal Sistema Multilaterale" (art. 12.3d).

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31 CONOSCENZA TRADIZIONALE Le conoscenze "scientifiche, artistiche e letterarie basate sulla tradizione; rappresentazioni, invenzioni, scoperte scientifiche, disegni, marchi, nomi e simboli, informazione non pubblica e tutte le altre creazioni e innovazioni basate sulla tradizione, che risultano dall'attività intellettuale nei campi industriale, scientifico, letterario o artistico" (WIPO, 2001). Per quel che riguarda la biodiversità, la conoscenza tradizionale riguarda le caratteristiche e le proprietà delle risorse genetiche, che derivano alle comunità rurali, indigene e locali, dal loro uso secolare, generate, migliorate e trasmesse da generazione in generazione.

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33 Casi di Biopirateria 1 Ayahuasca. Nel 1986 Loren Miller ottenne, secondo il Plant Patent Act, il brevetto n. 5,751 su una varietà vegetale Banisteriopsis caapi, conosciuta come Ayahuasca. Secondo il richiedente, era una varietà nuova e distinta, soprattutto per il colore dei fiori ed era stata scoperta in un giardino privato nella foresta amazzonica, in Sud America. Un’associazione che rappresenta circa 400 gruppi indigeni, il Coica, viene a sapere del brevetto e lo contesta tramite il CIEL (Center of International Environmental Law). Si sostiene che non solo la varietà non è nuova, ma che la concessione di un brevetto sull’Ayahuasca è contrario ai principi morali, essendo la pianta sacra in tutta la regione amazzonica. L’USPTO dapprima revoca, poi conferma il brevetto.

34 Casi di Biopirateria 2 Fagiolo chiamato Enola Nel 1994 Larry Proctor, presidente di Pod-Ners Seed Company, presenta una domanda per il brevetto di una nuova varietà di fagiolo giallo, a cui da il nome di Enola. Nel 1999 ottiene il brevetto e anche il certificato del costitutore. Subito dopo intenta una causa contro alcune piccole imprese sementiere che importavano fagioli negli USA, sostenendo che esse violavano il suo brevetto. Il Governo messicano protesta sostenendo che il fagiolo Enola era lo stesso che veniva coltivato da secoli nella regione Sinaloa Il 'Centro Internazionale per l'Agricoltura Tropicale' (CIAT) contesta l'istanza del costitutore che la nuova varietà presentava il carattere unico di essere gialla, fornendo documentazione che dimostrava che nella banca del gene del CIAT esistevano, tra le quasi 28000 varietà di fagiolo conservate, ben 260 che presentavano il carattere fenotipico 'colore giallo'. Almeno 6 delle varietà sulle quali il CIAT ha fornito documentazione apparivano, secondo molti osservatori, identiche al fagiolo di cui era stata contestata la registrazione, sulla base di marcatori colorimetrici e genetici. Nel dicembre 2005 l’istanza di brevetto è rigettata.


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