Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoDiana Lolli Modificato 8 anni fa
1
Modena, 2 dicembre 20091 “NUOVI ORIZZONTI DELLA BIOETICA” (VIII) Biopolitica e decisioni di “fine- vita” Testamento biologico e dignità della persona umana Nunziata Comoretto
2
Modena, 2 dicembre 2009 Il quesito di partenza Un problema pratico A chi spettano le decisioni di attuare o omettere gli interventi (di chi è “l’autorità” decisionale) quando il paziente è incapace di esprimere un consenso?
3
Modena, 2 dicembre 20093 La soluzione Tradizionalmente Gli operatori sanitari sulla base della loro scienza e coscienza (beneficità) I familiari, amici (le persone vicine) Ora Le indicazioni che il paziente stesso può aver dato in precedenza (testamenti “biologici”) Una persona nominata dal paziente (decisore surrogato)
4
Modena, 2 dicembre 2009 Alla base delle “nuove” soluzioni La necessità di estendere il diritto all’autodeterminazione anche nell’ambito delle scelte sanitarie La necessità di “prevenire” l’accanimento terapeutico
5
Modena, 2 dicembre 20095 Cos’è il “testamento biologico”? Dichiarazione scritta e firmata dalla persona in età legale e in condizioni di intendere e di volere, al fine di dare indicazioni al medico e al personale sanitario sui trattamenti che si intende ricevere o rifiutare in caso di malattia grave o terminale, in previsione di una eventuale perdita della capacità di intendere e volere
6
Modena, 2 dicembre 2009
7
7
8
8
9
9
10
10 NODI PROBLEMATICI ETICI DEONTOLOGICI GIURIDICI MA ANCHE DIFFICOLTA’ PRATICHE
11
Modena, 2 dicembre 200911 I problemi etico-deontologici Quale spazio per l’autonomia professionale (soprattutto nel caso in cui il testamento venisse posto come vincolante)? L’apertura all’eutanasia di tipo omissivo La volontà espressa dal soggetto può realmente dirsi consapevole e libera?
12
Modena, 2 dicembre 200912 Adherence to advance directives in critical care decision making: vignette study (Thompson et al., BMJ 2003) Obiettivo Indagare il comportamento decisionale dei sanitari in presenza di una direttiva anticipata Metodo Interviste a personale sanitario: medici (generici, specialisti), infermieri, hospice staff Ipotesi di direttiva anticipata Ipotesi di scenario clinico Risultati In assenza della direttiva anticipata: Tutti gli intervistati avrebbero attuato il trattamento richiesto dal caso (terapia antibiotica) In presenza della direttiva anticipata 6/12 non avrebbero attuato il trattamento; 5/12 avrebbero attuato il trattamento; 1/12 posizione incerta ….
13
Modena, 2 dicembre 200913 Thompson et al. (… segue) Argomentazioni pro trattamento Coerente con la DAT (non conformità tra DAT e situazione clinica) Da attuarsi nonostante la DAT, per garantire una sufficiente QL della paziente Argomentazioni contro il trattamento Rispetto dell’autonomia del paziente (conformità tra DAT e situazione clinica) Discussione Differente interpretazione di termini ambigui (QL, pericolo di vita, futilità, palliazione,...) Priorità del principio di beneficità o del principio di autonomia Insufficiente informazione sulla personale interpretazione da parte del paziente dellla QL Difficoltà di stabilire una norma giuridica, vista l’ambiguità dei termini
14
Modena, 2 dicembre 200914 Thompson et al. (… segue) Conclusioni DAT non diminuiscono la responsabilità del medico nel processo decisionale (sintesi tra le conoscenze scientifiche e le preferenze del paziente) DAT hanno uno scarso valore nell’influenzare la decisione medica nelle fasi terminali della vita; rappresentano tuttavia un importante stimolo nel favorire il dialogo Alcune risposte allo studio È insufficiente la valutazione della QL del paziente dalla sola prospettiva del medico; alla vita si può riconoscere un valore intrinseco (Shanks OE, psichiatra)
15
Modena, 2 dicembre 2009 La permanenza della volontà dei pazienti (SUPPORT, Circulation 1998) 3 936 pazienti, 5 grandi ospedali USA 3 Ricoverati per grave esacerbazione di insufficienza cardiaca congestizia 3 Obiettivo: - valutare preferenze e stabilità di esse circa la rianimazione - accuratezza percezione dei medici circa tali preferenze Solo il 23% non avrebbe voluto essere rianimato Solo nel 24% percezione del medico si discostava Dopo l’intervista, 42 arresti: 31 preferenza a essere rianimati (ma per 12 era stato deciso un DNR e non vennero rianimati) dei 19 rianimati, 10 dimessi vivi Dopo 2 mesi, 600 tornati a casa, verifica preferenze: 69/480 non volevano più essere rianimati (14%) 48/120 volevano ora essere rianimati (40%)
16
Modena, 2 dicembre 200916 Does a Living Will Equal a DNR? Are Living Wills Compromising Patient Safety? (F. Mirarchi, Journal of Emergency Medicine 2007;33(3): 299 – 305)
17
Modena, 2 dicembre 200917 Caso 1 Paziente maschio di 82 anni con storia di patologia cardiaca e ipertensione. Per la comparsa di dolore toracico viene fatta diagnosi di angina instabile. Al momento dell’ammissione, il curante ritiene non appropriato il ricovero, diversamente dal medico di medicina d’urgenza, per la presenza di un documento di LW. Il paziente accetta il ricovero e il trattamento del caso. Dopo 3 giorni dalla dimissione va incontro ad un IMA e per questa ragione viene sottoposto ad angioplastica coronarica. Decorso post-operatorio regolare e dimissione.
18
Modena, 2 dicembre 200918 Caso 2 Donna di 64 anni con storia di ipertensione. A seguito di una caduta subisce una frattura dell’arto inferiore destro. Sottoposta ad intervento di fissazione ossea. In seconda giornata presenta sanguinamento gastrointestinale Per la presenza di un LW l’infermiera ritiene non vi sia l’indicazione al trattamento. Il sanguinamento diviene franca ematemesi e necessità di ricovero in Terapia Intensiva e intervento chirurgico d’urgenza.
19
Modena, 2 dicembre 200919 Caso 3 Paziente maschio di 72 anni con DM, ipertensione, insufficienza renale con necessità di trattamento dialitico da 10 anni. Sviluppa un IMA con onda Q negativa per il quale viene trattato con aspirina e nitroglicerina. Per la presenza di un documento di LW viene definito un DNR. Il giorno successivo il paziente presenta una FV; al cardiologo di reparto viene impedita (dall’infermiera e da un altro medico) la defibrillazione del paziente, del quale viene dichiarato il decesso.
20
Modena, 2 dicembre 200920 Discussione Nei tre casi descritti non c’erano le circostanze per rendere operativo il documento, tuttavia, la sua sola presenza ha creato confusione sul da farsi. La presenza di un LW tende a rendere meno intensivo un trattamento rispetto al code status del paziente (DNR, full code, etc.). LW DNR Do Not Treat
21
Modena, 2 dicembre 2009 I limiti delle DAT: difficoltà di attuazione nella pratica Non prevedibilità di tutte le situazioni verificabili. Dubbio che pazienti privi di una adeguata cultura medica comprendano correttamente alcuni concetti (ad es, concetto di naturale e artificiale) anche quando sia un medico ad aiutare la compilazione delle direttive. Difficoltà di interpretare nel concreto la volontà del paziente(il rischio di fare riferimento non ad una situazione reale, ma astratta).
22
Modena, 2 dicembre 200922 Frequentemente nell’esperienza dei medici si osserva una variazione dei desideri precedentemente espressi dal paziente. Disponibilità di trattamenti dopo la stesura delle direttive Una interpretazione letterale o astratta delle intenzioni del paziente è insoddisfacente!
23
2008-2009Lezione 423 Advance directives and proxies’predictions about patients’ treatment preferences. (Barrio-Cantalejo IM, Molina-Ruiz A, Simon- Lorda P, et al. Nursing Ethics 2009; 16(1): 93-109).
24
Modena, 2 dicembre 200924 Advance directives and proxies’predictions … Disegno dello studio Studio, randomizzato e controllato, con tre gruppi di studio (due di intervento e uno di controllo). Incluse 171 coppie paziente-surrogato, a cui è stato somministrato un questionario. Scenari clinici delineati, relativi a differenti malattie: (1) intervento di rianimazione cardio-polmonare in caso di coma legato ad un episodio di stroke e dipendenza dalla ventilazione meccanica; (2) somministrazione di antibiotici per il trattamento di una polmonite in soggetto in stato vegetativo; (3) somministrazione di chemioterapia nel caso di terapia probabilmente inguaribile; (4) amputazione di un arto per gangrena in paziente diabetico con demenza da morbo di Alzheimer; (5) applicazione di nutrizione e idratazione artificiali in paziente che rifiuta di alimentarsi a causa di sintomatologia dolorosa incontrollabile; (6) dialisi renale giornaliera in un ragazzo con deficit mentale dalla nascita.
25
Modena, 2 dicembre 200925 Advance directives and proxies’predictions … Disegno dello studio I tre gruppi di studio: (1) gruppo di controllo: unica sessione in cui pazienti e surrogati hanno compilato, separatamente, il questionario; (2) gruppo di intervento con Dat: unica sessione in cui i pazienti, separati dai surrogati, compilavano sia il questionario, sia una Dat (secondo il modello ufficiale in uso nella regione dell’Andalusia);la Dat veniva quindi fornita al surrogato come riferimento per individuare le preferenze del paziente; (3) gruppo di intervento con discussione: duplice sessione, guidate da un’infermiera, la prima di tipo “informativo” sulle decisioni mediche di fine vita, e la seconda, dopo una settimana, di tipo “deliberativo” sulle preferenze di trattamento in vari scenari clinici; a conclusione di questa sessione veniva richiesto a pazienti e surrogati di completare, separatamente, il questionario di studio.
26
Modena, 2 dicembre 200926 Advance directives and proxies’predictions … Risultati Abilità da parte dei decisori surrogati di predire le preferenze del paziente pari solamente al 62.83%. completa assenza di efficacia da parte delle DAT di incrementare l’accuratezza del giudizio dei decisori surrogati capacità di migliorare l’accuratezza del giudizio surrogato stimolando un reale confronto tra pazienti e surrogati sulle preferenze relative ai trattamenti di fine vita, attraverso un intervento di dialogo guidato (informativo-formativo) su tali argomenti.
27
Modena, 2 dicembre 200927 Advance directives and proxies’predictions … Conclusioni Un documento di Dat potrebbe persino rivelarsi come fattore confondente per la decisione surrogata. Occorrono modalità alternative di formazione delle decisioni clinico- assistenziali, quando il paziente non sia in grado di partecipare direttamente a tali decisioni.
28
Modena, 2 dicembre 200928
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.