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"In un villaggio c'è un unico barbiere. Il barbiere rade tutti (e soli) gli uomini che non si radono da soli. Chi rade il barbiere?"..

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Presentazione sul tema: ""In un villaggio c'è un unico barbiere. Il barbiere rade tutti (e soli) gli uomini che non si radono da soli. Chi rade il barbiere?".."— Transcript della presentazione:

1 "In un villaggio c'è un unico barbiere. Il barbiere rade tutti (e soli) gli uomini che non si radono da soli. Chi rade il barbiere?"..

2 se il barbiere rade sé stesso, allora per definizione il barbiere non rade sé stesso; se il barbiere non rade sé stesso allora, dato che il barbiere rade tutti quelli che non si radono da soli, il barbiere rade sé stesso. Sarebbe meglio parlare di antinomia più che di paradosso. Il paradosso è una conclusione logica e non contraddittoria che si scontra con il nostro modo abituale di vedere le cose, l'antinomia è invece una contraddizione. Russell arriva ad una contraddizione

3 Russell (1872-1970) Il paradosso di Russell Il paradosso di Russell La crisi della logica La crisi della logica Nota biografica Nota biografica

4 Russell aveva formulato, nel 1901, il seguente problema: "un insieme può essere o meno elemento di sé stesso?„ Ad esempio, l'insieme di tutti i libri di una biblioteca non è elemento di sé stesso. Invece, l'insieme di tutti gli insiemi con più di 20 elementi è elemento di sé stesso. Ma se si pensa, invece, all'insieme di tutti gli insiemi che non sono elementi di sé stessi? La generalizzazione di questo problema portò ad una antinomia che causò un momento di crisi di tutta la teoria matematica dell'epoca.

5 Nota biografica 1950 Premio Nobel per lattteratura Innumerevoli scritti di logica, matematica, filosofia del linguaggio MoraleMorale, politica politica MoralepoliticaOpere Principia matematica (1910-13) Principia matematica (1910-13) Sull‘Educazione (1927) Sull‘Educazione (1927) Matrimonio e morale (1929) Matrimonio e morale (1929) Perché non sono cristiano (1957) Perché non sono cristiano (1957)

6 Morale Russell credeva nella ragione e pretendeva che ogni regola di condotta prima di essere stabilita passasse al suo vaglio. Fu uno strenuo difensore della libertà di pensiero.

7 Gli uomini temono il pensiero più di ogni altra cosa al mondo, più della rovina e persino più della morte. Il pensiero è sovversivo e rivoluzionario, distruttivo e terribile; il pensiero è spietato nei confronti del privilegio, delle istituzioni e delle comode abitudini; il pensiero è anarchico e senza legge, indifferente verso le autorità, incurante dell'ormai collaudata saggezza dei secoli passati. Il pensiero guarda nella voragine dell'inferno, ma non ha paura... Il pensiero è grande, acuto e libero, la luce del mondo, e la più grande gloria dell'uomo. Se il pensiero non è bene di molti, ma soltanto privilegio di pochi, lo dobbiamo alla paura. E' la paura che limita gli uomini, paura che le loro amate credenze si rivelino delle illusioni, paura che le istituzioni con cui vivono si dimostrino dannose, paura di dimostrarsi essi stessi meno degni di rispetto di quanto avessero supposto di essere.

8 Fasi della vita Dal 1872 alla Prima guerra mondiale Si dedica alla mtematica, alla logica e alla geometria. Dal 1918 al 1960 Impegno sociale (tra l‘altro la campagna per il disarmo nucleare, 9.07.55 Dichiarazione Einstein-Russell, 1963 Bertrand Russell Peace Fundation) Anni `60,`70 contro i crimini di guerra (Tribunale nazionale B.Russell per i crimini di guerra 1966 che condanna la guerra nel Vietnam) (fonte http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/russel.htm)


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